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L'origine del diritto commerciale risale all'età comunale ed è legata a alla ripresa del commercio e della risa del mercante e che segna l'inizio del cambiamento di Dallas società feudale alla società capitalistica.
L'epoca comunale: nell'epoca comunale mercante era promotore e non solo di scambi in mare, più specificatamente di scambi orientati a ottenere un profitto monetario. Quando infatti di scambi avvengono tramite denaro, esse si presentano in diversi cicli di scambi che si stringono perché hanno finalità differenti.
Nel primo caso il contadino può vendere quanto produce; oppure, l'operaio può non cedere le proprie capacità lavorative e, per comprare col denaro ricevuto e beni di cui è bisogno.
Nel secondo caso vi è una diversa finalità quella di aumentare la quantità di denaro con la quale è iniziato lo scambio: cioè il fine di realizzare un profitto monetario.
Il mercante è il più antico protagonista di questo secondo ciclo di scambi. La sua attività consiste nella comprare per rivendere a un prezzo più caro i beni, e in, col ricavo, tornare a comprare per rivendere ancora.
Nell'epoca comunale i mercanti erano organizzati nelle corporazioni, regolando i loro affari secondo prassi mercantili, diedero origine a molti istituti di diritto commerciale (come le scritture contabili, la cambiale, il fallimento).
Nel passato non gli era la ura del mercante, non gli era un libero scambio di merce per cui era presente un'economia chiusa, la società era organizzata in modo schematico; al posto del mercante vi era il contadino che lavorava per il feudatario e riceveva in cambio della sua mano d'opera una parte del raccolto.
Il diritto commerciale era un diritto applicato soltanto all'interno della classe dei mercanti, riguardando i rapporti di affari che vi erano tra di loro.
l'attività commerciale ebbe un forte impulso in seguito a:
Le più importanti vicende storiche e dalla sedicesimo al diciottesimo secolo:
in questo sistema lo scambio è il rapporto sociale più diffuso. Dalla scambio dipende la sopravvivenza dei lavoratori salariati (e quindi della maggioranza della popolazione) i quali svolgono attività di scambio sul mercato del lavoro e dei beni prodotti, offrendo le proprie capacità lavorative in cambio del salario, presentandosi come consumatori di larga parte di questi beni.
Nel sistema capitalistico il profitto diventa l'obiettivo ultimo dell'organizzazione della produzione.
Compaiono nuove ure sociali con le stesse caratteristiche della ura del mercante: realizzare sistematicamente un profitto.
Sia mercante, sia l'industriale hanno bisogno di un capitale monetario per svolgere la loro attività, anzi in maggiore capitale di cui dispongono, più ampio è il raggio di affari che possono intraprendere e più elevato sarà perciò il profitto.
La codificazione napoleonica
Commercianti, industriali e banchieri sono le ure caratteristiche della borghesia imprenditoriale che conquista potere politico con la rivoluzione francese. Tutta la società civile e gli era organizzata secondo le regole giuridiche adatte a funzionamento del sistema economico capitalistico.
Queste regole vengono fissate nella codificazione napoleonica. Nel 1804 viene emanate in Francia il codice civile che sancisce il principio del diritto privato moderno dell'uguaglianza formale dei soggetti, dell'autonomia contrattuale e della porta privata. Nel 1807 , a esso si affianca, il codice di commercio che rappresenta il modello dei successivi codici di commercio emanati in altri paesi era per lei nel corso dell'800, tra i quali il primo codice di commercio italiana nel 1865.
Il diritto commerciale si presentava perciò con una parte del diritto privato, che interessava particolarmente i protagonisti del mondo di affari.
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