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RELAZIONE
Il titolo della conferenza e' anche il titolo dell'ultimo libro di Michele Prospero.
Si affronta nella circostanza la grande questione della crisi Italiana fornendo molte chiavi di lettura.
Perché il seminario? Perché il tema trattato si inserisce perfettamente nella materia della scienza.
La crisi sopra accennata si è aggravata poiché ad essa è stata data una risposta sbagliata da parte delle forze culturali e politiche.
Negli anni 90 abbiamo avuto grandi mutamenti di ordine sociale ed economico con stretto rapporto tra crisi di partiti e crisi sociale.
Si tratta di una grande illusione culturale pensare che la soluzione risieda nel populismo e nel leaderismo. In questi ultimi quindici anni e' accaduto un po di tutto soprattutto si e' assistito ad una aggressione dell'assetto costituzionale Italiano anche attraverso l'istituzione di tre bicamirali fallite veicolando l'idea di una costituzione obsoleta e superata..
Si e' tentato nel 2001 di modificare la costituzione, come se di trattasse di una normale legge, a colpi di maggioranza. Vicerva la costituzione va modificata con un largo consenso.
Nel 2005 vi e' stato un ulteriore tentativo assai pericoloso di smantellarla attraverso la modifica di 57 articoli con l'indirizzo culturale di un potenziamento dell'esecutivo. Fortunatamente questo tentativo e' stato respinto con il referendum del 26/06/2006.
Vi e' un bilancio critico del ciclo politico iniziato nei primi anni 90. Il libro indica una soluzione, una strada maestra da seguire per la ripresa del nostro paese, perche' lo stesso diventi una democrazia matura risolvendo i gravi problemi che lo attanagliano.
Si comincia con il delineare i caratteri piu' importanti della seconda repubblica, nome inadeguato, espressione retorica e fuorviante inesistente dal punto di vista giuridico. Abbondano metafore alquanto ingannevoli che parlano di seconda e addirittura di terza repubblica, ma si tratta solo di formule ad effetto che non aiutano a comprendere i processi reali. Essa nasce dall'idea sbagliata che al crollo del primo sistema politico si potesse rimediare con ritrovati tecnici che ne ribaltassero completamente i paradigmi costituzionali e politici.Un passaggio cruento per una discontinuaità della repubblica. Come descrivere questo ciclo ( secondo periodo dell'Italia repubblicana) che va sotto il nome di seconda repubblica?
Esso ha inizio negli anni 90 e si caratterizza nei seguenti tre momenti:
Metafora delle manette ( 800 avvisi di garanzia al parlamento). Nell'Italia degli anni 90 e' il tintinnio delle manette che seppellisce una vecchia classe politica e non la scheda elettorale o la volontà dei cittadini. E' il codice penale ad avviare una nuova fase politica portata avanti con una operazione chirurgica di azione penale dei giudici. L'Italia e' l'unico paese dove il cambiamento politico avviene attraverso l'opera dei giudici. Igiudici risultano essere gli esecutori testamentari di un sistema già crollato, essi sono l'effetto e non la causa intervenendo solo per ratificare.
Le
strategie referendarie (Segni) del 1999 per cancellare il sistema proporzionale
considerato vecchio arnese. Infatti il 18 aprile 1999 gli italiani erano stati
chiamati a esprimersi sul referendum cosiddetto elettorale, che intendeva
eliminare ogni traccia di sistema proporzionale dalla legge elettorale.
La legge maggioritaria rende responsabile la democrazia restituendo lo scettro al popolo sovrano , si assiste ad clima di rigenerazione .Senza il referendum del maggioritario non ci sarebbe stato Berlusconi.
Elemento scatenante per la politica Italiana fu la data del 1992, con l'irruzione di un vncolo esterno, il trattato
di Maastricht che pone un limite alle spese dei paesi europei, La politica
economica comporta tre elementi. Gli Stati membri devono garantire il
coordinamento delle loro politiche economiche ed istituire una sorveglianza
multilaterale di tale coordinamento, e sono soggetti a norme di disciplina
finanziaria e di bilancio. La politica monetaria mira ad istituire una moneta
unica e a garantirne la stabilità grazie alla stabilità dei
prezzi e al rispetto dell'economia di mercato. Il trattato di Maastricht
rappresenta una tappa determinante della costruzione europea. Attraverso
l'istituzione dell'Unione europea, la creazione di un'unione economica e
monetaria e l'estensione dell'integrazione europea a nuovi settori,
Questo evento costituisce la vera destrutturazione della politica italiana con la fine della via clientelare e l'avvento di una modernizzazione della politica. Sino al 1992 si è assistito ad una spesa pubblica incontrollata con nessuna rispondenza sulla relativa copertura. I diritti sociali ed il clientelismo sfrenato appianati tramite il rigonfiamento incontrollato del debito pubblico.
