chimica |
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distillazione frazionata (prima parte) " v:shapes="_x0000_s1027">
Scopo
Dedurre caratteristiche di un liquido eseguendo verifiche rapide (odore, infiammabilità, solubilità dello zucchero). Calcolare la densità di un miscuglio. Costruirne la curva di riscaldamento.
Ipotesi
A prima vista il liquido non sembra un miscuglio. Ha odore, è infiammabile e lo zucchero
non vi si scioglie. La sua curva di riscaldamento presenterà un unico pianerottolo.
Occorrente
Un becker piccolo per contenere il liquido
Procedimento
Si osserva e si annusa il liquido. Si prendono 3 pezzetti di carta e si immerge un'
estremità di un pezzo in acqua, di un altro in alcool etilico e
di un altro nel liquido. Fatto ciò con l'accendino si accendono le
estremità imbevute una per volta e si osserva se e come bruciano. In
seguito, per determinare la densità del miscuglio, si versa una parte
del liquido nel cilindro graduato e in seguito si pesa la stessa
quantità, annotando ogni volta i dati ottenuti. Per completare la prima
parte dell'esperimento, si versa nel becker più piccolo dello zucchero.
Siccome si deve versare solo una quarta parte dello zucchero rispetto alla
quantità del liquido (per esempio si versa
N.B. Avremmo dovuto cambiare la provetta adagiata nel becker con l'acqua fredda ogni volta che avessimo riscontrato una ripetizione dei valori della temperatura per tre o quattro volte. Ma in questo caso non è stato necessario, perché non è stata fatta la distillazione frazionata del liquido.
Dalla lettura di questo grafico, si deduce che, per la presenza di due
pianerottoli, le sostanze presenti nel liquido sono due. In particolare queste
sostanze hanno il punto di ebollizione una a
Conclusioni
La presenza di due pianerottoli nel grafico, testimonia che il liquido è un miscuglio di due sostanze. Pertanto la prima e l'ultima ipotesi non sono state confermate. Per quanto riguarda l'infiammabilità, abbiamo capito che, nel caso in cui abbiamo provato ad accendere la carta imbevuta del liquido, una sostanza non bruciava, non facendo pertanto bruciare neanche la carta, mentre un'altra bruciava, trasmettendo così la fiamma alla carta asciutta. Lo zucchero vi si scioglie perché probabilmente nel miscuglio è presente una sostanza capace di scioglierlo. Tuttavia non si è sciolto tutto per la presenza dell'altra sostanza.
distillazione frazionata (seconda parte) " v:shapes="_x0000_s1026">
Scopo
Effettuare la distillazione frazionata di un miscuglio di liquidi. Determinare la densità delle
frazioni ottenute e verificare con le prove di infiammabilità, odore e solubilità dello zucchero le caratteristiche di ciascuna di esse. Costruire la curva di riscaldamento del miscuglio.
Ipotesi
Dalla distillazione si otterranno due frazioni. La frazione ottenuta alla temperatura minore
sarà infiammabile e non riuscirà a sciogliere lo zucchero. La frazione ottenuta alla temperatura più alta non sarà infiammabile e riuscirà a sciogliere lo zucchero. La densità della prima frazione sarà maggiore di quella dell'acqua,; la densità della seconda sarà minore.
Occorrente
due aperture alle estremità
Procedimento
Si comincia allestendo l'apparato base di distillazione: si assicura il tubo di
vetro con il tubo a camicia ad un sostegno metallico con un morsetto e, regolata l'inclinazione di quest'ultimo in modo da innalzare la parte che verrà collegata all'ampolla contenente il miscuglio rispetto alla parte da cui usciranno i vapori condensati, si collega la prima apertura del tubo a camicia al lavello con il primo tubicino e la seconda apertura del tubo al rubinetto con il secondo tubicino, in modo da permettere all'acqua, che fuoriuscirà dal rubinetto, di passare nel tubo a camicia e di defluire successivamente nel lavello. Poi con il terzo tubicino di gomma si collega l'estremità più alta dei tubi di vetro al tubicino di vetro del tappo dell'ampolla contenente il miscuglio. (Si consiglia di estendere al massimo questo tubo in modo da agevolare il più possibile il passaggio dei vapori). In seguito, inseriti i pezzetti di porcellana per attenuare un'eventuale eccessiva ebollizione all'interno dell'ampolla con il miscuglio e inserito il termometro nel foro restante del tappo dell'ampolla stessa, si posiziona il recipiente sul treppiede, proteggendolo con un retina metallica, lo si tappa e vi si posiziona sotto il Becco bunsen ancora spento. Prima di accenderlo, si posiziona il primo becker-collettore alla fine dei tubi di vetro (siccome il liquido che uscirà dei tubi dovrà raccogliersi in questo becker e visto che vi è un'altezza relativamente grande tra il foro di uscita e il recipiente, si consiglia di appoggiare quest'ultimo su un treppiede e una reticella). Quindi si accende il Becco bunsen e, aiutandosi con il cronometro, si registrano i valori della temperatura segnati sul termometro inserito nel tappo ogni trenta secondi. Durante il riscaldamento del miscuglio, potremmo riscontrare una ripetizione dei valori di temperatura per varie volte; qualora ciò accadesse, si deve cambiare il becker-collettore con un altro, coprendo il primo becker o con della carta stagnola o con della pellicola trasparente per evitare che eventuali liquidi volatili come gli alcool possano evaporare. Questa operazione si dovrà ripetere ogni volta che si dovrà cambiare becker. Quando tutto il liquido sarà evaporato, si spegne il Becco bunsen.
