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Il diritto civile nell'esperienza giuridica - Le fonti del diritto civile - l'unificazione italiana

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Primo modulo: Il diritto civile nell'esperienza giuridica


Secondo la concezione tradizionale, la distinzione tra diritto privato e diritto pubblico si basava sugli interessi che venivano realizzati attraverso le norme. Quindi si hanno interessi particolari e individuali che si realizzano nelle norme di diritto privato, e interessi generali o pubblici che si realizzano nelle norme di diritto pubblico. Questo è il cosiddetto criterio degli interessi.



Secondo il criterio dei soggetti, il diritto privato tenderebbe a disciplinare i rapporti tra soggetti privati posti in posizione di reciproca uguaglianza, mentre il diritto pubblico tenderebbe a disciplinare i rapporti tra un soggetto privato e uno pubblico posto in posizione di supremazia, o tra più soggetti pubblici.




Attualmente il diritto pubblico riguarda le attività poste in essere dallo Stato e dagli altri enti pubblici nell'esercizio delle tre funzioni fondamentali: legislativa, esecutiva e giudiziaria. Il diritto privato invece si caratterizza per: la natura delle materie che è tenuto a regolare, per la natura degli strumenti tecnici utilizzati e per i principi che stanno a fondamento di tali materie, e che governano tali strumenti. Il diritto privato viene classificato in tre partizioni: diritto civile, commerciale e del lavoro.



Il diritto civile contiene i principi generali della disciplina privatistica; il diritto commerciale regola le diverse forme e di funzionamento dell'impresa; il diritto del lavoro disciplina il rapporto di lavoro subordinato e le organizzazioni sindacali dei lavoratori.



















Secondo modulo: Le fonti del diritto civile


Le fonti del diritto sono quei procedimenti che danno vita alle norme giuridiche, ma anche i documenti entro i quali vengono trascritti gli enunciati normativi e che perciò consentono a tutti di prenderne conoscenza.


Il processo di codificazione risale al XIX secolo segnando la nascita del diritto romano.

Un valore fondamentale è quello dell'individuo che viene concepito come persona libera, formalmente uguale, e chiuso. Viene concepito come persona libera in quanto non più soggetto ad asservimento personale come prima succedeva con la schiavitù; formalmente uguale in quanto parificata giuridicamente in forza del principio per cui "La legge è uguale per tutti" e "Tutti sono uguali davanti alla legge"; e chiuso, in quanto le difficoltà tra i privati devono essere risolte esclusivamente tramite criteri legali.


Il primo grande codice è quello voluto in Francia da Napoleone nel 1804, che fece da modello per le successive codificazioni. Esso rafferma la supremazia della legge dello Stato nei rapporti di diritto privato, e le idee di uguaglianza e libertà ricevute dalla Rivoluzione. Il diritto di proprietà viene visto come diritto sacro e inviolabile della persona, mentre il contratto viene concepito come l'elemento della parità formale tra i soggetti.


Dopo l'unificazione italiana avvenuta nel 1861, venne emanato il nuovo codice civile unitario nel 1865, che si rifece molto al modello francese per quanto riguarda la tutela dei diritti soggettivi e il diritto di proprietà. Nel 1882 venne emanato il codice di commercio con lo scopo di regolare il rapporto tra i commercianti. Nel 1927 venne emanata la Carta del lavoro che rappresentò il manifesto dell'ideologia giuridica del fascismo. Nel 1942 venne emanato il codice civile.


La famiglia era considerata il nucleo fondamentale della società nazionale, e in particolare la famiglia legittima, cioè quella fondata sul matrimonio, rappresentava la base dell'ordine morale. Le unioni di fatto sono considerate illegittime.

La famiglia viene tutelata come organismo economico il cui simbolo è la proprietà e la cui continuità è garantita dalle successioni.


Il diritto successorio si caratterizza per la prevalenza costante degli interessi della famiglia legittima, mentre la proprietà è inserita nel sistema economico a garanzia dello sfruttamento dei ben produttivi.


Il 1° gennaio del 1948 entra in vigore la Costituzione Repubblicana. I tradizionali diritti di libertà vengono affiancati da diritti di solidarietà sociale. Un tipico esempio di diritto sociale è quello previsto dall'art. 36 Cost. che sancisce il diritto a una retribuzione sufficiente ad assicurare a sé e alla propria famiglia un'esistenza libera e dignitosa.


In tema di rapporti etico-sociali, l'art. 29 Cost. tutela la famiglia legittima e l'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, mentre l'art. 30 Cost. tutela la parità de li anche se nati fuori dal matrimonio. In tema di rapporti economici, l'iniziativa privata viene tutelata dall'art. 41 comma 2, mentre all'art. 41 comma 3 si riserva allo Stato il potere dell'organizzazione e del controllo di attività pubbliche e private. L'art. 42 sancisce il diritto di proprietà.


Nel 1957 l'Italia sottoscrivendo il Trattato istitutivo della Comunità Economica Europea (CEE), si è impegnata non soltanto a rispettare le norme del trattato ma anche i regolamenti emanati dal Consiglio della CEE, oggi UE. Tali regolamenti prevalgono sulla legge ordinaria nazionale. La Corte di Giustizia dell'UE giudica sulle controversie dell'applicazione di tali regolamenti. Il Consiglio dell'UE emana direttive, cioè prescrizioni per ogni singolo Stato affinché si regolarizzino in materia di mercato comune. Tali direttive rappresentano un modello cui tutti gli Stati devono regolarizzare il proprio diritto interno entro un certo termine.


Il sistema delle fonti attuale è il seguente:

-Costituzione e leggi costituzionali

-Norme comunitarie

-Leggi statali

-Leggi regionali

-Regolamenti

-Usi o consuetudini

Terzo modulo: I fatti e gli effetti giuridici


Per fattispecie s'intende la descrizione normativa di un fatto riconoscibile nell'accadimento che si verifica in concreto. La situazione-tipo descritta da una norma viene detta fattispecie astratta, mentre il fatto concreto conforme alla fattispecie astratta è detto fattispecie concreta. Quando si parla di un solo fatto si ha la fattispecie semplice, mentre quando si parla di una pluralità di fatti collegati fra loro si ha la fattispecie complessa.


L' interpretazione di una legge è quell'attività mediante la quale si attribuisce un determinato significato alla disposizione normativa. Vengono utilizzati due criteri di interpretazione: quello letterale e quello funzionale. Mediante il criterio letterale, viene attributo alla disposizione normativa il significato proprio delle parole secondo il contesto nel quale sono inserite. Invece il criterio funzionale da alla disposizione normativa un significato più vasto di quello letterale.

Quando la regola, cioè il risultato dell'interpretazione, ha un campo di applicazione più esteso rispetto al significato letterale della disposizione normativa, si parla di interpretatone estensiva.

Quando la regola ha un campo di applicazione più ristretto rispetto al significato letterale della disposizione normativa si parla di interpretazione restrittiva.

L'interpretazione adeguatrice si ha quando l'interpretazione si adegua all'evolversi dei valori sociali nel tempo.

Si parla di interpretazione sistematica quando è coerente con il sistema della legge.


Quindi la norma giuridica può definirsi come il risultato dell'interpretazione della disposizione normativa.


Ogni accadimento al cui verificarsi l'ordinamento giuridico riconduce un effetto giuridico è un fatto giuridico. Esistono fatti giuridicamente rilevanti e fatti giuridicamente irrilevanti o indifferenti. I fatti giuridici in senso stretto sono quegli accadimenti che vengono considerati oggettivamente; possono essere eventi naturali o atti compiuti dall'uomo.



Gli atti giuridici in senso lato sono quei comportamenti in cui la volontarietà rappresenta l'elemento costitutivo della fattispecie. Gli atti giuridici in senso stretto sono quei comportamenti che la legge prende in considerazione in quanto caratterizzati da consapevolezza e volontarietà del comportamento. Possono essere leciti o illeciti. Quelli leciti possono essere discrezionali o dovuti.



Il negozio giuridico è la tipica manifestazione dell'autonomia privata; la sua funzione specifica è quella di consentire ai privati di autoregolare i propri interessi.



La situazione giuridica soggettiva indica in quale situazione giuridica viene a trovarsi un soggetto di fronte all'ordinamento per il verificarsi di un fatto giuridicamente rilevante. Le situazioni giuridiche soggettive possono essere attive o passive a seconda che comportino per il titolare un vantaggio o uno svantaggio.



