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LE BIOTECNOLOGIE
La terapia genetica umana, che fino a pochi anni fa sembrava un'utopia, è diventata una realtà. In questi ultimi anni ci sono state moltissime scoperte, che sono state rese possibili dalla tecnologia detta del DNA ricombinante. Nelle ricerche sul DNA ricombinante (dette anche di ingegneria genetica o biotecnologia) segmenti di molecole di DNA prelevati da fonti diverse vengono modificati, ricombinati e poi inseriti in altre cellule dove avviene l'espressione dei geni portati dal DNA modificato
TECNOLOGIA DEL DNA RICOMBINANTE
TAPPE NECESSARIE:
Come avere
segmenti piccoli
Nei batteri sono presenti degli enzimi che tagliano le molecole estranee di DNA
in piccoli segmenti prima che vengano duplicati o trascritti (in tal modo dei
batteri risultano immuni a particolari virus). Questi enzimi vennero chiamati enzimi
di restrizione.
Brevi segmenti di DNA possono essere ottenuti per trascrizione dell'mRNAin DNA mediante l'enzima trascrittasi inversa (enzima
che permette di passare dall'mRNA in DNA), oppure
spezzando le molecole di DNA con l'impiego degli enzimi di restrizione.
Differenti enzimi di restrizione tagliano il DNA in differenti sequenze nucleotidiche specifiche. Invece di tagliare le molecole in
maniera netta, alcuni enzimi di restrizione lasciano delle estremità
coesive. Un qualsiasi DNA tagliato con questi enzimi può essere
facilmente attaccato a un'altra molecola di DNA tagliata dallo stesso
enzima. La scoperta degli enzimi di restrizione ha reso possibile lo
sviluppo della tecnologia del DNA ricombinante.
Come avere tanti piccoli segmenti
Per produrre grosse quantità di segmenti di DNA identici vengono
utilizzate due tecniche: la clonazione del DNA e la reazione a catena
della polimerasi (PCR).
Nella clonazione i segmenti da copiare sono introdotti nelle cellule batteriche
per mezzo di plasmidi, cioè frammenti
di DNA autoduplicante che può anche essere
trasportato da batterio a batterio, e di batteriofagi,
i quali funzionano da vettori, portando il frammento di DNA dentro il
batterio. Una volta dentro la cellula batterica, il plasmide
ed il DNA estraneo, che esso porta con sé, si duplicano.
Questo metodo risultò essere un ottimo modo per produrre grandi
quantità di sostanze in poco tempo.
La reazione a catena della polimerasi, scoperto da Mullis nel 1983, è un processo molto più
rapido, ma richiede una maggiore conoscenza del segmento che deve essere
copiato.
Come conoscere la sequenza nucleotidica
La disponibilità di copie multiple rende possibile, a sua volta,
determinare l'esatto ordine con cui sono collegati i nucleotidi
di un segmento di DNA. Combinando le sequenze di gruppi di brevi segmenti
prodotti dai vari enzimi di restrizione, che tagliano la stessa molecola di DNA
in diversi modi, i biologi molecolari possono determinare la sequenza completa
di un lungo segmento di DNA (quale un intero gene).
Come identificare i segmenti
Segmenti di DNA da studiare possono essere individuati tramite l'ibridazione
dell'acido nucleico, o usando sonde a filamento unico marcate con isotopi
radioattivi oppure mediante coloranti fluorescenti. La tecnica dell'ibridazione
è basata sulla capacità presentata da un singolo filamento di RNA
o di DNA di combinarsi (o ibridarsi) con un altro filamento che ha una sequenza
nucleotidica complementare.
ALCUNE APPLICAZIONI DEL DNA RICOMBINANTE
Sono sempre più vaste le
applicazioni biotecnologiche: dalla produzione di
enzimi e anticorpi monoclonali, alla
commercializzazione di tecnologie di ingegneria genetica applicata a cellule,
piante ed animali.
Si possono, in generale, distinguere alcuni importanti settori di applicazione
delle biotecnologie:
FARMACI
Con la tecnica del DNA ricombinante si possono ottenere ormoni, proteine e
anticorpi monoclonali. Tra le più note
sostanze prodotte ci sono l'insulina, l'ormone della crescita e l'interferone.
