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Coevoluzione e convergenza
Verso una nuova prospettiva
L'impresa proattiva si differenzia dalle altri per la velocità e la discontinuità nella circolarità della manovra competitiva che esprimono la sua capacità di generare o di gestire l'emergenza di un quantum leap. Nel paradigma della competition based view, le ragione chi spiegano la maggiore predisposizione dell'impresa proattiva ad operare nei mercati ipercompetitivi vanno ricercate:
Dall'evoluzione alla coevoluzione
Il modello più sofisticato ma più potente con cui si manifesta il business model dell'impresa proattiva è quello di integratore della rete del valore delle imprese (value net integrator), modello che esprime la ricerca e la capacità di integrazione di complementarietà e di asimmetrie competitive. L'impresa proattiva si differenzia comunque da tutte le altre organizzazioni per il suo apprendimento nell'arte della coevoluzione.
Teorie ecologiche. Per spiegare meglio il significato di questa espressione è utile far ricorso ad alcuni dei principi dell'ecologia, ed in particolare a due teorie: l'evoluzione della specie e il processo darwiniano di selezione. Ogni impresa, infatti, al pari degli organismi, che vivono in un ecosistema soggetto a costanti cambiamenti, per poter sopravvivere tenta di sviluppare specifiche capacità di flessibilità, di resistenza all'alternanza delle catastrofi e di recupero rispetto alle minacce subite.
Negli ecosistemi biologici il cambiamento si manifesta a seguito di due tipi di mutamenti:
mutamenti ecologici; essi fanno riferimento ai reciproci rapporti tra imprese e ambienti e si manifestano spesso nell'arco del ciclo di vita di un organismo;
mutamenti evolutivi; essi fanno riferimento invece ai più lenti processi di trasformazione di una specie o di un organismo e si manifestano su archi più estesi.
Tuttavia l'impresa gode di un margine di libertà rispetto alle specie di un ecosistema, poiché essa può infatti disegnare il suo stesso scenario evolutivo ed apprendere le dinamiche in atto nel suo ambienti competitivo per misurare l'impatto sulle sue condotte e sul suo destino: l'impresa proattiva si distingue delle altre per la velocità con cui riesce a dotarsi ed utilizzare capacità market driving per anticipare o generare la stessa evoluzione del suo settore.
Teorie antropologiche. Le teorie dell'analisi ecologica devono essere integrate con le teorie coevolutive derivate dagli studi antropologici: nella nuova economia risulta infatti più che mai essenziale porre attenzione al proprio ambiente economico rilevante e contemporaneamente a tutti i contesti che possono o potrebbero influenzarne la sua evoluzione. L'intento strategico di un'impresa proattiva è di anticipare i cambiamenti futuri del suo ecosistema per evolversi, sviluppando, per tempo, le capacità per affrontare e guidare tali cambiamenti: un'impresa capace di gestire le conseguenze di eventi che non si sono ancora manifestati è un'impresa che ha appreso anche l'arte della coevoluzione.
In antropologia la coevoluzione definisce il processo tramite il quale specie interdipendenti tendono a evolvere reciprocamente in un ciclo senza fine. La coevoluzione si riferisce ai mutamenti indotti dalle interazioni tra due specie le cui traiettorie evolutive tendono ad intersecarsi: l'interdipendenza può essere simbiotica (ciascuna specie aiuta l'altra) ma potrebbe essere anche opportunistica (una specie usa più egoisticamente l'altra). Questa interdipendenza produce effetti non lineari che si traducono in amplificazioni anche esponenziali del leverage delle rispettive capacità.
Concorrenza, cooperazione e coevoluzione. Nella prospettiva dell'antropologo il comportamento tra le specie non può essere quindi solamente competitivo o cooperativo ma anche coevolutivo: come distinguere quindi la cooperazione e la competizione dalla coevoluzione? Quando si coopera si tende a generare una comune intrapresa, quando si compete si tende invece a dividerla; quando un'impresa coevolve invece ricerca altre imprese complementari e asimmetriche per sviluppare nuovi mercati, eventualmente nuove imprese. La coevoluzione è quindi una forma di interdipendenza che si manifesta quando una impresa stimola l'altra alla cooperazione o quando due specie, appartenenti ad ecosistemi non competitivi, sono costrette a coevolvere a causa dei cambiamenti ambientali che avvicinano i loro rispettivi ecosistemi.
La coevoluzione è in definitiva un processo strategico tipico della nuova economia ove la velocità di sviluppo dei mercati richiede ricorso a risorse e capacità asimmetriche che possono essere conseguite solo attraverso l'interconnessione con altre imprese. Nel confronto competitivo della nuova economia, l'impresa proattiva cerca di conseguire i propri obiettivi e quindi anche il successo senza necessariamente forzare altri a rinunciare al proprio successo. Questo nuovo gioco, prevede, attraverso la coevoluzione, la possibilità che più imprese possano condividere la vittoria.
