chimica |
Agricoltura biologica
Secondo la definizione dell' IFOAM (International Federation of Organic Agriculture Moviment): "L'agricoltura biologica comprende tutti i sistemi agricoli
che promuovono la produzione di alimenti e fibre in modo sano, socialmente, economicamente,e dal punto di vista ambientale. Questi sistemi hanno come base della capacità produttiva la fertilità intrinseca del suolo e, nel rispetto della natura delle piante, degli animali e del paesaggio, ottimizzano tutti questi fattori interdipendenti. L'agricoltura biologica riduce drasticamente l'impiego di imputs esterni attraverso l'esclusione di fertilizzanti, pesticidi e medicinali chimici di sintesi. Al contrario, utilizza la forza delle leggi naturali per aumentare le rese e la resistenza alle malattie."
Quindi i prodotti che provengono dall'agricoltura biologica sono ottenuti senza l'utilizzo di sostanze chimiche e nel pieno rispetto dell'ambiente; per attenersi a questi obiettivi l'agricoltura biologica ha adottato tecniche che rispettano gli equilibri ecologici naturali: la difesa dagli insetti dannosi viene effettuata con l'impiego di insetti utili, l'utilizzo di sostanze di origine minerale, vegetale e animale e di piante resistenti; la fertilità del terreno viene mantenuta e potenziata con concimi naturali e pratiche agronomiche come il sovescio°; la difesa dalle malerbe viene effettuata senza alcun pesticida, utilizzando tecniche meccaniche, agronomiche e fisiche. Gli animali vengono allevati con tecniche che rispettano il loro benessere ed alimentati con prodotti ottenuti secondo i principi dell'agricoltura biologica; sono evitate inoltre tecniche di forzatura della crescita e metodi industriali nella gestione degli allevamenti;la salute di questi animali viene salvaguardata con l'utilizzo di omeopatici e fitoterapici.
sovescio: interramento di piante o di parti di piante allo stato fresco, praticato allo scopo di arricchire il terreno delle sostanze concimanti in esse contenute.
L'obiettivo di tali pratiche è principalmente la produzione di alimenti, siano essi di origine vegetale o animale, privi di residui tossici ed integri nel loro valore nutritivo.
Cosa intendiamo per "qualità"?
Attualmente il valore di mercato dei prodotti è determinato dalla dimensione, dal colore e dall'assenza di imperfezioni esteriori: frutta e verdura apparentemente perfetta, bella a vedersi, ma piena di acqua e forse di residui tossici con un conseguente ridotto valore nutritivo. Per quanto riguarda la carne, spesso si sottovaluta l'eventuale pericolosità di sostanze utilizzate per renderla migliore da un punto di vista esteriore e che potrebbero danneggiare la salute. Insomma, si utilizzano parametri completamente sbagliati per definire la qualità di un prodotto; si valuta l'aspetto esteriore invece di considerare i reali parametri che definiscono il valore nutritivo di un prodotto quali la quantità e la qualità di elementi come proteine, carboidrati, grassi, vitamine, etc . Effettivamente analisi effettuate su alimenti di coltivazione biologica hanno evidenziato valori di vitamine e di sostanze minerali superiori rispetto a prodotti consueti provenienti da coltivazione "chimica".
Il prodotto biologico garantisce quindi qualità e genuinità, prerogative indispensabili per nutrire in modo equilibrato, completo e sano.
Oggi inoltre questi sono prodotti garantiti perché certificati secondo il regolamento CEE 2092/91 che ne assicura il metodo di produzione; inoltre in Italia ci sono 9 organismi di controllo che attribuiscono la "patente" biologica dei prodotti alimentari.
Alimenti transgenici
Oggi l'agricoltura biologica si trova ad essere contrapposta ad una nuova realtà nel campo dell'alimentazione , sviluppatasi grazie al progresso delle biotecnologie: la produzione dei cosiddetti "ALIMENTI TRANSGENICI" o O.G.M.
