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RIASSUNTI DI GEOGRAFIA ECONOMICA 1.
INDICE:
PROLOGO: ALCUNI CONCETTI FONDAMENTALI.
CAPITOLO 1: SULLA SPIAGGIA.
CAPITOLO 2: IL MONDO OLTRE LA SPIAGGIA.
PARTE PRIMA: LA SFIDA AMBIENTALE.
CAPITOLO 3: AMBIENTI COME ECOSISTEMI.
CAPITOLO 4: L'AMBIENTE DEL GLOBO.
PARTE SECONDA: LA RISPOSTA ECOLOGICA DELL'UOMO.
CAPITOLO 7: LA POPOLAZIONE UMANA.
CAPITOLO 8: PRESSIONI SULL'ECOSISTEMA.
CAPITOLO 9: LE RISORSE E LA LORO TUTELA.
CAPITOLO 10: LA TERRA CAMBIA ASPETTO: IL RUOLO DELL'UOMO.
PARTE TERZA: MOSAICI REGIONALI.
CAPITOLO 12: REGIONI CULTURALI NEL MONDO : IL MOSAICO EMERGENTE.
CAPITOLO 13: LA DIFFUSIONE SPAZIALE: VERSO UNA CONVERGENZA REGIONALE.
PARTE QUARTA: GERARCHIE REGIONALI.
CAPITOLO 14: L'URBANIZZAZIONE.
CAPITOLO 15: GERARCHIE DI CITTA'.
CAPITOLO 16: IL MONDO ALL'INTERNO DELLA CITTA'.
CAPITOLO 17: MONDI AL DI FUORI DELLA CITTA': ZONE AGRICOLE E CENTRI INDUSTRIALI.
CAPITOLO 18: MONDI AL DI FUORI DELLA CITTA': SPOSTAMENTI E PERCORSI.
PARTE QUINTA: TENDIONI TRA REGIONI.
CAPITOLO 19: TERRITORIO E CONFLITTO.
CAPITOLO 21: DISEGUAGLIANZE TRA GLI STATI.
CAPITOLO 1: SULLA SPIAGGIA:
Tre quarti dei maggiori centri urbani del globo8quelli con più di 4 milioni di abitanti)si trovano sull'oceano o sulle sponde dei laghi.
La maggior parte degli altri è posta sulle rive dei grandi fiumi.
1.1.: la spiaggia affollata:
Una fotografia presa dall'alto tende a distorcere le immagini e le rende più simili a quelle che vediamo da una carta geografica rendendo inoltre più facile la determinazione di un luogo nello spazio.
Un interesse dei geografi è quello della determinazione della posizione nello spazio.
Inoltre i geografi sono interessati alle variazioni spaziali.
Un altro interesse dei geografi è dato dalla relazione tra gli esseri umani e il loro ambiente.
Riassumendo gli interessi dei geografi sono:
il problema della posizione;
problema delle relazioni uomo-ambiente;
il problema delle regioni.
s.1.1.: spazio, posizione e sito:
Spazio = è un'estensione o area, solitamente espressa in termini di superficie terrestre.
Posizione = è un punto particolare dello spazio, di solito sulla superficie terrestre.
Sito o località = indica anch'esso un punto particolare sulla superficie terrestre, ma a differenza del termine posizione , il sito o località è identificato grazie ad un certo contributo di informazioni(latitudine, longitudine, . ..).
1.2.: spazio e tempo sulla spiaggia:
La risposta al problema della posizione può essere risolto in due modi:
posizione relativa;
posizione assoluta.
La posizione assoluta di una persona rappresenta il punto in cui egli viene a trovarsi all'interno di un sistema di riferimento, o reticolato, arbitrario.
3: la progettazione di sectiune geografiche nello spazio assoluto:
La posizione assoluta è importante per progettare sectiune geografiche di precisione.
Vi sono vari modi per tracciare un cartogramma: sectiune a coroplete, sectiune a isoplete, sectiune a isoplete tridimensionali . ..
sectiune a coroplete : si uniscono i punti di un cartogramma che hanno valori uguali grazie a delle sfumature di colori uguali: si ha una perdita di informazioni , ma anche una semplificazione del reticolato o cartogramma e cioè della rappresentazione spaziale;
sectiune a isoplete: si uniscono tutti i punti che di un cartogramma o reticolato spaziale che hanno lo stesso valore o quantità grazie a delle linee: queste sectiune sono le più usate e ne esistono vari tipi tra i quali:
a)sectiune isocrone: evidenziano le linee che collegano punti con lo stesso orario;
b)sectiune a isoiete: evidenziano le linee che collegano zone in cui si verificano precipitazioni della stessa entità;
c)sectiune a isonefe: evidenziano le linee con uguali addensamenti di nubi;
d)sectiune isofene: evidenziano linee in cui determinati eventi biologici si verificano alla stssa epoca;
e)sectiune isoterme: evidenziano linee di uguali temperature;
f)sectiune isotime: evidenziano linee in cui i trasporti hanno costi equivalenti;
g)sectiune isoipse o curve di livello: evidenziano linee di uguale altitudine sul livello del mare.
4.: l'organizzazione all'interno dello spazio relativo:
Gli essere umani sono dotati di un istinto di territorialità e si circondano di bolle spaziali visibili o invisibili , ma sensibili all'affollamento.
HALL distingue 4 campi d'azione basati sulla distanza tra le persone:
spazio intimo: è riservato alle interazioni fisiche come fare l'amore o combattere;
spazio personale: viene utilizzato per la conversazione e le interazioni amichevoli(tra spazio intimo e spazio personale vi sono circa 0,5 metri; oltre 1,5 metri si parla di spazio sociale; oltre i 4 metri di spazio pubblico);
spazio sociale: è utilizzato per le contrattazioni formali e i contratti sociali;
spazio pubblico: è tutto il resto oltre i 4 metri.
5.:tempo e diffusione spaziale:
Diffusione = processo di occupazione o progressivo insediamento su un area della superficie terrestre.
6.:la tirannia del tempo e dello spazio:
La diffusione è ostacolata dalle limitazioni spazio - temporali che sono 3:
limitazioni biologiche;
limitazioni dell'accessibilità;
limitazioni dell'attività.
1.3.: gli esseri umani e l'ambiente della spiaggia:
Ambiente = somma totale delle condizioni che letteralmente circondano un essere umano in qualsiasi punto della superficie terrestre.
L'ambiente naturale è stato sostituito o radicalmente modificato.
Per i geografi le relazioni uomo ambiente presentano due diversi aspetti:
uomo - ambiente;
ambiente - uomo.
8:impatti dell'ambiente sugli esseri umani: A>U
Covariazione spaziale = studio di due o più distribuzioni geografiche che variano all'interno della stessa area.
L'ambiente fornisce una serie di scelte possibili, tra cui solo alcune verranno prese in considerazione.
9: modificazioni degli ambienti provocate dall'uomo: U>A:
Gli esseri umani sono influenzati dal loro ambiente , ma possono a loro volta influenzare l'ambiente in cui vivono.
L'impatto dell'azione umana sull'ambiente è spesso ritardato nel tempo , cioè gli effetti si verificano in seguito nello stesso posto o anche in un posto diverso.