Il rapporto giuridico può definirsi come la relazione tra situazioni giuridiche soggettive regolate dal diritto.

















Le situazioni giuridiche soggettive attive

Il diritto soggettivo è il complesso di poteri che l'ordinamento attribuisce a un soggetto per il soddisfacimento di un interesse. Assicura al titolare il potere di esigere, che consiste nel pretendere da un dato soggetto un determinato comportamento.

Fanno parte del diritto soggettivo i diritti assoluti e quelli relativi.

I diritti assoluti sono quelli che assicurano al titolare un potere immediato su un bene. Si suddividono in diritti reali e diritti della personalità. I diritti reali sono la proprietà e i diritti reali su cosa altrui. Quest'ultimi si suddividono in diritti reali di godimento e diritti reali di garanzia. I primi attribuiscono al titolare il potere di trarre vantaggio da un bene di proprietà altrui; i secondi attribuiscono al titolare un diritto su un bene altrui a garanzia di un proprio credito.

I diritti della personalità sono quelli posti a tutela della persona umana.

I diritti relativi attribuiscono al titolare un potere nei confronti di uno o più soggetti determinati sui quali grava l'obbligo di osservare un comportamento tale da assicurare il soddisfacimento dell'interesse del titolare del diritto. I diritti relativi si suddividono in diritti di credito e diritti non patrimoniali. Tra i diritti soggettivi annoveriamo anche quelli personali di godimento e quelli potestativi.


Le facoltà sono manifestazioni del diritto soggettivo aventi carattere non autonomo. La mancanza di autonomia implica che le facoltà non si estinguono se non si estingue il diritto al quale fanno capo.

ESEMPIO: il proprietario di un fondo ha il potere di escludere gli altri dal godimento dello stesso; secondo l'art. 841 il proprietario ha la facoltà di chiudere il fondo in qualunque tempo.












Situazioni giuridiche diverse dal diritto soggettivo

L'aspettativa è la situazione giuridica di attesa tutelata dall'ordinamento al fine di assicurare l'acquisto della situazione finale. Attribuisce al titolare il potere di chiedere al giudice provvedimenti a carattere conservativo e cautelare. E' tutelata attraverso la possibilità di opporre ai terzi il titolo di acquisto.

ESEMPIO: Un individuo è beneficiario di una donazione a condizione che consegua la laurea; egli è titolare di una situazione di aspettativa che è tutelata in vista dell'acquisto del diritto.


Gli interessi diffusi sono situazioni giuridiche autonome. Si tratta di interessi che fanno capo alla generalità di individui e hanno come punto di riferimento un bene caratterizzato dalla non patrimonialità.

ESEMPIO: tutela dell'ambiente, del patrimonio storico e artistico.


Gli interessi collettivi sono quelli che fanno capo a una collettività determinata e la loro tutela è affidata alla collettività stessa.

ESEMPIO: ordine professionale


Gli interessi legittimi sono le posizioni del singolo protette nei confronti della pubblica amministrazione quando l'osservanza da parte di quest'ultima delle regole che ne disciplinano l'attività risponde a un interesse del singolo che si differenzia e si specifica rispetto a quello della generalità dei cittadini.

ESEMPIO: l'interesse di chi ha partecipato a un concorso pubblico a che siano osservate le norme che ne disciplinano lo svolgimento; se tali norme non vengono osservate chi ha partecipato al concorso può chiedere al giudice all'annullamento del concorso.



La potestà è una situazione giuridica soggettiva consistente in un potere vincolato. Il potere è attribuito al soggetto per la cura di un interesse altrui. Chi è investito di una potestà svolge una funzione di diritto privato in quanto ha il diritto di agire ma anche il dovere di esercitare l'attività oggetto di tale diritto.

ESEMPIO: la potestà dei genitori sui li



Situazioni giuridiche soggettive passive

Il dovere generico è quello per cui una generalità di soggetti è tenuta a evitare atti che turbino l'esercizio dell'altrui diritto.

ESEMPIO: rispetto al titolare di proprietà grava su tutti i consociati il dovere generico di non entrare nel suo fondo senza il suo permesso.


L'obbligazione riguarda il dovere dei debitori di tenere un dato comportamento nei confronti dei creditori. Il comportamento del debitore è caratterizzato dalla patrimonialità, cioè suscettibile di valutazione economica.

ESEMPIO: l'obbligazione del compratore di are il prezzo.


Nell'obbligo il comportamento del debitore ha carattere essenzialmente personale.

ESEMPIO: l'obbligo reciproco dei coniugi alla fedeltà e all'assistenza morale e materiale.


La soggezione è la posizione di chi subisce le conseguenze dell'esercizio di un potere altrui.

ESEMPIO: di un diritto potestativo


L'onere è la posizione di chi deve tenere un dato comportamento al fine di realizzare un interesse proprio.
















Vicende giuridiche

Costitutiva, modificativa ed estintiva. La prima si ha quando la situazione soggettiva nasce, venendo per la prima volta ad esistenza. La seconda si ha quando la situazione soggettiva subisce una modificazione. La terza si ha quando la situazione soggettiva cessa di esistere per una delle cause previste dalla legge.


Per acquisto di una situazione giuridica soggettiva s'intende l'ingresso di una situazione soggettiva nella sfera giuridico-patrimoniale di un dato soggetto.

ESEMPIO: contratto di compravendita.

L'acquisto del diritto può avvenire in due modi: a titolo originario e a titolo derivativo. E' a titolo originario quando il soggetto acquista il diritto che non ha connessioni con un precedente titolare. E' a titolo derivativo nel caso opposto.

ESEMPIO: a titolo originario, nell'acquisto di una cosa non appartenente a qualcuno o nell'acquisto di una cosa abbandonata.


La successione può essere a titolo universale o a titolo particolare. E' a titolo universale quando un soggetto subentra ad un altro nella totalità dei diritti e degli obblighi appartenenti ad un altro soggetto. E' a titolo particolare quando un soggetto si sostituisce ad un altro nella titolarità di uno o più dati diritti o obblighi.

ESEMPIO: universale, successione per causa di morte; particolare, successione per atto tra vivi o per causa di morte.


Vicende estintive

prescrizione e decadenza.  Secondo l'art. 2934 ogni diritto si estingue quando il titolare non lo esercita per il tempo determinato dalla legge.


Secondo l'art. 2936 la prescrizione trova fondamento nella finalità di interesse generale di eliminare la situazione di incertezza che può determinarsi quando il diritto soggettivo non viene esercitato per un lungo periodo di tempo. Tale finalità spiega la conseguente nullità di qualsiasi patto che ne modifichi la disciplina legale. Tutti i diritti sono soggetti a prescrizione estintiva eccetto quelli indisponibili e indicati dalla legge. Secondo l'art. 2935 la prescrizione inizia a decorrere dal giorno in cui il titolare può esercitare il diritto stesso. La durata della prescrizione è fissata per tutti i diritti in 10 anni salvo che la legge disponga altrimenti. Il decorso della prescrizione può essere sospeso o interrotto. La sospensione determina una parentesi nel decorso della prescrizione in quanto non si tiene conto del tempo in cui questa è stata sospesa. L'interruzione si verifica quando viene meno l'inerzia del titolare perché questi compie un atto col quale esercita il diritto o quando il soggetto passivo riconosce il diritto della controparte. Non può essere rilevata d'ufficio dal giudice. Ha fonte solo nella legge.


Si ha la decadenza quando il titolare non ha esercitato il diritto entro il termine previsto. La decadenza può trovare la sua fonte sia nella legge sia nella volontà privata.

Quarto modulo: Nozioni generali sui negozi giuridici


Il negozio giuridico è espressione della volontà di una o più parti. Per parte s'intende il centro di un interesse, che può anche essere costituita di più soggetti.

ESEMPIO: i coniugi che vogliono acquistare la casa familiare.

I negozi bilaterali son costituiti da due parti che hanno interessi diversi. Nei negozi unilaterali invece vi è solo una parte.

ESEMPIO: testamento

Esistono negozi recittizi e negozi non recittizi. Nei primi la dichiarazione è diretta a un destinatario determinato. I secondi producono il loro effetto indipendentemente dalla comunicazione a un qualsiasi destinatario.