O.G.M. è la sigla che identifica infatti i cosiddetti ORGANISMI GENETICAMENTE MODIFICATI : questi sono alimenti che provengono da produzioni di vegetali o animali in cui si va a modificare la struttura genetica al fine di sviluppare , bloccare o creare ex-novo caratteristiche particolari che permettano una migliore commercializzazione di questi prodotti. Quindi si tratta di manipolazioni genetiche atte migliorare la qualità dei cibi . ma quale qualità? E' ovvio infatti che se un alimento è il risultato di un processo "indotto", non ha più sicuramente una sua caratteristica prioritaria: la GENUNITA". Ci si può chiedere allora quali siano i benefici apportati dalle biotecnologie in campo agricolo e alimentare . a questa domanda un patologo vegetale dell'Università di Amsterdam, il Dott.Michael Haring, che è stato ultimamente ospite ad un convegno sull'agricoltura del 2000 a Bologna, risponde così: "Per ora ho visto soltanto vantaggi di tipo economico: le aziende che producono semi ransgenici si arricchiscono commercializzando varietà specifiche di piante, e i coltivatori risparmiano. Ma dal punto di vista della qualità dei prodotti, invece, non vedo nessun beneficio". Ma c'è di più: è importante dire che molte associazioni, soprattutto ambientaliste, stanno portando avanti delle agguerrite camne "ANTITRANSGENICO". ½ sono infatti molte polemiche aperte; c'è chi, ad esempio, si ferma a considerare gli eventuali rischi derivanti dall'impatto di questi organismi sull'ambiente: la manipolazione genetica è infatti irreversibile ed introduce nell'ambiente specie modificate non esistenti in natura di cui non si prevedono le conseguenze dell'impatto sull'equilibrio vegetale e animale . " la resistenza agli erbicidi, per esempio, può dare origine a varietà infestanti; la sterilità dei semi può influenzare la variabilità delle specie selvatiche; le piante transgeniche che si autodifendono dai parassiti possono risultare letali anche per gli insetti utili: insomma, il rischio è un'alterazione dell'equilibrio ecologico".
Un altro aspetto, certamente non secondario, è che il nostro organismo assumendo sostanze del tutto nuove può andare incontro a possibili rischi, che sono ancora tutti da definire. L'uomo, nutrendosi, assorbe ogni giorno migliaia di proteine diverse; in passato la possibile tossicità degli alimenti era conosciuta e controllata; oggi invece dobbiamo aggiungere rischi imprevedibili derivanti da proteine di origine virale, batterica, vegetale e animale che l'ingegneria genetica introduce nella nostra alimentazione attraverso un trasferimento di geni che possono avere un potenziale allergenico: il rischio per la salute è indefinibile perché parte di queste proteine non esistevano nella nostra alimentazione prima di esservi introdotte artificialmente; una persona che evita alimenti a cui sa di essere allergico può improvvisamente reagire ad un alimento prima considerato sicuro.
Ma vediamo più da vicino quali sono le conseguenze negative (messe in luce, come ho già detto, soprattutto da associazioni ambientaliste come GREENPEACE) dell'utilizzo dei prodotti transgenici .
Scheda n. 1
QUALI SONO I PRODOTTI ALIMENTARI GIA' PRESENTI IN COMMERCIO?
SPAGHETTI CHE NON SCUOCIONO:
E' modificato il contenuto di glutenina, una proteina che dà resistenza alla cottura.
POMODORI CHE NON MARCISCONO:
Si mantengono più a lungo grazie all'inattivazione dell'enzima che determina la marcescenza.
RISO CHE NON PROVOCA ALLERGIA:
Modificato in modo che non contenga proteine che provocano allergie. In commercio in Giappone.
PATATE CON MENO ACQUA:
Contengono una quantità maggiore di amidi e assorbono meno grassi durante la cottura.
FORMAGGIO ARTIFICIALE:
La coagulazione non avviene più per effetto delle proteine del latte ma per l'utilizzo di microorganismi geneticamente modificati che sono in grado di replicare il processo di fermentazione della chimosina.