S1.4.: sistema:
un sistema è un gruppo di oggetti o di parti di oggetti che operano insieme per mezzo di un regolare insieme di relazioni.
I geografi sono particolarmente interessati ai sistemi che collegano insieme gli essere umani e l'ambiente.
10:i sistemi uomo ambiente(U/A):
Un sistema può essere definito come un gruppo di cose o di parti(denominate elementi) che operano insieme attraverso una conurazione regolare di relazioni(denominate legami) all'interno di determinati confini(denominati confini del sistema).
1.4.: la spiaggia in un ottica mondiale:
La spiaggia rappresenta un microcosmo di quanto studiato dai geografi.
11: gradi di risoluzione:
I gradi di risoluzione sono diversi ed i geografi li fanno variare allontanandosi dalla spiaggia.
12: ordini di grandezza geografici:
I più piccoli oggetti studiati hanno le dimensioni di una spiaggia o di un isolato urbano; non hanno dimensioni inferiori a qualche centinaia di metri di larghezza(circa 10^4 cm).
Al contrario il più grande oggetto studiato è la Terra, con una circonferenza all'equatore di circa 40000 km, circa 10^9cm.
s.1.5.: ordini di grandezza geografici:
Gli ordini di grandezza adottati dai geografi sono 5:
dai 40000 km ai 12500 km;
dai 12500 km ai 1250 km;
dai 1250 km ai 125 km;
dai 124 km ai 12,5 km;
dai 12,5 km a 1,25 km.
s.1.6.: modello:
Un modello costituisce una rappresentazione ideale della realtà e viene progettato per dimostrare alcune delle proprietà di quest'ultimo.
1.5.:modelli in geografia:
vedi scheda sui modelli;
inoltre la progettazione di un modello avviene mediante tre stadi di sempre maggiore astrazione(allontanamento dalla realtà).
Il massimo dell'astrazione è dato dai modelli simbolici; poi , andando verso un maggior grado di realtà si giunge ai modelli analogici, e poi ancora ai modelli iconici, e infine i modelli più reali che sono i modelli reali che non è altro che il mondo reale.
15: dai modelli ai paradigmi:
un paradigma è una sorta di supermodello che fornisce regole intuitive o induttive sul tipo dei fenomeni che saranno oggetto di indagine da parte degli scienziati e sui metodi di indagine più appropriati.
16: scale cartografiche di uso comune:
le scale cartografiche si distinguono in tre ordini di grandezza che sono i seguenti:
scala di grande dimensione: 1:10.000 = 1 cm sulla carta è uguale a 0,100km;
scale di medie dimensioni: 1:50.000 = 1 cm sulla carta è uguale a 0,500 km;
scale di piccole dimensioni: 1:250.000 = 1 cm sulla carta è uguale a 2,50 km.
CAPITOLO 2: IL MONDO OLTRE LA SPIAGGIA.
2.1.: mondo piatto o mondo rotondo?
Le osservazioni dei corpi celesti condussero a dedurre che la Terra avesse forma simile a una sfera, piuttosto che a un disco.
Verso il 200 a.C. uno dei primi geografi greci, Eratostene di Alessandria , aveva già effettuato stime piuttosto precise delle dimensioni terrestri(stimò la dimensione terrestre partendo dalla misurazione dell'angolo formato dai raggi del sole di mezzogiorno nei due siti rispettivi di Alessandria e Siene).
Pochi furono i progressi susseguiti nei 1800 anni dopo le stime di Erastotene e cioè fino al 1600 circa, quando vi furono delle nuove misurazioni terrestri dopo la perdita di interesse durata così a lungo.
L'equatore non corrisponde alla parte più rigonfia della Terra.
In effetti il valore massimo della circonferenza terrestre corrisponde ad un circolo leggermente a Sud dell'equatore.
Tabella 2.1.: le dimensioni fondamentali della Terra:
area complessiva della superficie: 510.056.000 km^2;
area della superficie continentale: 149.137.000 km^2;
circonferenza misurata intorno ai poli: 40.003 km;
circonferenza misurata attorno all'equatore: 40074 km;
punto più alto sulla superficie continentale: +8,85 km;
punto più basso dei fondali oceanici: -l1,03 km.
s.2.1.: termini impiegati nella cartografia terrestre:
ellissoidi: sferoidi di aspetto ovaliforme;
equatore: è una linea immaginaria equidistante dai due poli tracciata attorno alla Terra;
geodesia: scienza che studia la forma e la dimensione della Terra;
reticolati geografici: insieme di paralleli e meridiani tracciati su una carta geografica;
latitudine: distanza angolare a nord o a sud rispetto all'equatore misurata in gradi, primi e secondi;
longitudine: è la distanza angolare a est o a ovest rispetto rispetto al meridiano fondamentale(di solito Greenwich) misurata in gradi primi e secondi;
meridiani: semicerchi immaginari tracciati intorno alla Terra che passano attraverso una data località e che terminano al polo nord e al polo sud;
meridiani fondamentali: sono meridiani utilizzati come riferimenti per la misurazione della longitudine(posizione in direzione est o ovest) dei vari punti della superficie terrestre. Il meridiano fondamntale più comunemente usato è quello di greenwich di Londra;
i poli: sono le due estremità dell'asse attorno al quale ruota la terra;
2.2.: la posizione su una carta geografica:
18: nomi di luogo:
il modo più semplice per identificare una località, in un dato punto della superficie terrestre, è di dargli un nome : toponimo.
Questo tipo di identificazione è denominato specificazione nominale.
I toponimi possono anche rappresentare delle testimonianze storiche.
19:i reticolati sectiunesiani:
Per determinare con esattezza una località si utilizzano i reticolati di riferimento, che utilizzano delle coordinate a seconda delle dimensioni dell'area in questione da identificare.
I reticolati di riferimento per aree di piccole dimensioni utilizzano il sistema delle coordinate sectiunesiane.
La posizione di una località viene determinata in base alla sua distanza rispetto a due linee di riferimento che intersecandosi formano un angolo retto.
La linea di riferimento orizzontale viene denominata ascissa o asse delle x; quella verticale , ordinata o asse delle y.
Il punto di intersezione dei due assi costituisce l'origine del sistema.
Un tipo meno comune di reticolato di riferimento relativo alla posizione è quello che si basa sul sistema delle coordinate polari; esso determina la posizione di un sito in base a un angolo, o azimut, e della sua distanza rispetto a un punto di origine.
2.3.: la posizione su un mondo rotondo:
20:un reticolato sferico:
La curvatura di una data porzione della superficie terrestre dipende naturalmente dalle dimensione di questa.
Con l'aumentare della superficie che deve venire rappresentata su una carta geografica, aumenta anche la deviazione rispetto alla effettiva direttrice Nord - Sud che caratterizza le linee di riferimento parallele su una superficie piana.
Per conformarsi alla superficie sferica della terra , il sistema delle coordinate sectiunesiane è stato adattato e si è costituito il reticolato geografico dei meridiani e dei paralleli.
I meridiani sono semicerchi immaginari tracciati intorno alla terra dal polo nord al polo sud; ciascuno di essi passa attraverso una data posizione.
