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Gli ecosistemi e la biosfera
2.1 L'ecosistema: l'unità fondamentale dell'ecologia
A. A. L'ecosistema
è l'unità fondamentale dell'ecologia
si può definire come l'insieme di una comunità di organismi in grado di autosostenersi e dell'ambiente fisico con il quale essi interagiscono
B. B. In un ecosistema
i fattori biotici sono le componenti viventi
tutti gli esseri viventi che vivono nel sistema
i fattori abiotici sono le componenti non viventi
risorse disponibili, luce, composizione chimica del terreno, e così via
2.2 I fattori abiotici: una componente essenziale di tutti gli ecosistemi
A. A. I cicli biogeochimici
sono quelli nei quali l'acqua e i nutrienti passano costantemente dal mondo biotico a quello abiotico
i più importanti in ecologia sono:
ciclo del carbonio
ciclo dell'azoto
ciclo dell'acqua
B. B. Nel ciclo del carbonio, la fonte di carbonio è la CO2 presente nell'atmosfera:
le piante assorbono CO2 dall'atmosfera e la usano per sintetizzare carboidrati con la fotosintesi
le piante usano questi carboidrati per formare i loro tessuti, immobilizzando così una certa quantità di carbonio
gli animali, mangiando le piante immagazzinano il carbonio in esse contenuto
quando le piante e gli animali muoiono, i loro tessuti vengono decomposti ad opera di batteri e funghi che così liberano di nuovo CO2 nell'atmosfera
parte del carbonio contenuto nei resti di organismi morti rimane immobilizzata nei combustibili fossili, la cui combustione libera ancora CO2 nell'atmosfera
C. C. Nel ciclo dell'azoto, l'azoto proviene dall'atmosfera:
alcuni batteri (batteri azotofissatori) convertono l'azoto atmosferico in ammoniaca, che con l'acqua si trasforma in ione ammonio, che le piante possono assimilare
altri batteri producono ioni nitrato, anch'essi assimilabili dalle piante
gli animali mangiano le piante e assimilano l'azoto contenuto nei loro tessuti
quando piante e animali muoiono, vengono decomposti ad opera di batteri e funghi che così riconvertono l'azoto organico in ioni ammonio
altri batteri nitrificanti convertono lo ione ammonio in ione nitrato
parte degli ioni nitrato viene convertita dai batteri denitrificanti in azoto gassoso che torna nell'atmosfera
D. D. Nel ciclo dell'acqua:
l'acqua contenuta negli oceani evapora:
il 90% di quest'acqua evaporata ritorna agli oceani sotto forma di precipitazioni
il 10% di quest'acqua evaporata cade, sotto forma di precipitazioni, sulle terre emerse
l'acqua caduta sulle terre emerse subisce destini diversi:
in parte è immagazzinata nei ghiacciai e nei nevai
in parte torna nell'atmosfera per traspirazione e evaporazione
in parte, con un deflusso superficiale o sotterraneo, ritorna agli oceani
2.3 Il flusso dell'energia negli ecosistemi
A. A. Ricordiamo che
l'energia non può essere creata né distrutta ma solo trasformata
l'energia fluisce spontaneamente solo in una direzione, cioè da uno stato più ordinato a uno meno ordinato
il destino ultimo dell'energia è quello di essere convertita in calore
gli organismi viventi entrano nel ciclo dell'energia perché assorbono una parte dell'energia solare e la immobilizzano per un certo tempo sotto forma di legami chimici
B. B. In un ecosistema, il cibo e l'energia sono collegati nei livelli trofici:
il primo livello trofico è rappresentato dai produttori
sono gli organismi fotosintetici
il secondo livello trofico è rappresentato dai consumatori primari
sono i predatori delle piante (erbivori e onnivori)
il terzo livello trofico è rappresentato dai consumatori secondari
sono i predatori degli erbivori (carnivori e onnivori)
il quarto livello trofico è rappresentato dai consumatori terziari
organismi che predano i consumatori secondari (altri carnivori e onnivori)