ESEMPIO: recittizi, la dichiarazione di remissione del debito; non recittizi, accettazione di eredità.

-I negozi unilaterali recittizi producono effetto solo nel momento in cui vengono a conoscenza della persona alla quale sono destinati; quelli non recittizi producono effetto indipendentemente dalla comunicazione a un qualsiasi destinatario.


I requisiti soggettivi del negozio sono tre: capacità giuridica e capacità legale di agire (vedi quinto modulo) e legittimazione del negozio che è l'idoneità del soggetto a porre in essere l'atto di autonomia con riguardo a un determinato rapporto.

ESEMPIO: un individuo non può compiere un atto concreto se non ha la proprietà della cosa stessa o se non gli è stato conferito dal proprietario uno specifico potere.


La sostituzione dell'attività negoziale: la rappresentanza

La rappresentanza è quel meccanismo mediante il quale un soggetto (rappresentante) sostituisce un altro soggetto (rappresentato) nella conclusione di un negozio. Affinché questo meccanismo possa operare è necessario che chi agisce sia fornito del potere di rappresentanza. Può essere legale o volontaria. E' legale quando è la legge che nomina il rappresentante del rappresentato. E' volontaria quando è un soggetto che sceglie il suo rappresentante. Questo potere viene conferito tramite un negozio unilaterale detto procura che contiene l'indicazione dei poteri attribuiti al rappresentante. Può accadere che il rappresentato trovi conveniente l'affare concluso dal rappresentante; può renderlo efficace nei propri confronti tramite un negozio unilaterale detto ratifica. Se il rappresentato non ratifica il negozio questo rimane inefficace. Può accadere inoltre che il rappresentante operi nei suo interessi o negli interessi di un terzo; in tal caso si parla di conflitto di interessi.








Gli elementi essenziali del negozio sono la volontà,la manifestazione, l'oggetto e la causa.

La volontà del soggetto diretta a produrre effetti giuridici assume rilevanza per il diritto soltanto se viene manifestata e quindi resa conoscibile a terzi. Si esprime attraverso un contegno dichiarativo cioè con la parola o con uno scritto. La volontà attraversa una fase di formazione e manifestazione durante la quale possono inserirsi fattori di disturbo che possono viziare la volontà.

L'oggetto è l'insieme delle citazioni con cui le parti fissano il contenuto del negozio. L'oggetto deve essere possibile, lecito, determinato e determinabile, affinché un negozio venga ritenuto valido. Per quanto riguarda la possibilità è sufficiente che l'oggetto sia suscettibile di venire ad esistenza. L'oggetto è lecito quando non va contro ordine pubblico e buon costume. L'oggetto è determinato quando le parti al momento dell'accordo abbiano esattamente individuato il contenuto concreto dei rispettivi impegni.

La causa del negozio rappresenta la ragione pratica che sorregge un atto di autonomia privata affinché quest'ultimo produca i suoi effetti. Secondo l'art. 1325 la mancanza e la illiceità della causa provoca la nullità del negozio. In base alla causa i negozi possono essere tipici e atipici, e a titolo oneroso e a titolo gratuito.



I vizi della volontà sono l'errore, il dolo e la violenza.

Si distinguono l'errore vizio e l'errore ostativo. Il primo incide sul processo di formazione della volontà prima che questa sia dichiarata all'esterno. Il secondo cade ad opera della persona o ufficio che ne era stato incaricato. Secondo l'art. 1429 l'errore è essenziale quando: cade sulla natura dell'oggetto del negozio, cade sull'identità della prestazione dell'oggetto, cade sulla qualità della persona dell'altro contraente e quando è stata l'unica ragione del negozio. L'errore è causa di annullabilità del negozio quando sia stato essenziale e riconoscibile dall'altra parte.

Il dolo consiste nell'inganno usato da un contraente nei confronti dell'altro al fine di concludere un negozio. E' causa di annullabilità nel caso in cui i raggiri siano stati tali da concludere un negozio che altrimenti non si sarebbe concluso.

La violenza consiste nella minaccia di un male ingiusto che induce il soggetto a stipulare un negozio non voluto. Determina l'annullabilità quando è tale da far temere al soggetto l'esposizione di sé e dei suoi beni a un male ingiusto e notevole.












La divergenza tra dichiarazione e volontà: la simulazione

Si ha simulazione quando le parti stipulano un negozio che non corrisponde alla realtà del loro rapporto. Può essere assoluta o relativa. E' assoluta quando le parti fingono di stipulare un negozio ma in realtà non vogliono che si producano i suoi effetti; è relativa quando le parti fingono di stipulare un negozio ma in realtà vogliono che si producano gli effetti di un altro negozio.

ESEMPIO: assoluta, quando un individuo vende simulatamene a un altro un immobile per sottrarlo all'esecuzione da parte dei creditori; relativa, un individuo decide di vendere un terreno a un altro e per non are molte tasse scrivono nel contratto un prezzo inferiore a quello reale.

Il negozio simulato non produce alcun effetto tra le parti; è inefficace. Può acquistare efficacia attraverso la revoca dell'accordo simulatorio. Quando la simulazione è relativa ha effetto tra le parti il negozio dissimulato, ma se lo scopo pratico perseguito dalle parti è illecito, il negozio dissimulato è inefficace.




La forma del negozio è il mezzo attraverso il quale le parti manifestano la loro volontà. Esistono svariate forme: scritta, orale e comportamento concludente. Secondo il principio della libertà della forma le parti possono decidere in quale forma manifestare la loro volontà. Altre forme sono: telegramma, telex e telefax. In alcuni casi la legge pone dei limiti a tale libertà a pena di nullità, per esempio il trasferimento della proprietà di immobili o la donazione; tali contratti son detti formali o solenni.<




















Gli elementi accidentali del negozio sono: condizione, termine e modo.

La condizione è la clausola con cui le parti subordinano l'efficacia o lo scioglimento del negozio al verificarsi di un avvenimento futuro e incerto.

-La condizione sospensiva è quella che sospende l'efficacia del negozio fino a che non si sia verificato l'avvenimento.

ESEMPIO: acquistare un appartamento solo nel caso in cui si ottiene il trasferimento della sede di lavoro.


-La condizione risolutiva è quella che prevede lo scioglimento del negozio.

ESEMPIO: non acquistare un appartamento se non si ottiene il trasferimento della sede di lavoro.


-La condizione illecita rende in ogni caso nullo il negozio al quale è apposta.


-La condizione impossibile rende nullo il negozio solo se è sospensiva.


-La condizione potestativa consiste nel fatto volontario di una parte.

ESEMPIO: decidere se fare un viaggio


-La condizione casuale si ha quando l'evento dipende dal caso.

ESEMPIO: se cadrà il governo in carica


-La condizione mista si ha quando concorrono circostanze esterne o volontà di una parte, per esempio se otterrò il mutuo


Il termine è la clausola con cui si stabilisce il momento in cui cesseranno gli effetti del negozio, per esempio un contratto di locazione avrà effetto il 1°gennaio 2002,cesserà il 31dicembre 2001.


Il modo è la clausola che può essere apposta solo ad atti a titolo gratuito allo scopo di limitare l'arricchimento del beneficiario dell'attribuzione mediante l'imposizione di una prestazione connessa con tale arricchimento, per esempio Tizio fa una donazione a Caio ma questo può usufruirne solo donandone una parte.


Invalidità del negozio giuridico: nullità e annullabilità: Il negozio è nullo quando: manca dei suoi requisiti essenziali, è illecito, è contrario a norme imperative e negli altri casi stabiliti dalla legge. La nullità può essere rilevata d'ufficio dal giudice. Un negozio nullo non può essere convalidato.

Il negozio è annullabile quando: al momento della stipulazione una delle parti era incapace di agire, il consenso di uno dei contraenti fu dato per errore, carpito con dolo o estorto con violenza e negli altri casi previsti dalla legge. Può essere sanato mediante convalida. L'azione di annullamento si prescrive in 5 anni. Non può essere rilevata d'ufficio dal giudice.


Quinto modulo: La persona fisica


Si definisce soggetto giuridico chi è titolare di situazioni giuridiche soggettive.