Ciascun meridiano è un semicerchio, un arco di 180° , .
I paralleli sono linee immaginarie sulla superficie terrestre , parallele all'equatore a nord o a sud di esso.
I paralleli corrispondono a delle linee est - ovest e formano delle vere e prorpie circonferenze, di 360°.
I paralleli intersecano i meridiani dando origine a degli angoli retti.
Le posizioni delle coordinate all'interno del reticolato dei paralleli e dei meridiani vengono misurate in termini di latitudine e di longitudine.
La longitudine di una località equivale alla sua distanza est o ovest da uno dei meridiani fondamentali, misurata in gradi.
La latitudine di una località equivale alla sua distanza in direzione nord - sud rispetto all'equatore , misurata in gradi.
Quindi meridiani misurati dalla latitudine e paralleli misurati dalla longitudine.
21:determinazione della posizione su un reticolo sferico:
Per misurare la latitudine basta semplicemente misurare l'altezza del sole o di una stella rispetto all'orizzonte.
Per la longitudine la misurazione è più difficile.
La marina degli Stati Uniti utilizza il sistema Omega, che grazie a una rete di otto stazioni radio che emettono onde lunghe, permette di misurare ed individuare in modo preciso sia la latitudine che la longitudine in qualsiasi punto del globo.
22: le proiezioni geografiche: un mondo rotondo su un foglio piano:
utilizzando una scala 1:10.000.000 possiamo rappresentare il globo reale sotto forma di una sfera di diametro di 127 cm.
Un sistema per aggirare il problema dello 'spazio' è quello di rappresentare il globo su dei fogli piani tramite delle proiezioni.
Bisogna scegliere se adottare :
proiezione conforme o isogonica: mostra con esattezza la forma di una qualsiasi area di piccole dimensioni;
proiezione equiareale o equivalente: tutte le superfici indicate sulla carta geografica conservano una scala areale costante.
Le proiezioni interrotte vengono di solito realizzate allo scopo di collocare le interruzioni in corrispondenza degli oceani del globo, migliorando di conseguenza la forma dei continenti.
Quando la carta geografica ha lo scopo di mostrare caratteristiche presenti negli oceani le interruzioni saranno nei punti in cui vi sono i continenti.
2.4.: il rilevamento dal cielo:
24: la fotografia aerea isolata:
le fotografie aeree si distinguono in:
verticali;
oblique;
alte oblique;
basse oblique;
25: coppie stereoscopiche:
Naturalmente una fotografia aerea piana presenta due sole dimensioni, mentre il terreno che essa rafura è tridimensionale.
Le coppie di fotografie sovrapponibili vengono denominate coppie stereoscopiche(ad esempio due fotografie prese a die altitudini diverse e sovrapposte).
FINE PROLOGO: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
PARTE PRIMA: LA SFIDA AMBIENTALE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
CAPITOLO 3: AMBIENTI COME ECOSISTEMI.
Studiando l'ambiente naturale del globo gli esseri umani non si collocano al di fuori dell'ecosistema del globo, ne costituiscono al contrario una parte intrinseca.
3.1.: la natura della sfida:
l'ambiente costituisce la principale sfida all'occupazione della superficie terrestre da parte degli esseri umani.
27: la struttura dell'ambiente:
bisogna notare la fondamentale differenza tra il mondo inanimato(abiotico) e quello animato(biotico) che formano l'ambiente.
L'ambiente abiotico può essere suddiviso a seconda del suo stato fisico, in:
solido;
liquido;
gassoso;
la terra solida viewne chiamata litosfera;
la litosfera è circondata da due involucri di circa 11 km, cioè uno strato discontinuo di liquido chiamato idrosfera e uno strato continuo di gas chiamato atmosfera.
La biosfera è l'ambiente biotico in cui si trovano gli organismi viventi.
All'interno della biosfera i biologi hanno già distinto circa 1.000.000 di specie animali e circa 250.000 vegetali.
In definitiva l'ambiente è costituito da:
abiotico: litosfera, idrosfera, atmosfera;
biotico: biosfera.
28: le esigenze ambientali umane:
l'uomo nuota in un gas ricco di ossigeno che si trova solo nei pressi della superficie di uno dei pianeti minori.
Forse il fattore climatico di cui risentiamo maggiormente è rappresentato dalla temperatura.
Le escursioni estreme di temperatura mai registrate in un essere umano vivente equivalgono rispettivamente a 44° e a 16°.
THI = temperature Humidity Index: esso è un indice che è uguale alla somma di due rispettivi valori di temperature moltiplicata per una costante, 0,40, e sommata ad un'altra costante , 0,15.
I venti riducono l'effetto delle alte temperature e dell'umidità e rendono le condizioni più sopportabili.
ura 3.3.: dipendenza dell'uomo dal sistema di sostentamento ambientale:
abbiamo:
ambiente:
atmosfera, idrosfera, litosfera,
biosfera.
Ecco l'uomo ottiene come input dall'ambiente:
acqua;
cibo;
ossigeno.
L'uomo restituisce all'ambiente come output:
acqua;
sostanze solide;
sostanze gassose.
29: risorse ambientali come fattori regolatori della popolazione:
La vita umana si conserva grazie a un flusso di sostanze nutritive diretto verso l'interno del corpo e a un flusso diretto verso l'esterno.
L'energia necessaria al mantenimento della vita umana si misura in termini di calorie.
Questi fabbisogni quotidiani sono connessi all'età, al sesso, al peso corporeo, alla mole di lavoro svolto.
Possiamo distinguere fedd back positivi e feed back negativi.
I fedd back positivi producono cambiamenti autosufficienti;
i fedd back negativi sono anche detti autoregolatori e sono caratteristici delle popolazioni stabili.
Le situazioni instabili generano dei fedd back positivi anche detti autorinforzanti.
s.3.1.: termini chiave per lo studio degli ecosistemi:
biomi: sono le principali zone ambientali della terra caratterizzate da una particolare copertura vegetale;
capacità di popolamento: numero massimo di membri di una popolazione che può vivere o trarre sostentamento dall'ambiente di una data area;
le catene alimentari: descrivono la serie di stati attraversati dall'energia sotto forma di cibo all'interno di un ecosistema;
il climax: è lo stato di equilibrio raggiunto dalla vegetazione di un area quando viene lasciata intatta per un lungo periodo di tempo;
le comunità: gruppi di animali e piante che vivono nello stesso ambiente e che dipendono in qualche misura l'uno dall'altro;
ecologia: studio delle piante e degli animali in relazione al loro ambiente;
ecosistemi: sistemi ecolgici all'interno dei quali piante e animali sono collegati al proprio ambiente attraverso una serie di circuiti di feedback;
i livelli trofici: sono gli stati principali delle catene alimentari, in cui le piante verdi occupano il primo livello , gli erbivori il secondo, e i carnivori il terzo;
le reti alimentari: sono intrecci complessi di catene alimentari;
ura 3.5.: cicli all'interno dell'ecosistema:
tra l'ambiente abiotico e la biosfera avvengono molti scambi tutti caratterizzati dalla scambio di relazioni energetiche;
all'interno di una catena alimentare, ambiente = biosfera, vi sono degli scambi di componenti nutritive, grazie sempre all'energia solare.
