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RAFFRONTO INTERCULTURALE

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RAFFRONTO INTERCULTURALE

Diversi studi internazionali sul rischio materno-infantile nella popolazione immigrata hanno mostrato un incremento di parti prematuri, di neonati con basso peso alla nascita e di nati morti, correlati alla scarsità dei controlli prenatali. Un'ampia ricerca retrospettiva negli ospedali romani condotta dall'Osservatorio epidemiologico laziale conferma:


Età Gravidanza frequenza

<20 nomadi 28,5%

Europee  5,8%

Romane   0,8%


Tra le immigrate, si osserva una prevalenza più alta di donne con un elevato numero di li superiore a 3 (14,5%) rispetto alle residenti (2,6%). In tutti i gruppi etnici sono presente una maggiore incidenza di basso peso alla nascita (sotto i 2500gr).

Nei neonati da madre nomade 19,5%

Dell'estremo Oriente  11,8%

Africa centrale    10,7%

Residenti   5,2%


La mortalità nel 1° anno di vita è più elevata nei li d'immigrati rispetto ai neonati romani. 


Il tasso di mortalità x 1000 nati vivi:

-21,9 li delle immigrate dell'Africa centrale

-20,8 li di madre nomade

-l9,7 li di madre del Nord Africa e Medio oriente

-8,3 x1000 li di madri residenti


L'osservazione sui parametri perinatali riportati dalla ricerca emiliana conferma quanto esposto dai dati romani e completi il quadro:




Parti pre-terminali:

Prima della 37°settimana per le immigrate: 10,3%

Prima della 37°settimana sono per le residenti: 4,6%


Neonati con basso peso alla nascita (sotto 2500gr)

11,5% Immigrate

7,4% Popolazione locale


Mortalità Perinatale attuale:

16x1000 per le immigrate

8,3x1000 nativo del luogo


Nelle immigrate le mortalità fetali tardiva rappresentano il 70,7% della mortalità perinatale contro il 29,3% della mortalità neonatale precoce. Nelle immigrate il numero dei nati morti è notevolmente superiora a quello dei neonati morti nella 1° settimana di vita.


Parti cesarei:

L'Italia si colloca tra i primissimi posti al mondo nell'adozione di tale pratica, certamente appaiono più frequenti le indicazioni legate all'urgenza rispetto ai cesarei programmati.

I cesarei complessivi tendono a diminuire leggermente mentre per le magrebine sono aumentati: in un recente studio nell'area torinese si parla di cesarizzazione da gap comunicativo e ciò afferma "Di fronte a difficoltà di comprensione non solo della lingua ma del linguaggio analogico del corpo dell'altra, operatori già culturalmente orientati alla chirurgia, decideranno per un cesareo anche quando non ci sono condizioni patologiche tali da renderlo necessario o consigliabile". Ciò implica una limitazione della maternità (numero ridotto di possibili li) che per alcuni gruppi d'immigrate può implicare gravi ripercussioni culturali e d'accettabilità sociale nel proprio contesto.





modulo due: Le indicazioni fetale che portano la madre al taglio Cesario  sono





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