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Rapporti Economici
La Costituzione contempla questi rapporti dall'art. 35 all'art. 47. questi tipi di rapporti riguardano il lavoro.
ARTICOLO 35
La Costituzione tutela il lavoro in quanto un paese democratico deve servirsi dei frutti del lavoro dei propri cittadini in modo da avere quei vantaggi economici che servono a creare opere e servizi a vantaggio degli stessi cittadini.
ARTICOLO 36
Sancisce il diritto dei lavoratori sia uomini che donne di percepire una a o una retribuzione se svolgono un lavoro subordinato che deve essere proporzionata alla quantità e qualità del lavoro svolto e che comunque dev'essere sufficiente per il sostentamento proprio e della propria famiglia in modo da assicurare una esistenza economica dignitosa.
ARTICOLO 37
Afferma che la donna che lavora ha gli stessi diritti sia economici sia di carriera che hanno i lavoratori maschi solo che naturalmente la donna è particolarmente protetta in caso di gravidanza durante la quale ha diritto a stare a casa dal lavoro completamente retribuita 2 mesi prima del parto e 3 mesi dopo per l'allattamento e con una legge del 1977 è stato deciso che anche il lavoratore padre può assentarsi dal lavoro per accudire e assistere il proprio lio. Lo stato e la legge tutelano coloro che non possono lavorare con assistenze di varia natura.
ARTICOLO 39
È sicuramente uno dei più importanti articoli insieme al 40 della nostra Costituzione e sui quali ci sarà parecchio da dire. Innanzitutto vediamo cosa dice l'art. 39: i sindacati sono delle associazioni di lavoratori create per difendere democraticamente i propri diritti economici e contrattuali che riguardano dei datori di lavoro attraverso i cosiddetti CONTRATTI COLLETTIVI DI LAVORO.
Lo stesso articolo afferma anche che la associazione sindacale è libera e afferma che ci possono essere più sindacati. Unico obbligo che la costituzione pone ai sindacati è quella della registrazione presso uffici locali o centrali con la quale acquisiscono la PERSONALITÀ GIURIDICA ed inoltre hanno come obbligo il fatto che il loro statuto interno sia su basi democratiche. I sindacati tutelano i lavoratori attraverso il contratto collettivo di lavoro, che risulta essere "quell'accordo stipulato tra organizzazioni di datori di lavoro da una parte, e dei lavoratori dall'altra, per fissare le regole generali del rapporto di lavoro per le categorie di lavoratori". Queste regole non solo riguardano i trattamenti economici, ma anche il contratto vero e proprio cioè le norme contrattuali riguardanti gli orari di lavoro, ferie, garanzia del posto di lavoro, ecc. l'attività sindacale in realtà non si può dire che sia ben organizzata perché la libertà sancita dalla costituzione di creare organizzazioni sindacali che spesso si trovano ad essere divise tra loro, serve solo per aumentare il caos nei riguardi dei cittadini. L'unica cosa che in oltre 50 anni i sindacati sono riusciti a porre e a far approvare una legge importantissima che è servita a riempire molti vuoti nei riguardi dei diritti dei lavoratori ed è la famosa legge N. 300 del 20 maggio 1970 chiamata anche STATUTO DEI LAVORATORI. Con questa legge furono creati e sanciti nuovi diritti che i lavoratori prima non avevano;
Ne citiamo solo alcuni:
Ai lavoratori è concesso di creare organizzazioni sindacali tra i lavoratori di una stessa azienda.
Si fa assoluto divieto al datore di lavoro di svolgere indagini per conoscere eventuali tendenze o simpatie politiche religiose sindacali in modo da creare discriminazioni tra i lavoratori.
È fatto assoluto divieto al datore di lavoro di sorvegliare o spiare i propri dipendenti sul luogo di lavoro con impianti audiovisivi.
Il datore di lavoro non può effettuare accertamenti sanitari a carico dei lavoratori senza il loro consenso.
Molto importante per le conseguenze politiche che si stanno creando oggi con la lotta aperta tra sindacati (CGIL specialmente) il governo e ciò che riguarda l'art. 18 della legge n. 300 che abbiamo già nominato e cioè che l'art. 18 sancisce il divieto di licenziamento del lavoratore senza una giusta causa o un giustificato motivo, principio questo che viene applicato alle aziende con un minimo di 15 lavoratori: le ragioni del governo erano quelle di annullare questo divieto cioè eliminare l'art. 18 in quanto le aziende avrebbero potuto cominciare ad assumere nuovo personale che fino ad ora non aveva assunto per paura di non poter più licenziare; i sindacati dal loro punto di vista affermano che cancellare l'art. 18 significherebbe toccare profondamente i diritti dei lavoratori e il loro diritto al lavoro. La situazione è ancora irrisolta e l'aspro contrasto tra i sindacati e governo persiste.