3.2.: sistemi e feedback:
il termine ecosistema costituisce un'abbreviazione del termine sistema ecologico.
31: la natura dei sistemi:
un sistema viene definito come un insieme di componenti e delle rispettive relazioni: esso è composto di tre ingredienti essenziali:
i componenti;
i legami tra i componenti;
i confini che separano il sistema stesso dal resto del mondo.
32: sistemi morfologici:
un esempio è quello della barriera corallina:
l'estremità della barriera corallina si trova al di sotto del livello del mare? Se la risposta è si: feddback positivo: crescita di alghe: abbassamento delle acque.
Se la risposta è negativa: si ha un feddback negativo: erosione della barriera: aumento delle profondità delle acque: crescita delle alghe: abbassamento delle acque.
33: sistemi a cascata:
sono sistemi in cui le relazioni tra le singole componenti implicano trasferimenti di massa o di energia.
L'output di una data componente si trasforma nell'input dell'altra.
È possibile controllare gli input e gli output tramite dei regolatori.
I feedback, cioè le retroazioni, tra le varie componenti sono prodotti dalla successione degli input e degli output che può venire ritardata nel tempo.
Un classico esempio di un sistema a cascata è quello idrologico terrestre
ura 3.8.: ciclo idrologico terrestre:
dal basso verso l'alto abbiamo:
oceani: 97,2% acqua;
acque superficiali: 0,017 %;
ghiacci e calotte glaciali: 2,15 %;
acque sotterranee: 0,62%;
umidità del suolo: 0,005%;
umidità atmosferica: 0,001%.
34: sistemi di controllo:
i sistemi morfologici e quelli a cascata possono venire modificati dall'intervento dell'uomo.
I sistemi naturali possono venire controllati solo in parte.
35: la natura degli ecosistemi:
gli ecosistemi sono sistemi ecologici al cui interno vegetali e animali sono collegati al proprio ambiente attraverso una serie di legami, alcuni dei quali costituiscono dei cicli di feedback.
Il termine ecologico risale al 1868 da biologo tedesco ERNST HAECKEL e significa posto in cui vivere.
36: ecosistemi: un esempio su scala ridotta:
un ecosistema ridotto è ad esempio quello dei laghi, lacustre.
Molti ecosistemi hanno confini difficili da individuare .
Tre elementi critici presenti in tutti gli ecosistemi , dai più piccoli ai più grandi sono:
ciclo dell'energia;
ciclo del carbonio;
collegamento delle popolazioni biologiche in catene alimentari.
37: energia all'interno dell'ecosistema:
solo il 19% dell'energia ricevuta viene immagazzinata dagli alberi; un altro 2 % viene immagazzinato dall'humus dello strato superficiale del suolo sottostante gli alberi.
In tal modo l'energia totale immagazzinata equivale a circa 1/5 dell'energia totale ricevuta.
Il resto viene restituito all'atmosfera tramite la respirazione.
38: cicli nutritivi all'interno degli ecosistemi:
un elemento essenziale è quello della conversione dell'energia solare in materia vivente grazie al ciclo del carbonio.
s.3.2.: la fotosintesi nel ciclo del carbonio:
le piante verdi estraggono l'anidride carbonica e l'acqua dal proprio ambiente , restituiscono all'ambiente l'ossigeno e incorporano le sostanze restanti in carboidrati.
Questi carboidrati vengono decomposti per produrre energia o trasferiti ad altre parti della catena alimentare.
I tassi di fotosintesi sono collegati in maniera critica all'intensità della luce, ad un umidità adeguata e ad una temperatura tra i 10 e i 50°.
Tabella 3.2.: i principali cicli geochimici all'interno dell'ecosistema:
acqua: è uno dei principali componenti della biosfera.
Ossigeno: è uno dei principali componenti degli esseri viventi(70%);
Carbonio: è uno dei principali elementi della materia vivente(18%);
Idrogeno: uno dei principali elementi costituit della materia vivente(11%);
Azoto: presente in grandi quantità nell'atmosfera, ma raro nella biosfera;
Zolfo: i batteri giocano un ruolo fondamentale di composti dello zolfo che vengono poi riciclati;
Fosforo: importante nella fotosintesi. Elemento che limita la crescita degli ecosistemi.
39: le catene alimentari all'interno degli ecosistemi:
per produrre un unità alimentare (1 caloria) del predatore sono necessarie da 5 a 10 unità della preda; tale differenza viene chiamata rapporto di conversione alimentare.
ura 3.14.: livelli trofici.
I livelli trofici sono 4:
produttori;
erbivori;
carnivori;
onnivori.
40: selezione delle unità di ecosistemi:
una delle unità regionali più versatili finora identificate è costituita dal bacino di un fiume o dalle unità fondiarie(più unità = sistemi fondiari) che vengono considerati come campioni di ecosistemi.
3.3.: la produttività degli ecosistemi:
la terra costituisce un ecosistema.
42: produttività a livello del globo:
gli incaricati delle previsioni dell'istituto risorse per il futuro(RRF) prevedono che, dati gli attuali livelli di energia solare, il maggiore quantitativo di cibo che è possibile produrre al presente tramite la fotosintesi equivalga a circa 10^11 tonnellate annue.
Il 70% del cibo che mangiamo deriva dalla terra coltivata e la prospettiva mondiale per la produzione alimentare nell'immediato futuro dipenderà essenzialmente dai miglioramenti nella coltivazione della terra già adibita all'agricoltura.
Tabella 3.3.: la produttività degli ambienti del globo:
massime produzioni annue:
foresta: 47;
pascoli: 19;
terreni coltivati: 8;
altri terreni: 4;
oceani e laghi: 23.
43: analogie interregionali:
l'individuazione di analogie interregionali fornisce in effetti un'utile prima approssimazione delle aree potenzialmente adatte ad alcune colture.
CAPITOLO 4: L'AMBIENTE DEL GLOBO.
4.1.: una carta della produttività mondiale:
In confronto ad altri corpi vaganti nel sistema solare , la Terra rappresenta pur sempre un pianeta uniforme.
È quasi sferica con un raggio di 6365 km che varia in misura inferiore allo 0,02%.
Per quanto riguarda l'altitudine , sulla superficie la differenza tra il luogo più alto e quello più basso non supera i 20km.
Malgrado tale uniformità la Terra presenta una considerevole varietà ambientale.
45: misure del contrasto ambientale:
E' facile mostrare su una carta la differenza tra la zone equatoriale tropicale e le zone polari.
Sfogliando le ine di un atlante nella sezione dedicata all'ambiente , troveremo dozzine di modi attraverso cui è possibile indicare contrasti evidenti di caldo e freddo, di umidità e siccità, di condizioni climatiche costanti e fluttuanti, e così via.
Molti geografi si sono trovati alle prese con il problema di individuare un'unica unità di misura delle differenze ambientali.
Alcuni si sono concentrati sulla litosfera ed hanno sviluppato degli schemi collegati al tipo di terreno.
Più comunemente si sono impiegati come indicatori delle variazioni ambientali, il clima o il clima unito alla vegetazione.