I soggetti del diritto non sono solo le persone fisiche, ma anche gli enti collettivi che hanno ottenuto l'elemento di riconoscimento da parte dell'autorità governativa (personalità giuridica) quindi associazioni riconosciute e fondazioni, ma anche gli enti privi di personalità giuridica.


La capacità giuridica è l'astratta idoneità ad essere titolare di situazioni giuridiche soggettive; viene acquistata con la nascita, e viene persa con la morte fisica.


La capacità d'agire è l'astratta idoneità a svolgere l'attività giuridica relativa alla propria sfera di interessi, e quindi esercitare e trasferire diritti; viene acquistata con il raggiungimento della maggiore età. Talvolta un soggetto maggiore d'età può essere ritenuto dal giudice inidoneo alla cura dei propri interessi; in tal caso viene dichiarato interdetto o inabilitato.


La capacità di intendere e di volere, detta anche capacità naturale di agire, è la capacità d'intendere l'importanza delle proprie azioni e di volerle porre in essere consapevolmente, con maturità di giudizio.

La capacità di intendere è l'attitudine a giudicare gli atti compiuti e i suoi effetti tenuto conto della natura del concreto negozio.

La capacità di volere è la capacità di determinarsi coerentemente all'azione.


L'incapacità legale di agire è una situazione che si ha quando manca la capacità d'agire. Le cause dell'incapacità legale di agire vengono ricondotte dalla legge a tre aspetti della personalità dell'individuo: età, salute e condotta morale. L'incapacità del minore è assoluta. Il minore acquista una capacità d'agire parziale con l'emancipazione che si ha a seguito del matrimonio. Per gli atti di straordinaria amministrazione è necessario che il minore sia assistito da un curatore nominato dal giudice.




L'interdizione giudiziale: il soggetto maggiore d'età che si trova in una condizione abituale di infermità mentale viene privato con una sentenza del giudice, della capacità legale d'agire che lo dichiara interdetto. Il tutore viene nominato dal giudice.


L'inabilitazione: il soggetto maggiore d'età che si trova in una condizione abituale di infermità mentale non tanto grave viene privato con una sentenza del giudice, parzialmente della capacità legale d'agire che lo dichiara inabilitato. Il curatore viene nominato dal giudice.


La legge distingue tra domicilio, residenza e dimora, i luoghi dell'attività della persona.

Il domicilio rappresenta il luogo dove una persona ha fissato il centro dei suoi affari o interessi.

La residenza rappresenta il luogo dove una persona ha la dimora abituale.

La dimora rappresenta il luogo dove una persona soggiorna temporaneamente.


La morte rappresenta la fine della persona fisica e determina importanti conseguenze giuridiche, prima fra tutte quella delle successioni. Talvolta non è possibile stabilire con certezza la morte di una persona. L'ordinamento giuridico distingue tra: ssa, assenza e morte presunta.

La ssa è la situazione che si verifica quando una persona si è allontanata dal luogo di residenza o domicilio e di lei non si hanno notizie. Su istanza degli interessati è possibile che il giudice nomini un curatore che amministri i beni della persona ssa.

Per quanto riguarda l'assenza, trascorsi almeno due anni dal giorno in cui non si hanno più notizie del soggetto è possibile che il giudice ne dichiari l'assenza con una sentenza su istanza degli interessati.

Per quanto riguarda la morte presunta è possibile che sia pronunciata una dichiarazione di morte presunta su istanza degli interessati allorché siano passati dieci anni dalla ssa del soggetto.
























Sesto modulo: I diritti della personalità


I diritti della personalità o diritti fondamentali dell'uomo sono quei diritti che tutelano la persona nei suoi valori essenziali. Secondo l'art. 2 Cost. la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo sia come singolo sia nelle formazioni sociali dove si svolge la sua personalità. Tali diritti tutelano anche lo straniero.

I caratteri comuni ai diritti della personalità sono: l'indisponibilità e la non patrimoniabilità. Non sono disponibili in quanto nessuno può rinunciarvi e non possono essere ceduti ad altri; non sono patrimoniali in quanto non sono commerciabili e non costituiscono oggetto di scambio.

La lesione di tali diritti comporta il generale rimedio del risarcimento del danno che può avvenire per equivalente o in forma specifica. Per equivalente si ha attribuendo al danneggiato una somma di denaro proporzionata al danno subito. In forma specifica si ha con la pubblicazione di stampati e smentite volti ad attenuare il pregiudizio sofferto.


I diritti della personalità si suddividono in diritti di rispetto e diritti di solidarietà.

I diritti di rispetto sono quelli che tutelano diritti come: la vita, la salute, l'integrità morale e fisica, l'identità personale, la riservatezza e le libertà civili.

Il diritto alla vita tutela l'interesse della persona alla propria esistenza.

Il codice civile tutela l'integrità fisica ponendo il divieto della disposizione del proprio corpo contrari all'ordine pubblico e al buon costume.

La salute vene tutelata come diritto inviolabile dell'uomo che comprende anche il benessere psichico. L'integrità morale tutela l'interesse della persona a che le vengano rispettati il suo decoro, il suo onore e la sua reputazione.

Per quanto riguarda l'identità personale nessuno può impedire ad un altro soggetto l'uso del proprio nome.

Il diritto alla riservatezza tutela l'interesse del soggetto a che non siano divulgati i fatti della sua vita privata. Le libertà civili tutelano l'esigenza del soggetto di esplicarsi secondo le proprie scelte.



I diritti di solidarietà tutelano diritti come l'eguaglianza, lavoro e retribuzione, l'assistenza morale e materiale, e la sicurezza sociale.

Per quanto riguarda l'eguaglianza nessuno può discriminare un altro soggetto per la sua razza, cultura, opinione politica o posizione sociale.

Il diritto alla retribuzione è il diritto del lavoratore ad avere una retribuzione sufficiente che assicuri a sé e alla sua famiglia un'esistenza libera e dignitosa.

L'assistenza morale e materiale è l'esigenza dell'uomo fino al raggiungimento dell'età adulta necessaria per la sua formazione.

Per quanto riguarda la scurezza sociale, la Costituzione garantisce agli inabili al lavoro le cure sanitarie e il diritto al mantenimento.
































Settimo modulo: Le persone giuridiche


Le organizzazioni collettive vengono denominate persone giuridiche per distinguerle dall'uomo che rappresenta la persona fisica. Le persone giuridiche sono caratterizzate dal possedere la cosiddetta personalità giuridica che rappresenta l'elemento formale d riconoscimento che viene dato dall'autorità governativa.

Esistono enti con finalità economiche e enti con finalità non economiche. I primi conseguono la loro personalità giuridica iscrivendosi all'albo delle imprese istituto presso la Camera di Commercio. I secondi conseguono la loro personalità giuridica iscrivendosi all'albo delle persone giuridiche istituito presso le Prefetture.


Le associazioni riconosciute sono organizzazioni stabili formate da una pluralità di persone che avvalendosi di un patrimonio perseguono uno scopo comune di natura non economica. Si costituisce mediante contratto che vene redatto in forma di atto pubblico. Tale contratto talvolta si scompone materialmente in due parti: l'atto costitutivo e lo statuto. Il patrimonio dell'associazione è costituto dal contributo degli associati e dagli eventuali acquisti successivi. Gli organi essenziali sono: l'assemblea e gl amministratori. L'assemblea è un organo collegiale alla quale partecipano tutti gli associati che deliberano sulla vita dell'associazione. Gli amministratori hanno funzioni esecutive e di rappresentanza dell'ente. L'associazione si estingue quando lo scopo è stato raggiunto, quando è stato impossibile raggiungerlo, e quando son venuti a mancare tutti gli associati.

Le fondazioni sono organizzazioni stabili create per la gestione di un patrimonio autonomo destinato al perseguimento di uno scopo di pubblica utilità prestabilito da un fondatore. Possono essere costituite mediante atto unilaterale tra vivi per il quale è richiesta la forma di atto pubblico o per testamento. Nel secondo caso l'atto di fondazione diviene efficace alla morte del fondatore. Nelle fondazioni non vi è un'assemblea; gli amministratori vengono nominati nell'atto costitutivo. Il patrimonio dell'associazione è costituto dal contributo degli associati e dagli eventuali acquisti successivi. si estingue quando lo scopo è stato raggiunto, quando è stato impossibile raggiungerlo.