Ora si può passare alla seconda parte dell'esperimento: il calcolo
della densità delle due frazioni ottenute. Quindi preleviamo una
quantità di liquido dal primo becker e la misuriamo con il cilindro
graduato; tarato il peso del cilindro, si pesa la stessa quantità della
sostanza contenuta nel cilindro. Si procede così anche con la seconda
frazione. In seguito, annusate le due frazioni, si immergono due pezzettini di
carta rispettivamente nel primo e nel secondo becker-collettore e si accendono
con l'accendino, notando se e come bruciano. Infine, siccome per verificare la
solubilità dello zucchero nelle due frazioni vi si deve versare una
quarta parte di soluto, si misurano
Osservazioni
Registrando i valori della temperatura durante il riscaldamento, siamo riusciti a
costruire un grafico ( 1). Osservandolo, si capisce che si è dovuti cambiare il becker-collettore a 78 °C e a 97 °C. In questo modo si è riusciti a separare le sostanze del miscuglio sfruttando il loro diverso punto di ebollizione. Può accadere, però, che questo procedimento non sia del tutto esatto, poiché, quando i vapori di una sostanza passano nel sistema di tubi, vi restano sempre dei residui, i quali si possono miscelare con vapori di altre sostanze. Quindi può capitare che, pur avendo eseguito le istruzioni alla perfezione, nella frazione che dovrebbe contenere una sola sostanza ve ne sono due.
Quando abbiamo annusato la prima frazione, abbiamo percepito un odore
molto pungente, caratteristico degli alcool; mentre quando abbiamo annusato la
seconda frazione, abbiamo percepito un odore molto meno pungente di prima, ma
che pur sempre testimonia la presenza minima di alcool. Quando abbiamo misurato
le densità del liquido , abbiamo ottenuto che la massa è pari a
Quando abbiamo immerso dello zucchero nelle due frazioni, abbiamo notato che nella prima non si scioglie, mentre nella seconda si. Quando infine abbiamo acceso i pezzetti di carta imbevuti dei due liquidi abbiamo notato che nel primo caso la carta prende fuoco immediatamente e che nel secondo caso la carta prende fuoco, ma meno facilmente. Il fatto che nel secondo caso la carta si sia accesa con più difficoltà testimonia l'imprecisione del sistema di distillazione usato, in quanto una piccola quantità dell'alcool si è mischiata al liquido non infiammabile.
Conclusioni
Con questo esperimento siamo riusciti a distillare un miscuglio di due liquidi. Si è
capito che, poiché evapora a 78 °C, è infiammabile e non riesce a sciogliere lo zucchero, per il suo odore pungente e per la sua densità, la prima frazione è molto probabilmente alcool isopropilico; mentre si è capito che, poiché evapora a 97 °C, non è infiammabile e riesce a sciogliere lo zucchero, per il suo odore molto poco pungente e per la sua densità, la seconda frazione molto probabilmente è acqua. Quindi le prime tre ipotesi vengono confermate, in quanto si sono ottenute due frazioni e si è visto che la sostanza ottenuta alla temperatura più alta non è infiammabile e riesce a sciogliere lo zucchero, mentre l'altra è infiammabile e non riesce s sciogliere lo zucchero. L'ultima ipotesi non è stata confermata, in quanto la densità della seconda frazione (alcool isopropilico) è minore di quella dell'acqua.
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