RELAZIONE: LAVORO
PRECARIO
Molta gente si
domanda perché i giovani di oggi, la generazione moderna cambino frequentemente
il tipo di scuola o facoltà, di preferire un lavoro precario a uno
fisso. Secondo il mio punto di vista bisogna prendere caso per caso, senza
generalizzare; da dire, anche, che ciò non sempre, come comunemente si
fa, potrebbe essere un fatto negativo, infatti, uno esplorando i vari fronti,
sia nella scuola sia nel lavoro, trova ciò che più gli piace,
svolgendo con più piacevolmente lo studio o la scuola. Gli "adulti"
dicono che trovano questi comportamenti assurdi e infantili, ma questi, secondo la mia concezione, sono spiegati dal
fatto che un tempo non c'erano tante alternative di studio o di lavoro come ci
sono oggi, ed è ovvio che una persona che studia o lavora si trova
disorientata dalle tante strade che conducano al suo futuro e uno prima di
poter scegliere vuole esplorarle tutte. Non mi ritrovo, poi, almeno con quanto
io stesso abbia potuto toccare con mano di giovani che preferiscano lavori
precari a lavori fissi, o di lunghi viaggi al posto della carriera. Penso che
nessuno rifiuti un posto sicuro a uno instabile, tuttavia, quando una persona
ne analizza un'altra tiene conto solo degli aspetti superficiali, aspetti che
sorreggono la propria tesi, spesso basata sui pregiudizi, o di casi sporadici.
Per fare un esempio una persona che perde il lavoro, sottolineando anche spesso
che non è colpa della persona stessa ma della disoccupazione che sta
investendo il paese in questo momento e della totale indifferenza da parte del
datore di lavoro sui diritti del lavoratore che adoperando su un fantomatico
taglio alle spese non importa se vieni cassaintegrato e se hai un affitto da
are; cosa può fare allora un giovane operaio contro una montagna che
prende il quintuplo del suo stipendio? Chiaro che se colui che dice che i
giovani non protestano se vengono licenziati se prende esempio dalle fabbriche
o dalle grandi aziende dove chiunque che stia facendo gavetta, e di giovani in
carriera sotto i trent'anni ce ne sono ben pochi, come possono fare a spuntarla
contro un' altra persona ben più potente: perché protestare? Ormai
quando vieni licenziato c'è subito qualcun altro pronto a sostituirti e
cosa puoi dire al tuo datore di lavoro per far valere i tuoi diritti? Al
massimo puoi solamente sfogarti con qualche insulto. D' altra parte non si
possono prendere esempio dalle piccole aziende dove praticamente tutti i posti
di lavoro sono occupati e coloro che gli occupano se lo tengono ben stretto. io,
leggendo le definizioni che qualche superficiale ha dato della cosiddetta
generazione moderna facendola passare come apatica, assurda, irrazionale,
irresponsabile, "senza voglia di crescere e di responsabilizzarsi", essendo
incluso in questa malvagia generazione di sfaticati non mi riconosco e non ci
riconosco i miei coetanei e coloro che ne fanno parte, ma, tutto sommato, non
posso dargli completamente torto, perché una parte di questa generazione
è costituita, come quelle che la hanno preceduta dai cosiddetti "li
di papà", quelle persone sì, apatiche e senza voglia di crescere,
a cui tutto è dovuto. Tuttavia sono convinto che questi discorsi e
questo giudicare quelli più giovani siano parole ripetute e ripetute e
probabilmente questa generazione tra 40 anni si troverà a criticare
dall'alto la nuova generazione e così via. Questo a mio parere perché i
tempi cambiano e i critici, nostalgici, vogliono guidare la nuova generazione
venuta con i consigli criticando e giudicando senza tenere conto appunto del
cambiamento dei tempi e l'unità di misura non è più la
stessa. Un' altra critica che mi è capitata di sentire è che i
giovani d'oggi sono privi di ideali; ma il problema non è in noi ma
è in tutto il resto che non offre ideali e il che è degenerativo,
infatti, se si ricordano gli anni settanta - ottanta, ci sono stati quei famosi
scontri tra i giovani schierati alcuni a destra e altri a sinistra con
risultati devastanti, e tanti morti, probabilmente, basandomi su notizie lette
perché non ero presente, avvenuti appunto per scarsità di ideali creando
un bisogno di schierarsi da una parte. Quindi, questi problemi sono sempre gli
stessi che si ripetono generazione in generazione. Tuttavia, essendo anche
problemi che si ripetono ci sono sempre giudizi in agguato dalle persone
"più anziane" che criticano senza tenere conto che tutti gli esseri
umani sono uguali e quindi se la nuova generazione è cosi tanto malvagia
la colpa non è nostra ma del mondo corrotto che ci hanno lasciato, che
come tutte le altre cose i risultati non si vedono subito ma progredendo con
gli anni.