Lo studioso di fisiologia delle piante HELMUT LIETH è stato in grado di collegare la produttività della vegetazione naturale al clima prevalente: secondo lui le aree calde e umide producono una copertura vegetale molto densa simile a quella della foresta pluviale equatoriale ; man mano che ci spostiamo verso zone caratterizzate da condizioni atmosferiche più secche o più fredde , la crescita delle piante rallenta e la copetura vegetale diviene più rada.
Il geografo svedese STEN PATERSON ha individuato che la produttività aumenta parallelamente alla durata della stagione di crescita, alla temperatura media del mese più caldo , alle precipitazioni annuali e alla quantità di radiazioni solare e diminuisce parallelamente all'escursione annuale delle temperature di una data area.
Combinando i valori di questi fattori in un unico indice , PATERSON è stato in grado di fornire dei numeri corrispondenti a siti diversi sulla superficie terrestre che indicano il loro potenziale in funzione della crescita delle piante: questo è l'indice di PATERSON della produttività.
46: una carta del globo divisa in sei zone:
Grazie all'indice potenziale di produttività delle piante e cioè all'indice di Paterson si può rappresentare il globo grazie a delle linee, isoplete, che sono in funzione dello stesso indice di paterson: si evidenziano così 6 zone(dalla meno produttiva, zona F con produttività < a 0,25 alla più produttiva, zona A con produttività > di 50).
s.4.1.:l'indice di paterson di potenziale produttività delle piante:
tale indice si calcola con la seguente formula:
I=Tm*(P*G*S)/120*(Tr), dove:
I= indice di paterson;
Tm=temperatura media del mese più caldo in gradi centigradi;
P=precipitazioni in centimetri;
G=durata del periodo di sviluppo vegetativo in mesi;
S=quantitativo di radiazione solare espresso come percentuale della radiazione ai poli;
Tr=escursione annua delle temperature medie del mese più freddo e di quello più caldo in gradi centigradi;
ura 4.3.: la produttività mondiale:
la Terra può essere divisa in sei zone di produttività differente grazie all'indice di sviluppo potenziale delle piante di Paterson.
Le sei zone sono:
indice <0,25: F: calotte di ghiaccio, deserti, tundre alle medie latitudini;
indice 0,25 - 1 : E: America settentrionale e Asia sovietica;
indice 1 - 3: D: Europa centrale e orientale;
indice 3 - 10: C: Stati uniti orientali, Europa occidentale , India, Cina meridionale;
indice 10 - 50: B: zona dei tropici: America meridionale;
indice >50: A: fascia equatoriale.
4.2.: chiavi di interpretazioni della carta a livello etario:
La fertilità naturale di una data località sulla superficie terrestre è determinata da 4 fattori principali:
il suo clima solare(corrispondente alla latitudine);
la sua posizione rispetto alla circolazione atmosferica generale terrestre;
la sua posizione rispetto ai continenti, agli oceani e ad altre caratteristiche fondamentali del terreno;
i fattori ambientali locali.
48: fattori legati alla latitudine:
i Greci ritenevano che la Terra fosse inclinata in direzione opposta al sole , in corrispondenza delle latitudini situate più a nord della Grecia e del mar mediterraneo: ciò provocava un progressivo raffreddamento del clima settentrionale.
Si riteneva invece che la parte meridionale del pianeta fosse inclinata verso il sole e che si sarebbe progressivamente tramutata in una zona torrida troppo calda per consentire la vita umana.
Ogni giorno la terra intercetta un fascio di energia solare di dimensioni considerevoli.
L'energia viene emessa lungo diverse lunghezze d'onda; l'intensità maggiore si trova in corrispondenza della parte visibile dello spettro(luce diurna), ma il fascio comprende anche alcune importanti emissioni di onde corte(ultraviolette) e di onde più lunghe(infrarosse).
Se la Terra fosse priva di atmosfera, come la Luna, l'impatto sull'energia esercitato da queste variazioni legate alla latitudine produrrebbe conseguenze catastrofiche.
49: il filtro atmosferico terrestre:
Il pianeta Terra è circondato da un involucro di gas sottile, ma di importanza fondamentale, l'atmosfera.
Questo involucro viene mantenuto a contatto con la superficie terrestre dall'attrazione gravitazionale.
L'atmosfera è più densa alle base e va rapidamente rarefacendosi, mam mano che si sale verso l'alto.
La zona di maggiore importanza per l'uomo è la troposfera.
Il confine superiore della troposfera, la tropopausa, ha un'altezza variabile a seconda delle stagioni ma in media equivale a 9 km al di sopra dei poli e a 17 km al di sopra dell'equatore.
La troposfera contiene:
l'ossigeno che costituisce in gas invisibile inodore che è essenziale alla vita umana;
il biossido di carbonio, che è decisivo per la vita delle piante e anch'esso presente nell'atmosfera anche se in quantità minime;
il vapore acqueo sale dalle superfici degli oceani e dai mari fino alla traposfera e viene fatto circolare e redistribuito sulla superficie terrestre sotto forma di precipitazioni;
i gas presenti nella troposfera e negli strati superiori agiscono come filtro e come schermo.
Le variazioni della temperatura a seconda delle latitudini dipendono dall'angolo di incidenza medio dei raggi solari, che è al massimo ai tropici e diminuisce in direzione del polo nord e del polo sud.
Il fascio energetico proveniente dal sole attraversa obliquamente l'atmosfera terrestre e ricade su una superficie più vasta.
50: la circolazione generale dell'atmosfera:
come ogni altro gas o fluido, l'atmosfera è sensibile ai cambiamenti di temperatura , raffreddandosi aumenta di densità mentre riscaldandosi diminuisce di densità.
51: il modello HADLEY - FERREL:
questo modello assegna un nome alle tre principali fasce di venti mondiali.
le correnti orientali polari;
le correnti occidentali delle medie latitudini;
gli alisei della zona tropicale.
Vengono, nel modello, anche indicate due importanti linee di convergenza:
il fronte polare che segna il punto di congiunzione delle correnti orientali polari e delle correnti occidentali nell'emisfero settentrionale e in quello meridionale: le perturbazioni atmosferiche caratterizzate dalle basse pressioni , spostandosi verso ovest lungo questo fronte, giocano un ruolo di primo piano nel determinare le condizioni atmosferiche degli Stati Uniti e dell'Europa Occidentale;
la zona di convergenza intertropicale: è una zona di basse pressioni atmosferiche che separa i due sistemi di alisei: essa si trova più o meno in corrispondenza dell'equatore ma si sposta leggermente a nord no a sud a seconda delle stagioni .
in corrispondenza dei due poli vi sono delle zone di convergenza con alte pressioni: anticicloni polari.
In corrispondenza di 30° latitudine nord e di 30 ° latitudine sud : anticicloni tropicali.
52: tipi di precipitazioni a livello etario:
la loro causa principale resta il raffreddamento dell'aria contenente vapore acqueo.
ura 4.9.: le aree più umide e più secche del globo:
le aree più umide del globo sono situate a cavallo dell'equatore e dell'estremità dei continenti sopravvento.
La posizione delle aree più secche è collegata alle celle tropicali di alta pressione.
