biologia |
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Il sesso di un individuo esprime l'azione che questo svolge nella riproduzione della specie: infatti secondo uno schema generale, prescindendo dagli individui unicellulari in cui l'intero organismo diventa gamete al momento della fecondazione, la femmina forma la cellula fecondabile, genericamente detta cellula uovo, poco mobile e provvista di importanti riserve alimentari e in alcune specie (animali vivipari e piante spermatofite) ospita e nutre l'uovo fecondato, per formare un individuo indipendente (negli animali il piccolo; nelle piante il seme) che nella classe dei mammiferi viene anche allattato per un certo periodo dopo la nascita. Il maschio, invece, forma numerose cellule fecondanti molto mobili e prive di riserve, chiamate spermatozoi negli animali e spermii o nuclei spermatici nelle piante superiori. Gli spermatozoi si spostano attivamente per raggiungere la cellula uovo e, nelle specie animali in cui la fecondazione avviene all'interno del corpo femminile, è quasi sempre il maschio che assume l'iniziativa dell'accoppiamento. In qualche specie animale, peraltro estremamente poche (es. ippocampo, rinoderma), invece il maschio provvede all'incubazione delle uova. In realtà questo schema generale trova frequenti eccezioni, ascrivibili a uno dei seguenti casi: 1. l'ermafroditismo, diffuso tra i vegetali e gli animali inferiori, piuttosto raro in quelli superiori, in cui il sesso femminile e quello maschile sono riuniti in uno stesso individuo; 2. la partenogenesi, consistente nello sviluppo dell'individuo lio da parte di un organismo femminile senza l'intervento fecondante del maschio; a volte è legata a cicli stagionali e costituisce un meccanismo naturale per ovviare alla non costante presenza dei maschi.
Influenze fra il sesso e l'organismo che lo porta
Si osservano numerose influenze reciproche fra il sesso e l'organismo che lo porta, influenze che presentano un'intensità variabile in rapporto alle diverse fasi del ciclo biologico; nulle o quasi alla nascita, raggiungono la massima espressione in coincidenza della maturità sessuale per attenuarsi quando cessa l'attività riproduttiva e sono a volte talmente spiccate da indurre negli individui di una stessa specie le differenziazioni somatiche note come dimorfismo sessuale; esempi tipici di spiccato dimorfismo sono dati dagli anellidi del genere Bonellia e dai pesci del genere Ceratias, i cui maschi, pochissimo sviluppati, vivono parassiti delle femmine; nei piccioni, invece, i due sessi sono quasi indistinguibili. Nei vegetali il dimorfismo sessuale si riscontra quasi unicamente in certe epatiche in cui gli individui femminili sono più grandi di quelli maschili. Oltre che sul piano morfologico tali interrelazioni hanno notevole interesse genetico, dovuto alla trasmissione dei caratteri ereditari legati al cromosoma sessuale (come l'emofilia e il daltonismo nella specie umana e la variegatura delle foglie in molte specie vegetali).
Determinazione del sesso
La determinazione del sesso di un individuo è legata a un complesso di fattori rimasti a lungo sconosciuti ai biologi e ai genetisti. A questo proposito sono state formulate numerose teorie tendenti a chiarire le ragioni per cui di volta in volta si presenta il sesso maschile anziché quello femminile e viceversa. Ad esempio, Thury e Dusing ipotizzarono che lo stadio di maturazione dei gameti fosse la causa della determinazione del sesso: così, un ovulo vecchio, fecondato da uno spermatozoo giovane, darebbe luogo a un maschio; al contrario, da un ovulo giovane fecondato da uno spermatozoo vecchio prenderebbe origine una femmina. Successivamente sono state messe a punto tre teorie relative al momento in cui si verifica la determinazione del sesso, ovvero prima della fecondazione per la teoria progamica, all'atto della fecondazione per quella singamica, dopo la fecondazione per la metagamica. Allo stato attuale delle conoscenze si ammette validità generale alla determinazione di tipo singamico, pur non escludendo alcune eccezioni di tipo pre- o metagamico. Lo studio dei processi citologici della fecondazione ha consentito di scoprire la ripartizione dei cromosomisessuali (o eterocromosomi o allosomi) nei gameti dei due sessi, dalla cui combinazione risulta determinato il sesso dello zigote. Un esempio classico è quello fornito dalla drosofila (il moscerino dell'aceto) in cui le femmine producono gameti di un solo tipo tutti provvisti dello stesso eterocromosoma X; mentre i maschi producono due diversi tipi di gameti che portano due diversi tipi di cromosomi sessuali, metà designati con la lettera X e metà con la Y. Pertanto se la fecondazione avviene tra un uovo e uno spermatozoo entrambi portatori di cromosoma X, si avrà un individuo di sesso femminile XX, mentre in seguito alla fecondazione di un uovo (X) da parte di uno spermatozoo Y si avrà un individuo di sesso maschile XY. Oltre che nella drosofila il sesso maschile è di tipo eterogametico in molti invertebrati e vertebrati, con l'eccezione degli uccelli e dei rettili, fra i vertebrati, e dei lepidotteri fra gli invertebrati, in cui il sesso eterogametico può essere contraddistinto, anziché dai due eterocromosomi X e Y, dalla presenza di un solo cromosoma sessuale, per cui la gametogenesi porterà alla formazione di gameti per metà provvisti e per metà sprovvisti di esso.
Anomalie individuali del sesso
A tali principali schemi di determinazione del sesso si osservano non poche eccezioni: cambiamento del sesso nel corso della vita (intersessualità); elementi e territori a sessualità opposta, coesistenti nello stesso individuo (ginandromorfismo degli insetti); ermafroditismo in una specie gonocorica (dioica); comportamento omosessuale; adulti asessuati, come operaie e soldati negli insetti sociali.
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