Le organizzazioni sindacali più importanti sono:
CGIL (Confederazione Generale Italiana Lavoratori) che comprende il maggior numero di iscritti che ha tendenze politiche esclusivamente di sinistra.
CISL (Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori) comprende persone con tendenze politiche di centro-destra moderato
UIL (Unione Italiana Lavoratori) comprende persone con tendenze politiche di centro-destra moderato
Però siccome l'art. 39 afferma che l'organizzazione sindacale è libera ciò non soltanto vuol dire che il lavoratore è libero di iscriversi o non ad un sindacato poiché il contratto collettivo protegge i lavoratori di categoria sia iscritta sia non ma purtroppo quella frase ha creato un grave problema e cioè un fiorire indiscriminato di associazioni sindacali autonome applicando il principio della Costituzione che sancisce il diritto di associazioni dei cittadini (art. 18). Per questo troviamo gruppi sindacali ad esempio i COBAS(Comitati di Base) oppure GILDA e così via che non fanno altre se non aumentare il caos e i disagi dei cittadini i quali sono continuamente soffocati e limitati nei propri diritti dai continui scioperi specialmente nei servizi pubblici, scioperi più o meno indisciplinati, fuorilegge e selvaggi. Anche i datori di lavoro e gli imprenditori industriali hanno costituito delle associazioni che hanno lo scopo di tutelare gli interessi economici degli associati nei riguardi dei datori dei lavoratori. Queste associazioni di datori di lavoro di chiamano:
CONFINDUSTRIA
CONFCOMMERCIO
CONFARTIGIANATO
CONFAGRICOLTURA
C'è però nell'art. 39 un gravissimo obbligo e cioè quello della registrazione degli uffici pubblici, centrali o periferici come abbiamo già detto. Ma proprio in questo punto vi è la più profonda inosservanza della Costituzione, ignorata da quando sono sorti i sindacati e quel che è peggio è che è stata ignorata con totale complicità dai governi più o meno di sinistra che hanno lasciato libertà ai sindacati per pura paura si calpestare la Costituzione per cui i sindacati sono soltanto "associazioni di fatto" ma che non hanno personalità giuridica e perciò secondo il diritto non avrebbero né la capacità giuridica né la capacità d'agire e perciò non avrebbero il potere di stipulare contratti di lavoro collettivi. Ma c'è di più: i sindacati senza alcun provvedimento governativo o parlamentare, cioè senza che sia stata creata una legge specifica, arbitrariamente trattengono una quota mensile direttamente dalle poste a di tutti i lavoratori inscritti al sindacato.
ARTICOLO 40:
recita testualmente: il diritto di sciopero si esercita nell'ambito delle leggi che lo regolano. È un semplice rigo però vi sono moltissime cose di cui parecchie non buone. Innanzitutto cominciamo col precisare che il diritto di sciopero è il più importante diritto di lotta dei lavoratori e per questo è una grande conquista di tutti i paesi democratici e liberi. Lo sciopero si può definire "una astensione dal lavoro di un gruppo di lavoratori subordinati" attuata per sostenere e difendere determinati interessi economici e contrattuali. Davanti allo sciopero quindi il lavoratore si astiene dal lavoro e per questo non viene ato però non può essere né licenziato né punito. Quest'articolo è una parte della nostra costituzione completamente ignorata e non rispettata. Abbiamo infatti già detto che lo sciopero fosse la più grande conquista dei lavoratori il quale ha nello sciopero l'unica arma democratica per poter difendere i propri interessi nei riguardi del datore di lavoro. Ma questo articolo purtroppo si lega molto strettamente con l'art. 39 in quanto sono stati proprio i 3 grossi sindacati che si sono sempre sistematicamente e violentemente opposti alla possibilità che gli organi legislativi creassero una serie di leggi chiare e precise che mettessero fine e ordinasse in qualche modo l'attuazione di tale diritto. Le scuse che i sindacati adducono a questa loro energica opposizione sono varie quanto fuori luogo una delle quali addirittura inconsistente come quella ad esempio in cui affermano che loro si oppongono alla creazione delle leggi per regolare lo sciopero perché facendo delle leggi si correrebbe il rischio di limitare il diritto dello sciopero stesso. Naturalmente questa scusante risulta assolutamente infondata perché in uno stato democratico è proprio la legge che regola in maniera chiara e definitiva i rapporti tra cittadini per cui non si vede il perché un diritto sancito dalla costituzione non possa essere regolato da una istituzione legislativa la quale sarebbe l'unica soluzione per la legittimazione di questo diritto attraverso la chiarificazione del suo modo di attuazione:
la verità invece è un'altra che non fa altro se non dare un'altra bastonata sulla testa dei sindacati i quali in verità vogliono che il loro campo di azione riguardante lo sciopero sia illimitato e non circoscritto dalle leggi come ogni altro diritto e ogni altra azione dei cittadini di un paese libero e democratico. In realtà i sindacati non consideravano lo sciopero un diritto per rivendicare pacificamente i diritti economici ma lo hanno considerato e trasformato in una terribile arma di ricatto politico e sociale contro le istituzioni dello stato, è infatti proprio per la mancanza di leggi regolanti lo sciopero che si assiste in Italia a continui scioperi spesso inutili e spesso per futili motivi che non fanno altro se non calpestare i diritti dei cittadini mettendoli in continui e profondi disagi. Tutti i governi e i parlamenti succeduti sino a quest'ultimo si son guardati bene dal contrariare i sindacati e non hanno mai avuto il coraggio di creare una legge diretta allo scopo, permettendo che i sindacati addirittura condizionassero l'attività del governo e del parlamento intromettendosi abusivamente in una funzione politica cioè ricattando di organizzare immensi scioperi nazionali se quella determinata legge non fosse stata fatta secondo i propri interessi.
