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Edvard Munch, Pubertà

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Edvard Munch è il più grande e importante dei pittori norvegesi. La sua vita fu segnata da fatti tragici: vide morire di tubercolosi la madre quando egli aveva solo cinque anni e poco dopo perse allo stesso modo la sorella maggiore; suo padre morì lasciandolo completamente solo quando aveva 18 anni. Non volle mai costruirsi una famiglia, sostenendo che non avrebbe voluto passare ai li la sua tendenza familiare alla malattia fisica e mentale.

Malgrado il suo fascino, ebbe un rapporto difficile con le donne. Già da un quadro precoce come "Il Bacio" si evidenzia come egli vedesse il rapporto tra maschio e femmina: come un amplesso in cui l'identità maschile poteva essere risucchiata da una donna mantide. Munch fu pertanto un grande viaggiatore e conobbe le maggiori correnti artistiche europee: le sue fonti furono la linea curva dell'art nouveau e la pittura simbolista. Nel 1885 visitò Parigi dove vide una mostra di reperti Maya, tra cui una mummia in posizione fetale, che lo impressionarono profondamente. A suo ritorno compose la sua prima opera matura e decisamente autobiografica, La Bambina Malata. La tecnica nervosa ed essenziale con cui era stato dipinto creò sconcerto e disprezzo nella critica. Nel 1892 fu organizzata una mostra pubblica di sue opere a Berlino, che venne chiusa per lo scandalo suscitato ancora una volta dalla loro tecnica.

Il suo stile di vita vagabondo, fatto di notti insonni, alcool, superlavoro, lo condusse nel 1908 a una crisi nervosa, dopo il quale dovette essere internato per 8 mesi. Visse il resto della sua vita in una grande villa a Oslo: alla sua morte vi si trovarono ammassate un migliaio di sue opere tra quadri e sculture; tutto ciò, per volere di Munch, venne lasciato alla città dove dal 1936 gli fu dedicato il Munch Museet.








Quanto hai temi affrontati da Munch, egli cercò di descrivere le proprie emozioni in modo da generalizzarle.

Munch ha espresso la sua ricerca in molte variazioni di uno stesso tema ma con tecniche diverse.

L'individuo rimane solo come in Pubertà: La ura della ragazza nuda, seduta sul bordo del letto, è una delle più famose della produzione di Munch quadro del 1895, la ragazza rappresentata, ancora bambina nel busto e già donna nelle anche, copre il suo ventre nudo con una croce fatta dalle braccia. La croce è simbolo di morte e va a segnare il punto da cui nasce la vita. Sul muro retrostante appare, a minacciarla, la sua stessa ombra, simbolo d'insieme di ciò che ha già vissuto e di ciò che lo aspetta. Non è un'ombra naturale, ma un grumo nero come un fantasma che si materializza dietro di noi, senza che possiamo evitarlo: è un po' il simbolo di tutti i dolori che attendono chi vive.. Non vi è alcun compiacimento sensuale in questo nudo, anzi, l'immagine trasmette, ad uno sguardo più attento, un intenso sentimento di angoscia. Il nudo, in questo caso, è allegoria di condizione indifesa, soprattutto da parte di chi è ancora giovane ed acerbo, nei confronti dei destini della vita.













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