Proprio l'insulina fu la prima ad essere prodotta con il metodo della
clonazione del DNA. Negli Stati Uniti si incominciò appunto la
produzione di questo ormone nel 1982 utilizzando come batterio produttore l'Escherichia coli.
Queste scoperte hanno consentito all'industria la produzione di sostanze su
larga scala a costi ridotti, la possibilità di migliorare l'efficacia di
farmaci già in uso e l'ottenimento di prodotti altamente purificati e
privi di contaminanti allergenici o biologici.
Attualmente sono circa 500 i farmaci ottenuti con le biotecnologia e quasi
altrettanti in fase di avanzata sperimentazione.
SETTORE AGRO-ALIMENTARE
Già da diversi anni, inserendo geni estranei nel patrimonio genetico di
alcune piante, si sono ottenute varietà di prodotti della terra che
maturano più in fretta o più lentamente e che sono resistenti a
freddo, siccità, pesticidi e insetti. Anche per gli animali si sono
ottenuti risultati simili con produzione, ad esempio, di carne o latte di
migliore qualità per mezzo di animali 'transgenici',
cioè contenenti nelle cellule della linea germinale un patrimonio
genetico modificato.
TERAPIA GENICA
Si basa sulla possibilità di trasferire geni per correggere, attivare,
disattivare un gene difettoso ovvero di inserirne uno mancante. Il potenziale
appare enorme ma i benefici concreti sembrano ancora lontani. Queste
applicazioni rappresentano quasi certamente il futuro della ricerca biotecnologica nel mondo.
VACCINI
Si possono ottenere vaccini più sicuri ed efficaci eliminando quelle
parti del batterio o del virus responsabili di eventi collaterali indesiderati;
si evita di manipolare batteri o virus patogeni; si aggira l'ostacolo
rappresentato da quegli organismi che è difficile o impossibile far
crescere in culture cellulari (è il caso del virus dell'epatite B). Una
volta individuato il segmento della proteina batterica o virale che agisce da
antigene, viene isolato il frammento di DNA che lo codifica lo si clona
all'interno di un microrganismo non patogeno per ottenere quantità
ragguardevoli.
Il primo vaccino ricombinante è stato quello della rabbia, ottenuto
negli Stati Uniti nel 1986.
ALTRE APPLICAZIONI
Altri settori di applicazione delle biotecnologie sono i test genetici, la
creazione di animali transgenici per trapianti e
clonazione nonché le applicazioni nel settore energetico-ecologico.
IL PRESENTE DELLE BIOTECNOLOGIE
E' forse un po' difficile parlare di future prospettive della genetica perchè è una scienza in così veloce evoluzione che diventa complicato definire quale possa essere il futuro prima che non sia già diventato presente.
PROGETTO GENOMA
'Il codice genetico umano
è paragonabile a un testo di tre migliardi di
caratteri, qualcosa come cinquemila libri. Ma con qualche ina di grande
interesse là dove si incontrano i centomila geni che controllano ogni
minimo particolare del nostro organismo: dalla struttura del cervello al colore
dei capelli.
Quando si è incominciato a parlare del Progetto Genoma,
due ricercatori erano in grado di analizzare, in media, 500 basi al giorno. Con
questo ritmo ci sarebbero voluti centomila anni-uomo per portare a termine
l'impresa. Nel 1988 il lavoro è stato effettivamente attivato e le cose
andavano già meglio: si potevano analizzare frammenti di 50 mila basi, accellerando di 40 volte tutto il processo. Ai ricercatori
italiani è stata affidata la lettura del cromosoma sessuale X, una zona
contenente circa 50 milioni di basi, piccola, ma molto significativa perchè molto ricca di geni.'
Renato Dulbecco,
Premio Nobel per la medicina e promotore del
Progetto Gnoma Umano
BIOETICA
La bioetica è la scienza che discute l'etica in ambito biologico-medico.
Per capirla bisogna però cononoscere la sua
storia.
La bioetica come rinnovata tradizione etica
Sebbene l'etica abbia sempre rappresentato
un momento irrinunciabile per la prassi del medico, tuttavia da circa venti
anni si assiste ad un rinnovato impegno nella riflessione etico-filosofica
nel campo medico. Tale riflessione, presente a tutti i livelli, particolarmente
rigogliosa nell'etica applicata al mondo biomedico,
tanto da coniare un termine: Bioetica, che rappresenta la scienza e il
suo campo d'applicazione. Può essere utile sintetizzare le tappe
salienti del cammino della Bioetica, evidenziandone la formazione razionale e
gli obiettivi principali.
