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L'informazione a mezzo stampa
1. LA DISCIPLINA GIURIDICA SULLA STAMPA
Fine 1800- inizio 1900
La prima fase dell'evoluzione di questo ambito consiste in un processo di liberalizzazione generale della stampa rispetto ai periodi dello stato assoluto.
I tre aspetti principali:
- principio di equivalenza tra la garanzia della libertà di manifestazione del pensiero e la libertà di stampa;
- ampia libertà al legislatore riguardo all'individuazione di limiti penali alla lib. di stampa;
- l'assenza di percezioni e valutazioni nei confronti dei profili più complessi dell'attività di stampa;
Questi 3 aspetti emergono dalla lettura dell'editto sulla stampa (1848) emanato da Re Carlo Alberto in attuazione dell'articolo 28 dello statuto albertino.
La scelta liberale si traduce in un regime giuridico basato sull'assenza di autorizzazioni e censura, limitazione della pubblicità.
C'erano tuttavia molti divieti, come il divieto di critiche a governo e monarchia, diritto di proprietà, la santità del giuramento, divieto di apologia di fatti criminosi, ecc.
Primi del 1900 (1° GM)
Il sistema esistente viene interessato, in coincidenza con la prima guerra mondiale, da un ritorno al regime di limitazione della libertà di stampa.
Questo è anche un periodo in cui l'influenza della stampa sull'opinione pubblica si fa più forte, anche perché c'è più gente che sa leggere. A causa dell'ampliamento del pubblico ci fu un forte incremento della tiratura di stampa e di conseguenza un necessario processo di riorganizzazione in senso aziendale delle imprese editoriali: questo processo sfocia nel collegamento delle imprese editoriali con i grandi gruppi finanziari o industriali, di cui diventano diretta espressione.
Fascismo
La progressiva realizzazione di un sofisticato sistema di controlli amministrativi avvenne per mezzo di un impianto normativo così complesso che non verrà sostituito per più di un decennio.
Principali interventi:
trasferimento all'autorità di pubblica sicurezza delle competenze che riguardano il sequestro, e attribuzione al prefetto dell'autorità di diffidare e revocare il responsabile della stampa;
il responsabile (gerente) ha responsabilità oggettiva per i periodici e concorrente all'autore per i non-periodici.
: viene creato l'Ordine dei Giornalisti e nel 1928 il relativo albo; l'iscrizione è subordinata ad autorizzazione del prefetto.
La composizione politica della costituente, richiedendo una continua mediazione tra le diverse parti politiche, impedì che il dibattito desse esiti innovativi, da qui alcune carenze dell'art. 21 (es. la mancata distinzione tra libertà di manifestazione del pensiero e diritto all'informazione);
2. Legge 47, legge 416, legge 62, garante, aiuti economici, anti-trust
1948, legge 47 (Legge sulla stampa)
Principali contenuti:
il diritto alla rettifica è uno strumento di tutela del diritto della personalità, e allo stesso tempo un mezzo di partecipazione all'attività di informazione. C'è l'obbligo per il direttore responsabile del quotidiano di far inserire gratuitamente le rettifiche dei soggetti cui sia stato fatto un torto.
Titolari del diritto di rettifica non sono più le persone ma i soggetti, quindi anche le associazioni, i comitati, ecc.
Oggetti di rettifica non sono più solo atti, pensieri, affermazioni, ma anche le immagini.
Sono ritenute rettificabili non solo le affermazioni contrarie a verità, ma anche quelle considerate lesive della propria dignità.
C'è poi il caso della diffamazioneà "offesa all'altrui reputazione, aggravata nel caso di attribuzione di un fatto determinato, commessa comunicando con più persone oppure con il mezzo della stampa o altri".
Speciale tutela contro le pubblicazioni a carattere raccapricciante o impressionante, che potrebbero turbare i minori.
Tutela per alcuni valori particolari garantiti dalla costituzione, es. la famiglia.
: viene istituito l'Albo dei Giornalisti e emanata la nuova disciplina dell'Ordine, in sostituzione di quella fascista.
Seconda metà anni '70 - prima metà anni '80
Ci si è occupati della legislazione anti-trust e della realizzazione di un sistema di incentivi.
Legge 416/1981 vuole garantire completa trasparenza del settore editoriale, il rispetto delle disposizioni antimonopolistiche, le creazione di un sistema di finanziamenti per aiutare la stampa più debole.
Ma questi obiettivi sono stati raggiunti solo parzialmente a causa dei numerosi ostacoli, come il ritardo con cui il legislatore intervenne nei confronti degli altri paesi,le situazioni di fatto già consolidate, la presenza di grandi gruppi economico-finanziari nella proprietà dei gruppi editoriali .
