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ILLUMINISMO
Nel 1700 si ha l'idea di recuperare la ragione.
Francese (di tipo polemista)
L'illuminismo ha due grandi filoni europei:
Germanico (di tipo riformatore)
In Francia l'illuminismo è propugnato soprattutto dai liberi pensatori, con dei libelli, con delle polemiche, ecc.
In Germania l'illuminismo è propugnato dai sovrani: Maria Teresa, Giuseppe II, con delle riforme.
In questo contesto, anche se con l'illuminismo non c'entra molto, ma forse prelude l'illuminismo è MONTESQUIE = ESPRIT DE LOI (1748) (=spirito della legge).
L'epsrit de loi fa la famosa teoria della separazione dei poteri (legislativo - esecutivo - giudiziario): in realtà questa separazione dei poteri è la vulgata che ne recepirono i rivoluzionari francesi (è molto diversa da come l'abbiamo recepita noi).
Per noi la separazione dei poteri è recepita dalla nostra costituzione ed è un pre-requisito della democrazia.
Montesquie era un giurista, presidente del tribunale di Bordeaux, e nell'esprit de loi dice tutto il contrario di Domat.
Domat diceva che le leggi naturali erano immutabili.
Montesquie dice che le leggi sono tutte mutabili: le leggi mutano perché mutano i tipi di governo e a seconda del tipo di governo si ha un certo tipo di legge. Quindi, lo spirito della legge è lo spirito dei governi.
Esistono tre forme di governi: democratico (governo dei tanti perché si divide in aristocrazia, cioè il governo di alcuni, e democrazia propriamente detta); monarchico (governo di uno regolato dall'onore, perché la monarchia si da delle regole e le rispetta); tirannico (governo di uno contro tutti, regolato dalla paura).
Montesquie preferiva la monarchia, la quale, per lui, funzionava bene se era bilanciata da altri poteri: lui vedeva con inquietudine l'invadenza dei sovrani sui parlamenti francesi.
La divisione dei poteri in Montesquie esiste, ma non è finalizzata a principi democratici, proprio perché il regime che lui preferisce è quello di tipo monarchico, ma di una monarchia bilanciata da altri poteri, quale il potere giudiziario.
I veri illuministi sono altri, come VOLTAIRE.
Voltaire è un grande polemista e se la prende apertamente con la chiesa e i feudatari: per Voltaire il vero soggetto del futuro è l'imprenditore borghese proprietario. La chiesa e i proprietari sono dei parassiti che vanno aboliti e vanno abolite anche le leggi che li tutelano.
ROUSSEAU: egli fa alcune polemiche e dobbiamo sottolineare, in particolare, la sua polemica anti-puffendorfiana - il contratto sociale.
Rousseau diceva che il contratto sociale è una grande fregatura. L'errore di Puffendorf è che questi descrive il patto sociale partendo da una situazione di fatto, la quale vede "leoni" e "pecore", ricchi e poveri, quindi il patto sociale sarà sempre un patto ingiusto, perché si guarda sempre alla situazione di fatto.
Il patto sociale, invece, non deve cristallizzare la situazione di fatto, ma deve realizzare una nuova uguaglianza, quindi deve azzerare la situazione precedente, perciò non deve essere un patto dichiarativo della situazione attuale, ma costitutivo perché riequilibra la situazione.
In questo senso la legge non può essere la legge del sovrano. Per Rousseau la legge è espressione della volontà generale, cioè della volontà di tutti.
IL '700 ITALIANO = LE CONSOLIDAZIONI (O TENTATIVI DI CODIFICAZIONE).
Alcuni sovrani italiani, assistiti dai loro politici lungimiranti, pongono mano ad una riforma generalizzata del diritto vigente.
Poiché nel '700 maturano tutta una serie di condizioni culturali, politiche, ecc., si forma un movimento di opinione, quindi anche una certa forza politica, capace di porre in essere la "riforma della legislazione vigente".
Alcuni sovrani ci provano ma non riescono e probabilmente perché le condizioni economiche del loro paese non sono mature: altri sovrani riescono con successo, tanto che poi i loro progetti e le loro realizzazioni rimangono un punto di riferimento anche per altri sovrani, nello stesso periodo.
Il '700 è l'epoca dell'illuminismo.
L'illuminismo di matrice francese è l'illuminismo polemico, quello quasi pre-rivoluzionario, in qualche modo, radicale.
L'illuminismo di matrice germanica è l'illuminismo degli stessi sovrani, i quali si fanno loro stessi carico, per realizzare la pubblica felicità, di porre mano a delle riforme che hanno come destinatari i loro stessi sudditi.
L'Italia non è protagonista del movimento illuminista, riformatore, anche se ci sono centri avanzati da questo punto di vista, come Milano e Napoli: queste sono due grandi capitali dove si sviluppa un certo tipo di dibattito favorevole alle riforme politiche e, più in generale, alla riforma legislativa.
Abbiamo dei tentativi di riforma, per esempio, nel Regno di Napoli o nel Granducato di Toscana, i quali però rimangono dei meri tentativi. Mentre altrove, come in Piemonte e nel ducato di Modena, i tentativi hanno un principio molto importante di attuazione.
Questo, però, non vuole dire che i principi illuministici di tipo radicale vengono assunti in Italia, ma vuole semplicemente dire che sono maturi i tempi di una legislazione vigente.
In altre parole, quel sistema del particolarismo giuridico evidentemente non va più bene: la classe dirigente lo sente come un ostacolo al progresso del paese.
Questo vuole dire che, probabilmente, ci sono dei nuovi ceti che cominciano ad assumere un'importanza nel paese: questi nuovi ceti non sono più aristocratici, nobiliari od ecclesiastici, ma sono ceti che esistevano già da tempo, ma non hanno mai assunto la guida di un governo, e sono ceti di matrice proprietaria, imprenditoriale o pre-imprenditoriale, il che propugna un cambiamento dell'assetto della società del tempo, quindi anche un assetto delle istituzioni e della legislazione vigente, la quale è sentita come limitante della condizione nuova di quella società.
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