Le origini del Parlamento
Il parlamento ha
avuto origine nel XIII sec., la denominazione "Parlamento" o "consilium"
indicava le riunioni stesse e soltanto nel XIV sec. il Parlamento è
diventato un organo di controllo dell'attività del sovrano. Con
l'età moderna, è stato progressivamente svuotato dei suoi poteri.
Soltanto in Inghilterra nel 1689 il Parlamento è riuscito a riacquistare
le proprie prerogative nei confronti del re e si è instaurata una
monarchia costituzionale. I Parlamenti moderni sono nati invece dopo le
rivoluzioni americana e francese.
Nel corso del XIX
sec. nella maggior parte dei Paesi europei le monarchie assolute sono state
sostituite da quelle costituzionali rappresentative e i Parlamenti si basano
sulla rappresentanza e sono espressione dell'uguaglianza di tutti i cittadini.
I Parlamenti moderni hanno una struttura bicamerale. Il primo sistema
bicamerale ha avuto origine in Inghilterra verso la fine del XII sec. allorché
il re aveva chiamato a far parte dell'assemblea generale del regno due
rappresentati per ogni città. Si trattava di un sistema bicamerale
differenziato in quanto le due camere erano diverse l'una dall'altra perché
rappresentavano classi sociali differenti. Il sistema bicamerale differenziato
si è diffuso in gran parte negli Stati europei durante il XIX sec. In
Italia con lo Statuto Albertino la
Camera dei deputati era elettiva mentre il Senato era
nominato dal re. Nel bicameralismo adottato dagli USA le camere sono entrambe
elettive ma i rispettivi rappresentanti sono eletti in maniera diversa e sono
espressione di realtà differenti: il Senato viene eletto in via
indiretta e ogni Stato membro ha lo stesso numero di senatori, la camera
è formata dai rappresentati di tutti i cittadini eletti direttamente dal
popolo in proporzione agli abitanti di ogni stato. La nostra costituzione ha
adottato il sistema bicamerale perfetto, per cui le camere hanno entrambe gli
stessi poteri e le stesse caratteristiche sostanziali. Oggi questa
caratteristica viene ritenuta la causa principale della lentezza dei lavori
parlamentari.