Questa legge è innovativa perché
-è un provvedimento organico, che prende in esame tutte le attività professionali legate a quel mondo.
-Per l'originalità delle scelte per la trasparenza.
-Per aver istituito un garante per l'attuazione della legge, un organismo autonomo incaricato di riferire in Parlamento riguardo ai problemi dell'editoria.
Il garante è un organo di regolazione del settore e di garanzia del rispetto dei limiti antimonopolistici (per questo compito è affiancato dall'autorità giudiziaria).
Sistema anti-trust:
-viene istituito il Registro Nazionale della stampa al quale sono obbligate ad iscriversi tutte le imprese editrici di quotidiani;
-all'iscrizione al registro si aggiunge l'obbligo di deposito dei bilanci aziendali.
Il controllo del registro e dei bilanci è affidato inizialmente al Dipartimento per la Radiodiffusione e l'editoria, nel 1990 al Garante (che nel 1990 grazie alla Legge Mammì -223- acquista il vero e proprio ruolo di autorità di regolazione del settore, con poteri di repressione e sanzione. Completa estromissione del governo dall'esercizio delle funzioni amministrative in materia di stampa).
-allo scopo di consentire la riconoscibilità dell'indirizzo dell'impresa editoriale, diventa obbligatoria l'identificazione personale di coloro che controllano l'impresa.
-per garantire l'assenza di influenze politiche dall'informazione stampata, è sancito il divieto, per gli enti pubblici, le società a prevalente partecipazione statale e quelle da loro controllate di possedere aziende editoriali che non siano strettamente tecniche sull'attività dell'ente.
Possono le cooperative di giornalisti e i consorzi di coop giornalisti+coop non giornalisti.
La legge 416 ha lo scopo preciso di salvaguardare il pluralismo (esterno), per questo fissa dei limiti alla concentrazione della proprietà e predispone interventi economici per far diffondere anche i gruppi minori e la stampa locale (ampliando la cerchia degli aventi diritto).
A differenza della disciplina generale anti-trust, non è una legge a tutela del mercato e della libera concorrenza.
La nozione di posizione dominante -il cui superamento costituisce un abuso punito dall'autorità giudiziaria ordinaria- si riferisce a chi, attraverso dati di cessione, affitto, gestione, diventa editore o cmq controlli società che editano testate quotidiane che superano il 20% della tiratura complessiva dei quotidiani sul territorio nazionale, oppure il 50% a livello regionale e interregionale.
La legge Mammì introdurrà nel 1990 nuovi limiti per quanto riguarda i processi di concentrazione incrociata stampa-radiotv.
Anche il sistema di sostegno economico è volto al pluralismo, e prima della legge 416 era limitato all'integrazione del prezzo della carta, limitate agevolazioni fiscali, riduzioni tariffarie.
Dopo invece vengono ridisciplinati i contributi ordinari di tipo diretto (in seguito verranno ristretti i beneficiari) :
-quotidiani: per ogni copia viene elargita una somma maggiore quanto minore è la tiratura.
-periodici: contributi legati alla quantità di carta utilizzata.
Del tutto rinnovati quelli di tipo indiretto: (in seguito aumentano i fondi e ne beneficiano anche gli editori di libri) :
-vengono creati due fondi speciali di contribuzione.
-mutui agevolati.
-riduzione tariffe telefono, telegrafiche, postali, trasporti.
Legge
Definisce e regolamenta la nozione di "prodotto editoriale".
"prodotto realizzato su supporto cartaceo o informatico, destinato alla pubblicazione o alla diffusioni di informazioni presso il pubblico con ogni mezzo, anche elettronico, radiotvdiffusione, con esclusione dei prodotti discografici o cinematografici"
Istituisce un Fondo per la promozione del libro e di prodotti ad alto valore culturale.
(Fondo per finanziamenti e Fondo per gli investimenti)
Incentivazione pubblicitaria ed economica per la promozione del libro e della lettura.
Sostegno dei lavoratori delle aziende in crisi nel settore editoriale.
. Distribuzione e vendita
Quadro italiano caratterizzato dalla scarsa rilevanza di sistemi alternativi al normale punto vendita.
In quest'ottica è necessario assicurare il rispetto della par condicio tra le testate da parte dei distributori (che devono garantire la distribuzione a tutte le testate).
Per quanto riguarda i venditori, essi hanno bisogno di un'autorizzazione alla vendita rilasciata dal comune(tiene conto della densità popolazione e caratteristiche di una zona, ecc.); l'attività può essere svolta solo a livello familiare, parità di trattamento a tutte le testate.
Legge 108 del 1999 sperimenta la distribuzione dei giornali in rivendite di generi di monopolio, bar e distributori di benzina con una certa superficie per vedere se le vendite si dividono o aumentano.