La nascita della Bioetica affonda le sue radici ideologiche nelle rovine della IIa Guerra Mondiale.
La tragedia di proporzioni etarie e gli orrendi crimini, a cui l'uomo era
giunto, stimolarono le coscienze ad una profonda riflessione, nel tentativo di
stabilire delle frontiere di etica e di comportamento, che valessero per ogni
uomo e in ogni momento storico. Si moltiplicano e si fanno più
pressanti, da quel momento in avanti, le dichiarazioni di vari Organismi internazionali
che enunciano i diritti inderogabili di ogni uomo:
'ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza
della persona'
recita l'articolo n 3 del 10/10/1948.
Così la Dichiarazione di Helsinki del 1964 sulla
'sperimentazione' sull'uomo e la dichiarazione di Tokio sulla tortura
contribuiscono a creare una normativa sulla prassi medica, i diritti dell'uomo
e l'esercizio della medicina. Contemporaneamente a questo filone di tipo
'giuridico' nasce una riflessione filosofica tesa a giustificare la
razionalità e la eticità delle proposizioni affermate. Non
è sufficiente, infatti, enunciare i diritti dell'uomo per
volontà di maggioranza, ma è necessario giustificarli con
un'indagine filosofica: in altre parole, non basta affermare il diritto alla vita,
ma occorre la 'filosofia' del diritto alla vita.
Lo sviluppo tumultuoso della medicina e, in una panoramica più ampia, le
scoperte scientifiche nel campo dell'energia atomica hanno dato all'uomo una
potenziale capacità di modificare la vita del pianeta e provocare la
distruzione del suo stesso genere.
Il quadro spazio-temporale della vita è scoppiato, mentre d'altra
parte emergono situazioni patologiche radicalmente nuove che minacciano in
maniera decisiva l'identità biologica e talvolta la stessa identità
spirituale dell'uomo.
Tali situazioni hanno acuito l'esigenza di un'etica in campo biomedico, fondata sulla ragione e sul valore obiettivo
della vita e della persona.
Nella Chiesa cattolica Pio XII da'un impulso decisivo al rapido sviluppo
di una morale medica in grado di affrontare i nuovi problemi etici che sorgono
nella pratica della medicina. Le soluzioni morali proposte dal Pontefice benchè rivolte, di per sè,
solamente ai fedeli hanno spesso trovato accoglienza anche al di là dei
confini ecclesiali, contribuendo alla maturazione di una situazione culturale
mondiale che approfondisce le problematiche dell'azione dell'uomo sull'uomo in
campo biomedico.
Si impone quindi la Bioetica: termine coniato da Van
Resselaer Potter nel
1970. Potter aveva rilevato che in passato l'etica,
intesa come riflessione sui valori umani e sulle caratteristiche ideali
dell'azione dell'uomo, era stata considerata un settore degli studi umanistici,
destinata ad essere relegata, per lo più, all'interno di dispute filosofiche.
Lo sviluppo raggiunto dalle biotecnologie imponeva ora di far uscire l'etica
dallo splendido ma sterile isolamento teorico, per coniugarla con la
realtà e la prassi del fatto biologico. Per Potter,
quindi, la bioetica cerca di migliorare tutto l''ecosistema'.
Egli intende questo vocabolo come criterio al quale l'uomo si deve riferire
nella determinazione dei valori morali.
La bioetica, nell'idea del suo fondatore, dunque, rappresenta un tentativo di
sanare la separazione tra scienza della natura (biologia) e scienza dello
spirito (etica), per prospettare un avvenire vivibile per l'uomo e tracciare un
'ponte verso il futuro'.
Se ciò rappresenta la bioetica secondo Potter
si deve aggiungere che il 'movimento' bioetico
nasce ancora prima di lui.
Nella seconda metà degli anni 60 alcuni studiosi statunitensi: il
filosofo cattolico Daniel Callahan, il
ginecologo cattolico di origine olandese Andrè
E. Hellegers e il teologo protestante Paul Ramsey
approfondiscono i temi etici dell'aborto e della santità della vita,
contribuendo fortemente alla rinascita del'etica
medica.