Ottavo modulo: Gli enti non riconosciuti


Gli enti non riconosciuti sono formati da una pluralità di persone che avvalendosi di un patrimonio perseguono uno scopo comune Sono caratterizzati da un'autonomia patrimoniale imperfetta in quanto privi della personalità giuridica. Il patrimonio è costituto dal contributo degli associati.



Associazioni non riconosciute

Sono associazioni non riconosciute quelle che non hanno chiesto il riconoscimento dell'autorità governativa o se anche l'hanno chiesta non l'hanno ottenuta. Ciò che regola l'organizzazione è l'accordo degli associati. Il patrimonio è costituto dal contributo degli associati. L'assenza di riconoscimento implica l'assenza di controlli da parte dell'autorità governativa.



I comitati sono costituiti da più persone con lo scopo di raccogliere presso il pubblico fondi da destinare a una finalità di interesse collettivo. Si presenta di solito come un ente privo della personalità giuridica. Se il comitato è privo di personalità giuridica, i suoi componenti rispondono personalmente alle obbligazioni assunte.

























Dodicesimo modulo: I beni e i diritti reali


- L'art. 810 definisce beni le cose che possono formare oggetto di diritto.

L'art. 812 distingue due grandi categorie di beni: beni immobili e ben mobili. Sono immobili quei beni che sono attaccati al suolo naturalmente o artificialmente come sorgenti o corsi d'acqua. Sono mobili tutti gli altri beni comprese le energie naturali che hanno un valore economico. Tra questi beni si una trova una categoria intermedia di beni rappresentata dai beni mobili registrati come macchine, aerei o navi, il cui trasferimento comporta la trascrizione in pubblici registri. Altre importanti classificazioni di beni sono:

-beni generici e specifici: i primi sono presi in considerazione in rapporto al numero, al peso e alla misura, per esempio 10quintali di grano; i secondi in rapporto alla loro identità, per esempio quel dato terreno.

-beni fungibili e infungibili: i primi sono sostituibili fra loro, per esempio 2auto nuove identiche; i secondi hanno caratteristiche che li rendono insostituibili, per esempio un'auto usata.

-Beni consumabili e inconsumabili: i primi si consumano dopo l'uso come il cibo; i secondi consentono un uso ripetuto nel tempo anche se l'uso può deteriorarli come gli elettrodomestici.

-Beni divisibili e indivisibili: i primi possono essere divisibili in più parti ciascuna di esse non perde la sua qualità e funzione economica, come un fondo; i secondi non possono essere frazionabili come un cavallo da corsa.


- Un'altra importante categoria di beni è rappresentata dai frutti, che possono essere naturali o civili. Sono naturali quelli che provengono direttamente dalla cosa eventualmente mediante l'opera dell'uomo, come la legna; sono civili quelli che si ritraggono dalla cosa come corrispettivo del godimento che altri ne abbia, come gli interessi dei capitali dati a mutuo.


-La proprietà e i diritti sulle cose vengono denominati diritti reali. I caratteri essenziali dei diritti reali vengono individuati:

nella inerenza, in quanto il titolare di una cosa può inseguirla e può andare a riprendersela ovunque essa si trovi, come il trasferimento del diritto di proprietà.

nella opponibilità, in quanto il titolare può esigerne da tutti il rispetto;

nella assolutezza, nel senso che tutti devono astenersi dal compiere atti che turbino l'esercizio dell'altrui diritto;

nella immediatezza, nel senso che il titolare del diritto soddisfa il suo interesse attraverso una diretta utilizzazione della cosa.







Tredicesimo modulo: La proprietà


L'art. 832 definisce il diritto di proprietà come il diritto di godere e di disporre delle cose in modo pieno ed esclusivo entro i limiti e con l'osservanza degli obblighi stabiliti dalla legge. Secondo l'art. 42 al comma 2 la proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti.

Un limite al diritto d proprietà è il divieto agli atti emulativi, nel senso che nessuno può compiere atti che  recano molestia ad altri.


La proprietà fondiaria viene disciplinata all'art. 840 come la proprietà del suolo che si estende al sottosuolo con tutto ciò che esso contiene e allo spazio aereo sovrastante, eccetto le cave, le miniere e le torbiere che rientrano nei beni indisponili dello Stato.

Il proprietario di un fondo non può impedire le immissioni di fumo o di calore, le esalazioni e simili proazioni se non superano la normale tollerabilità. Spetta all'autorità giudiziaria, giudicare nei singoli casi concreti.

Altri limiti al diritto della proprietà sono: le distanze legali, il muro sul confine e le luci e vedute. Le costruzioni su fondi confinanti devono essere a una distanza di almeno 3 metri; il proprietario di un fondo può ottenere la comunione del muro ando la metà del valore del muro e la metà del valore del suolo su cui è costruito. Le luci sono le aperture che permettono il passaggio alla luce e all'aria e devono essere munite di grate o inferriate. Le vedute sono le finestre che permettono di affacciarsi in tutte le direzioni e possono essere aperte solo a certe altezze.











Il diritto di proprietà può acquistarsi a titolo originario o derivativo. E' a titolo originario quando una persona acquista la proprietà in maniera autonoma dal diritto di un eventuale precedente proprietario. E' a titolo derivativo quando avviene in forza del trasferimento da parte del precedente titolare del diritto stesso. Colui che trasferisce il diritto è detto dante causa, colui che lo acquista viene detto avente causa.

I modi di acquisto a titolo originario sono:

- l'occupazione che consiste nella presa di possesso di una cosa mobile che non è di proprietà di alcuna persona;

- l'invenzione: chi trova una cosa mobile smarrita la deve restituire al sindaco del luogo; se il proprietario non viene a riprendersela entro un anno, il ritrovatore ne diventa proprietario.

- l'accessione si ha quando una proprietà attrae nella sua sfera di appartenenza altre cose facendole di sua proprietà. Può avvenire anche per fatto naturale: per unione e commistione quando due cose mobili appartenenti a diversi soggetti si mescolano tra loro formando un'unica cosa difficile da separare; per specificazione, quando un soggetto utilizza materiali altrui ando al proprietario il prezzo della materia.



Le azioni a difesa della proprietà sono:

azione di rivendicazione che viene fatta dal proprietario quando un terzo possiede una sua cosa; egli può chiedere una sentenza che riconosca il suo diritto di proprietà e ne disponga la restituzione;

azione negatoria che viene fatta dal proprietario per far dichiarare l'inesistenza di diritti affermati da altri sulla cosa quando ha motivo di temerne pregiudizio;

azione di regolamento di confini viene effettuata quando il confine tra i due fondi non è certo;

azione di apposizione di termini viene effettuata quando il confine tra i due fondi è certo ma i termini che lo contrassegnano manchino o siano irriconoscibili.








Quattordicesimo modulo: I diritti reali di godimento su cosa altrui


I diritti reali di godimento su cosa altrui sono diritti limitati perché si esercitano sempre su cose di proprietà altrui. Si suddividono in due categorie: diritti reali di godimento e diritti reali di garanzia.


L'usufrutto è il diritto di godere di un bene di proprietà altrui e di farne propri i frutti con l'obbligo di rispettarne la destinazione economica e di restituirlo al proprietario allo scadere del termine stabilito. Il titolare del dritto è detto usufruttuario, mentre il proprietario è detto nudo proprietario. L'usufrutto può sorgere in forza di legge, in forza di un atto di autonomia privata e per usucapione. Può estinguersi per morte dell'usufruttuario, per prescrizione, per abuso del diritto o per perimento dello stesso.


L'uso è il diritto di servirsi di una cosa altrui e se fruttifera di farne propri i frutti limitatamente ai bisogni propri e a quelli della famiglia. Si estingue con la morte dell'usuario. Quando il diritto d'uso ha per oggetto un bene immobile si parla di diritto di abitazione; tale diritto consiste nella facoltà d'uso dell'immobile altrui al solo scopo di abitarvi; è incedibile ed è limitato al soddisfacimento dei bisogni propri.


La servitù prediale viene definita come il peso imposto su un fondo detto servente per l'utilità di un altro fondo detto dominante. I caratteri essenziali della servitù prediale sono: l'utilità, i due fondi devono appartenere a proprietari diversi, i fondi devono essere vicini. Le servitù possono essere:

- apparenti e non apparenti: per l'esercizio delle prime devono esistere opere visibili e permanenti, come la servitù di acquedotto; per le seconde non è richiesto come le servitù di non costruire;

- continue e discontinue: solo le seconde richiedono l'intervento umano come la servitù di attingere acqua dal fondo vicino.