Il più grande problema del sistema è considerato la strozzatura del processo di distribuzione, causa secondo i più della scarsa vendita rispetto agli altri paesi europei.
4. La professione di giornalista
L'attività giornalistica è stata per la prima volta vista come professione nel 1925, dopo la legge che aveva costituito l'Ordine dei Giornalisti.
C'era il fascismo, e la gestione degli albi fu attribuita al sindacato unico fascista dei giornalisti, che con una legge successiva ottenne forti poteri di controllo ideologico sulla composizione dell'albo. Nel '44 la gestione passò ad una commissione nominata dal ministro di grazia e giustizia, ma per il resto fino al 1963 tutto restò invariato.
L'istituzione di un ordine professionale sembrava necessario x garantire la preparazione, la serietà e l'integrità morale dei professionisti; e si riteneva che agli organi di gestione degli albi andasse affidata la tutela sindacale dei lavoratori.
Legge n. 69 del 1963, riforma dell'ordinamento della professione giornalistica
2 caratteristiche fondamentali:
l'albo viene formato attraverso diversi elenchi che qualificano differenti ure di giornalisti: g.professionisti, pubblicisti, praticanti, stranieri, ecc..
Giornalista professionista è colui che esercita la professione con carattere di continuità ed esclusivamente x un datore di lavoro; il pubblicista manca del requisito dell'esclusività, ma rimane il principio della non-occasionalità, che distingue il giornalista da chi pratica la professione saltuariamente e non ha bisogno di iscriversi all'albo.
Ci sono forti perplessità circa la compatibilità dell'ordine dei giornalisti con la libertà di manifestazione del pensiero.
Il primo aspetto della discussione è che le qualifiche professionali previste dalla legge sono formalmente molto rigide ma spesso c'è un'analogia delle mansioni.
Inoltre la legge non definisce esplicitamente l'oggetto di questa professione, e non esiste neanche uno specifico percorso formativo che ne dia il titolo.
La disciplina del praticantato è inoltre molto carente, poiché per poter sostenere la prova di idoneità di giornalista professionista è obbligatorio aver passato un periodo di tempo nel mondo del lavoro. Ma l'ammissione a quest'ultimo è del tutto arbitraria, perché il datore di lavoro non sceglie in base a criteri precisi.
Altro contrasto sulla contrapposizione tra la definizione di libera professione e la condizione giuridica di lavoratore subordinatoà la supremazia gerarchica del capo vincola l'attività intellettuale e quindi la manifestazione del pensiero.
A proposito invece della libertà di coscienza del giornalista, c'è stato un rafforzamento della clausola di coscienza ovvero il diritto del giornalista di lasciare il posto di lavoro ma mantenendo il trattamento di fine rapporto e senza necessità di preavviso,nel caso di un sostanziale cambiamento nell'indirizzo politico del giornale.
Sempre nella stessa ottica ci sono degli obblighi per l'editore e il direttore responsabile (esplicitare programma politico, far partecipare sindacato alla formulazione delle politiche aziendali.. ).
Per quanto riguarda diritti e doveri del giornalista, bisogna aggiungere:
il segreto professionale del giornalista, disciplinato in generale dalla legge 622 che tutela la segretezza nei rapporti tra un professionista ed il suo cliente. Un giornalista può pubblicare informazioni ricevute da persone che non vogliono che la loro identità sia rivelata.
C'è il diritto di astenersi dal deporre relativamente ai fornitori delle notizie. Tuttavia se le prove sono indispensabili alla prova del reato il giudice può obbligare il giornalista a indicare le fonti.
Il Codice di Deontologia Professionale, previsto dalla legge 675 sulla privacy, nato x la prima volta nel 1998.
In sostanza il codice ribadisce la specificità della professione giornalistica, che è protetta dall' art. 21 comma 1 e 2 della Costituzione e quindi costituisce esercizio della libera manifestazione del pensiero, e non è assoggettabile a controllo preventivo come l'autorizzazione e la censura.
Per quanto riguarda gli obblighi da osservare durante la raccolta dei dati personali, il giornalista deve rendere nota la propria professione ed identità, e lo scopo della raccolta. Deve inoltre evitare pressione psicologica o simili.
Se la redazione ha DB deve pubblicizzarle insieme al nome del responsabile del trattamento.
Il giornalista può trattare dati sensibili purché siano fondamentali ai fini della completezza dell'info.
Per i minori coinvolti in fatti di cronaca, ai giornalisti è vietato rivelarne il nome o altri elementi che li facciano identificare. In questo specifico caso il diritto alla riservatezza prevale su quello di cronaca.
Dipende dal consenso dell'interessato la pubblicazione o meno di fotografie in stato di detenzione o con le manette ai polsi.
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