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LO STATO - Stato e società civile, Lo stato apparato, Caratteristiche dello stato moderno, Il potere politico

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1. LO STATO


Caratteristiche dello stato moderno

Lo stato è sorto recentemente, in Europa fra il 1400 e il 1600, poi nel resto del mondo e in Africa dopo la Seconda Guerra Mondiale con la decolonizzazione. Ogni stato è formato da:

un territorio delimitato da confini;

un popolo;

un apparato che esercita il potere politico sul territorio e sul popolo.



La parola stato può essere usata sia per indicare l'insieme di questi tre elementi (stato comunità), sia per indicare l'apparato politico (stato apparato).


Stato e società civile

Nello stato moderno l'apparato che governa è separato dai cittadini che sono governati. Il primo costituisce lo stato nel senso di stato apparato, i secondi costituiscono la società, detta anche società civile. La società civile è costituita dalle relazioni che i cittadini stabiliscono autonomamente tra loro, seguendo i propri interessi. Per perseguire i propri interessi i cittadini si riuniscono in gruppi, associazioni, sindacati. Lo stato è l'apparato stabile che esercita il potere politico sulla società civile, detta regole per il suo funzionamento e si occupa degli interessi che reputa comuni a tutti. La distinzione fra stato e società civile corrisponde alla distinzione fra sfera pubblica e sfera privata. È pubblico ciò che appartiene allo stato e che lo riguarda, mentre è privato ciò che appartiene ai singoli cittadini.


Lo stato apparato

Lo stato apparato è costituito da un'organizzazione complessa che comprende centinaia di migliaia di persone: dal presidente della repubblica a tutti i funzionari. Lo stato è un'entità astratta e impersonale che non si identifica con le persone che agiscono a suo nome, ma che sta al di sopra di esse. Lo stato è un'entità o una persona giuridica che ha la capacità giuridica e la capacità di agire. La capacità giuridica consiste nel fatto che lo stato può essere titolare di diritti e doveri verso i cittadini e verso gli altri stati, invece la capacità di agire consiste nel fatto che lo stato può compiere atti giuridici che hanno effetto nei confronti dei cittadini e degli altri stati. Ma poiché lo stato è un'entità impersonale, esso non può agire direttamente, ma soltanto attraverso organi, formati da persone fisiche che agiscono a suo nome. Gli organi dello stato possono essere distinti sulla base di diversi criteri.

Dal punto di vista della loro composizione, esistono:

organi monocratici, formati da una sola persona (pres. della repubblica, pres. del consiglio, prefetto, giudice di pace);

organi collegiali, formati da più persone (camera dei deputati, consiglio dei ministri, corte costituzionale, corte d'appello);

organi complessi, formati a loro volta da più organi (governo che è formato dal pres. del consiglio, dai ministri e dal consiglio dei ministri).

Dal punto di vista delle funzioni che gli organi sono chiamati a svolgere esistono:

organi legislativi;

organi giudiziari;

organi esecutivi.

Si può distinguere anche fra:

organi politici, che hanno il compito di prendere le decisioni;

organi burocratici, che hanno il compito di mettere in pratica le decisioni prese dagli organi politici.

Il potere politico non è esercitato solo dallo stato, ma anche da altre persone giuridiche pubbliche, gli enti pubblici territoriali, che in Italia sono le regioni, le province e i comuni.


Il potere politico

Ciò che distingue il potere politico da altri tipi di potere è il fatto che esso può ricorrere all'uso della forza per ottenere il rispetto dei propri comandi; lo stato è l'unico soggetto che può farne uso, infatti si può dire che lo stato ha il monopolio della forza. La prima e fondamentale ragione dell'esistenza dello stato è infatti proprio quella di impedire ai cittadini di usare la forza delle loro relazioni reciproche.


Sovranità e indipendenza

Lo stato è un ente sovrano, infatti sovrano significa che sta al di sopra e che non riconosce alcun potere superiore al suo. Se ogni stato è sovrano e quindi non riconosce alcun potere superiore al suo, è evidente che tutti gli stati sono reciprocamente indipendenti, infatti nei loro rapporti gli stati si pongono su un piano di uguaglianza giuridica.


Le limitazioni della sovranità

Con il passare degli anni la sovranità dello stato è stata sottoposta a forti e crescenti limitazioni. Bisogna distinguere i limiti che la sovranità dello stato incontra sul piano internazionale e quelli che incontra sul piano interno. Sul piano internazionale esistono vari trattati, alleanze e organizzazioni internazionali che limitato la sovranità, mentre sul piano interno è limitata da tre elementi: l'affermazione della sovranità popolare (il potere legislativo è affidato a rappresentanti eletti dal popolo); i cittadini possono rivolgersi a giudici quando lo stato non rispetta le norme previste; all'interno esistono altri enti territoriali (regione, provincia e comune) che svolgono funzioni di governo sui territori di loro competenza.


