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LA PLEBE E IL CONFLITTO TRA I DUE ORDINI
Lo sviluppo della storia di Roma è caratterizzato in questo periodo dal conflitto tra patriziato e plebe, conflitto che viene completamente superato con la piena vittoria della seconda.
La plebe conurò un organizzazione distinta da quella delle gentes patrizie, che avevano formato la civitas e ne detenevano il potere; vi mancava, almeno nella fase più antica, la struttura gentilizia, aveva dei propri culti, propri templi, e doveva avere dei capi nei sacerdoti, detti aediles. In questa dualità la coesistenza doveva essere regolata da rapporti di convivenza che dovevano presentarsi spontanei, nel modo stesso in cui la plebe si era formata, in una supremazia dell' organizzazione patrizia, più specificamente in quella protezione del re sulla plebe, adombrata dalla tradizione .
In epoca storica i tribuni della plebe non potevano essere meno di dieci. Sul numero originario vi è qualche incertezza: in origine secondo la versione più diffusa sarebbero stati due; poi nel 471 sarebbero stati portati a quattro o cinque per raggiungere il numero di dieci nel 457. Ma questi dati sono tutt' altro che sicuri. I tribuni venivano eletti nei concilii tributi della plebe; in epoca più antica se non si raggiungeva il numero, gli altri sarebbero stati scelti per cooptazione dagli eletti. Quanto al potere dei tribuni esso fu assunto nella civitas attraverso la costituzionalizzazione di quella funzione di difesa dei plebei che costituiva la sostanza della sua genesi; e mentre i tribuni ci appaiono a capo della lotta che la plebe conduce contro il patriziato, la loro posizione e funzione si va estendendo e rafforzando. Il compito con cui ci vengono presentati al loro riconoscimento è quello della difesa del singolo plebeo contro l' imperium dei magistrati patrizi; di qui si svolse la intercessio, il diritto di veto, arma poderosa esercitata nell' interesse della plebe, con la quale i tribuni potevano fermare qualsiasi atto dei pubblici poteri e arrestare la macchina dello Stato; arma tuttavia essenzialmente negativa, dal momento che i tribuni non avevano né gli auspicia, né l' imperium.
Accanto ai tribuni troviamo gli edili della plebe, che venivano anch' essi proclamati inviolabili, come i tribuni, e che probabilmente, erano i più antichi rettori-sacerdoti della plebe; essi conservavano una posizione inferiore rispetto ai tribuni, dovevano fungere da tesorieri e da archivisti della plebe, potevano essere delegati dai tribuni a determinate funzioni. Oltre ai tribuni e agli edili, la legge sacrata, menziona i iudices decemviri, di cui non abbiamo notizie.
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