C. C. Nelle relazioni alimentari:
una catena alimentare è un percorso trofico lineare
una rete alimentare è formata dalle interconnessioni di molte catene alimentari
D. D. I detritivori
sono una classe speciale di consumatori
sono organismi che si nutrono di detriti organici
comprendono i decompositori che riciclano le componenti inorganiche nell'ambiente
E. E. Secondo il modello del flusso di energia
solo il 2% dell'energia solare che raggiunge le piante è catturata da esse e utilizzata per la fotosintesi
tale frazione di energia è detta produttività primaria lorda
solo il 30-85% della produttività primaria lorda viene usata dalle piante per costruire i propri tessuti e per riprodursi
questa percentuale è detta produttività primaria netta
il restante 15-70% viene disperso come calore oppure viene utilizzato per svolgere i normali processi cellulari
ben poca dell'energia immagazzinata nei tessuti vegetali è assimilata dai consumatori primari
a ogni passaggio di livello trofico, la quantità di energia disponibile si riduce di circa il 90%
questo è il motivo per cui esiste un limite per le dimensioni dei predatori al vertice delle reti alimentari
la produttività primaria è una variabile regionale
2.4 L'atmosfera terrestre e il clima
A. A. La Terra è circondata da un involucro di gas, l'atmosfera, che si può suddividere in vari strati:
la troposfera
è lo strato inferiore dell'atmosfera
contiene gran parte dei gas atmosferici (azoto, ossigeno, anidride carbonica e tracce di altri gas)
comincia a livello del mare e si estende fino a quota circa 12 km
la stratosfera
contiene lo strato di ozono che può essere distrutto dai clorofluorocarburi
B. B. L'aumento della concentrazione di CO2 nell'atmosfera è responsabile del rialzo termico del pianeta:
la CO2 intrappola intorno alla Terra il calore che deriva dalle radiazioni solari (effetto serra)
se la quantità di CO2 aumenta, una maggior quantità di calore resta intrappolata attorno alla Terra e quindi la sua temperatura aumenta
C. C. I diversi climi sono dovuti alle differenze di temperatura presenti nelle varie zone del globo terrestre, dovute all'inclinazione dell'asse terrestre rispetto al piano dell'orbita terrestre di 23, 5°.
D. D. Le differenze di temperatura nel globo terrestre
sono il fattore più importante nel determinare la circolazione globale dell'aria nell'atmosfera
determinano la formazione di masse d'aria ascendenti e discendenti (celle di conone):
vicino all'equatore la Terra riceve una maggior quantità di calore per cui l'aria vicino al suolo si riscalda di più, si dilata e tende a salire
l'aria calda trattiene una maggior quantità di vapore acqueo per cui quando, salendo, si raffredda scarica gran parte dell'umidità sotto forma di pioggia sui tropici
le masse d'aria più fredde e più secche dai tropici si spostano verso i poli per ridiscendere a 30° di latitudine nord e sud
scendendo si riscaldano assorbendo umidità dal suolo per cui il clima a queste latitudini è più asciutto
dai 30° di latitudine queste masse d'aria fluiscono verso nord e verso sud
in prossimità del suolo quest'aria si carica di umidità per poi risalire e cedere l'umidità raccolta
E. E. Le celle di conone determinano la presenza:
di una zona verde lungo l'equatore dove la piovosità è alta e quindi la vegetazione è rigogliosa
di deserti a 30° di latitudine nord e sud
F. F. Le catene montuose influenzano le precipitazioni perché forzano le masse d'aria a salire di quota e l'aria, salendo, si raffredda e scarica la sua umidità come pioggia.
G. G. Il clima influenza la distribuzione geografica della vegetazione in quanto determina la presenza delle forme dominanti nelle diverse aree della Terra.