Da quando esiste la costituzione sino a tutt'oggi è stata creata dal parlamento una sola legge che si riferisce allo sciopero diretta a regolamentare lo sciopero dei servizi di pubblica utilità (medici, ospedali, servizi di trasporto, treni ecc . ) ed è la legge n. 146 del 1990 la quale però oltre ad essere incompleta è anche non rispettata, basti pensare agli scioperi selvaggi e spesso inutili di tutti questi servizi: avete mai provato a trovare un medico sia pure per urgenza durante uno sciopero di questa categoria; avete mai provato a richiedere un ricovero ospedaliero durante uno sciopero degli enti ospedalieri; avete mai provato a prendere un treno, un bus durante uno sciopero per recarvi a scuola o al lavoro. Tutto ciò perché la legge su citata obbliga in caso di sciopero di questo tipo la garanzia ai cittadini di poter usufruire lo stesso di questi servizi sia pure una certa riduzione ma mai con l'assoluta mancanza di questi mezzi. Inoltre questa legge contempla anche situazioni in cui lo sciopero non può essere attuato da determinare categorie e non può essere attuato con sistemi non legittimi.
Ma così non avviene. Basti pensare ad esempio ad un episodio accaduto non più tardi di un mese fa in cui si è assistito a una vera e propria azione contro la legge e ad una palese violazione della costituzione e cioè i cittadini italiani hanno dovuto assistere ad uno sciopero dei magistrati specialmente quelli iscritti a correnti politiche di sinistra cioè di coloro che si sono istituiti per far rispettare la legge mentre loro la calpestavano; hanno sfilato coperti dai loro mantelli neri come il lutto con un volume della costituzione sotto il braccio cercando di far apparire ai cittadini non conoscenti delle leggi che stavano scioperando per attuare un diritto costituzionale proprio di quella costituzione che loro stavano apertamente violando; e questo per un semplice motivo e cioè i magistrati e quindi la magistratura è un organo istituzionale dello stato come il parlamento, il governo, il presidente della repubblica, la corte costituzionale per cui un organo istituzionale dello stato non potrebbe mai scioperare in quanto il diritto di sciopero sancito dall'art. 40 della costituzione è stato creato per risolvere i conflitti tra lavoratori subordinati pubblici e privati per cui, cosa centra la magistratura? E se così fosse ci dovremo più meravigliare se vedessimo scioperare il parlamento o il governo o lo stesso presidente della repubblica: cosa questa naturalmente inattuabile.
Lo sciopero diventa in molti casi illegittimo e cioè quando esso si trasforma in atti commessi dagli scioperanti punibili penalmente perché violano i diritti degli altri cittadini (es. i danneggiamenti di auto, vetrine rotte, furti, ignari cittadini pestati ecc . ).
La legge ha posto dei limiti a diversi tipi di sciopero e cioè:
È vietato lo sciopero a "singhiozzo" cioè astensione dal lavoro per brevi periodi frazionati in varie successioni (es. oggi si sciopera per 3 ore, tra una settimana per 1 ora, tra un mese per 1 ora e così via).
Sono vietati gli scioperi a "scacchiera" cioè astensione del lavoro fatta in tempi diversi da gruppi di lavoro indipendenti (es. oggi scioperano i controllori di volo; domani i piloti; dopodomani i check-in, il giorno seguente i portabagagli ecc . ).
Sono vietati gli scioperi a "sorpresa" cioè senza preavviso.
È vietato il cosiddetto "sciopero in bianco" che si verifica quando i lavoratori si presentano sul posto di lavoro però non lavorano.
È vietato lo sciopero "pignolo" che si verifica quando il lavoratore svolge la propria attività in modo troppo scrupoloso e quindi troppo pignolo (es. si pensi il postino il quale esce per dispensare la posta solo mettendo nella sectiunella la corrispondenza che permette che la sectiunella stessa si possa chiudere perfettamente)
È vietato lo sciopero di "solidarietà"
È vietato lo sciopero "politico cioè quel tipo di sciopero che è diretto a sovvertire (rivoluzionare) le istituzione dello stato per cui la corte costituzionale lo ritiene come un reato.
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