OLIO DI GIRASOLE A BASSO CONTENUTO DI COLESTEROLO:
E' stato modificato il contenuto di acido oleico e linoleico. Commercializzato dalla Dupont.
LIMONE SENZA IL GUSTO DI AMARO:
Contiene un enzima limonoideglucoside che elimina il gusto di amaro.
PANE SEMPRE FRESCO:
Impoverito di amilosio componente presente nell'amido del pane.
CAFFE' AROMATIZZATO:
Ha un sapore più forte con una ridotta quantità di caffeina
Scheda n.2
DECAFFEINATO TRANSGENICO
UNA SCOPERTA IN CONDIVISIONE TRA GRAN BRETAGNA E GIAPPONE
Una tazza di buon caffè forte e aromatico è una tentazione irresistibile, ma non tutti se la possono permettere. Chi è soggetto a disturbi cardiovascolari deve fare attenzione alla caffeina, che può favorire l'ipertensione e provocare palpitazioni, nervosismo e insonnia. Il problema viene risolto oggi estraendo la caffeina dai semi di caffè per mezzo di solventi a basso punto di ebollizione o da anidride carbonica, ma il procedimento è costoso e ha il difetto di attenuare l'aroma della bevanda. Le stesse considerazioni valgono per il the, le cui foglie sono ricche di caffeina.Ora un gruppo di ricercatori scozzesi e giapponesi ha trovato un modo per salvare capra e cavoli:eliminare la caffeina dal the e dal caffè lasciando il gusto inalterato. Alain Crozier, genetista dell'Università di Glasgow, e i suoi colleghi dell'Università Ochanomizu e dell'Università di Tsukuba hanno isolato il gene responsabile della produzione dell'enzima indispensabile per la sintesi della caffeina nei tessuti della Coffea arabica e della Camelia sinensis, una varietà di the. Se il gene viene disattivato, oppure una molecola di RNA manipolata blocca la sua attività il processo di sintesi della caffeina rimane incompleto e la sostanza non si forma. Le piante risultano così "decaffeinate" all'origine, ma conservano tutti gli altri composti chimici responsabili dell'aroma. I risultati dello studio di Crozier e dei suoi colleghi sono apparsi sull'ultimo numero di Nature. "La produzione su larga scala di caffè e the transgenico privo di caffeina è una soluzione pratica per soddisfare la crescente domanda di bevande decaffeinate".
Cristina Valsecchi 2000-le Scienze S.p.A.
Gli impatti ambientali
UN'AGRICOLTURA PIU' CHIMICA
La maggior parte della ricerca mandata avanti dalle aziende "biotech" si è finora focalizzata sull'ottenimento di piante resistenti agli erbicidi prodotti dalle stesse industrie. Ad esempio, la soia manipolata della Monsanto resiste a elevate dosi di ROUNDUP, un erbicida prodotto dalla stessa azienda. Che cosa significa questo? Significa che una coltivazione di piante geneticamente manipolate può essere trattata con quantità di erbicida tale da essere sicuri di uccidere tutte le piante infestanti senza il rischio di uccidere la pianta stessa che chiaramente ne è resistente. Che poi questa pianta possa contenere dosi più o meno elevate di veleni chimici è un fatto che non preoccupa l' industria chimica, ma che dovrebbe preoccupare (e molto . ) l'opinione pubblica. E' impossibile non vedere il fine puramente economico di tutto questo: negli USA le sementi transgeniche vengono vendute con un contratto che prevede l' obbligo da parte degli agricoltori di utilizzare esclusivamente erbicidi della ditta produttrice le sementi stesse, pena l' essere perseguiti legalmente .
La sottoscritta non può e non deve non considerare giustificabile il fine economico (è naturale che chi produce voglia guadagnare), ma questo non può essere fatto mettendo a rischio l'equilibrio ecologico . e soprattutto la nostra salute!