- affermative e negative: le prime consentono al proprietario del fondo dominante di svolgere un'attività sul fondo servente, come il pascolo del bestiame; le seconde impongono al proprietario del fondo servente di non svolgere alcuna attività sul proprio fondo come non costruire.

Si costituiscono in forza di legge, per volontà privata, per destinazione del padre di famiglia e per usucapione.

Si estinguono per rinuncia da parte del proprietario del fondo dominante, per prescrizione e per confusione.







Il diritto di superficie è il diritto di costruire o mantenere una costruzione al di sopra o al di sotto del fondo altrui, come la costruzione di edicole sul suolo pubblico. Tale diritto può assumere due diverse conurazioni:

- il proprietario del suolo può concedere al superficiario il diritto di costruire sul proprio suolo; una volta costruito l'edificio il superficiario ne acquista la proprietà.

- il proprietario di un immobile aliena al superficiario la proprietà dell'edificio esistente sul suo fondo riservandosi la proprietà del suolo.

Si costituisce in forza di un atto di autonomia privata per contratto a titolo oneroso o gratuito, o per testamento che deve essere trascritto, o per usucapione: allo scadere del termine la proprietà della costruzione si trasferisce nella sfera patrimoniale del proprietario del suolo.

Il diritto di superficie è alienabile, ipotecabile e trasmissibile agli eredi.

Si estingue per scadenza del termine, per perimento del suolo ma se perisce la costruzione il superficiario ha diritto di ricostruire, per consolidazione ovvero quando diritto di superficie e proprietà si riuniscono nella stessa persona, e per prescrizione estintiva.


L'enfiteusi è il diritto di godere del fondo altrui con l'obbligo di migliorarlo e di are un canone annuo in denaro o derrate. Colui che concede il diritto è detto concedente; colui a cui viene concesso è detto enfiteuta. Si costituisce per volontà privata tramite contratto per iscritto a pena di nullità o per testamento; devono essere trascritti per essere opponibili ai terzi, e per usucapione perpetua o a tempo determinato. Si estingue per affrancazione da parte dell'enfiteuta consistente nel diritto di acquistare la proprietà del fondo mediante il amento di una somma di denaro pari a 15volte il canone enfiteutico, o per devoluzione da parte del concedente che consiste nel liberare il fondo dall'enfiteuta in quanto non porta miglioramenti al fondo, o per scadenza del termine, per confusioni, per prescrizione estintiva o per espropriazione del fondo per pubblico interesse.


L'azione a difesa dei diritti reali è l'azione confessoria; attraverso l'esercizio di tale azione, si chiede il riconoscimento giudiziale del diritto reale nei confronti di chi ne contesta la sussistenza.





Quindicesimo modulo: La comunione


Si parla di comunione quando un diritto soggettivo appartiene a più soggetti; quando tale diritto è la proprietà si parla di comproprietà. Ciascuno dei comunisti, vale a dire i parteciparti alla comunione, è titolare di una quota ideale del bene che serve ad individuare i limiti entro i quali ciascuno dei contitolari può esercitare i propri poteri di godimento della cosa comune e nello stesso tempo come devono essere ripartiti gli oneri.

ESEMPIO: se una persona è comproprietaria di un fondo per 1/3 essa ha il diritto di partecipare al godimento del fondo nella misura di 1/3, di percepirne le rendite nella misura di 1/3, contribuirne alle spese per 1/3 e qualora la comunione venisse sciolta vedersi assegnare una parte del fondo pari a 1/3.

- La comunione è forzosa quando è imposta per legge, come la comunione forzosa del muro di confine tra due fondi; è volontaria quando sorge in base a un atto di autonomia privata, come un contratto in forza del quale due persone acquistano un'auto; è incidentale quando deriva da un fatto casuale, come la comunione dei coeredi sul patrimonio del defunto.

- Tutti i partecipanti alla comunione hanno diritto di concorrere all'amministrazione della cosa comune. Gli atti di amministrazione sono decisi secondo il principio maggioritario.

Per gli atti di ordinaria amministrazione è necessaria la maggioranza semplice;

per gli atti di straordinaria amministrazione son necessari i 2/3 del valore complessivo della cosa comune;

per gli atti di alienazione o di costituzione di diritti reali sul fondo comune è necessario il consenso unanime dei partecipanti.

- La comunione si scioglie con la divisione; ogni comunista può richiedere lo scioglimento della comunione a meno che non sia vincolato a restare per un dato tempo che comunque non deve superare 10anni. Se la cosa può essere facilmente divisibile si procede in natura assegnando a ciascun contitolare una parte fisicamente determinata del bene proporzionata alla sua quota. Se la cosa può essere divisa ma non proporzionalmente rispetto le quote, chi riceve una parte inferiore rispetto alla sua, riceve anche una somma di denaro. Se la cosa non è divisibile la comunione non può essere sciolta, ma i partecipanti possono alienare il bene e dividere il ricavato secondo le quote.


Per quanto riguarda il condominio degli edifici, ciascun condominio può utilizzare le parti comuni dell'edificio e deve contribuire alle spese necessarie per la loro gestione e manutenzione. Le decisioni relative all'uso e all'amministrazione delle parti comuni sono prese dall'assemblea dei condomini. Se i condomini sono più di 4 deve essere nominato un amministratore. Se i condomini sono più di 10 deve essere formato un regolamento di condominio.




Sedicesimo modulo: La trascrizione


La trascrizione è il modo legale per rendere conoscibili ai terzi le vicende giuridiche relative ai beni immobili e ai beni mobili registrati. Essa ha solo efficacia dichiarativa nel senso che il suo effetto è solo quello di rendere l'atto opponibile ai terzi.

La funzione principale della trascrizione è quella di risolvere i conflitti tra più acquirenti dello stesso bene immobile.

Secondo il principio di priorità della trascrizione, tra i diversi acquirenti in conflitto prevale chi per primo ha trascritto il suo titolo d'acquisto. Per esempio, si devono rendere pubblici col mezzo della trascrizione contratti che trasferiscono la proprietà di beni immobili e che costituiscono, trasferiscono, modificano o estinguono diritti reali di godimento su cosa altrui, contratti che attribuiscono diritti personali di godimento su beni immobili se superano una certa durata come locazione ultranovennale, atti a causa di morte riguardanti diritti reali immobiliari come l'accettazione di un'eredità che comprende beni immobili e le domande giudiziali con cui si aprono procedimenti relativi ad atti soggetti a trascrizione.

Secondo il principio di continuità delle trascrizioni, la trascrizione a carico di un soggetto è senza effetto se non è trascritto l'atto anteriore d acquisto; affinché la trascrizione produca i suoi effetti, è necessario che dai pubblici registri risulti sotto i nominativi dei successivi proprietari del bene una serie ininterrotta di trascrizioni.

























Diciassettesimo modulo: Il possesso


L'art. 1140 definisce il possesso come il potere sulla cosa. Si può iniziare a possedere in modo originario o in modo derivativo. In modo originario mediante apprensione del bene d'iniziativa del soggetto; in modo derivativo in seguito della consegna del bene da parte di un altro soggetto.


Per quanto riguarda i periodi di possesso di persone diverse si possono distinguere due ure:

-successione nel possesso: in caso di successione a titolo universale l'erede continua il possesso del defunto con effetto dell'apertura della successione;

-accessione del possesso: il successore a titolo particolare non continua il possesso del suo dante causa ma può unire il proprio possesso a quello del suo autore al fine di goderne gli effetti.


E' possessore di buona fede chi possiede ignorando l'altruità della cosa. Non può godere degli effetti del possesso di buona fede chi pur ignorando l'altruità della cosa poteva venirne a conoscenza con un minimo di diligenza.


L'usucapione è un modo d'acquisto della proprietà a titolo originario.

Usucapione ordinaria: 20 anni per beni immobili e universalità di mobili; 10 anni per beni mobili registrati.

Usucapione abbreviata: chi acquista in buona fede da chi non è proprietario un bene immobile in forza di un titolo idoneo a trasferire la proprietà e che sia stato trascritto, ne compie usucapione con il decorso di 10 anni dalla data di trascrizione.

