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La spesa pubblica, che è l'insieme delle spese sostenute dallo Stato, è effettuata in parte attraverso strutture proprie in parte attraverso organi dipendenti dallo stato stesso e cioè gli Enti pubblici minori, in particolar modo enti locali e territoriali.
Il decentramento porta ad un processo di responsabilizzazione degli amministratori locali. Le scelte di spesa locali sono controllate direttamente dai cittadini tramite il voto alle elezioni politiche. Questo porta ad un esito positivo di qualità ed efficienza delle scelte del Governo locale. In quanto gli amministratori se vogliono rimanere in carica devono seguire le preferenze dei cittadini elettori. Il problema della responsabilità di chi amministra la spesa pubblica, ovvero il problema degli amministratori di utilizzare al meglio le risorse disponibili nell'interesse della collettività, si risolve riducendo le dimensioni del territorio da amministrare. ˝ è un più stretto legame fra amministratori e amministrati. Comunque sia la realtà è più complessa, le preferenze dei cittadini non sono sempre facilmente definibili, ed anche a livello locale i cittadini possono presentare opinioni differenti. Anche a livello locale perciò si stende a preferire la maggioranza dei cittadini - elettori. È evidente che se ogni ente locale è dotato di autonomia della spesa può effettuare le proprie scelte in piena autonomia, perseguendo anche politiche di spesa differenti rispetto ad altri enti locali, cosa non più possibile se fosse gestita a livello centrale.
Elaborato da Oates, dimostra come il decentramento delle funzioni di spesa agli enti locali, realizzi un maggior grado di soddisfazione per i cittadini di tutto il territorio nazionale, anche sotto il punto di vista economico.
La teoria dei club dimostra l'efficienza delle scelte locali rispetto a quelle centrali. Molte sono le analogie tra un club ed un'entità locale (ammissione = residenza; are la quota associativa = are le imposte; spostarsi in un altro club = cambiare club . ). Lo Stato non è come un club, non si può cambiare Stato tanto facilmente, né crearne uno nuovo.
La possibilità di entrare ed uscire dai vari enti locali permette ai cittadini di scegliere tra gli enti locali quello che offre i servizi migliori, in base alle loro preferenze. Questa possibilità è il cosiddetto voto con i piedi, teorizzato da Tiebout. Questo modello può presentare aspetti negativi, soprattutto in relazione alla formazione di giusridizioni stratificate in base al reddito, cioè enti locali con una popolazione con reddito omogeneo. Più reddito comporta più domande di servizi, portando ad una situazione conflittuale fra ricchi e poveri. In effetti i cittadini residenti in enti locali poveri cercheranno di emigrare in quelli ricchi in quanto offrono migliori servizi. I cittadini appartenenti ad enti ricchi cercheranno di impedire l'entrata di essi nel loro ente, in quanto avendo un reddito basso, herebbero meno tasse.
In alcuni casi è evidente che la spesa pubblica locale è più efficiente di quella centrale. La gestione di alcuni servizi costa sicuramente meno se organizzata a livello periferico (es. raccolta di rifiuti). Una delle ragioni del decentramento può essere quindi l'efficienza economica, ridurre i costi legati all'offerta di alcuni servizi pubblici. Questa ragione può portare a decentrare solo alcune aree, ci sono infatti servizi (come la difesa del territorio) che difficilmente possono essere gestiti a livello locale.
La Costituzione italiana prevede espressamente che la Repubblica sia ripartita in enti territoriali come Regioni, Province e Comuni. Le Regioni sono distinte tra Regioni a statuto ordinario e Regioni a statuto speciale, le seconde godono di più ampi margini di autonomia, rispetto alle altre. È importante notare, poi, che a livello costituzionale viene definito il concetto di coordinamento tra i diversi livelli di gestione della spesa pubblica. Essa deve essere gestita con una chiara definizione dei compiti e delle responsabilità di ciascuno dei soggetti. Questo per evitare sovrapposizioni, spreco di risorse e per rispettare il criterio di eguaglianza. La Costituzione definisce così Comuni e Province come Enti Autonomi, definendo le loro aree di competenza e responsabilità (ordinamento delle autonomie locali).Sono rilevanti anche gli enti pubblici non territoriali (es. Camera del Commercio e ASL), per loro il territorio non è un elemento costitutivo, ma solo un limite per la loro competenza. Al contrario per gli enti pubblici territoriali il territorio, alla stregua dello Stato, è un elemento costitutivo ed hanno una popolazione su cui esercitare il proprio potere.
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