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L'APPARATO CARDIOCIRCOLATORIO
INTRODUZIONE
Ogni cellula vivente deve essere continuamente rifornita di energia e
nello stesso tempo deve eliminare molte sostanze chimiche di rifiuto. Un organismo
pluricellulare, formato cioè dall'aggregazione di molte cellule,
è strutturato in maniera tale da poter trasportare le sostanze nutritive
da una parte all'altra
Gli animali ricavano l'energia dagli alimenti che, opportunamente
trasformati, saranno poi trasportati a tutti gli organi e quindi a tutte le
cellule
L'uomo, come tutti i mammiferi, è dotato di un apparato circolatorio chiuso, a differenza di altri animali nei quali il sangue viene pompato da cuori rudimentali in ampi spazi aperti situati fra i tessuti corporei. Nel nostro corpo il sangue è contenuto unicamente nei vasi sanguigni, non «bagna» quindi direttamente i tessuti ma provvede a cedere ossigeno e altri materiali mediante complessi meccanismi che avvengono a livello dei capillari, le sottilissime diramazioni terminali dei vasi sanguigni.
IL CUORE
L'apparato circolatorio,
come si è detto,comprende il cuore e i vasi sanguigni.Questi ultimi si
dividono in arterie, vene e capillari. Nelle arterie scorre il sangue
provenientedal cuore, nelle vene il sangue che ritorna al cuore; i capillari
costituiscono il tramite fra arterie e vene.Il cuore pesa circa 270 grammi, una
frazione minima rispetto al peso totale
Il cuore è un muscolo dalla struttura particolare, avvolto da una doppia membrana, il pericardio, e dotato di cavità rivestite da un sottile strato di tessuto: l'endocardio. Il miocardio è paragonabile ad una pompa doppia, composta di due metà in senso verticale, ognuna delle quali ha un atrio e un ventricolo. Ne risultano quattro cavità: l'atrio destro e il ventricolo destro, l'atrio sinistro e il ventricolo sinistro.
Il sangue che ha
già circolato nel corpo, e che è povero di ossigeno, ricco di
anidride carbonica e dal colore rosso cupo, entra nell'atrio destro
Successivamente il sangue
ritorna, lungo le vene polmonari, verso il cuore: entra nell'atrio sinistro,
passa nel corrispondente ventricolo e viene inviato, attraverso l'aorta, in tutte
le parti
Esiste quindi una piccola circolazione detta polmonare, e una grande circolazione detta generale o sistemica.
Le aperture fra gli atrii e i ventricoli presentano dei lembi di tessuto chiamati valvole, che funzionano come battenti a senso unico, in modo che il sangue dal ventricolo non possa rifluire nell'atrio. La valvola di destra, costituita da tre lembi di tessuto, è chiamata tricuspide; quella di sinistra, a due lembi, è detta bicuspide o mitrale.
Il cuore dunque ha una
funzione di pompa aspirante e premente che alterna due fasi successive:
dapprima si contrae la muscolatura dell'atrio per sospingere il sangue nel
ventricolo; in un secondo tempo il ventricolo, dotato di pareti muscolari molto
spesse, viene stimolato a sua
Se si ascolta il cuore nel
punto in cui avviene il battito, a ogni pulsazione corrispondono due rumori,
separati da intervalli di silenzio: il primo rumore, basso e prolungato,
è provocato dal passaggio
Il rilassamento che consente ai ventricoli di riempirsi si chiama diastole; la compressione che espelle il sangue è detta sistole. Il cuore, come qualsiasi altro muscolo e più di ogni altro, consuma grandi quantità di ossigeno, specie quando l'organismo svolge attività che richiedono un particolare sforzo cardiaco.
Il rifornimento di sangue
al cuore deve essere quindi costante; a ciò provvedono due grosse
arterie, le coronarie, così chiamate perché circondano come una corona
la superficie
LA CIRCOLAZIONE
Seguiamo ora il cammino
che le arterie percorrono per portare il sangue ossigenato a tutto il corpo e
quello venoso ai polmoni per purificarlo. In seguito alle contrazioni
Poi, con il tratto
dell'aorta toracica, che scende parallelo alla colonna vertebrale, e dell'aorta
addominale, che attraversa l'addome, il sangue raggiunge gli organi centrali
Questi ultimi formano una
vera e propria rete estesa a tutti i tessuti. La sottilissima parete dei
capillari permette il passaggio
LA PRESSIONE SANGUIGNA
Per scorrere attraverso i
vasi, dalle arterie ai capillari e da questi alle vene, il sangue deve essere
mantenuto ad una data pressione. Questa è determinata non solo
dall'azione pompante
Tale meccanismo è
regolato dal sistema nervoso e più precisamente dal centro vasomotore,
posto alla base
Alla vasodilatazione e
alla vasocostrizione dei capillari arteriosi sono legati anche i meccanismi di
termoregolazione dell'organismo, che permettono l'adattamento
La pressione sanguigna
raggiunge il massimo nelle grandi arterie, diminuisce gradualmente nelle
arterie minori, cade di colpo nelle arterie più piccole (arteriole),
è relativamente bassa nei capillari, diminuisce ulteriormente nelle vene
e diventa inferiore a quella atmosferica nelle grosse vene che giungono al
cuore. Per questa ragione le vene dispongono di valvole che impediscono il
riflusso
In conclusione si
può affermare che la differenza di pressione esistente tra il flusso
sanguigno arterioso e quello venoso è in fondo la causa principale dello
scorrimento
IL SANGUE
Abbiamo accennato nelle
ine precedenti alle funzioni di trasporto
Se un organismo, anche il più semplice, non potesse attingere a una fonte di nutrimento, non potrebbe sopravvivere.
