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I PROBLEMI DI ORIGINE - ROMA
Roma si presenta nella storia con la struttura della città stato, la polis o la civitas, intesa come organizzazione di uomini liberi e partecipi della vita e della difesa della città. La leggenda fa fondare la città circa alla metà del VIII secolo av. Cr. da Romolo, latino di stirpe reale, che avrebbe già dato alla città, pur se nella forma monarchica, ovvero con il rex a capo dello Stato, la sua organizzazione: la distribuzione in tre tribù ( i Ramnes, i Tities e i Luceres ), i comizi curiati ( 30 curie, 10 per ogni tribù ), il senato ( composto da 100 membri) e la distinzione tra patrizi e plebei.
Per poter dare un quadro completo della civiltà romana è necessario fare un' indagine al di sopra e al di sotto della civitas, occupandoci di gruppi minori rispetto a questa, quali le familiae e le gentes, e di gruppi più vasti, quali le confederazioni.
La famiglia romana era considerata come un vero e proprio organismo politico. La famiglia romana proprio iure è definita dalla soggezione ad un capo, il pater familias; l' appartenenza alla famiglia è esclusiva ed è determinata, oltreché dalla nascita nei confronti del padre, anche da altri modi particolari, tra cui l' adrogatio, con cui un pater diviene filius familia di un' altra familia e tutta la famiglia del primo viene assorbita in quella del secondo.
L' uscita da una famiglia in concreto si qualificava come capitis deminutio, anche se in alcuni casi, come in quello dell' emancipatio comporta l' acquisto della pienezza della capacità giuridica in rapporto al ius della civitas.
Al di sopra della familia troviamo un altro gruppo più vasto, che è la gens. Si è affermata ed è alquanto diffusa una teoria gentilizia, che fa della gens come della familia, un organismo anteriore alla civitas; teoria che riceve una certa determinazione dal rilievo che anche la gens doveva presentarsi come un organismo politico.
Ci si chiede a questo punto quali siano i rapporti intercorrenti tra gens e familia e quali tra queste e la civitas. Procedendo per gradi possiamo considerare che:
Nell' epoca storica la familia, alla morte del pater, si scinde in tante famiglie quanti sono i filii familias che diventano sui iuris; tuttavia si serba il ricordo di una fase più antica, in cui i filii solevano restare uniti in un consortium, detto ercto non cito, in cui ciascuno aveva il pieno potere di disporre dei beni comuni.
Accanto alla familia proprio iure, composta cioè dal pater e dalle persone soggette alla sua potestà, si parla in Roma di una familia communi iure ad indicare coloro che sarebbero uniti sotto la potestà dello stesso pater se questo non fosse morto e che sono uniti dal vincolo dell' agnazione.
Al di la degli agnati e della familia communi iure sta la gens, cioè i gentili, che secondo le disposizioni successorie delle Dodici Tavole raccolgono il patrimonio del defunto quando manchino eredi testamentari o intestatari e non vi sia l' adgnatus proximus.
Normalmente i fautori della teoria gentilizia costituiscono la gens sul calco della familia, ossia come retta da un pater gentis. Tuttavia questa conurazione non può essere provata e appare difficoltoso collegare l' esistenza del pater gentis con quella della familia e dello stesso pater familias. Ne deriva più conveniente ritenere che la gens non aveva capi. E per tale assenza sembrano parlare anche le leggi delle Dodici Tavole che nello stabilire l' ordine della successione, dopo l' adgnatus proximus, e cioè in mancanza di questo, chiama i gentiles e non il pater gentis.
In sostanza, di fronte al nucleo politico rappresentato dalla famiglia nella sua struttura monarchica, la gens rappresenterebbe il carattere fondamentale di un raggruppamento di famiglie.
Tutte le notizie di Roma ci riportano ai Latini, per i quali abbiamo notizie di una confederazione, di una lega latina. Verso la fine del VI secolo troviamo i Latini alleati ad esclusione di Roma e contro di questa con un evidente scopo di arrestarne l' espansione. Dopo la guerra si conclude un nuovo foedus, detto foedus Cassianum, dal console Spurio Cassio, del 493 av. Cr. che mette accanto Roma e Latini con parità di diritti.
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