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biologia |
Erpete
Erpete
sm. [sec.
XVI; dal gr. hérpes -etos]. Malattia a eziologia virale (virus
neurodermotropo), nella quale vengono colpiti gangli spinali e radici
posteriori di nervi spinali. Si presenta in due varietà: e. zoster (o
zona) ed e. semplice. Nella prima, nota anche come 'fuoco di S.
Antonio', vi sono possibilità di contagio crociato con la
varicella, ma l'e. può manifestarsi spontaneamente o anche nel corso di
intossicazioni (da ossido di carbonio, arsenico, bismuto, ecc.), infezioni
acute e croniche, traumi cranici, ecc. Conferisce immunità. I sintomi compaiono
qualche giorno prima con dolori, bruciore, talora febbre, disturbi
gastrointestinali; poi, sempre monolateralmente, lungo il decorso di uno o
più tronchi nervosi vicini, si manifestano placche eritemato-edematose
che possono rimanere a questo stadio (e. zoster abortivo) o, più di
frequente, si ricoprono di gruppi di vescicole tese a contenuto limpido, poi
torbido (talora emorragico), accomnate da parestesie o forti dolori
nevralgici, persistenti specie nei vecchi anche dopo la risoluzione della
dermatosi. Coesiste precoce adenopatia satellite. La durata varia da una a
quattro settimane, poi avviene l'afflosciamento e l'essiccamento delle
vescicole con esiti cicatriziali, spesso pigmentari, permanenti. Le sedi
più frequenti sono: la cervicale, la cervico-brachiale, l'intercostale,
la toraco-addominale, la regione della branca oftalmica del trigemino, talora
con lesioni corneali e paralisi dell'oculomotore, ecc. La terapia deve essere:
locale con medicazioni protettive asciutte e sterili; generale con antibiotici e
cortisonici; sintomatica con analgesici. L'e. semplice ha la stessa eziologia e
si manifesta sulle labbra (herpes labialis), sul contorno delle narici, sulle
guance, sui genitali esterni (herpes genitalis), sui glutei, nell'occhio
(cheratite erpetica), ecc., con un'eruzione acuta, accomnata da prurito e
bruciore, di chiazzette eritemato-edematose, sulle quali si sviluppano
gruppetti di piccole vescicole, tese, talora confluenti, a contenuto sieroso
poi torbido, che si disseccano in croste giallastre. e durante malattie
infettive, dopo iniezioni di siero o di farmaci, dopo traumi, o senza causa
apparente. È contagioso nel bambino e facilmente recidivante in sede (e.
recidivante). La terapia è locale con disinfettanti. L'e. tricofitico (o
tricofizia delle parti glabre) è sostenuto da un micete dei generi
Trichophyton e Microsporon e si localizza nello strato corneo dell'epidermide
delle regioni glabre.
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