Nel 1969 D. Callahan co-fonda
un nuovo centro di ricerca a Hastingson-Hudson, (New
York:The Hastings Center che è il primo
Istituto per la Società, l'Etica e le Scienze della vita.
Esso si propone, al di là di qualsiasi ideologia e religione, di
affrontare e fornire una soluzione alle questioni etiche emerse con le nuove
conquiste in campo biomedico.
The Hastings center si contraddistingue per il forte
proposito politico-pedagogico.
Intende educare il grande pubblico alle implicanze
morali delle innovazioni scientifiche in medicina e all'etica professionale in
tutti i campi dell'attività umana organizzata.
Alla fine degli anni '60 il passaggio di A. Hellegers
alla Georgetown University e la presenza di P. Ramsey nella stessa sede, con il compito di fare ricerca
sull'etica medica, sfociano nella fondazione, nel 1971, del The Kennedy Institute of Ethics presso la Georgetown
University di Washington.
L'Istituto si propone di promuovere una concezione di bioetica, intesa come
'antropologia morale' fondata sulla ricerca di ciò che
è universalmente umano, e concretizza la ricerca nella Encyclopedia of Bioethics,
pubblicata nel 1978: il più completo e autorevole strumento per chi si
occupi di temi bioetici.
Da allora questa 'disciplina' nuova è stata introdotta nelle
Università. Dapprima, nel 1973, nella stessa Georgetown
University di Washington dove è iniziato il primo programma di
educazione graduale in bioetica in collaborazione con il dipartimento di
filosofia.
Nel 1985 è stata istituita in Italia la prima cattedra di Bioetica
presso la Facoltè di Medicina e Chirurgia
dell'Università Cattolica di Roma.
L'autorevole Encyclopedia of Bioethics,
New York 1978, definisce la bioetica come 'lo studio sistematico della
condotta umana nell'ambito della scienza della vita e della cura della salute,
in quanto questa condotta è esaminata alla luce dei valori morali e dei
principi'.
La bioetica si può concepire allora come 'quella parte della
filosofia morale che ha per oggetto e ambito l'intervento dell'uomo sull'uomo
in campo biomedico'.
Si tratta quindi di un'elaborazione razionale che riguarda l'aspetto etico (il
lecito e il non-lecito) nel vasto e importantissimo campo delle scienze
mediche.
Comitato Nazionale per la Bioetica
Il Comitato Nazionale per la Bioetica è stato istituito con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri il 28 marzo 1990. L'istituzione del CNB ha fatto seguito alla risoluzione n. 6-00038, approvata il 5 luglio 1988 dall'Assemblea della Camera dei Deputati al termine di un dibattito «sui problemi della vita» e nella quale il governo veniva impegnato a promuovere un confronto, anche a livello internazionale, sullo stato della ricerca biomedica e dell'ingegneria genetica internazionale nella prospettiva del rispetto della libertà e dignità umana. A tal fine veniva predisposta l'istituzione di un apposito comitato in grado di formulare indicazioni per possibili atti legislativi.
La composizione del Comitato Nazionale per la Bioetica si avvale di studiosi provenienti da diverse aree disciplinari in coerenza con la natura intrinsecamente pluridisciplinare della bioetica. Tale composizione ha subito, nel corso degli anni, diverse variazioni fino a trovare quella attuale in seguito al DCPM del 16 dicembre 1994.
Il Comitato è altresì dotato di un proprio regolamento interno nel quale vengono precisate le funzioni del Presidente, quelle dei Vice presidenti nonché le norme atte a disciplinare l'attività interna e le competenze dell'organico. Il Consiglio di Presidenza (composto dal Presidente e dai Vice presidenti) definisce il programma di attività del CNB. Per lo studio di questioni bioetiche di particolare rilievo il Comitato prevede l'istituzione di Gruppi di Lavoro. Tale regolamento adotta, inoltre, la norma del più ampio rispetto delle opinioni dissenzienti in base alla quale ciascun membro può chiedere l'inserimento, in appendice ai documenti approvati, di proprie precisazioni e/o integrazioni fino alla formulazione di relazioni alternative al documento stesso.
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