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Crespi d'Adda

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Crespi d'Adda





Crespi d'Adda, nel Comune di Capriate San Gervasio, costituisce il più importante esempio di Villaggio Operaio in Italia, non soltanto per il perfetto stato di conservazione, ma anche per l'esemplarità dell'impostazione urbanistica.

Il villaggio prende il nome da una famiglia di tessitori, i Crespi appunto, che iniziarono la loro attività nel 1878, sapendo che in questa zona vi era molta manodopera disponibile, e vedendo la possibilità di realizzare un canale industriale lungo l'Adda per sfruttarne l'energia idraulica.

Era questa l'epoca pionieristica dei grandi imprenditori ispirati a una dottrina sociale che vede intorno alla fabbrica svolgersi con continuità la vita degli operai.

Il favorire una vita sana e morale, e l'anteporre i bisogni della comunità alle necessità di produzione ha come fine ultimo l'allontanare gli operai dalle rivendicazioni sociali, dagli obiettivi della lotta di classe e dall'organizzazione sindacale.

In questo modo Cristoforo Crespi edificò i cosiddetti 'palasòcc', ma fu con l'arrivo del lio Silvio, educato in Inghilterra, che si fece un piano per l'intero villaggio.

Il principio era di dotare tutti di una villetta, con giardino e orto, e di fornire i servizi necessari, dai bagni pubblici alla scuola, dalla chiesa al campo sportivo, dal dopolavoro al piccolo ospedale.

E poi il teatro, lo spaccio alimentare, i vigili del fuoco, il lavatoio, il corpo bandistico, la colonia estiva, il corso di economia domestica.

Tutto questo sostenuto e gestito dallo stesso Silvio Crespi, eccezionale ura di imprenditore e caparbio uomo politico.

Lo schema urbanistico è semplice: lungo il fiume si trova la fabbrica con le sue altissime ciminiere e accanto la villa dei proprietari, costruita nel 1894 e progettata in forma di castello, con tanto di torri e merli dall'architetto Pirovano.



Le casette operaie sono disposte su più strade parallele, a sud è un gruppo di ville più tarde, per gli impiegati e per i dirigenti.

All'inizio del paese è situata la chiesa, progettata dall'architetto Cavenaghi, al lato della quale è presente la scuola. Mentre la chiesa, in forme neorinascimentali, riproduce S. Maria di Busto Arsizio, le altre costruzioni sono tutte di gusto neomedioevale, caro al romanticismo lombardo, con preziose decorazioni in cotto e finiture di ferro battuto.

Di pregevole fattura sono sia i prospetti della fabbrica che il castello e la centrale idroelettrica, gioiello di archeologia industriale tuttora funzionante.

Il cimitero è una chiara manifestazione del rapporto gerarchico, dove l'imponente mausoleo della famiglia Crespi sovrasta le croci minuscole e indistinte degli operai.

Di questo villaggio industriale colpiscono l'eccezionale stato della conservazione degli edifici e dell'impianto urbanistico e la sua collocazione all'interno del corso medio dell'Adda, culla della rivoluzione industriale italiana, ricchissimo di testimonianze storiche e artistiche. Ma soprattutto colpisce il fatto che, al contrario di tutti gli altri villaggi simili, in Italia e nel mondo, abbia mantenuto, insieme all'integrità degli edifici, le sue funzioni sociali e produttive, ospitando infatti una comunità viva, con la fabbrica tuttora in funzione.




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