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MITOLOGIA

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Mitologia

1. Discussione generale

Secondo la mitologia greca e d'altri popoli, all'inizio ci fu il caos, da cui nacque Gea, la terra, che creò partenogeneticamente Urano, il cielo.

Tutti i crimini, dall'incesto, parricidio, cannibalismo, adulterio, alla semplice truffa e al furto, furono imputati agli dei o agli eroi, rappresentati anche come vittime delle più umilianti e ridicole disgrazie. Come poteva un essere ragionevole venerare delle entità soprannaturali dotati di tutte quelle colpe che più disprezzava nei suoi simili?

Il tentativo di spiegare o razionalizzare i miti iniziò gia nell'era classica, quando si notò degli dei era molto distante dal raggiungere lo stile di vita considerato accettabile dagli uomini. I miti erano versioni distorte di eventi storici, parabole etiche, rappresentazioni allegoriche di fenomeni naturali. Solo i primi padri della chiesa accettarono la verità letterale di tutte le storie, per dimostrare quanto erano più diabolici che divini. Nel diciassettesimo secolo i teologi considerarono i miti classici come forme inferiori della vera rivelazione che si trova solo nelle Sacre Scritture. I teologi moderni hanno elaborato delle vecchie teorie e ne hanno aggiunte di nuove. Di queste ultimi, la più conosciuta ricerca l'origine dei miti. Si sono distinte quattro teorie:



a) teoria storica. I miti sono resoconti di eventi storici e si crede che si fondino su racconti reali distorti nella trasmissione. Secondo questa interpretazione, in realtà non sono miti, ma leggende, e abilità e ingegnosità furono sprecati in una volta sola per ricostruire la storia nascosta. Ora è divenuto più comune considerare la maggior parte delle leggende come dei miti, piuttosto che alla maggioranza dei miti come delle leggende.

b) teoria della parabola. Esopo compose, o raccolse e rivide, favole con un fine morale. La componente morale è molto evidente nella mitologia biblica. I miti più arcaici riguardano così strettamente le scorrettezze degli dei, che molto difficilmente sono stati creati da legislatori per dare il buon esempio all'uomo

c) teoria allegorica. Presenta numerose formule. Secondo una di esse la castrazione o lo sventramento di un dio possono rappresentare l'eclissi o il calare della luna, oppure un incesto divino l'unione giornaliera del sole con la madre alba. Secondo la variazione di Max Müller, le evidenti allegorie non erano neppure intenzionali. Se si prende la parola usata per il sole, apollo, e quella per l'alba, Daphne, l'affermazione che il sole segue l'alba potrebbe far pensare al mito di apollo che segue Daphne. Questa teoria di Müller fu criticata sperimentalmente da Tylor e poi distrutta da Lang. Tylor dimostrava che la tendenza dell'uomo primitivo a personificare la natura fosse indipendente dal linguaggio. Si è portati a pensare che il genere linguistico è un effetto piuttosto che la causa di tale effetto.

Per Lang, i miti non erano rappresentazioni di fenomeni naturali, ma la loro spiegazione. Presuppose l'animismo dell'uomo primitivo, la sua tendenza a fornire alla natura di un'anima, o per lo meno capacità e sentimenti simili ai propri. Sulla base di queste credenze e di un'insoddisfatta curiosità verso la natura, sembrò naturale che l'uomo inventasse delle storie per spiegare i problemi del suo mondo. Lang non pretese che tutti i miti fossero chiarificatori. Distinse una classe di miti eroici e romantici che deriva da questa sorgente.

d) teoria rituale. Questa teoria, secondo la quale i miti erano in origine drammi rituali, contiene probabilmente più verità di qualsiasi altra. Gli antenati di tutti i popoli civilizzati drammatizzavano il matrimonio e la morte degli dei in riti che erano ritenuti essenziali per la fertilità. Secondo una teoria il rituale è il lio del mito, riproduce o rievoca ciò che si crede un mito, così si pensa l'Eucarestia commemori l'ultima cena e la morte di Cristo. Freud dimostrò che l'uccisione degli dei in generale commemorava l'uccisione del padre.