Coevoluzione e metamercati
La convergenza che sta investendo un numero sempre più esteso di settori è un fenomeno recente che descrive il processo attraverso il quale settori precedentemente sperati si trovano ad essere parte di un unico grande metamercato, generando in tal modo una fusione effettiva tra settori precedentemente distinti, che può essere rappresentata lungo un'ideale curva crescente delle convergenza, con la complessità dei bisogni e la convergenza dei mercati sugli asse sectiunesiani.
Modelli di convergenza. L'osservazione dei processi di convergenza oggi in atto permette di identificare tre diversi modelli di convergenza intersettoriale ciascuno dei quali si caratterizza con proprie regole:
Driver della convergenza. La teoria della coevoluzione è il costrutto che spiega, nella nuova economia, il fenomeno della convergenza tra complementari e asimmetrici: tale convergenza riduce inoltre il significato attribuito ai confini che definivano e qualificavano un settore per affermare quello di metamercato. I driver che stanno imprimendo velocità a questo fenomeno sono rintracciabili in:
determinanti politico legislative: il processo di liberalizzazione e deregolamentazione in atto in molti settori ha rimosso le condizioni di monopolio;
determinanti tecnologiche: digitalizzazione dei segnali, ampiezza di banda di trasmissione, crescente economicità della potenzia di elaborazione e integrazione delle reti di trasmissione;
disponibilità alla coevoluzione quale espressione della condotta delle imprese nel perseguire nuove intraprese attraverso la convergenza delle rispettive complementarietà e asimmetrie di conoscenze, capacità e risorse;
nuove priorità espresse dalla clientela, alla ricerca di nuove soluzioni ai loro bisogni di varietà di prodotti e servizi, di velocità e di interconnessione.
Riduzione dei confini nei metamercati. Storicamente i confini dei settori sono sempre stati considerati stabili e normativamente definite le regole della concorrenza che dovevano essere perseguite e rispettate. La barriere di entrata apparivano assolute e contava soprattutto l'esperienza accumulata dall'impresa anno dopo anno, decennio dopo decennio. In un mondo nuovo, animato da settori convergenti e coevolutivo, l'ecosistema cambia così rapidamente che l'esperienza accumulata diviene poco significativa e le imprese non colgono il futuro perché l'esperienza maturata e consolidata le rende miopi nell'immaginare e anticipare nuove opportunità. Le imprese per poter sopravvivere devono invece imparare a condividere le proprie esperienze e le proprie capacità, spesso orientate al passato, con quelle di altre imprese, appartenenti a settori non correlati al proprio, per coevolvere e influenzare il futuro: le imprese coevolventi riconoscono che il numero delle interconnessioni collaborative è più significativo del tipo stesso di collaborazione, e cercano quindi di bilanciare la tensione che può derivare da un eccesso di interconnessione con la marginalità di interconnessione che potrebbe ridurre l'opportunità di complementarietà asimmetrica e della proattività.
I metamercati contemo e accolgono imprese diverse per tecnologie e competenze che coevolvono insieme per soddisfare i complessi grappoli di bisogni della clientela di oggi. La convergenza ha come effetto però anche quello di accrescere le turbolenze sui mercati, proprio perché diventa più difficile stabilire i confini di specializzazione sui quali costruire dei vantaggi difendibili e durevoli.
Coevoluzione intersettoriale e cogenerazione
Un numero sempre maggiore di imprese sta comprendendo e apprendendo le regole che governano il gioco economico della coevoluzione. L'affermazione di nuovi settori e lo sviluppo di nuove intraprese trovano sempre minor giustificazione nelle manovre perseguite dai singoli concorrenti. Essi sono spiegati dalla trasformazione della succedaneità competitiva (la concorrenza intersettoriale) nella complementarietà competitiva (la coevoluzione intersettoriale) che si manifesta nei processi di generazione dei metamercati.
Il processo coevolutivo attiva così la nascita di costellazioni di imprese alleate e coevolventi che definiscono anche la specificità della nuova concorrenza: possono essere integrate e associate tra loro le capacità e le risorse delle imprese coevolventi, capacità e risorse che possono essere utilizzate per allargare l'intrapresa nei nuovi metamercati che sono in formazione. Il processo coevolutivo di un'impresa, attraverso le costellazioni, attiva anche un processo di cogenerazione di nuove conoscenze e di nuove capacità market driving, in una molteplicità di combinazioni intraprenditive che possono prodursi sia dall'accidentalità dell'interdipendenza sia dalla necessità biologica di perseguire deliberatamente una nuova visione coevolutiva.
Il processo di convergenza impone all'impresa un'attenta verifica della sua condotta di mercato per almeno due evidenti ragioni:
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