LA RESISTENZA AGLI INSETTICIDI: UN ESEMPIO SIGNIFICATIVO
Il Bacillus Thuringensis (Bt) è un batterio del suolo che produce una tossina insetticida che viene molto utilizzato dagli agricoltori biologici come insetticida naturale, efficace e sicuro; colpisce specie particolari e viene utilizzato in applicazioni occasionali, soprattutto in caso di serie infestazioni. Oggi alcune piante sono state manipolate con il gene della tossina del Bt, e sono quindi geneticamente in grado di produrre la tossina insetticida; il problema è che mentre gli agricoltori biologici facevano degli utilizzi occasionali di questa sostanza, le piante manipolate le producono per tutto il tempo della loro crescita: questo significa che gli insetti sono continuamente esposti alla tossina e quindi nelle condizioni favorevoli allo sviluppo di una resistenza. Le colture di piante Bt sono state approvate dall' EPA (Agenzia Statunitense per la Protezione Ambientale), che ha però previsto che entro 3 o 5 anni la maggior parte degli insetti più esposti svilupperà questa resistenza. In realtà i primi ceppi resistenti sono già si e questo ha determinato l'impossibilità da parte degli agricoltori biologici di continuare ad utilizzare il Bt. Inoltre la presenza sulle piante manipolate della tossina Bt può danneggiare un ampio numero di insetti: un recente studio ha evidenziato che una specie di insetti predatori, le crisope, che si nutrono di parassiti del grano, presentano disfunzioni ed un aumento di mortalità quando si nutrono di prede cresciute su mais Bt.
Un altro recente studio pubblicato su Nature e che ha ottenuto la prima ina dei giornali di diversi Paesi, mostra che i bruchi della farfalla Monarca (una specie americana di insetto migratore di notevole importanza naturalistica) hanno un tasso di mortalità aumentato del 50% se ingeriscono il polline di piante Bt. In base a questa scoperta l' Austria ha da poco vietato l'uso del mais manipolato della Monsanto. Inoltre alcune associazioni ambientaliste hanno intentato una causa contro l' EPA per la leggerezza con cui è stata concessa l'autorizzazione alla coltivazione commerciale di questi pericolosi organismi transgenici.
RIDUZIONE DELLE PROPRIETA' NUTRITIVE
Un esempio potrebbe essere il pomodoro calgene nel quale viene arrestato il processo di maturazione (il pomodoro che non marcisce!): è possibile che durante il prolungamento artificiale del periodo di maturazione vengano decomposti alcuni componenti cellulari, ad esempio vitaminici, causando un impoverimento delle proprietà nutritive della pianta.
Scheda n.3
MAIS TRANSGENICO UCCIDE LE FARFALLE MONARCA
DALLA CORNELL UNIVERSITY, UNO STUDIO CHE POTREBBE RINFOCOLARE LE POLEMICHE SULLE BIOTECNOLOGIE
Itacha -
Marco Cattaneo. 2000 Le Scienze S.p.A.
Gli impatti sulla salute
I pericoli che la manipolazione genetica comporta per la salute umana sono ancora in gran parte sconosciuti e per questo oggetto di attentissimi studi.
Uno dei rischi a cui ci esponiamo assumendo OGM è sicuramente quello delle .
ALLERGIE
Manipolare geneticamente un organismo vuol dire "inserire" in esso DNA che gli permette di produrre una proteina che altrimenti non sarebbe in grado di sintetizzare. L' uomo si nutre da sempre di proteine, che a volte però possono essere rifiutate dal nostro organismo, perché riconosciute come non self, che risponde con la cosiddetta reazione allergica.