Sino al 1980 spesa pubblica attestata al 50%, dal 1985 al 1992 la spesa vola al 126%. Dopo il 1992 non è piu' possibile continuare oltre e si assiste ad una inversione di tendenza attraverso il rientro del debito pubblico, una politica di risanamento ed una tecnicizzazione della stessa. Il governo deve far quadrare il bilancio anche a costo di scontentare i cittadini. Appare sulla scena il politico che vuole dimostrare efficienza tecnica.
L'aritmetica sostituisce la politica grazie a Ciampi e il Professor Prodi, occorre abbedire e seguire i dettati delle direttive comunitarie attenendosi alle stesse. L'unico banco di prova della politica diventa il risanamento del bilancio e l'adeguamento delle direttive europee.
Negli anni 90 si rilevano 4 indicatori:
mutamento dell'ideologia, cultura politica ,innovazioni, soggetti politici.
Dallo statuto Albertino orientato alla proprietà si passa ad una concezione democratica ed alla centralità del diritto al lavoro ( costituzione Aristotelica). Riconoscimento delle posizioni sociali e delle diversità degli individui. Questa ideologia negli anni 90 non è più condivisa , la costituzione cambia sovrano non e' piu' il lavoro elemento centrale della politica ma subentra un nuovo tipo di concezione che è quello dell'impresa e della concorrenza. Si passa dall'uguaglianza alla concorrenza (libero mercato). Si garantisce quindi la concorrenza fra attori privati e pubblici passando nel 1992 da repubblica lavoristica a repubblica tecnica mercantile di stampo statalistico.
Tutti i partiti sia di destra che di sinistra assumono l'atteggiamento di smantellare lo stato. Da stato gestore a stato regolatore che obbedisce alle funzioni senza differenza pubblica o privata. Stato gestore o stato regolatore?. Il pubblico è una funzione a prescindere da chi gestisce anche se sono privati. Dunque mutano le ideologie della costituzione. Si afferma una iperdemocrazia nel senso pregnante di falsa coscienza di un'arcaismo insostenibile. Demolizione della democrazia partecipativa.
Si verica un mutamento delle culture politiche. Fino al 1990 si condivideva la democrazia mediata con un ruolo affidato al parlamento e ai partiti. ½ era la centralità del parlamento quale luogo di mediazione. Nasce al suo posto la cultura del leader, il parlamento è l'autocrazia , occorre esaltare il leader al posto del partito e del parlamento. Esigenza di dare una "testa" alle democrazie acefale così come diceva Weber. Un capo che sa decidere è da preferire ad una democrazia che non sa decidere. Kelsen diceva che la democrazia significa assenza di capo.
Negli ultimi anni le democrazie europee hanno visto sorgere, attorno a leader dal forte carisma, formazioni politiche qualificabili, per le forme e gli stili di azione politica , come populiste
Ridurre la politica a scelta del leader rappresenta un'idea fragile e impoverita della stessa.
E' il leader che fa vincere le elezioni? E un candidato poco carismatico può far perdere la sua coalizione? In un'elezione diretta, come quella del presidente degli Stati Uniti, ma anche quella di un sindaco italiano, l'immagine fa davvero la differenza? Sulla rilevanza dell'effetto leader nell'esito di un'elezione ci si interroga in ambito tanto scientifico quanto giornalistico e politico.
In ogni epoca e in ogni società una frazione numericamente ristretta di individui tende a concentrare nelle proprie mani un'elevata quantità di risorse (ricchezza, coercizione, prestigio, sapere), ricavandone un potere che le consente di imporsi sulla vasta maggioranza della popolazione. In tutte le organizzazioni sociali - dagli stati ai partiti politici, dalle imprese ai sindacati, dalle burocrazie alle chiese - esistono due classi di persone: i governanti (pochi) e i governati (molti). E' stato Machiavelli a dimostrare che in qualunque tipo di regime, sia esso totalitario o liberale, i veri detentori della supremazia costituiscono sempre un'esigua minoranza. Ciò non è necessariamente in contrasto con una democrazia intesa come libera scelta dei governanti e responsabilità di questi verso i governati. E' il problema politico per eccellenza, dal quale discendono tutti gli altri (rappresentanza, partecipazione, governo) e col quale si sono misurati tutti i grandi pensatori della politica.
Le caratteristiche personali e le strategie di comunicazione del candidato finiscono per fondersi in un'immagine mentale dell'elettore e quindi in un'immagine pubblica. Un leader popolare si può tramutare in leader impopolare e viceversa. Il problema non è tuttavia solo 'quanto' conta ma anche 'quando' conta l'immagine del leader. La risposta punta i riflettori sulle condizioni - requisiti del candidato e contesto politico - alle quali un impatto diretto sul voto è possibile e anzi prevedibile.
