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Se il decollo del turismo verso dimensioni moderne può collocarsi tra la fine del secolo XIX e l'inizio del XX, va precisato, che in tale periodo persistevano ancora troppi elementi di vischiosità perché vi fosse una diffusione del fenomeno che si realizza negli anni '60 del secolo XX: il notevole gap nei livelli di reddito tra i diversi strati sociali, i conflitti mondiali, la politica fascista.
E tuttavia, all'alba del secolo XX, il turismo è già un immenso affare economico. Dal 1960 le rilevazioni statistiche sul turismo ricevono impulso e razionalizzazione . Trasformandosi in fenomeno di massa, il turismo s'imporrà per i suoi ritmi di crescita, elevati e rapidi rispetto agli altri settori economici, per le notevoli quote di valore aggiunto realizzate e per la quota sempre maggiore di forza lavoro occupata.
L'apporto globale fornito dal turismo all'economia nazionale risulta, per altro, di non semplice determinazione soprattutto a causa della struttura composita del fenomeno: esso, infatti, si presenta come una serie di servizi, di attività produttive e di atti di consumo che avvengono in tempi e in settori economici differenti e che presentano un alto coefficiente d'integrazione con la restante struttura economica.
Il denaro versato dal turista per il soggiorno e per il vitto, ad esempio, non si arresta nelle mani del ristoratore e dell'albergatore; ma viene utilizzato per il amento dei beni e dei servizi ad essi necessari per soddisfare la domanda. In altri termini, il consumo turistico, nel corso di continui trasferimenti a vari settori produttivi, dà origine a nuovi redditi che, in parte si trasformeranno in consumi e, in parte, in risparmio che, a sua volta, potrà risolversi in investimenti nello stesso settore turistico o in altri settori, dando il via a un nuovo ciclo e a nuovi incrementi più che proporzionali del reddito nazionale.
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