Le spugne, così come le meduse, le attinie e molti altri animali marini relativamente primitivi, vivono immerse nel mare e le loro cellule vi si bagnano direttamente per impadronirsi dell'ossigeno che il mare contiene disciolto e per disperdere nell'acqua l'anidride carbonica e le scorie. Questi organismi rappresentano la prima tappa dell'evoluzione biologica.
Ma negli organismi più complessi e voluminosi, il contatto diretto fra le cellule e l'acqua marina è andato perduto e l'ambiente liquido interno si è reso più indipendente da quello esterno.
Le specie più evolute hanno perfezionato sistemi circolatori autonomi, assicurandosi tuttavia la possibilità di attingere l'ossigeno dall'ambiente esterno e di riversare l'anidride carbonica al di fuori dell'organismo.
Questa premessa suggerisce
che il nostro «liquido interno» non è altro che il risultato di una
lunga evoluzione ed è paragonabile a una porzione di oceano racchiuso
dentro di noi. Infatti, come gli organismi meno evoluti si bagnano e traggono
nutrimento dall'acqua marina, anche l'uomo utilizza il sangue per la sua
respirazione, la quale può avvenire appunto solo se la parete degli
alveoli polmonari è bagnata. In altri termini questo significa che certe
funzioni organiche devono svolgersi in un ambiente acquoso, e che la
composizione della parte liquida
LA COMPOSIZIONE DEL SANGUE
Nell'adulto normale, il
sangue rappresenta il 9 per cento
Il sangue, come abbiamo già visto, è un tessuto. Esso è costituito da una sospensione di corpuscoli (le cellule sanguigne) in un liquido chiamato plasma.
Nel sangue si distinguono tre tipi fondamentali di cellule: i globuli rossi (detti anche eritrociti o emazie), i globuli bianchi (o leucociti) e le piastrine (o trombociti). In un millimetro cubo di sangue di un uomo adulto sano si contano, in media, 5 milioni di globuli rossi, 8 mila globuli bianchi e 300 mila piastrine.
I globuli rossi sono addetti al trasporto dell'ossigeno, che catturano dall'aria attraverso la parete sottilissima degli alveoli polmonari (questi ultimi sono piccolissime cavità che sono direttamente a contatto con i capillari sanguigni).
I globuli rossi sono cellule che hanno espulso il loro nucleo; tendono a disporsi in file e trasportano una cromo-proteina (vale a dire una proteina colorata) chiamata emoglobina.
All'interno di questa proteina è contenuto un atomo di ferro che lega con molta facilità l'ossigeno e conferisce ai globuli rossi la loro particolare colorazione. In altre parole, l'emoglobina ha la proprietà fondamentale di assorbire l'ossigeno contenuto nei polmoni, di trasportarlo nei vari settori dell'organismo e di rimuovere circa il 90 per cento dell'anidride carbonica espulsa dalle cellule per trasportarla ai polmoni e qui cederla perché venga eliminata attraverso l'espirazione.
I globuli rossi non hanno
la capacità di riprodursi, essendo privi di nucleo; vengono quindi
fabbricati dal midollo osseo, vivono dai tre ai quattro mesi e vanno a morire
nella milza e nel fegato. Anche se essi vengono distrutti, l'organismo recupera
l'85 per cento
Altre cellule presenti nel sangue sono, come si è detto, i globuli bianchi o leucociti. Hanno l'aspetto di piccole masse gelatinose e quasi incolori e vengono fabbricati soprattutto dalla milza e dalle ghiandole linfatiche. La loro vita è breve: vivono infatti solo due giorni. Il loro numero aumenta in maniera considerevole in caso di infezione; alcuni di essi infatti, i granulociti, sono in grado di migrare dal vaso sanguigno ai tessuti per combattere i batteri fagocitandoli, e cioè inglobandoli nel loro corpo cellulare per poi digerirli.
Altri globuli bianchi, più piccoli, sono i linfociti, che vengono prodotti nel timo, un organo, situato dietro lo sterno, che regredisce verso i 13 anni di età.