No assemblee ma singolo capo che decide, un leader investito dall'elettore, carismatico, che guida, ispira, intorno al quale si coagulano interessi, passioni , ideologie.
L'elezione diretta del sindaco che con il suo staff privato e personale costruisce il proprio sistema di potere con il quale programmare la carriera politica spesso a discapito degli interessi e delle esigenze dei cittadini .Potere che matura a discapito delle assemblee, i sindaci vengono ricoperti di funzioni simboliche, i consigli svuotati di ruolo, di immagine.
L'elezione diretta del presidente della regione istituita nel 1999 con legge costituzionale consolida ed afferma questa enfatizzazione della carica monocratica.
Possiamo quindi rtenere che presidente e consiglio regionale nascono e muoiono insieme. Analogamente avviene con altre forme di governo imponendosi a principio generale dell'ordinamento.
Relativamente i soggetti politici si verifica la sa, accanto ai classici loghi e simboli, anche di nomi e sigle complementari diverse. Si verificano cose stravaganti ossia partiti personali tipo Pannella, Mastella ecc . Il nome non potrebbe identificare il partito così come recita l'art. 49 della costituzione Italiana (Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale)
Quindi leaderchip al posto dei partiti, nomi di persone al posto dei simboli. Il partito che si identifica con il suo leader. Un leader con ufficio stampa composto da pochi fedelissimi, il partito, senza solido impianto, quale taxi di cui il leader si serve.
I partiti come azienda con strutture di comando oligarchiche hanno bisogno di media, di denaro, di visibilità, hanno necessità di agganci con banche, imprese. Necessitano di operazioni di marketing.
I partiti subiscono una curvatura mediatica con relativi costi, una politica spettacolo con la mediazione televisiva
Si assistite ad una delegittimazione sistematica del luogo deputato alla politica, il Parlamento, in favore della televisione .I banchi del Governo sono sempre inesorabilmente vuoti e il Capo del Governo ha una percentuale di presenza infinitesimale: non che nelle precedenti legislature questo non accadesse, ma mai in questa forma e con questa sistematicità. Di contro in televisione si assiste ad una folle sovraesposizione dei personaggi politici: impiegati sia in trasmissioni di carattere, diciamo così, istituzionale sia in altre di diversissimi temi lontani anni luce dalla funzione politica.
Classico esempio di questo teatrino fu quando, nello studio di Porta a Porta, Berlusconi firmò il cosiddetto 'Patto con gli Italiani'. L'operazione mediatica compiuta dal Cavaliere fu senza precedenti e di una forza travolgente.
Grande è l'influenza che i Media hanno sulla selezione e determinazione dell'agenda politica che i politici sono chiamati ad affrontare; sostanzialmente i Media tramite le inchieste, e la peculiarità della loro posizione hanno il potere di filtrare o fomentare le notizie e i temi che i cittadini sentiranno più o meno importanti basandosi principalmente sullo spazio che i Media hanno fornito loro. Tradotto nel mondo della comunicazione politica questo vuol dire indirizzare il dibattito politico e spingere i politici a prendere posizioni su temi che loro stessi hanno portato al centro dell'attenzione. Un potere che dovrebbe essere detenuto dai cittadini. Loro dovrebbero porre al centro del dibattito le reali esigenze della popolazione ed i politici dovrebbero 'ascoltare' e trarre le dovute conseguenze sul da farsi.
La politica ha sempre avuto una dimensione 'teatrale' che i media hanno enormemente fomentato. Al punto di far perdere la 'sacralità' rituale della politica che è stata costretta ad adattare le sue forme tradizionali di comunicazione ai nuovi canoni. Nei rapporti con i cittadini i politici non si affidano più sulla mediazione dei militanti, non possono più usare la retorica della mobilitazione dei simpatizzanti ma la retorica della seduzione delle masse. L'effetto più evidente della spettacolarizzazione della politica consiste nel cambiamento radicale del discorso politico. Nessun politico può più pensare di comunicare efficacemente senza modulare il suo discorso sugli schemi linguistici preferiti dai media (che sono quelli dell'intrattenimento). Perdendo completamente un patrimonio linguistico proprio della politica che serviva non solo a comunicare alle masse, ma anche e soprattutto a distinguersi e ad identificarsi. In passato i politici di sinistra e quelli di destra, usavano, parole diverse, concetti diversi, frasi diversi e quando usavano le stesse parole o perifrasi spesso davano loro accezioni diverse.