4.3.: chiavi di interpretazione della carta a livello dei continenti:
aggiungiamo ora alla nostra immagine del globo un altro strato sottile ma anch'esso di importanza decisiva: quello degli oceani(idrosfera).
54: gli oceani e il ciclo idrologico del globo:
abbiamo già visto che il vapore acqueo è una componente critica dell'atmosfera terrestre.
Più del 97% è concentrato negli oceani del globo.
Non solo gli oceani coprono più del 70 % della superficie terrestre ma il loro punto più basso( la fossa delle Marianne nel Pacifico occidentale, profonda 11,03 km) supera di gran lunga il punto più alto della superficie terrestre (il monte Everest nella catena dell'Himalaya che è alto 8,85km).
Ogni anno evaporano dalla superficie degli oceani un volume d'acqua valutato circa 33600 km^3.
Circa 89% ritorna direttamente negli oceani sotto forma di precipitazioni.
Il restante 11% si sposta sulle superfici continentali terrestri prima di ricadere anch'esso sotto forma di precipitazioni.
Le precipitazioni che cadono sulla terra possono ritornare direttamente nell'atmosfera attraverso l'evaporazione e la traspirazione, o venire temporaneamente immagazzinate , nei laghi, nelle calotte di ghiaccio, dagli strati superiori del suolo o più in profondità.
Alla fine tutta l'acqua ritorna negli oceani attraverso le correnti dei fiumi e lo scioglimento dei ghiaccia.
In tal modo viene mantenuto l'equilibrio tra l'umidità che abbandona gli oceani sotto forma di vapore acqueo e quella che vi ritorna sotto forma di liquido.
Questa circolazione dell'acqua nel globo viene denominata ciclo idrologico etario.
55: continenti e isole:
le temperature variano più sulla terra ferma che sul mare .
la terraferma costituisce però meno di 1/3 della superficie terrestre totale ed è distribuita in modo irregolare rispetto alla latitudine.
La maggior parte di essa si trova nell'emisfero settentrionale.
La terraferma si scalda e si raffredda molto più rapidamente del mare.
I climi continentali sono caratterizzati da grandi escursioni termiche , da umidità non elevate e da precipitazioni variabili.
I climi marittimi presentano caratteristiche contrarie: basse escursioni termiche, umidità più elevata e precipitazioni più uniformi.
56: montagne e pianure:
all'interno del quadro di riferimento climatico globale costituito dagli effetti della latitudine e della continentalità è possibile individuare una gerarchia di fattori di scala ridotta.
Negli strati più bassi dell'atmosfera la temperatura diminuisce con l'altitudine ad un tasso medio di circa 6,4°C al kilometro .
Questo tasso di diminuzione di temperatura direttamente proporzionale all'altitudine viene denominato gradiente verticale termico.
È generalmente identico in tutta la troposfera.
Gli effetti dell'altitudine sulla temperatura sono di due tipi: con l'aumentare dell'altitudine , la temperatura media di una data area diminuisce, mentre aumenta la sua escursione diurna.
Entrambi gli effetti sono provocati dall'aria più limpida e più rarefatta, che permette a una maggior quantità di radiazione solare di raggiungere la superficie del suolo.
I limiti della vegetazione arborea raggiungono la loro massima a livello del mare in corrispondenza di una latitudine di circa 72° nell'emisfero settentrionale e di 56° nell'emisfero meridionale.
Sembra che una temperatura media di 10° nella parte più calda dell'anno sia uno dei fattori più importanti che limita la crescita delle foreste.
57: contrasti ambientali di minori dimensioni:
l'insieme dei tre fattori latitudine, continentalità e altitudine rende conto della maggior parte delle variazioni ambientali a livello continentale e a livello etario.
A livello locale i tipi più generali di ambiente sono alterati dagli effetti di un altro insieme di variabili interconnesse:
il terreno;
la pendenza;
le acque correnti;
la geologia di superficie e suoli.
Che si aggiungono dunque a livello globale a:
latitudine;
continentalità;
altitudine.
4.4.: le principali regioni ambientali:
59: nove zone principali: i 9 biomi:
Agli inizi del modulo , abbiamo discusso le variazioni di produttività dell'ambiente globale nei termini di un scala a sei gradini(PATERSON).
Questi andavano dalla A alla F.
Le aree della zona A erano caratterizzate da un alta produttività potenziale; le aree della zona F non avevano quasi nessun potenziale di produttività.
Ora è possibile sviluppare ulteriormente questa classificazione distinguendo tre tipi principali all'interno della biosfera:
tipo coperto di foreste;
intermedio ;
sterile.
Vi è dunque una nuova divisione delle aree continentali e questa divisione è in nove zone che sono i così detti nove BIOMI:
tabella 4.2.: i principali biomi continentali:
essi sono 9 e precisamente:
equatoriale:
8% della superficie continentale; riferendoci a paterson sono quelli che vanno da A a B;
periferica delle medie latitudini:
7% delle superfici continentali; riferendoci a paterson sono quelli che vanno da C a D;
boreale:
14% delle superfici; per paterson =E;
savana:
24% superficie; paterson= da B a E;
mediterranea:
1% superficie; per paterson da D a E;
pascoli alle medie latitudini:
9% superficie; paterson = da D a E;
arida e semiarida:
21% superficie; paterson = F;
tundra:
5% superficie; paterson =F;
polare:
11% superficie; paterson = F;
i confini tra le nove zone o nove biomi fondamentali non sono definiti e sono soggetti a continui mutamenti dovuti a vari fattori.
61: contrasti locali all'interno delle varie zone:
anche se i geografi fossero completamente d'accordo sul modo di tracciare i confini dei vari biomi rimarrebbe un'altra difficoltà.
Le zone che abbiamo descritto danno solo un quadro sommario di un mosaico di ambienti estremamente dettagliato.
La divisione della superficie continentale del globo nelle nove zone principali presenta tre limiti:
è possibile che all'interno delle zone si verifichino marcate differenze regionali e che i confini tra le diverse zone diventino confusi;
i confini tra le zone stanno modificandosi lentamente ma progressivamente a causa delle alterazioni di lunga durata dell'attuale clima post - gliaciale;
la vegetazione caratteristica delle varie zone descrive solo la coltre vegetale spontanea di cui si conosce l'esistenza o che si ritiene possa crescere nel caso in cui all'interno di quel determinato ecosistema non abbia luogo alcun intervento umano.
FINE PARTE PRIMA. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
PARTE SECONDA: LA RISPOSTA ECOLOGICA DELL'UOMO: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
CAPITOLO 7: LA POPOLAZIONE UMANA.
7.1.: dinamica dell'incremento della popolazione:
Prenderemo ora in esame i processi che regolano l'incremento della popolazione e il tipo di unità impiegate per misurarla.
89: nascita, decessi e incremento:
la popolazione complessiva in una data area della superficie terrestre rappresenta uno stato di equilibrio tra due forze.
Una è rappresentata dal movimento naturale provocato dalla differenza tra il numero delle nascite e quello dei decessi, e l'altra forza , non naturale, è il movimento migratorio.