L'art. 1163 disciplina il momento in cui inizia a decorrere il tempo necessario per l'usucapione:

- se il possesso fu iniziato in modo violento il termine decorre soltanto dal momento in cui ebbe fine la violenza;

- se un soggetto ha il possesso corrispondente all'esercizio di un diritto reale su cosa altrui, il tempo necessario ad usucapire la proprietà decorre soltanto se e quando il titolo del possesso è mutato in forza di un'opposizione da lui fatta contro il proprietario o per una causa proveniente da un terzo.


Le azioni possessorie sono: azione di reintegrazione, di manutenzione, di manutenzione recuperatoria e di nunciazione. La prima spetta al possessore che è stato spogliato violentemente del bene ed è volta a ottenere la restituzione della cosa. La seconda è diretta alla cessazione delle turbative. Per la terza l'azione può essere esperita anche da colui che ha subito uno spoglio non violento al fine di essere rimesso nel possesso del bene. La quarta azione può essere la denuncia di una nuova opera e la denuncia di un danno temuto.




Ventiquattresimo modulo: Il contratto


L'articolo 1173 elenca tra le fonti delle obbligazioni il contratto, cioè una delle possibili fattispecie costitutive; esso può produrre effetti obbligatori e reali.

L'art. 1321 definisce il contratto come l'accordo fra due o più parti diretto a costituire, regolare o estinguere tra loro un rapporto giuridico patrimoniale.

Esso è un negozio bi o plurilaterale avente contenuto patrimoniale e in quanto perfetto è necessario che la manifestazione di volontà di una parte si incontri con la manifestazione di volontà di almeno un'altra parte, occorre cioè che si formi un accordo.

L'accordo può essere espresso o tacito. E' espresso quando la volontà è dichiarata mediante i mezzi del linguaggio; è tacito quando si utilizzano comportamenti che per il loro significato univoco, implicano una determinata volontà, e che per questo sono detti concludenti.

La formazione del contratto avviene attraverso lo scambio di proposta e accettazione, che sono atti giuridici in senso stretto, detti anche atti prenegoziali. La proposta è la manifestazione di volontà con cui una parte si assume l'iniziativa contrattuale e individua il contenuto sostanziale del contratto che intende concludere.

L'accettazione è la manifestazione di volontà con cui la parte che riceve la proposta, detta parte oblata, esprime il suo consenso in ordine al programma contrattuale.

-Sino a quando il contratto non si è perfezionato, le parti possono revocare proposta e accettazione.

-Un contratto viene detto concluso quando proposta e accettazione si incontrano.


L'offerta al pubblico è destinata ad una generalità di individui e si conura come una vera e propria proposta contrattuale soltanto quando contiene gli estremi essenziali del contratto alla cui conclusione è diretta.



Il proponente al fine di agevolare la conclusione del contratto può precludersi la facoltà di revoca impegnandosi a mantenere ferma la proposta per un certo periodo di tempo; l'oblato ha tutto il tempo per valutare la convenienza dell' affare, mentre il proponente non può più interferire nella stipulazione del contratto.

L'effetto dell'irrevocabilità della proposta può essere raggiunto anche attraverso il contratto di opzione che sorge in forza di un accordo.

L'effetto dell'irrevocabilità della proposta può anche derivare dalla legge: l'art. 1333 stabilisce che la proposta diretta a concludere un contratto da cui derivino obbligazioni per il solo proponente (contratti unilaterali), è irrevocabile appena giunge a conoscenza della parte alla quale è destinata.








Gli altri procedimenti di formazione del contratto sono:

-contratto concluso mediante l'inizio dell'esecuzione: l'art. 1327 dispone che nei casi in cui, su richiesta del proponente la prestazione debba eseguirsi senza preventiva risposta, il contratto si perfeziona nel tempo e nel luogo in cui ha avuto inizio l'esecuzione.


-contratti reali: l'art. 1326 dispone che per il perfezionamento del contratto è necessaria la consegna della cosa, ad esempio mutuo, deposito, pegno e comodato.


-adesione a contratto aperto: l'art. 1332 dispone che il contratto già stipulato tra altre parti prevede la possibilità di una successiva adesione; sono contratti in cui le parti perseguono uno scopo comune, compatibile con l'adesione successiva di altri soggetti.


-contratto di serie: l'art. 1341 dispone che il contenuto del contratto viene predisposto unilateralmente mentre l'altra parte si limita ad aderirvi. Le clausole vessatorie sono tali quelle che stabiliscono particolari vantaggi per il predisponente od oneri per l'aderente; non hanno effetto se non sono specificatamente approvate per iscritto dall'aderente.


La responsabilità contrattuale

L'art. 1337 dispone che le parti nello svolgimento delle trattative devono comportarsi secondo buona fede, cioè in modo corretto e leale. Non si comporta secondo buona fede chi recede dalle trattative ingiustificatamente, chi usa violenza,inganno e reticenza per concludere un contratto, chi divulga le notizie riservate, chi non compie gli atti necessari per la validità ed efficacia e chi è a conoscenza delle cause di invalidità.

-La violazione della regola di correttezza durante la fase precontrattuale costituisce illecito civile e obbliga il responsabile a risarcire il danno.


Il contratto preliminare viene stipulato allorché le parti vogliono vincolarsi l'una con l'altra ma non intendono concludere il contratto immediatamente. Esse hanno però l'obbligo di concludere il contratto definitivo entro un certo termine. Qualora una delle parti si rifiuti di prestare il suo consenso per concludere il contratto, l'altra parte potrà ottenere il risarcimento del danno e chiedere al giudice una sentenza costitutiva con la quale verranno prodotti gli effetti che avrebbe dovuto produrre il contratto. Affinché il preliminare sia valido è necessario che sia della stessa forma che la legge prescrive per il definitivo.






La prelazione trova la sua fonte in un accordo detto patto di prelazione;

può essere volontaria o legale. La prima ha efficacia obbligatoria e non è opponibile ai terzi; in caso di violazione del patto il beneficiario potrà chiedere soltanto il risarcimento del danno. La seconda è opponibile ai terzi; in caso di violazione il beneficiario ha il diritto di riscattare il bene del terzo acquirente acquistandolo coattivamente con una manifestazione unilaterale di volontà, detta diritto potestativo di retratto.


Effetti del contratto tra le parti

L'art. 1372 sancisce che il contratto ha forza di legge tra le parti; ciò significa che l'accordo tra le parti si traduce in un complesso di regole che una volta poste, vincolano le parti. Il contratto può essere sciolto per mutuo consenso o per cause ammesse dalla legge. Le parti possono pattuire il diritto di recesso con il quale possono liberarsi unilateralmente dagli impegni assunti con il contratto; tale diritto può essere esercitato soltanto finché il contratto non abbia avuto un principio di esecuzione. Talvolta tale diritto viene attribuito a una caparra penitenziale, somma di denaro data al momento della stipulazione del contratto, o multa penitenziale nel momento in cui viene esercitato il diritto di recesso.


L'interpretazione del contratto è quell'attività volta ad accertare il significato di ciò che le parti hanno pattuito.

L'art. 1362 dispone che l'interprete non deve limitarsi al senso letterale delle parole e deve capire quale sia stata la volontà delle parti oggettivata nell'accordo. Secondo il 2°comma dell'art. 1362 il contratto deve essere interpretato secondo buona fede, e valutato in relazione al comportamento delle parti, anteriore e posteriore alla conclusione del contratto. La buona fede impone di tutelare il ragionevole affidamento della parte in relazione al significato che una persona corretta e leale attribuirebbe all'accordo. Esistono però dei casi nei quali possono essere attribuiti due significati diversi al contenuto contrattuale; per ovviare a tale problema il legislatore ha dettato dei criteri di obiettiva opportunità tale da consentire una scelta tra i due significati. Il criterio contenuto nell'art. 1367 è ispirato al principio di conservazione del contratto secondo cui, il contratto deve interpretarsi nel senso in cui può avere qualche effetto; il criterio contenuto nell'art. 1370 secondo cui, il contratto deve interpretarsi nel senso in cui non produce effetto; quello contenuto nell'art. 1371 secondo cui,qualora nonostante l'applicazione delle norme contenuta nel capo relativo all'interpretazione del contratto, il contratto rimanga oscuro, esso deve essere inteso nel senso meno gravoso per l'obbligato se è a titolo gratuito, e nel senso che realizzi l'equo contemperamento degli interessi delle parti, se è a titolo oneroso.