Il territorio

Lo stato esercita la sovranità su un determinato territorio. L'esatta delimitazione dello stato è della massima importanza perché consente di stabilire con precisione fin dove arrivano i poteri di uno stato. Il territorio di uno stato comprende la parte di terraferma delimitata da confini, il sottosuolo, lo spazio atmosferico, le acque territoriali e le navi e gli aerei che sono soggetti alla sovranità del proprio stato.


Il popolo

Il popolo è formato da tutti coloro che sono riconosciuti come cittadini dello stato stesso. Ogni stato stabilisce delle norme in base alle quali una persona è riconosciuta come cittadino. Poiché gli stati possono dotarsi di regole diverse, può succedere che una persona abbia più di una cittadinanza o che non ne abbia neanche una.

Il riconoscimento della cittadinanza può basarsi su due criteri:

diritto del sangue con il quale è riconosciuta solo ai li di cittadini dello stato, ovunque siano nati e ovunque risiedano;

diritto del suolo con il quale sono cittadini tutti coloro che nascono sul territorio dello stato, indipendentemente dalla cittadinanza dei genitori.

La cittadinanza italiana può essere acquisita in tre modi:

per nascita, grazie alla quale è cittadino italiano il lio di padre o di madre italiani, anche se nato all'estero;

per matrimonio, grazie alla quale è cittadino italiano chi sposa un cittadino italiano, purché risieda in Italia da almeno sei mesi;

per concessione, grazie alla quale lo straniero che è in possesso di determinati requisiti può presentare domanda al capo dello stato.

La cittadinanza italiana può essere persa quando il cittadino vi rinuncia o quando il cittadino accetta, presso un governo straniero, un impiego che comporta l'obbligo della fedeltà verso di esso. Non perde la cittadinanza italiana che acquisisce una cittadinanza straniera.  La legge italiana distingue due tipi di stranieri:

cittadini dei paesi aderenti alla comunità europea, che godono della condizione comune di cittadini europei e possono soggiornare e circolare liberamente in qualsiasi stato dell'unione;

cittadini extracomunitari, cioè gli stranieri provenienti da paesi esterni all'Unione europea.

Gli stranieri che si trovano in Italia, da qualunque paese provengano, godono, come i cittadini italiani, dei fondamentali diritti dell'uomo. Una volta entrato in Italia, lo straniero, deve ottenere un permesso di soggiorno, e chi non dovesse averlo può essere espulso dall'Italia. L'Italia riconosce il diritto di asilo, infatti lo straniero al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla costituzione italiana può essere accolto nel territorio della repubblica.


Stato e nazione

I termini stato e nazione esprimono concetti ben diversi. Lo stato è un'entità giuridica che definisce il territorio e il popolo che sono governati da un unico apparato politico. La nazione è un'entità storico-culturale che definisce l'insieme di individui che sono legati tra loro da una comune appartenenza. Una differenza c'è anche fra cittadinanza e nazionalità; la prima indica l'appartenenza di una persona a uno stato, mentre il secondo indica l'appartenenza di una persona a una più vasta collettività.


Le forme di stato

La distinzione più importante è quella fra gli stati democratici e quelli autoritari. Negli stati democratici la sovranità appartiene al popolo. Uno stato è considerato democratico solo se presenta tutte e tre le seguenti caratteristiche: elezioni (i governanti sono scelti dal popolo attraverso libere elezioni che si tengono periodicamente e in cui tutti i cittadini adulti hanno diritto di voto); pluralismo politico (i cittadini hanno diritto di esprimere le proprie opinioni politiche e di organizzarsi in partiti politici, che possono competere tra di loro per ottenere il consenso degli elettori. Le opposizioni sono libere di criticare il governo, proandando e loro idee per cercare di raggiungere la maggioranza nelle elezioni successive); stato di diritto (i governanti sono sottoposti alla legge, possono agire solo in base ai poteri che la legge conferisce a loro e possono essere messi sotto processo). Un'altra distinzione fra le forme di stato riguarda il carattere unitario o federale dello stato. Negli stati unitari tutti i poteri spettano al governo centrale, mentre negli stati federali le singole regioni hanno poteri di autogoverno. Ha invece orami scarsa importanza la distinzione, un tempo molto rilevante, tra monarchia e repubblica; nelle monarchie il capo dello stato è un sovrano scelto per via dinastica, mente nelle repubbliche non esistono cariche ereditarie.


La costituzione

La costituzione è l'insieme dei principi fondamentali che stanno alla base dell'ordinamento giuridico di uno stato ed è anche la legge fondamentale dello stato. Essa è così chiamata perché costituisce l'ordinamento giuridico: stabilisce le norme di base a cui tutte le leggi dello stato devono ispirarsi, fissa i principi a cui l'apparato statale deve attenersi nell'esercizio del potere politico. Negli stati contemporanei si presenta sottoforma di documento scritto. La costituzione può essere flessibile, cioè può essere modificata con legge ordinaria, o rigida, cioè può essere modificata solo tramite un processo lungo e complesso)




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