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IMPOSTE INDIRETTE
Gravano sulle manifestazioni mediate della capacità contributiva, cioè su tutti quegli atti che fanno presumere l'esistenza di una ricchezza disponibile.
L'imponibile dell'imposta indiretta è rappresentato da quella parte di reddito che viene consumata dal contribuente per l'acquisto di beni e servizi, o dal valore del patrimonio trasferito.
Nel caso che l'imposta colpisca il reddito consumato nell'acquisto di un bene, essa si aggiunge al prezzo.
L'obbligo di are l'imposta indiretta sorge solo nel momento in cui il reddito guadagnato venga speso e il patrimonio del contribuente venga trasferito sia a titolo oneroso, sia gratuito.
PREGI:
DIVISIBILI, perché ate al momento di acquistare un bene o un servizio
ELASTICHE, perché si adattano alla situazione economica del momento
FLESSIBILI, perché possono essere variate in breve tempo
SVANTAGGI:
- Non sono commisurate alla capacità contributiva dei soggetti, in quanto colpiscono la ricchezza spesa a prescindere dalle condizioni sociali ed economiche del contribuente
- Siccome vengono incluse nel prezzo del prodotto, un inasprimento delle imposte indirette determina inevitabilmente un aumento del suo prezzo di consumo
DUE CATEGORIE DI IMPOSTE INDIRETTE:
1. SUI CONSUMI E SUGLI SCAMBI: gravano sul reddito nel momento in cui esso viene speso dal contribuente per l'acquisto di beni e servizi. Sono elastiche e divisibili e sono molto flessibili, in quanto un minimo variare delle loro aliquote consente un elevato incremento del gettito. (imposte IVA, dazi doganali, monopoli fiscali)
2. SUI TRASFERIMENTI DI RICCHEZZA E SUGLI AFFARI: gravano sugli atti di trasferimento della proprietà, di costituzione dei diritti reali e su altri atti di diversa natura. Colpiscono il reddito risparmiato e accumulato sotto forma di patrimonio.
IMPOSTE PERSONALI E IMPOSTE REALI
- PERSONALI: gravano sul contribuente tenendo conto non solo dell'imponibile, ma anche delle sue condizioni socio-economiche e familiari (IMPOSTE DIRETTE)
- REALE: colpisce l'imponibile senza tenere conto delle condizioni personali del contribuente (IMPOSTE INDIRETTE)
IMPOSTE GENERALI E IMPOSTE SPECIALI
GENERALI: gravano su tutti i redditi del contribuente, da qualunque fonte provengano, o che colpiscono in modo eguale tutti i redditi di una stessa categoria (Irpef)
SPECIALI: colpiscono solamente determinati redditi, oppure gravano su diverse categorie di redditi con aliquote diverse, così alcuni redditi risultano più colpiti di altri (imposta sostitutiva)
ALTRA DISTINZIONE:
GENERALI: colpiscono tutti i settori economici in uguale misura
SPECIALI: colpiscono solo alcuni settori, oppure tutti ma con aliquote diverse
IMPOSTE PROPORZIONALI, PROGRESSIVE, REGRESSIVE
PROPORZIONALE: quando la sua aliquota è fissa, cioè non aumenta all'aumentare dell'imponibile. Il suo importo cresce proporzionalmente al crescere dell'imponibile, cioè nella stessa percentuale
- PROGRESSIVA: l'aliquota aumenta all'aumentare dell'imponibile, cioè se il suo importo cresce più che proporzionalmente rispetto a esso
- REGRESSIVA: quando l'imposta aumenta in misura meno proporzionale rispetto all'imponibile. Aliquota decrescente
DIVERSI TIPI DI PROGRESSIVITA'
- CONTINUA: a ogni minimo aumento dell'imponibile, l'aliquota cresce di incrementi altrettanto minimi. L'aliquota cresce fino a un dato limite massimo di imponibile stabilito, dopodichè si ferma e diventa costante.
L'imposta diventa quindi proporzionale perché, se l'aliquota dovesse continuare a crescere, il tributo assorbirebbe l'intero imponibile.
- PER DETRAZIONE FISSA: l'imposta è nominalmente proporzionale, in quanto l'aliquota è fissa: tuttavia, attraverso una detrazione fissa che viene effettuata sull'imponibile, l'aliquota diventa crescente e l'imposta risulta quindi progressiva.
- PER CLASSI: i redditi sono ripartiti in classi e a ogni classe è applicata un'aliquota crescente. Il reddito di ogni contribuente rientrerà in una determinata classe e su di esso si applicherà l'aliquota di quella corrispondente. Questo medito è poco equo perché penalizza i redditi che sono di poco superiore al limite della classe e che vengono così colpiti nel loro intero ammontare dall'aliquota del limite superiore.
- PER SCAGLIONI: il reddito è suddiviso in classi ad aliquote crescenti, ma l'aliquota della classe superiore si applica solo a quella parte di esso che supera il limite della classe inferiore. Si chiama appunto scaglione quella parte di imponibile che supera il limite massimo della classe inferiore.
SCELTA TRA IMPOSTA PROPORZIONALE E PROGRESSIVA
L'art. 53 della Costituzione afferma che nel nostro ordinamento tributario deve prevalere il criterio della progressività dell'imposta, il che non esclude però l'esistenza di imposte proporzionali.
IMPOSTE PROPORZIONALI
PREGI |
DIFETTI |
Evita la doppia progressività per redditi sottoposti a una doppia tassazione, cioè quelli che non provengono da puro lavoro |
Non realizza una piena giustizia tributaria, in quanto il sacrificio sofferto dal contribuente per il amento dell'imposta è maggiormente sentito da quei soggetti che dispongono dei redditi meno elevati |
Sono più facili da calcolare |
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Consentono una semplificazione della contabilità delle imprese |
IMPOSTE PROGRESSIVE
PREGI |
DIFETTI |
È più idonea a realizzare una maggiore giustizia tributaria perché consente una più equa ripartizione del carico tributario attuando il principio del sacrificio uguale tra i contribuenti |
Incoraggia l'evasione e l'esportazione di capitali all'estero |
Consente di realizzare una più giusta distribuzione del reddito a favore dei soggetti meno abbienti |
Riduce il risparmio e quindi gli investimenti privati |
EFFETTI REGRESSIVI DELLE IMPOSTE SUI CONSUMI
Non esistono imposte regressive nei moderni sistemi tributari, in quanto questo metodo accentuerebbe le disuguaglianze sociali ed economiche già esistenti in una società.
Tuttavia, alcune imposte indirette, come quelle sui consumi, pur essendo nominalmente proporzionali, possono determinare gli effetti di imposte regressive, cioè imposte la cui aliquota diminuisce all'aumentare dell'imponibile.
Infatti l'importo dell'imposta incide maggiormente sul contribuente meno ricco.
Questo concetto si esprime dicendo che il consumo rappresenta una parte decrescente del reddito. Più un soggetto economico è abbiente, minore è la quota percentuale del suo reddito destinata al consumo.
Un soggetto povero sarà in casi estremi costretto a consumare tutto il suo reddito per soddisfare i suoi bisogni essenziali, proprio perché dispone di un reddito molto basso, ai limiti della sussistenza. Quindi, i contribuenti meno ricchi, in percentuale, consumano di più dei contribuenti ricchi. Perciò le imposte indirette sui consumi colpiscono di più i primi dei secondi, e sono perciò regressive.
Per rimediare a queste distorsioni, nei moderni sistemi tributari si elevano le aliquote delle imposte sui beni di lussi attenuando invece l'imposizione sui consumi di prima necessità, o addirittura esentandoli dall'imposta.
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