Per lord Raglan, queste teorie sono improbabili quanto quella del britannico medio pronto a conficcarsi una freccia nell'occhio per commemorare la morte di Harold. Secondo questa teoria, il rituale non è il lio ma il genitore del mito.

Lord Raglan fa derivare il mito di Edipo da un parricidio e un incesto rituali che ringiovaniscono per magia la natura. La maggior parte dei selvaggi tiene cerimonie in cui s'identificano con esseri soprannaturali, e probabilmente il rituale ricorre una volta ogni anno. Il mito è il rituale dell'anno precedente e questo rituale è una ripetizione del mito. Ciò che è stato originariamente divino, diventa una commemorazione dell'evento divino. La ura centrale della tragedia cessò di essere il dio, ma l'uomo che impersonava il dio. Il mito fu rimosso dal suo ruolo e proiettato in un passato remoto. Il mito, una volta separato dal rituale, si sviluppò indipendentemente. Per esempio aumentarono le storie elaborate intorno a Adone, uno dei re-sacerdoti e vittime sacrificali del rituale magico semitico. Il mito di Adone può essere utile per verificare la teoria allegorica. Adone trascorre parte dell'anno nel mondo sotterraneo, come un seme nella terra, e parte nel mondo terrestre, come i raccolti. Imita i raccolti, cosicché attraverso questo espediente i raccolti sono obbligati ad imitarlo per magia. Altre due teorie, che considerano rispettivamente i miti come storie distorte o parabole morali, hanno meno da offrire, tuttavia contengono in ogni caso qualche verità. Può accadere che alcuni episodi della vita di alcuni re-sacerdoti che impersonavano dei fossero aggiunti al mito. Episodi dei miti potevano essere attribuiti a resoconti storici della vita dei re. Per la teoria della parabola, se un mito come quello di Adone è incorporato da una religione, acquisirà un fine morale o diverrà una parabola. Questa ricostruzione può sembrare soddisfacemente completa, anche se non spiega perchè la natura dovrebbe essere rappresentata da drammi rituali.

2. Il contributo psicoanalitico alla mitologia.

La psicoanalisi è un metodo introdotto da Freud per curare la nevrosi e consiste del seguire il corso del pensiero non inibito del paziente, fino a quando conduce alle cause, fino al quel punto insospettate, del disturbo. Queste si rivelano essere certe impressioni e idee dimenticate della prima infanzia. Gran parte di quello che il bambino immagina tanto vividamente, quello che sperimenta, è terrificante e doloroso, perciò è dimenticato o represso. Tutti hanno represso moltissimo della prima parte del nostro passato. Sebbene queste passioni siano represse e dimenticate, ci comportiamo come se fossero ancora operanti. È opportuno descrivere queste passioni come attive ma inconsce e immaginare noi stessi come posseduti da memorie e fantasie inconsce.

a) Parricidio e incesto. Ogni bambino costruisce fantasie inconsce di soppiantare o uccidere il padre e sposare la madre, oppure di uccidere i fratelli e sposare le sorelle. Delle divinità, le prime tre generazioni di dei greci, Urano, Crono e Zeus sposarono tutti la loro madre o sorella e due di loro si ribellarono ai loro padri. La storia di Edipo stesso può aver avuto inizio come un mito di questo tipo. Edipo uccide il padre e sposa la madre senza riconoscerli. Oltre ai miti edipici espliciti di questo tipo, in cui il parricidio e l'incesto non sono mascherati, ne esiste una serie intera che mostra vari livelli di distorsione. In un mito molto comune un fratello prende il posto del padre e una sorella quello della madre. Nel mito Efesto litiga col padre Zeus per proteggere la madre Era ed è gettato dal cielo, per aver preso le sue parti, con Issione, un mortale amico di Zeus, per aver tentato di sedurla.

b) Punizione e riparazione. Poiché un bambino non solo odia il padre, ma anche lo ama, le sue fantasie aggressive sono spesso conformi a ciò, contenendo quasi sempre un forte elemento di riparazione, in cui annulla il crimine commesso nella fantasia. Egli immagina spesso una punizione del tipo legge del taglione, in cui soffre ciò che ha desiderato infliggere. Non solo si attende una punizione dello stesso tipo, ma la desidera anche inconsciamente. Tali caratteristiche di fantasia inconscia si trovano anche nei miti edipici. Alcune volte il crimine è punito, altre è incompiuto, altre ancora impedito del tutto. A prima vista i miti cosmici greci e egizi sembrano essere quasi completamente gli uni l'opposto agli altri: mentre i Greci conservarono il loro mito nella sua forma più arcaica, gli egizi convertirono il parricidio in filiale pietà.