Noi considerando il globo considereremo solamente il movimento naturale , nascite, decessi, in quanto a livello etario il movimento migratorio, emigrazioni e immigrazioni, risulta essere irrilevante in quanto la Terra è come se fosse un sistema chiuso sul quale non interferiscono i movimenti migratori, bensì i movimenti naturali sono quelli che determinano la crescita di un popolazione o la sua diminuzione.
Quindi i cambiamenti netti del complesso della popolazione sono provocati dall'interazione di 4 elementi:
nascite: aumento;
decessi : diminuzione;
immigrazione: aumento;
emigrazione: diminuzione.
ura 7.1.: il movimento demografico:
la terra puù considerarsi come un sistema chiuso in cui il movimento demografico è determinato solo dal movimento naturale , nascite e decessi.
Oppure una data area può essere considerata come un sistema aperto in cui il movimento demografico risulta da 4 variabili che sono : nascite, decessi, immigrazione, emigrazione.
Vi sono svariati modi per misurare i tassi demografici di una popolazione, tra i quali i più semplici sono: il tasso di natalità, il tasso di mortalità, il tasso di incremento.
Il tasso di natalità viene definito come il numero di nascite in una data unità di tempo diviso per la popolazione media.
Il tasso di mortalità descrive il numero di decessi di un una unità di tempo.
Il tasso di incremento naturale descrive il numero la differenza tra il numero di nascite e decessi nell'unità di tempo , ciascuno diviso per il valore medio della popolazione in quel dato intervallo di tempo.
Questi tassi vengono definiti grezzi perché non tengono conto di fattori come l'età o il sesso dei membri della popolazione, o dell'emigrazione.
I demografi hanno definito e sviluppato unità di misura molto più sofisticate del cambiamento, chiamati i tassi specifici., che prendono in considerazione la struttura della popolazione.
s.7.1.: termini importanti per lo studio della popolazione:
capacità di popolamento: è l'ammontare massimo di popolazione che un dato ambiente, in una data area, è in grado sostentare;
censimento: è un conteggio ufficiale della popolazione;
curve di sopravvivenza: indicano la nproporzione di una data popolazione che sopravvive fino a una determinata età;
emigrazione: è il movimento di persone da un area ad un altre;
movimento migratorio: indica l'aumento o la diminuzione della popolazione complessiva in una data area provocato dalla migrazione;
movimento naturale: è il cambiamento netto della popolazione complessiva di una data area conseguente al bilancio delle nascite e dei decessi;
le piramidi della popolazione: mostrano la composizione a seconda dell'età e del sesso di una data popolazione;
la saturazione: è il livello in cui una popolazione di una data area corrisponde esattamente alla sua capacità di popolamento;
tassi demografici: sono le unità di misura relative ai cambiamenti e alla struttura di una popolazione ;
tasso di fecondità: misura la capacità riproduttiva biologica delle femmine di una data popolazione;
tasso di fertilità: misura la produzione effettiva di prole da parte delle femmine di una data popolazione;
tassi grezzi: sono tassi demografici che non specificano la struttura della popolazione per età e sesso;
tassi di mortalità: misurano la proporzione di decessi all'interno di una popolazione;
tasso di natalità: misura la proporzione di nascite all'interno di una popolazione;
tasso di patologia: misura l'ammontare di malattie di una data popolazione;
tassi di ricambio: sono stime della misura in cui una data popolazione è in grado di riprodursi equilibrando i decessi con altrettante nascite ;
tassi di riproduzione: misurano il numero di femmine nate dal gruppo femminile in età riproduttiva(15 - 45 anni) di una data popolazione;
tassi specifici: sono tassi demografici che tengono conto di fattori quali la struttura di età e di sesso di una data popolazione.
90: tassi di incremento e tempi di raddoppiamento:
le incertezze che comporta una stima della sopravvivenza futura e del tasso di nuzialità, unite alla scarsità di dati nella maggior parte del mondo, ci obbligano più di frequente ad una visione semplificata dell'incremento della popolazione.
La visione non è in realtà così semplice.
Se vi è un tasso annuo di incremento dello 0,08% ogni unità che si aggiunge alla popolazione cresce anch'essa ad un tasso dell'8 per mille.
La popolazione ha un incremento esponenziale proprio come il denaro che produce in banca interessi composti.
Il tempo di raddoppiamento si abbrevia se il tasso di incremento naturale aumenta.
Il tasso di incremento naturale del mondo è del 2 % e ciò vuol dire che il tempo di raddoppiamento della popolazione si può stimare in 35 anni.
s.7.2: crescita esponenziale di una popolazione:
l'espressione della crescita esponenziale di una popolazione stabilisce che l'ammontare della crescita è collegato alle dimensioni della popolazione : maggiore è una popolazione , più rapida sarà la sua crescita.
Se partiamo con 1000 persone nell'anno 0 e ipotizziamo un tasso di crescita dell'1% annuo possiamo mostrare che dopo 70 anni la popolazione sarà raddoppiata rispetto a quella originaria.
I modelli esponenziali indicano l'importanza critica dei piccoli cambiamenti del tasso di incremento naturale.
91: curve di sopravvivenza e piramidi di età:
per poter comprendere il tasso di incremento di una popolazione, è necessario conoscere qualche dato sulla sua struttura riguardo al sesso e all'età.
Studiando l'età in cui avvengono i decessi di una popolazione , siamo in grado di definire delle curve di sopravvivenza.
Le curve di sopravvivenza indicano il numero di sopravvissuti di un gruppo originario a seconda dell'età al momento del decesso.
Se questo fosse un mondo perfetto in cui fossero stati eliminati tutti gli incidenti e le infezioni, e in cui tutti fossimo ancora vivi ad ottant'anni , la curva mostrerebbe un brusco angolo retto.
La popolazione dei paesi a sviluppo avanzato, a differenza delle popolazioni primitive o di quelle dei paesi sottosviluppati , tende a produrre curve che si avvicinano maggiormente alla curva ipotetica ad angolo retto.
La piramide della popolazione consiste in un grafico a sviluppo verticale che mostra la percentuale di individui nelle varie classi di età.
7.2.: limiti ecologici dell'incremento:
il potenziale biotico di una popolazione è il suo tasso di incremento teorico qualora essa sia in condizioni tali da potersi sviluppare in un ambiente ottimale di dimensioni illimitate.
93: le retroazioni ecologiche e l'ipotesi di MALTHUS:
Un incremento della popolazione nelle sue dimensioni, può significare una minore quantità di cibo per ciascun individuo, decessi più numerosi della norma e una conseguente diminuzione dei suoi componenti.
All'opposto, una diminuzione della popolazione può mettere in moto una catena di eventi che fa aumentare i componenti di un gruppo, fino a ritornare al livello originario.
Lo studioso inglese di demografia THOMAS ROBERT MALTHUS nel suo saggio' i principi della popolazione' pubblicato nel 1798, prevedeva che il continuo incremento della popolazione umana avrebbe avuto conseguenze ecologiche disastrose.
Egli sosteneva che la popolazione cresce in modo geometrico(di una quantità sempre maggiore come la serie 1,2,4,8,16, . .) mentre le risorse di cibo per tale popolazione , anche migliorando le tecniche agricole, aumentano in modo aritmetico (di una quantità costante come la seria 10,20,30,40,50, . ).
