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FORMA DI STATO
È quel complesso di principi fondamentali e di regole istituzionali prese a base fondante dell'ordinamento con riferimento alla titolarità dei poteri ed alla loro ripartizione.
STATO FEUDALE.
Non si fa riferimento ad un contesto politico istituzionale omogeneo ed unitario, bensì a tanti microcosmi che si sono sviluppati in connessione con il sacro romano impero e la sua continuazione sotto i merolingi e carolingi tedeschi e francesi.
Tutto il sistema feudale è basato sul rapporto di dipendenza del vassallo da quello di entità superiore fino a far capo al re e quindi all'imperatore. I rapporti tra le parti ora descritte si reggevano su uno schema di tipo privatistico in quanto conurabile in uno scambio di beni e servizi. Il vassallo riceve autonomia sul proprio territorio urando come signore e gestendo il potere; il sovrano riceveva due tipi di servizi: approvvigionamento di materiale bellico e organizzazione della difesa comune. Tale regime di scambio esiste ad ogni livello fino al più basso tra popolazione e vassallo.
Non si conura come una forma di stato per l'assenza dell'unitarietà del potere nelle mani di un soggetto.
STATO ASSOLUTO.
Alla fine del '700 si arriva all'accentramento dei poteri nel sovrano venendo ad identificarsi la forma di stato assoluto.
L'attribuzione al sovrano del potere avviene sulla base di principi metagiuridici (re per volontà divina). Nei territori periferici i poteri vengono gestiti da funzionari del re in suo nome (e non più in nome del signore di quel territorio).
Lo stato assoluto persegue il bene dei cittadini con la forza nei loro stessi confronti (stato di polizia). Prende questo nome in quanto il re è legibus solutus, ovvero il suo potere non è limitato da alcuna legge, in altri termini non esiste alcuna carta di diritti costituzionale a regolare il potere dello stato nei confronti dei sudditi.
In Gran Bretagna si arriva subito ad una carta costituzionale, la Magna Charta del 1214, che pone dei limiti al potere del sovrano. In Inghilterra lo stato assoluto sopravvive fino al 1689 con la stesura della Bill of Rights che contiene i diritti fondamentali dell'uomo.
STATO LIBERALE O DI DERIVAZIONE LIBERALE.
In seguito nasce in Francia la dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino caratterizzata da una norma di tipo organizzativo: non esiste ordinamento costituzionale liberale se non vige il principio della separazione dei poteri.
E ciò implica:
elezione di un collegio di cittadini per il potere legislativo e di indirizzo politico;
collocazione in un potere distinto attribuito ad un organo diverso del potere esecutivo;
creazione di giudici indipendenti dagli altri poteri.
Diversamente da quanto accade in America con la dichiarazione di indipendenza dei popoli della Virginia del 1776 che viene poi a formare la carta costituzionale degli stati uniti ancora oggi vigente, la dichiarazione francese del 1789 non abbatte la monarchia, che si trasforma in monarchia costituzionale sostituendosi allo stato assoluto. La vera costituzione francese arriva nel 1791 affiancando ai diritti dell'uomo anche norme organizzative che limitano e regolano i poteri del sovrano. È pertanto uno stato di derivazione liberale (quindi non solo liberale) e si caratterizza:
nella forma scritta della carta costituzionale;
nel contenuto organizzativo dello stato;
esprime con norme generali ed astratte i principi del diritto;
il monarca non è più la personificazione dello stato, ma un organo dello stato.
STATO SOCIALE.
Alla fine dell'800 si verificano fenomeni sociali che portano a profonde trasformazioni, l'industrializzazione, l'urbanizzazione e la formazione di nuove classi sociali che man mano acquistano cognizione di nuovi bisogni da cui deriveranno nuovi diritti, come ad esempio la salute.
Lo stato liberale aveva dato risposta ai bisogni di libertà dei cittadini lasciando loro l'iniziativa di realizzare la soddisfazione dei loro diritti, ad esempio con una proprietà illimitata nel suo esercizio.
Lo stato sociale invece è interventista, assume funzioni pubbliche per il raggiungimento di fini essenziali espressi direttamente nelle nuove costituzioni (Weimar 1919).
Lo stato socialista è adottato in Russia a partire dalla rivoluzione di ottobre 1917 per poi estendersi nell'area dell'est europeo nel periodo post bellico della 2^ guerra mondiale.
Lo stato socialista subisce l'aberrazione della legalità intesa a soddisfare il fine sociale al di sopra dei diritti del cittadino fino alla riunificazione dei poteri in una sola persona, con la negazione della libertà dei singoli e la proprietà comune. L'uguaglianza viene esasperata fino al punto di annullare l'individualità, comportando gravi pregiudizi all'economia del paese.
Nel 1989, con la caduta del muro di Berlino e l'unificazione della Germania, si segna lo smantellamento del blocco sovietico per effetto di una politica di apertura (Glasnost=trasparenza) che potesse permettere la riduzione delle spese militari e il recupero di un'economia allo sbando.
Lo stato sociale sopravvive ancora in molti paesi dell'est asiatico come la Cina, ma anche queste hanno mostrato una tendenza alla liberalizzazione.
STATO AUTORITARIO.
Si afferma in Europa a cavallo tra le due guerre mondiali attraverso un travagliato percorso storico fatto di graduali privazioni della libertà e giustificato dalla necessità di creare un potere forte capace di governare all'indomani di una guerra che aveva provocato una situazione economica critica. Dittature come quella italiana, tedesca e snola che si contrapponevano a quella stalinista sovietica.
STATO DELLA MODERNIZZAZIONE.
I paesi che sono usciti dal giogo sovietico, quelli che hanno ottenuto l'indipendenza dalle potenze coloniali al termine della 2^ guerra mondiale e quelli che già l'avevano, ma che versano in situazioni economiche difficili (paesi del terzo mondo), si sono dati una costituzione che persegue come fine primario il raggiungimento del benessere economico attraverso l'industrializzazione o comunque il conseguimento di un progresso tecnologico per il benessere sociale, in considerazione di alcune eccezioni di stati che godevano già di una condizione economica agiata come il Kuwait.
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