L' ingegneria genetica spesso utilizza geni, e quindi proteine, che non fanno parte del consumo alimentare tradizionale. Questo si traduce in un rischio non prevedibile se il gene trapiantato proviene da uno scorpione o da una petunia o da altri organismi finora utilizzati nell'alimentazione. Le multinazionali del settore garantiscono che non c'è rischio di risposta allergica trapiantando un unico gena. Purtroppo però questa teoria è stata già contraddetta dai fatti: un esempio è la soia manipolata con un gene proveniente dalla noce brasiliana. Questo gene contiene le istruzioni per la sintesi della metionina, un AA essenziale importante per la fisiologia alimentare (è un epato-protettivo), ma non prodotto direttamente dall'uomo. La noce brasiliana è nota per la sua forte potenzialità allergenica; da alcune ricerche condotte di recente è emerso che anche questa soia manipolata può produrre delle allergie nell'uomo. Lavorando su una serie di campioni di sangue provenienti da soggetti allergici alla noce brasiliana, si è osservato che in ben 7 dei 9 campioni analizzati si era sviluppata una reazione allergica anche ai semi di soia transgenica.
Questi risultati sono un indizio molto indicativo del rischio che la soia manipolata possa scatenare allergie nelle persone sensibili alla noce brasiliana.
Queste persone, che rappresentano il 5% della popolazione mondiale, attualmente possono prevenire le allergie semplicemente eliminando la noce brasiliana dalla loro alimentazione; chiaramente però se la soia manipolata arriva sul mercato, per esempio sotto forma di germogli, salsa o quant'altro, è evidente che non possono più tutelarsi efficacemente.
RESISTENZA AGLI ANTIBIOTICI
In Francia era stata autorizzata, e successivamente sospesa, la coltivazione di un mais transgenico in cui era stato introdotto un gene che traduceva per una proteina resistente ad un antibiotico molto comune quale l' ampicillina. Gli antibiotici sono le nostre uniche armi che possediamo per difenderci da malattie causate da batteri patogeni; tuttavia diventano sempre meno efficaci perché siamo in presenza di nuovi ceppi batterici resistenti ai classici antibiotici che, secondo l' OMS, rappresentano uno dei rischi sanitari emergenti più gravi.
La resistenza agli antibiotici dipende dal fatto che con il loro uso eccessivo si selezionano solo quei batteri che contengono quel gene che permette loro di evadere l'effetto del farmaco. Questi geni inoltre possono essere "scambiati" tra un batterio ed un altro ed essere acquisiti da organismi superiori.
Naturalmente la diffusione di geni resistenti agli antibiotici anche tramite le piante transgeniche può accelerare il processo di antibiotico-resistenza.
Infatti i geni per la resistenza agli antibiotici potrebbero passare dagli alimenti GM che mangiamo ai batteri innocui presenti nel nostro apparato digerente e da questi ad eventuali batteri patogeni che possono infettare l'organismo umano.
"L'introduzione su larga scala delle piante transgeniche rischia di facilitare lo sviluppo di resistenze sempre più efficaci , da parte di batteri, agli antibiotici . .questo rischio è stato completamente ignorato dagli esperti."
Patrice Courvaclin - Institut Pasteur
INSTABILITA' GENETICA E PERDITA DEI RACCOLTI
La scarsa affidabilità delle colture OGM ha già portato a perdite di raccolti piuttosto significative.nel Mississipi nel 1997,12000 ettari di cotone OGM resistente agli erbicidi sono andati perduti con perdite individuali dei coltivatori comprese tra 1 e 2 miliardi di lire.
Nel 1994 la Calgene mise sul mercato un pomodoro manipolato al fine di ritardarne la marcescenza e farlo restare sodo abbastanza da sopportare le fasi di raccolta,imballaggio e trasporto.Dal 1997 è stato però ritirato dal mercato in quanto i pomodori erano spesso così 'ammaccati' da non poter essere venduti come prodotto fresco.
Il cotone Bt della Monsanto si supponeva fosse resistente ad un verme suo parassita;al contrario, la metà circa degli 800 mila ettari coltivati negli Stati Uniti meridionali hanno sofferto una pesante infestazione , e ai coltivatori fu suggerito di salvare il raccolto con trattamenti di emergenza.
