Il Futurismo
Movimento culturale e artistico, che ebbe inizio con il
Manifesto del Futurismo, pubblicato nel aro (20 febbraio 1909) da Filippo
Tommaso Marinetti.
Temi fondamentali del futurismo sono: il culto della macchina, del prodotto
industriale contrapposto alle opere d'arte della tradizione classica e
accademica, il mito dell'azione per l'azione, la concezione della guerra come
<<sola igiene del mondo>>.
Il nucleo centrale della poetica futurista è che l'arte deve rendere la
mobilità della vita.
Ne consegue che nessun oggetto vive isolatamente; i corpi si espandono nello
spazio, l'oggetto è un nucleo dal quale partono le forze che lo
definiscono nell'ambiente.
Per rendere questa globalità del moto nelle arti visive, immobili per
costituzione, il futurismo si serve, in pittura e in scultura, principalmente
delle <<linee-forza>>; poiché la linea agisce psicologicamente su
noi con significato direzionale, essa, collocandosi in varie posizioni, supera
la sua essenza di semplice segmento e diventa <<forza>> centrifuga
e centripeta, mentre oggetti, colori e piani si spingono, in una catena di
<<contrasti simultanei>>, determinando la resa del
<<dinamismo universale>>.
In realtà il movimento futurista, che può essere considerato la
prima espressione europea dell'arte italiana, fece capo a un gruppo di pittori
(Boccioni, Balla, Dottori), i quali, nei manifesti usciti dal 1910 al 1912,
propugnarono la necessità di un totale distacco dalla tradizione, per
aderire, attraverso al rappresentazione del movimento e con una più
diretta e intensa emozionalità della forma artistica, al dinamismo della
vita moderna.
Boccioni
Umbero Boccioni (Reggio
Calabria, 1882 - Verona, 1916) è il maggior artista del futurismo.
I suoi inizi sono divisionisti e, del resto, i futuristi ritengono il
divisionismo la forza più autentica dell'arte italiana.
Ma anche nelle opere divisioniste, la pennellata veloce, a strisce liberamente
accostate, a tocchi cromatici, rende il pulviscolo atmosferico, e e anche
la tematica del lavoro visto come mezzo per la trasformazione della
città e della natura, come elemento propulsore della vita moderna.
La città che sale è il frammento di una visione che prosegue
oltre i limiti della cornice, la visione di un moto vorticoso inarrestabile,
con linee-forza pluridirezionali.
E' una tipica tesi futurista (il titolo stesso lo dice) che qui trova la sua
realizzazione artistica: la vita pulsa attorno a noi, ne facciamo parte
integrante, è un flusso inarrestabile; non esiste perciò
possibilità di focalizzare un oggetto fissandolo isolatamente perché,
contemporaneamente, noi percepiamo, con la coda dell'occhio o intuitivamente,
tutto il complesso e tumultuoso ambiente di cui esso fa parte.
Più totalmente realizzato in senso futurista è Visioni
simultanee.
Il titolo di per sé è indicativo.
Noi vediamo simultaneamente tutto ciò che ci circonda: in questo caso,
affacciandosi a una balcone, una donna riceve l'impatto della vorticosa
attività umana nella piazza sottostante.
Tutto è frenetico. Lo stato d'animo è dunque il fulcro della
concezione boccioniana: Stati d'animo, infatti,
è anche il titolo che l'autore dà ad alcune serie di quadri.
In scultura l'opera più compiuta è Forme uniche della
continuità nello spazio.
Il significato dell'opera è espresso nel titolo: la forma umana, in
movimento veloce, mentre già ha raggiunto una posizione e si accinge a
procedere oltre, è in qualche modo ancora presente nello spazio
precedente, perché nella nostra retina restano le immagini e soprattutto perché
il moto è continuo e noi lo percepiamo in sintesi.
Balla
Giacomo Balla (Torino, 1874 - Roma, 1958), la cui adesione al
futurismo, dopo gli inizi veristi e divisionisti, è tale da indurlo a
firmarsi <<Futurballa>>, approfondisce soprattutto il problema
della rappresentazione sulla superficie immobile del quadro, della
continuità del movimento, ossia dello spostamento continuo dello stesso
oggetto entro lo spazio, problema che risolve ripetendo più volte, in
posizioni diverse ma attigue, la stessa forma, come nel celebre Dinamismo di un
cane al guinzaglio o ne Le mani del violinista.
Dottori
Con il progresso dell'aviazione nasce una nuova forma d'arte: l'aeropittura, che consiste nel rappresentare la
realtà vista dall'alto, in un vasto cerchio di orizzonte, anzi quasi
sfericamente, con una mutabilità che è legata alla tanto maggior
velocità del mezzo.
Il maggior esponente dell'aeropittura è
Gerardo Dottori. Fra le sue opere la più nota è A 300 km sulla
città.
Mediante le tre forme angolari bianche, che in fasi ravvicinate passano dal
quasi piatto all'acuto, è espressa l'essenza e la velocità
dell'aereo, e mediante la diversa posizione di case e campanili, si intuiscono
le successive posizioni dell'apparecchio che determinano differenti
inclinazioni del raggio visivo, cogliendo in sintesi, con la violenza della
spirale, la vastità e la totalità del panorama.
Sant'Elia
Nella raffica di Manifesti che il futurismo emette, acquista
un rilievo particolare quello dell'Architettura, uscito nel 1914, a firma di
Antonio Sant'Elia (Como, 1888 - Monti del Carso,
1916) il quale, combattendo contro l'eclettismo dell'architettura italiana fra
Ottocento e Novecento, stancamente ripetitiva di stili antichi, propone di
creare la casa futurista, di costruirla con ogni risorsa della scienza e della
tecnica, evitando ogni monumentalità e decorativismo, basandosi sull'evidenza della tecnica
edilizia moderna: il calcolo della resistenza del materiale, l'uso del cemento
armato e del ferro.
Di grande interesse è il progetto di fare scorrere il traffico cittadino
sotto terra, per ottenere una maggior velocità, evitando rumori e
inquinamento e restituendo altre strade alla fruizione pedonale.
Purtroppo niente di questi progetti è stato realizzato. La morte in
guerra, a soli 28 anni, ha troncato sul nascere l'attività
dell'architetto.