biologia |
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La Tubercolosi o TBC è una malattia infettiva cronica, causata dal bacillo Mycobacterium tuberculosis, che può interessare qualunque tessuto dell'organismo, ma che colpisce con maggiore frequenza i polmoni. Il termine deriva dalla formazione, nell'organismo, di caratteristiche strutture cellulari, dette tubercoli, in cui i bacilli vengono intrappolati e isolati. La malattia colpisce raramente gli animali selvatici, mentre è presente in animali da allevamento come il pollame, i bovini e i suini.
I bacilli della TBC vengono trasmessi attraverso l'escreato, soprattutto in goccioline trasportate nell'aria, o in particelle di escreato secco, e solo raramente per mezzo degli escrementi o dei prodotti alimentari. Diversamente da altre malattie infettive, la TBC non ha un periodo di incubazione specifico. Un singolo attacco non conferisce immunità permanente: al contrario, i bacilli possono restare latenti nel corpo per un lungo periodo, finché un indebolimento della resistenza dell'organismo non fornisce loro l'opportunità di moltiplicarsi e provocare le manifestazioni tipiche della TBC. Sebbene più di un quarto della popolazione ospiti i bacilli della TBC, la malattia è sintomatica solo in una percentuale relativamente piccola di persone e ha maggiore incidenza nelle aree sovrappopolate e povere.
Per rivelare la presenza di una lesione polmonare viene eseguita una radiografia; la conferma della natura della lesione richiede, tuttavia, indagini ulteriori. Il test della tubercolina viene condotto iniettando sottocute una sostanza proteica derivata da colture di bacilli della TBC e può scatenare una risposta infiammatoria locale, la quale indica la presenza della malattia, in forma attiva o inattiva. La diagnosi della malattia attiva viene eseguita con la ricerca del bacillo nell'escreato. Agli stadi precoci la TBC generalmente non causa sintomi, mentre agli stadi avanzati si manifesta con febbre, affaticamento, sudorazione notturna, inappetenza e calo ponderale. Nella TBC polmonare questi sintomi sono associati a disturbi respiratori come tosse, dolore al torace ed escreato tinto di sangue.
All'inizio del XIX secolo i medici francesi Gaspar Laurent Bayle e René Laënnec definirono le forme e gli stadi della TBC e morirono entrambi di questa malattia. Nel 1874 il medico americano Edward Livingston Trudeau, anch'egli colpito da TBC, fondò un sanatorio modello per tutte le terapie della TBC. Nel 1882 il microbiologo tedesco Robert Koch ne scoprì l'agente eziologico e nel 1890 sviluppò il test della tubercolina per la diagnosi della malattia. Nel 1924 i batteriologi francesi Albert Léon Calmette e Camille Guérin svilupparono un vaccino, detto vaccino BCG (bacillo Calmette-Guérin), per i soggetti esposti alla TBC. Il primo farmaco specifico per la TBC divenne disponibile quando, nel 1944, il microbiologo americano Selman Abraham Waksman scoprì la streptomicina; tale scoperta fu seguita dallo sviluppo, nel 1948, dell'acido para-aminosalicilico, e in seguito dell'isoniazide e di antibiotici che rivoluzionarono la terapia della TBC.
Il ricovero in ospedale si rende talvolta necessario negli stadi iniziali della terapia, ma una volta che la malattia è sotto controllo il paziente può tornare alle sue normali attività e la guarigione completa avviene in genere in un periodo di tempo compreso tra 6 mesi e 2 anni. Gli antibiotici rifampicina e rifabutina e i chemioterapici isoniazide e pirazinamide sono efficaci contro la TBC in combinazioni variabili.
La TBC, che è da sempre un problema nei paesi del Terzo Mondo, si riteneva fosse stata eliminata dal mondo sviluppato grazie al miglioramento delle condizioni sociali, ai test di massa sulla popolazione e all'uso efficace di antibiotici e del vaccino BCG. Negli anni Ottanta la TBC è, tuttavia, risa in Occidente, ad esempio a New York, dove sono stati denunciati migliaia di nuovi casi. Sono stati chiamati in causa fattori come l'aumento dei senzatetto, la sovrappopolazione, l'abuso di droghe e la diffusione dell'AIDS. Molti di questi casi sono dovuti a nuovi ceppi di TBC, resistenti ai farmaci convenzionali e, quindi, molto difficili da eliminare.
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