L'integrazione del contratto

L'integrazione del contratto prevede che il contratto vincoli le parti a quanto in esso è stabilito e a quanto disposto dalla legge in mancanza degli usi e delle equità; tale integrazione vale a risolvere i problemi posti dalle eventuali lacune contrattuali facendo ricorso a norme suppletive. Una delle più importanti fonti legali dell'integrazione del contratto è la buona fede intesa come regola di condotta alla quale debbono attenersi le parti contraenti.


I diversi tipi di efficacia

Contratti con effetti obbligatori: programmano la nascita di rapporti obbligatori.

Contratti con effetti reali o traslativi: hanno ad oggetto il trasferimento di un diritto reale da un soggetto ad un altro;affinché l'effetto traslativo si produca è necessario che la cosa sia determinata e che appartenga a colui che la trasferisce. Rientrano in tali contratti anche quelli con cui si costituiscono su una cosa, diritti reali limitati.


-Il principio di consenso traslativo è il principio secondo cui il consenso è di per sé idoneo a produrre effetti reali; è espressione del principio consensualistico secondo cui il consenso delle parti legittimamente manifestato è idoneo a produrre gli effetti programmati, reali od obbligatori che siano.


Principio della relatività del contratto: l'art. 1372 dispone che il contratto non produce effetti rispetto ai terzi eccetto i casi previsti dalla legge; in questa regola trova espressione il principio di relatività del contratto secondo cui, la regola della relatività del contratto è posta a tutela della libertà dei soggetti. Essa non conosce deroghe in riferimento agli effetti sfavorevoli per il terzo. L'art. 1411 riconosce il contratto a favore di terzi, pattuizione che accede a un contratto tipico o atipico tendente a deviare gli effetti contrattuali dalla sfera dello stipulante a quella di un terzo, consentita nel caso che lo stipulante abbia un interesse anche di natura non patrimoniale. La mancanza dell'interesse provoca la nullità della stipulazione a favore del terzo ma il contratto continuerà a produrre effetti tra le parti.


La rilevanza esterna si manifesta nel fatto che i terzi hanno il dovere di rispettare le posizioni giuridiche sorte dal contratto; il contratto può costituire il presupposto di posizioni giuridiche riguardanti i terzi; si manifesta inoltre nella cosiddetta opponibilità dei contratti di alienazione a quei terzi che vantano posizioni giuridiche in conflitto con quella dell'acquirente.










Cessione del contratto: ssione del contrattoibilità dei contratti d alienazione a quei terzi che vantano posizioni giuridiche in conflitto con quella si ha quando si ha la sostituzione di un soggetto a quello originario nel rapporto contrattuale, purché l'altro contraente vi consenta; ciò consiste nel trasferimento di diritti e obblighi nascenti dal contratto. Il cedente è tenuto a garantire la validità del contratto.



Subcontratto: si da luogo a un nuovo contratto che si aggiunge al precedente (contratto base) che ha per oggetto posizioni giuridiche derivanti dalla cessione del contratto. E' un contratto mediante il quale una parte reimpiega nei confronti di un terzo la posizione che gli deriva da un contratto in corso. ESEMPIO: conduttore che subloca l'immobile assume la qualità di sublocatore; l'appaltatore che subappalta l'opera assume quella di committente.


L'invalidità del contratto: ci sono due forme di invalidità del contratto, la nullità e l'annullabilità. La nullità è la forma più grave d'invalidità. E' prevista ogni volta che si viola una norma posta a tutela di un interesse generale dell'ordinamento; può essere rilevata d'ufficio dal giudice. Il contratto nullo non può essere convalidato ed è inefficace.

L'annullabilità è prevista ogni volta che si viola una norma posta a tutela di un interesse particolare dell'ordinamento. Il contratto annullabile è provvisoriamente efficace. Può essere rilevata d'ufficio dal giudice e si prescrive in 5anni. Il contratto annullabile può essere sanato mediante convalida.


Rescissione: è un rimedio posto a tutela di chi contrae a condizioni inique per il suo stato di pericolo o per il suo stato di bisogno. Il contratto concluso in stato di pericolo si ha quando una parte è spinta a contrarre dalla necessità di salvare sé o altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, tale necessità è nota alla controparte o sulla spinta della necessità la parte ha assunto obbligazioni a condizioni inique.

ESEMPIO: è il caso di colui che per salvare un amico disperso in montagna si obbliga a are una somma di denaro alla guida alpina per iniziare le ricerche.

Il contratto concluso in stato di bisogno si ha quando tra la prestazione di una parte e quella dell'altra vi è una sproporzione tale che il valore dell'una risulti inferiore alla metà del valore della controprestazione, o tale sproporzione è dipesa dallo stato di bisogno inteso come difficoltà economica di una parte, del quale l'altra ha approfittato per trarne vantaggio.

ESEMPIO: è il caso di colui che pressato dalla necessità di denaro vende una cosa ad un prezzo inferiore del valore reale.

L'azione di rescissione spetta solo al contraente che ha stipulato in stato di pericolo o bisogno e si prescrive in un anno dalla data di stipulazione del contratto; essa elimina gli effetti prodotti dal contratto. Tale contratto non può essere convalidato.






Scioglimento del contratto: L'art. 1372 afferma che un contratto può essere sciolto per mutuo consenso o per cause ammesse dalla legge. Quando si verifica una causa di scioglimento viene tolta forza di legge alle regole con cui le parti hanno disciplinato i propri interessi, viene sciolto cioè il vincolo contrattuale.


Risoluzione: è un rimedio che riguarda i contratti a prestazioni corrispettive, contratti nei quali la prestazione di una parte trova la sua giustificazione nella controprestazione dell'altra. Le cause sono: inadempimento, impossibilità sopravvenuta ed eccessiva onerosità sopravvenuta.

Di fronte all'inadempimento di una parte, l'altra ha la facoltà di chiedere al giudice che condanni l'inadempiente ad eseguire la prestazione dovuta, o può proporre l'azione di risoluzione per sciogliere il vincolo contrattuale; per ottenere la risoluzione bisogna dimostrare che l'inadempimento non è di scarsa importanza. La risoluzione per inadempimento è pronunciata dal giudice mediante sentenza costitutiva; in casi particolari il contratto si risolve per il prodursi di determinate circostanze, risoluzione di diritto.

-La diffida ad adempiere disciplinata dall'articolo 1454 dispone che alla parte inadempiente l'altra può dichiarare per iscritto di adempiere entro un certo termine (di solito 15giorni) oltre il quale il contratto si intenderà risolto.

- L'art. 1456 dispone che le parti possono stabilire che il contratto si risolva se una determinata obbligazione da questo nascente, non sarà esattamente e adempiuta per tempo. Affinché si verifichi la risoluzione è necessario inoltre che l'inadempiente dichiari all'altra di volersi avvalere della cosiddetta clausola risolutiva espressa.

- L'art. 1457 disciplina il termine essenziale cioè un termine fissato per l'esecuzione della prestazione di una parte che deve considerarsi essenziale in relazione all'interesse dell'altra e alla scadenza di detto termine il contratto si considera risolto.

Secondo l'art. 1256 l'impossibilità sopravvenuta della prestazione per causa non imputabile al debitore estingue l'obbligazione. Se trova la sua fonte in un contratto a prestazioni corrispettive, produce un effetto più ampio: estingue l'obbligazione e risolve il contratto. Se la prestazione di una parte è divenuta solo parzialmente impossibile, l'altra ha diritto a una riduzione della prestazione da essa dovuta; può

inoltre recedere dal contratto.

In caso di eccessiva onerosità, può accadere che l'equilibrio tra le due prestazioni subisca un'alterazione per cui una prestazione diventi più onerosa dell'altra; la parte che deve eseguire la prestazione divenuta onerosa può chiedere la risoluzione del contratto; l'altra parte invece può chiedere che vengano modificate le condizioni del contratto in modo equo.







Scioglimento volontario: l'art. 1372 prevede la possibilità per i contraenti di sciogliere il contratto con un accordo idoneo.

L'art. 1373 prevede la possibilità per una delle parti di sciogliere unilateralmente il contratto allorché tale possibilità sia stata espressamente accordata.























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