chimica |
Saccarificazione dell'alcol etilico
Per la produzione dei mosti è adottato il processo di saccarificazione "diastatica", ossia la trasformazione dell'amido in maltosio mediante particolari enzimi, specialmente la diastasi o amilasi del malto d'orzo.
La diastasi
è un enzima che si forma nel primo periodo di germinazione dei cereali
(frumento, mais o soprattutto orzo); tali germogli formano il "malto" il quale
tra i 45-
A sua volta il maltosio si trasforma in glucosio mediante la maltasi che è anch'essa un enzima del malto.
Tra i diversi
malti usati industrialmente quello d'orzo è il più attivo. Per la
preparazione di quest'ultimo, l'orzo è lavato
e rammollito con acqua e successivamente sottoposto alla germinazione, che
consiste in grandi camere con molte finestre per rinnovare l'aria e nelle quali
si mantiene una temperatura costante tra i 12 ed i
A temperatura di
15-
L'orzo
germogliato è essiccato, torrefatto, pulito, macinato ed ammostato con
l'amido che lo trasforma in maltosio. Il malto si fa essiccare ad una
temperatura che non deve superare i
L'orzo è il cereale che dalla maggior quantità di diastasi, per questo il suo impiego per la produzione del malto è diventato generale ed esteso. La diastasi è costituita da almeno due enzimi diversi: diastasi saccarogena e destrinogena.
La prima attacca la molecola dell'amido all'estremità formando maltosio, la seconda scinde parzialmente la molecola formando prevalentemente le cosiddette "destrine" di media grandezza molecolare.
Nel processo di saccarificazione dell'amido sono distinguibili tre fasi:
Fluidificazione, per la quale le sospensione colloidali di amido perdono la loro viscosità;
Destrinizzazione, caratterizzata dalla formazione di notevoli quantità di destrine;
Saccarificazione, che è la fase più importante, nella quale si produce prevalentemente maltosio.
Per una
vantaggiosa saccarificazione è necessario adottare una temperatura
più alta di quella teorica ottimale, per essere sicuri di ottenere buone
rese di saccarificazione e buone fermentazioni. Tuttavia questa temperatura non
deve essere molto elevata per non distruggere l'azione della diastasi. Le due
condizioni si realizzano con l'adozione di una temperatura di saccarificazione
compresa tra 61 e
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