INGEGNERIA GENETICA E FAME NEL MONDO
'Noi obiettiamo fortemente che l'immagine della povertà e della fame dei nostri paesi sia utilizzata dalle imprese multinazionali per promuovere una tecnologia non sicura, ambientalmente non sostenibile e assolutamente svantaggiosa economicamente. Noi non crediamo che queste multinazionali o queste biotecnologie aiutino i nostri agricoltori a produrre il cibo a noi necessario per il XXI secolo.Al contrario,riteniamo che ciò distruggerà la diversità ,le conoscenze locali e i sistemi agricoli sostenibili che i nostri agricoltori hanno sviluppato per millenni e che ciò indebolirà la nostra capacità di sfamarci"
Dichiarazione presentata alle Nazioni Unite dai delegati di 24 stati africani, sostenuti da 30 organizzazione di ambientalisti e produttori.
Scheda n. 4
CAMPAGNA MONDIALE CONTRO LE PRODUZIONI TRANSGENICHE: CAMPAGNA PER UN COMUNE ANTI-TRANSGENICO.
Il COMITATO PER LA SICUREZZA ALIMENTARE ha promosso una camna per comuni liberi da produzioni agricole transgeniche
MANIFESTO:
PERCHE' UN COMUNE DOVREBBE DIVENTARE
"COMUNE ANTITRANSGENICO"
PER:
Evitare di compromettere l'equilibrio biologico e l'ecosistema
Prevenire danni alla salute della popolazione
Valorizzare le produzioni locali
Consentire alle aziende a conduzione biologica di poter continuare la propria attività
Promuovere un modello di agricoltura dal massimo rispetto ambientale
Legislazione sugli O.G.M.
Nel febbraio '99 a Cartagena , in Colombia , iniziarono i negoziati per definire il PROTOCOLLO DI BIOSICUREZZA, ossia l'accordo internazionale che dovrebbe regolamentare il commercio di organismi geneticamente modificati.Questo incontro, a cui presero parte circa 360 delegati di 136 Paesi, più altrettanti osservatori di organizzazioni ambientaliste e di industrie del settore, finì nel '99 con un nulla di fatto a causa dei contrasti tra il cosiddetto gruppo di Miami (U.S.A., Canada, Argentina, Uruguay, Australia e Cile) da una parte , e U.E. e Paesi in via di sviluppo dall'altra.
Il gruppo di Miami rifiutò infatti di accogliere la richiesta della U.E. di una rigorosa etichettatura dei prodotti transgenici, richiedendo una 'non interferenza' del PROTOCOLLO SULLA BIOSICUREZZA con i trattati internazionali sul commercio. Gli europei chiedevano invece che fosse garantita la possibilità di vietare la commercializzazione di prodotti potenzialmente pericolosi per la salute.
Nel Gennaio di quest'anno queste trattative sono riprese a Montreal ,e, dopo oltre 100 ore di intenso dibattito, i delegati sono riusciti a trovare un accordo. Il documento, che per entrare in vigore dovrà essere ratificato da almeno 50 Paesi, autorizza ciascun governo a vietare l'importazione di prodotti geneticamente modificati, qualora ritenga che non esistano prove scientifiche sufficienti a dimostrarne l'innocuità. E' stata anche prevista una normativa per il trasporto e l'etichettatura, che impone l'applicazione della dicitura: ' potrebbe contenere organismi viventi modificati' su tutte le spedizioni di merci geneticamente alterate. Sempre per quanto riguarda l'etichettatura, è del 7 settembre 2000 la notizia dell'entrata in vigore di due direttive dell' Unione Europea che impongono alle aziende di segnalare al consumatore se nel prodotto che si sta acquistando ci sono 'alimenti e ingredienti alimentari' contenenti più dell'1% di O.G.M. , oltre ad additivi geneticamente modificati. La lista dei prodotti in cui è possibile trovare organismi modificati sono tanti: dai piatti cucinati ai prodotti di pasticceria, zuppe e salse, marmellate, biscotti, cereali per la prima colazione, prodotti dietetici Il regolamento fissa all'1% la soglia di O.G.M. che farà scattare l'obbligo di etichetta; per percentuali minori questa potrà essere evitata se il produttore proverà che gli ingredienti transgenici sono entrati casualmente nel processo produttivo, come nel caso di vegetali modificati mischiati nel trasporto, o di impollinazione crociata tra raccolti transgenici e tradizionali in campi vicini. Questa regolamentazione tuttavia ha ricevuto delle critiche sia da organizzazioni ambientaliste, sia da associazioni di categoria come la Confartigianato. Gli ambientalisti avrebbero infatti preferito maggiori regole sulla visibilità delle etichette: come dire, un avvertimento più immediato nei confronti dei consumatori e così per ampliare l'informazione, sui vari siti internet di Greenpeace è stato realizzata una sorta di lista di 'buoni e cattivi'. Il presidente della Confartigianato invece ha messo in discussione le direttive di Bruxelles perchè ' penalizzano i produttori e ingannano il consumatore: l'obbligo di etichetta non è previsto per le industrie che forniscono materie prime con il risultato che i produttori finali non saranno in grado di garantire la presenza o meno di O.G.M.'.