c) Castrazione. Che i bambini desiderino castrare il padre e temano la castrazione come vendetta può sembrare incredibile. Osiride castra il padre, Horus lo zio Set, Set castra il fratello Osiride, ma nei miti della punizione si trovano spesso pene minori, che possono essere tuttavia interpretate come un suo simbolo. Il lio che depone e castra il padre alla fine è deposto e castrato dal lio. Questo può essere semplicemente il ciclo vitale del re divino e l'idea di divorare il pene castrato, che la psicoanalisi trova spesso nella fantasia inconscia, è un tema comune nei miti.

d) Matricidio. Pari alla fantasia maschile di uccidere il padre e sposare la madre, è la fantasia della bambina di uccidere la madre e sposare il padre. Questa versione femminile del complesso di Edipo, il complesso di Elettra, appare rara nei miti. Nell'età classica Elettra è rappresentata come Amleto che medita sull'assassinio del padre e decide di uccidere per vendetta la madre. Rassomiglia alla versione femminile del complesso di Edipo, ma è il fratello di Elettra, Oreste, a uccidere.

e) Aggressione primaria. Sappiamo che desideriamo punire gli altri specialmente quando commettono crimini, che noi abbiamo represso con difficoltà. La gelosia del lio per il genitore del suo stesso sesso genera un odio inconscio è stata una delle prime scoperte di Freud, cui si può aggiungere il sadismo, iniziato al seno e nella culla, e di cui la madre ne è il primo oggetto. Ogni ansia può essere fatta risalire al timore di perdere o distruggere "l'oggetto buono". Il mito di Oreste ha un finale felice. Questi era l'ultimo criminale della stirpe di Tantalo, quando trova la sorella e la porta ad Atene, si libera della maledizione.

f) ura genitoriale combinata. Si può individuare la presenza di fattori edipici ovunque il mostro abbia attributi fallici che dimostrino quello che Melanie Klein ha definito la ura "genitoriale combinata". Ad esempio Medusa aveva in testa dei serpenti e era rafurata nell'arte arcaica con altri due simboli fallici, un grande dente e una lingua pendente. Gli attributi fallici della Sfinge sono meno evidenti, ma la sua natura è rivelata dall'enigma. La soluzione originale forse non era l'uomo, ma due persone nell'atto di avere un rapporto.

g) Cannibalismo e smembramento. Tra le primissime fantasie infantili ci sono il cannibalismo e lo smembramento. La bocca è l'organo più importante attraverso cui il neonato cerca di imporre la sua volontà. È in questo periodo che costruisce le sue fantasie di mordere, inghiottire e smembrare i genitori. Tali temi sono molto comuni nei miti arcaici. Per lo smembramento, Frazer fornisce una lista di dei ed eroi che morirono in questo modo al fine di stimolare i raccolti, poiché per Frazer risiedeva un potere fertilizzante nell'organo genitale. Questa associazione di fertilità sembra riflettere una teoria infantile del concepimento, secondo cui la madre ruba o morde via parti del padre, in genere il fallo.

Il processo attraverso il quale il materiale inconscio è mascherato si può dividere in due stadi: nel primo il materiale è reso incomprensibile e il risultato è normalmente un quadro assurdo e irrazionale, mentre nel secondo stadio il quadro irrazionale è razionalizzato, elaborato in una storia coerente che, mentre riserva il significato originale all'inconscio, ha per la mente conscia un chiaro significato secondario. La fantasia inconscia è riconoscibile, ma ripudiata dal pensiero conscio. Quando un mito appare irrazionale e assurdo è perchè il processo di distorsione non è stato sufficientemente nascosto dal processo di elaborazione secondaria. Si può comprendere il forte richiamo emotivo del mito: deve rappresentare qualche fondamentale fantasia inconscia che sia comune alla maggior parte della specie umana e deve essere abbastanza chiara da essere immediatamente compresa dall'inconscio.





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