Al contrario dei granulociti, i linfociti non si allontanano dal flusso sanguigno per raggiungere i tessuti infiammati: anch'essi combattono le infezioni, ma in un modo diverso: elaborando cioè gli anticorpi, sostanze che combattono i batteri o neutralizzano le loro tossine (sostanze tossiche) e che possiedono competenze diverse secondo il tipo di batterio che devono aggredire. In altri termini c'è un anticorpo specifico per ogni tipo di batterio.
Granulociti e linfociti
sono la base delle nostre difese contro gli agenti patogeni (dal greco:
portatori di malattie); entrambi fanno parte
Oltre agli eritrociti e ai
leucociti il sangue contiene frammenti di cellule, le piastrine, che svolgono
un ruolo essenziale nella coagulazione. Quando si riporta una ferita che
interrompe la parete di una vena o di un'arteria, le piastrine vengono a
contatto con l'aria e si rompono. Dopo una serie di reazioni chimiche, le
piastrine producono una proteina, la fibrina, che si aggrega formando un
coagulo: in questo modo l'emorragia, se non è grave, si arresta da sé.
Dove si è formata la coagulazione locale
Gli eritrociti e i leucociti, con le piastrine, sono immersi nel plasma sanguigno, che è una soluzione acquosa di glucosio, proteine, anticorpi, sali minerali e in genere tutte le sostanze che il sangue deve trasportare ai vari organi e tessuti.
LE MALATTIE
Le malattie
MALATTIE CARDIOVASCOLARI
Nei paesi industrializzati ad alto tenore di vita, le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte, e sono quindi un importantissimo problema, non solo medico e sanitario, ma anche sociale. I processi patologici (= malattie) che possono colpire il cuore e i vasi sanguigni sono estremamente vari, e non è certo possibile qui elencarli tutti; ci limiteremo quindi a spiegare il significato di quelli più diffusi e quindi più rilevanti.
INSUFFICIENZA CARDIACA: Si parla di insufficienza
di un organo quando il suo funzionamento non è adeguato alle
necessità dell'organismo; nel caso dell'insufficienza cardiaca, il cuore
non pompa abbastanza sangue nelle arterie. Questa condizione si può
instaurare per diverse cause, e spesso il cuore reagisce con dei meccanismi
compensatori (per esempio aumentando la frequenza
INSUFFICIENZA VALVOLARE: Si tratta di una
imperfezione delle valvole cardiache, che non chiudono più in modo
efficiente gli orifizi sui quali sono situate; l'insufficienza valvolare
può essere congenita o acquisita (per esempio in seguito a processi
infiammatori dell'endocardio o a malattia reumatica); essa può
interessare le valvole atrioventricolari (insufficienza mitralica) o quelle
semilunari (insufficienza polmonare). Nel caso di insufficienza mitralica,
durante la sistole
INFARTO MIOCARDICO: Si parla in generale di
infarto quando, in una regione di un organo, i vasi sanguigni vengono occlusi
(trombosi, embolia, arteriosclerosi) e quindi l'organo colpito non riceve
più sangue ossigenato. In queste condizioni, l'organo - o meglio la
regione colpita dell'organo - va incontro a necrosi, cioè alla morte dei
tessuti che non ricevono più ossigeno e sostanze nutrienti. Quando
questo quadro colpisce il cuore, la situazione è molto grave, perché il
muscolo cardiaco per funzionare ha bisogno di un costante apporto di ossigeno:
molto spesso l'infarto cardiaco è infatti mortale. In casi più
lievi, quando la porzione di tessuto danneggiata non è troppo estesa, la
persona colpita può sopravvivere ma comunque la funzionalità
cardiaca resterà almeno in parte compromessa. L'occlusione
IPERTENSIONE ARTERIOSA: L'ipertensione arteriosa è un anormale innalzamento della pressione arteriosa; i valori normali di tale pressione sono di 70-80 mm/Hg per la pressione minima (diastolica) e circa 130 mm/Hg per la massima (sistolica). Nei casi di ipertensione, la minima sale sopra i 100 mm/Hg e la massima oltre i 150. Queste sono indicazioni molto generali; infatti i valori normali della pressione arteriosa variano con l'età ed in particolari condizioni fisiologiche e/o patologiche. L'ipertensione può essere curata farmacologicamente, ad esempio con l'uso di farmaci diuretici.
ARTERIOSCLEROSI: Malattia estremamente
diffusa che colpisce le arterie, dando come risultato la perdita di
elasticità, la riduzione
FLEBITE: Processo infiammatorio a carico della parete di una vena. Si verifica in seguito ad infezioni o a traumi. Caratterizzata da dolore, arrossamento e gonfiore.
TROMBOSI: Formazione di un trombo
(cioè di un coagulo di sangue) all'interno di un vaso, che può
dar luogo sia ad una riduzione
TROMBOFLEBITE: Flebite complicata dalla formazione di trombi.
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