A prescindere da normative e regolamentazioni, è chiaro che il campo 'O.G.M.' è un campo minato da scontri e polemiche, da qualunque punto di vista si voglia affrontare il discorso: ecologico, economico-politico, scientifico Ed è quest'ultimo aspetto che dovrebbe interessare maggiormente gli addetti ai lavori, in modo tale da provare a chiari definitivamente se i rischi ipotizzati per gli O.G.M. siano reali, e fino a che punto l' opinione pubblica debba preoccuparsi. L' ultima presa di posizione in questo senso è del premier inglese Tony Blair che propone che 'la questione degli OGM, quelli che gli ecologisti chiamano il cibo di Frankestein, torni alla scienza: siano gli scienziati a dire come comportarsi di fronte a questa realtà'. Blair ha deciso infatti di proporre al vertice del G8 di Okinawa di nominare una commissione scientifica dedicata allo studio di 'rischi e benefici' dei cibi transgenici, dotata di un mandato internazionale.
Si cerca dunque di mettere un po' di ordine in una questione che ha sollevato molte polemiche, cercando di affrontare la discussione mediante un 'genuino approccio scientifico'.
Perchè questo lavoro così incentrato sul tema degli O.G.M.? Perchè è un discorso che ho molto a cuore, una realtà che mi interessa e che mi fa riflettere molto Naturalmente si noterà un certa mancanza di obiettività: questo lavoro non è certo servito a tessere le lodi del biotech alimentare! E questo non perchè ho consultato il sito di Greenpeace e non quello della Monsanto: quello che ho scritto riflette le mie idee su questa nuova frontiera del progresso
Un progresso che a volte, dico la verità, mi fa un po' paura perchè mi sembra che voglia entrare dappertutto, sconvolgere tutta la realtà non sempre con un fine preciso. E' questo infatti che mi inquieta molto della questione OGM: il fatto di non vedere una reale utilità se non nelle tasche delle multinazionali del settore. So che forse posso sembrare poco moderna, ma che c'entrano i pomodori con il progresso? La pasta che scuoce è davvero questo grande problema che affligge l'umanità? La verità è che l'uomo sta chiedendo troppo alla Natura ( notare la lettera maiuscola!) una natura che mi sembra anche troppo prodiga verso la specie umana che non ha mai imparato a rispettarla. Penso al fatto che per tutta la mia vita potrei nutrirmi anche solo di quello che cresce nell'orticello dietro casa mia e stare bene, nonostante siano solo i frutti della Terra, privi delle pratiche magiche dell'ingegneria genetica! Se poi penso ai probabili rischi per l' ambiente e per la nostra salute, mi convinco sempre di più che proprio non ne vale la pena!
Privacy
|
© ePerTutti.com : tutti i diritti riservati
:::::
Condizioni Generali - Invia - Contatta