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La Costituzione della repubblica italiana - L'ISPIRAZIONE IDEALE E POLITICA DELLA COSTITUZIONE

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La Costituzione della repubblica italiana


La Costituzione della repubblica italiana è un documento composto da 139 articoli (più 18 articoli delle Disposizioni transitorie e finali). Esso reca in calce la data della promulgazione  (27 dicembre 1947), la firma del capo provvisorio dello stato Enrico De Nicola, le controriforme del presidente dell'Assemblea costituente Umberto Terracini e del presidente del consiglio dei ministri Alcide De Gasperi e il visto del guardasigilli (ministro della giustizia) Grassi.

Il testo della Costituzione si apre con i "Principi fondamentali" (artt. 1-l2) ed è poi suddiviso in due parti:


la prima parte (artt. 13-54), intitolata "Diritti e doveri dei cittadini", tratta del rapporto tra lo stato e i cittadini e quindi tra stato-apparato e società civile, ed è a sua volta divisa in 4 titoli:



la seconda parte (artt. 55-l39), intitolata "Ordinamento della repubblica", tratta dell'organizzazione dei pubblici poteri ed è divisa in 6 titoli.

Seguono le "Disposizioni transitorie e finali" (18 articoli) contenenti in prevalenza norme transitorie per il passaggio al nuovo ordinamento.

La Costituzione italiana è una costituzione rigida. Il titolo VI della seconda parte, intitolato "Garanzie costituzionali" stabilisce infatti le speciali procedure occorrenti per la modificazione delle norme costituzionali e istituisce uno speciale giudice, la corte costituzionale, con il compito di controllare la costituzionalità delle leggi.

La Costituzione preura una forma di stato di tipo democratico e una forma di governo di tipo parlamentare.




L'ISPIRAZIONE IDEALE E POLITICA DELLA COSTITUZIONE

Il contenuto della Costituzione riflette il clima di fermento politico dell'immediato dopoguerra. La lotta di liberazione antifascista aveva fatto emergere speranze e attese per un profondo mutamento della società e dello stato. Era chiaro che non si trattava di ritornare allo stato liberale prefascista, ma di costruire uno stato nuovo più libero, più democratico, più aperto ai bisogni delle classi subalterne.

Quella volontà di profondo rinnovamento contrassegnò, sia pure con accenti molto diversi, tutti i maggiori partiti presenti nell'Assemblea costituente e facilitò l'accordo tra le diverse correnti politiche e culturali che essi esprimevano.

Non va dimenticato, inoltre, che i partiti antifascisti avevano vissuto un'esperienza di stretta collaborazione nel Cln durante la resistenza e che tale esperienza si prolungò nel primo dopoguerra: comunisti, socialisti e democristiani continuarono a governare insieme fino a metà del 1947.


Benché nell'Assemblea costituente non fossero mancati contrasti (anche profondi), quasi tutti gli articoli della Costituzione furono poi approvati a grandissima maggioranza. Solo in qualche raro caso l'Assemblea costituente arrivò a dividersi in due tendenze contrapposte. Da ciò derivano le due principali caratteristiche che contraddistinguono la Costituzione italiana:

a)   una forte tensione innovativa e riformatrice rispetto alla situazione in cui si trovava l'Italia di allora, soprattutto sul piano dei diritti civili e su quello delle politiche sociali;

b)   la costante ricerca di un compromesso tra i valori delle principali correnti politiche presenti nell'Assemblea costituente. Tale compromesso è particolarmente evidente nella prima parte della Costituzione, che si basa su un (difficile) equilibrio tra i valori propri della tradizione cattolica (la solidarietà, il valore della persona umana e della famiglia, la diffusione della piccola proprietà privata), quelli della tradizione socialista e comunista  (l'uguaglianza sociale, la centralità del lavoro e dei lavoratori, il controllo statale sull'economia) e quelli della tradizione liberale (la libertà individuale, l'iniziativa economica privata). Tale molteplicità di motivi ispiratori dà alla Costituzione un carattere aperto, pluralistico e tollerante. Ma comporta anche notevoli difficoltà di interpretazione: molti articoli si prestano infatti a essere letti in modo diverso a seconda dei principi che si assumono come fondamentali.





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