2.5 La vita sulla Terra: i biomi terrestri
A. A. I biomi
sono vasti territori, caratterizzati ciascuno da una forma diversa di vegetazione dominante, considerati nell'insieme dei loro fattori biotici e abiotici
possono essere terrestri o marini
B. B. I biomi terrestri sono:
la tundra
è il bioma che caratterizza le estreme latitudini settentrionali
occupa circa un quarto delle terre emerse
è tale che la sua vegetazione è formata da arbusti bassi, muschi, licheni, erbe e ciperacee
riceve solo circa 250 mm di pioggia all'anno
in estate è impregnata d'acqua perché a circa 1 metro di profondità dalla sua superficie ha uno strato di ghiaccio permanente (permafrost)
ha una stagione vegetativa di soli 50 giorni
soprattutto in estate è ricca di caribù e buoi muschiati, tutto l'anno ospita volpi artiche, lepri e lemming
la taiga
è la foresta settentrionale di conifere che si estende fino al limite della tundra
ha un clima asciutto e freddo
ha una stagione vegetativa è breve
ha come dominanti ecologici soprattutto pini e abeti
ospita alci, orsi, caribù, visoni, castori, zibellini, lepri artiche e ghiottoni
la foresta decidua temperata
cresce dove c'è abbondanza di acqua
è caratterizzata dalla presenza di alberi decidui quali querce, faggi, aceri e betulle
ha un florido sottobosco
è ricca di rettili e anfibi
la prateria
può essere temperata (la 'prateria' degli Stati Uniti, la 'steppa' della Russia, la 'pampas' dell'Argentina, la 'veldt' del Sudafrica) oppure tropicale (in Australia, in Africa e in Sudamerica)
in genere è situata tra le foreste e i deserti
è un bioma asciutto, talvolta molto fertile
la macchia mediterranea
è dominata da una vegetazione arbustiva sempreverde, punteggiata di pini e querce
ha un clima di tipo mediterraneo
il deserto
è caratterizzato da precipitazioni scarse e sporadiche
ha forme di vita adattate al suo clima
la foresta pluviale tropicale
è il bioma più produttivo del mondo e quello con maggiore biodiversità
è caratterizzato da una piovosità molto alta
ha una vegetazione rigogliosa ma un suolo povero
costituisce una grande riserva di carbonio
2.6 La vita nell'acqua: gli ecosistemi acquatici
A. A. Gli ecosistemi acquatici si distinguono in:
ecosistemi marini
ecosistemi d'acqua dolce
B. B. L'oceano può essere suddiviso in zone a seconda della vita che esso ospita:
zona neritica
si estende dal livello dell'alta marea fino al punto in cui in mare termina la piattaforma continentale
è caratterizzata da un'abbondanza di forme di vita
zona intercotidale
è la fascia compresa fra il livello della bassa marea e quello dell'alta marea
è tale che gli esseri viventi che la abitano vivono per un certo tempo sommerse dall'acqua e per un certo tempo esposte all'aria
è una zona molto produttiva
C. C. Considerando l'oceano nella sua dimensione verticale si distingue:
una zona pelagica
rappresenta tutta l'acqua, dalla superficie al fondale
la parte compresa tra la superficie e i 100 m di profondità, dove arriva la luce, è detta zona fotica
una zona bentonica
rappresenta il fondale
D. D. La produttività degli ecosistemi marini
è maggiore vicino alle coste e minore in mare aperto
è maggiore vicino ai poli e minore lontano da essi
è tra le più alte nei mari tropicali grazie alla presenza delle barriere coralline
si sviluppano in acque poco profonde
costituisce l'habitat di un gran numero di specie viventi
E. E. Gli ecosistemi di acqua dolce
sono laghi e fiumi e altre acque correnti, estuari e paludi
coprono solo il 2,1% della superficie terrestre
F. F. In un lago si distingue:
una zona litoranea
è la zona più produttiva, caratterizzata dalle acque basse
una zona limnetica
comincia in superficie e finisce in profondità, fino a dove arriva la luce
una zona profonda
in essa non avviene la fotosintesi
G. G. I laghi possono essere
eutrofici, cioè ricchi di nutrienti
lo sono naturalmente o artificialmente (eutrofizzazione artificiale)
quando hanno sovrabbondanza di nutrienti quali fosforo e azoto possono avere un'eccessiva proliferazione di alghe (fioritura algale)
in genere hanno una copertura algale
oligotrofici, cioè poveri di nutrienti
in genere hanno acque limpide e profonde
H. H. Gli estuari
sono a cavallo tra un habitat di acqua dolce e uno di acqua salata
sono fra gli ecosistemi più produttivi
I. I. Le paludi
sono territori umidi, almeno per una parte dell'anno impregnati d'acqua
possono essere interne o adiacenti al mare (paludi costiere o lagune)
L. La biosfera è l'insieme di tutti gli ecosistemi del mondo.
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