Il dibattito politico ridotto ai minimi termini, imposti, ovviamente, dalle esigenze e dai vincoli produttivi dei Media. Il discorso politico è deceduto, al suo posto sono nate le 'pillole' politiche, pezzetti di dichiarazioni, battute ad effetto, acide e sferzose che i Media(specialmente la televisione) usa abbodantemente. Essendo apprezzati dai media i politici tendono ad usare sempre più spesso questo tipo di comunicazione per essere 'coperti' dai media, instaurando così un circolo vizioso che renderà le pillole politiche l'unico tipo di comunicazione politica usata.
L'insistenza dei riflettori dei media sulle persone che sono impegnate nella lotta politica ha portato gradatamente alla personalizzazione della politica. Ciò che il candidato dice diventa più importante del partito di appartenenza, l'immagine ,anche e soprattutto fisica, del candidato prevale sugli schieramenti ideologici d'appartenenza. In Italia il culmine della personalizzazione della politica si è toccato nel 1994 e nel 1996 con l'ingresso del signore(e padrone) dei Media: Silvio Berlusconi.
Ma uno degli effetti più evidenti(e spaventosi) è il trasferimento dei meccanismi di reclutamento del ceto politico dalle macchine di partito ad agenti esterni che adottano criteri alieni alla logica politica e partitica. La selezione avviene effettuata usando criteri tipicamente mediali: i candidati più telegenici, con una migliore immagine, dialetticamente abili e pronti alla battuta, fanno strada. I media danno visibilità ai candidati più telegenici che sono quindi più conosciuti dal pubblico e hanno più possibilità di esser votati. L'ideologia, il lavoro, le idee, i programmi,la tenacia, la convinzione,la caparbietà, la fierezza delle proprie idee sono requisiti che non servono più a far carriera nella politica.
Anche in questo campo Berlusconi ha fatto scuola: nel 1994 molti candidati appartenenti al suo partito furono selezionati in base alle loro capacità 'mediatiche'.
Ovviamente tutti gli effetti sopraelencati non sono solo causati dai Media ma anche da fenomeni sociali di grande importanza a cui abbiamo accennato, primo fra tutti il decadimento dei partiti e la deideologizzazione della politica occorsa dal disfacimento dell'URSS.
I politici sono asserviti al potere, lo dimostrano la facilità con cui passano da uno schieramento all'altro e la flessibilità delle loro idee,la docilità con cui si fanno ammaestrare dagli organismi sovranazionali; ma sono asserviti anche a tutto ciò che può portare al potere:i Media ad esempio.
I nuovi partiti detti partiti liquidi hanno dei nuovi sovrani essi sono le agenzie economiche e quelle demoscopiche dei sondaggi. L'invenzione delle primarie che poi sono secondarie poiche' tutto e' stato deciso altrove tra elementi economici finanziari con esproprio della partecipazione politica, dei gazebo con squallide file dove e' bandita ogni possibilità di dialogo e di confronto.
Questa sorta di post partiti intraprendono una via pericolosa DENARO-MEDIA. Dopo 15 anni ci rendiamo conto che non vi e' stata nessuna restituzione di scettro al cittadino. Considerato che i partiti cosidetti fluidi ricorronno ad operazioni di marketing è evidente che le fortune dei politici passano nelle mani di grandi agenzie.
Emarginando, assemblee, partiti, sindacati, si afferma il convincimento che la nuova politica è palesemente legata al danaro, alle banche ai poteri dell'economia. Attraverso potenti apparati mediatici impone alla politica una ledership populistica. In questo modo la democrazia si riduce a semplice involucro ma scarso di contenuti.
L'Italia degli anni 90 prende le sembianze di una oligarchia, i post partiti nascono già con un leader, gli iscritti ai partiti risultano un fatto accessorio e non sembrano determinanti, si assiste al ribaltamento della struttura democratica la dove Rosseau ci dice che prima di darsi ad un re vi deve essere un popolo.
A partire dal 2005, il metodo delle elezioni primarie (di tipo
'aperto') è stato introdotto anche in Italia dalla coalizione
di centrosinistra L'Unione, formata appunto il 10 febbraio 2005. La coalizione
di centrodestra,
Le primarie sono una espropriazione della partecipazione politica.
L'italia con 2 leggi e 3 referendum elettorali ha il primato europeo e sembra abbia l'ossessione di trovare ingredienti tecnici atti a risolvere i problemi.
Il secondo referendum costituzionale della storia della Repubblica Italiana svoltosi il 25 e 26 giugno 2006 intendeva effettuare cambiamenti nell'assetto istituzionale nazionale della seconda parte della Costituzione italiana
Comunque Prospero intravede la possibilità di un recupero anche alla luce dei risultati di detto referendum che con il "NO" costituiscono una svolta rispetto all'andamento della politica degli ultimi 15 anni , auspicando il ritorno alle procedure di un parlamentarismo classico.
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