MALTHUS fu in grado di mostrare che qualsiasi tasso di incremento di una popolazione (per quanto piccolo) avrebbe alla fine portato all'esaurimento di tutte le risorse alimentari possibili e immaginabili.
Quando l'incremento raggiunge tale punto , può essere limitato, secondo MALTHUS, solo da guerra, vizio e indigenza.
Le basi dell'incremento aritmetico delle risorse agricole non sono mai state chiarite.
Inoltre nell'edizione del 1817 del suo saggio, MALTHUS, dedicava maggiore attenzione alla riduzione dell'incremento della popolazione attraverso il controllo delle nascite , che ai lugubri espedienti della guerra , del vizio e della crescente indigenza umana.
ura 7.6: l'equazione di MALTHUS:
Egli suppose che una popolazione avrebbe sempre, nel lungo periodo, finito col superare le scorte alimentari disponibili, dato che la popolazione cresce in modo geometrico mentre le risorse agricole crescono in modo aritmetico.
L'adensamento sempre maggiore della popolazione provocherebbe tali pressioni sulle scorte alimentari da far si che, secondo l'equazione malthusiana , le popolazioni possono venire riportate entro dimensioni tollerabili solo da fattori quali la fame, la malattia e la guerra.
94: la capacità di popolamento dei vari ambienti:
Possiamo spiegare un semplice limite malthusiano applicato all'incremento della popolazione immaginando l'esistenza di un livello fisso al di sopra del quale gli individui non possono aumentare.
A questo livello di saturazione, la popolazione equilibra esattamente la capacità di popolamento dell'ambiente locale.
Questo esempio è più teorico che pratico.
Risulta più plausibili l'ipotesi che il tasso di incremento si riduce lentamente , via via che le popolazioni raggiungono il livello critico.
I primi dati precisi di un censimento della popolazione umana si riferiscono solo alla fine del settecento per cui risulta difficile analizzare l'ipotesi malthusiana.
Si può dire che nel primo periodo di insedimento umano sulla Terra il limite malthusiano della fame giocò un ruolo importante .
95: limiti malthusiani alla popolazione: la carestia:
Esaminiamo ora come le provviste di cibo possono limitare la popolazione umana in due contesti:
nel corso di determinate carestie locali;
nel lungo periodo su scala mondiale.
96: carestie e penurie di cibo locali:
le carestie possono essere strettamente connesse agli eventi ambientali(come nel caso di una siccità) o quasi completamente indipendenti da essi(come nel caso della grande carestia che colpì le popolazioni di profughi dell'Europa centrale e orientale alla fine della seconda guerra mondiale).
Siamo comunque in grado di sostenere che una regione povera , con limitate scorte di cibo, la cui popolazione dispone di un apporto di cibo di poco superiore ai limiti della fame e il cui clima varia in misura notevole da un anno ad un altro, ha maggiori probabilità di essere colpita da una carestia rispetto ad altre regioni più fortunate.
In Europa il peggiore disastro fu la carestia in Irlanda del 1845.
Vaste aree densamente popolate si mantenevano a livelli di sussistenza grazie a un'unica specie vegetale, la patata.
Una grave malattia della patata, seguita dalla perdita dei raccolti nel 1845 e nel 1846 , provocò carestie di dimensioni malthusiane: i decessi, l'emigrazione di massa unite alla pesante diminuzione del tasso di nuzialità in pratica dimezzarono alla fine del secolo quella che era in origine una popolazione di 8 milioni di persone.
I cambiamenti ambientali sono di tre tipi:
cambiamenti non periodici: possono essere:
a) improvvisi;
b) graduali;
cambiamenti periodici regolari:;
cambiamenti periodici irregolari;
97: carestia ed emigrazione:
E' possibile far fronte a regolari cambiamenti stagionali sia immagazzinando provviste alimentari da usare nella stagione di scarsa produttività, sia emigrando regolarmente verso altre aree.
Problemi più gravi sono posti dai cambiamenti periodici ma irregolari.
Se il cambiamento ha una breve durata il problema può essere risolto con un temporaneo abbandono dell'area in questione.
I cambiamenti climatici più pronunciati di solito durano troppo a lungo e sono troppo estesi per poter venire risolti con uno spostamento temporaneo.
In questo caso si manifestano i classici sintomi della carestia.
Tutte queste risposte al cambiamento ambientale comportano alcuni spostamenti spaziali( o movimenti migratori).
Questi spostamenti spaziali possono consistere in spostamenti verso l'esterno( stagionali, periodici e permanenti) di una data popolazione a partire da aree in cui vi è scarsità di cibo, oppure in movimenti verso l'interno del cibo proveniente dalle aree di sovrapproduzione.
Naturalmente queste strategie si possono praticare solo nel caso di carestie locali.
Questi spostamenti spaziali di popolazioni e di risorse non servirebbero a nulla nel caso di una carestia a livello del globo.
98: penurie di cibo a livello mondiale:
l'OMS ha stimato che la popolazione mondiale consuma attualmente ogni anno circa 10^/ tonnellate di cibo.
Per il RFF la quantità massima di materia organica che può venire prodotta per mezzo della fotosintesi si aggira sulle 10^11 tonnellate annue.
Un confronto tra queste due stime indica che verrebbe effettivamente utilizzato solo una porzione minima , circa 1%, della capacità produttiva alimentare complessiva.
La materia organica non è però sempre commestibile.
In tal modo la cifra originaria va aggiornata a circa 10^9 tonnellate annue.
Se aumentiamo anche la stima dell'OMS relativa al consumo alimentare per tenere conto di eventi quali le perdite che si verificano prima dei raccolti(circa il 30%), quelle seguenti ai raccolti(30%), la commestibilità, i fattori di conversione e le terre non coltivabili, allora i due totali dell'OMS e del RFF vengono rapidamente a combaciare.
La maggior parte del cibo viene prodotta su una piccola parte della superficie del globo.
La terra coltivata costituisce solo il 2% della superficie terrestre ma è in grado di produrre circa il 75% del prodotto potenziale mondiale di materia commestibile.
Utilizzando le stime più prudenti possiamo affermare che la capacità produttiva alimentare del pianeta è molto estesa, anche con l'impiego della sola tecnologia attuale.
Migliorando gli standard produttivi, essa è senza dubbio in grado di fornire il nutrimento ad una popolazione molto superiore a 5 miliardi di individui(dati 1987).
99: limiti malthusiani alla produzione: l'affollamento e il conflitto:
Se dividiamo la popolazione in quelli che hanno e in quelli che non hanno, risorse alimentari, possiamo seguire MALTHUS e supporre che la competizione tra i due gruppi ci porti ad un conflitto e dunque ad una guerra e dunque la guerra ad una diminuzione della popolazione al di sotto del livello di saturazione.
L'ecologo L.B. SLOBODKIN ha esaminato dei modelli teorici di competizione tra due popolazioni che vivono nella stessa area e che sono caratterizzate da diversi tassi di incremento e da diversi livelli di saturazione.
La curva di incremento logistica di ciascuna popolazione si appiattisce quando la densità di questa raggiunge la capacità di popolamento dell'ambiente.
SLOBODKIN si pregeva di determinare , date queste condizioni, se le due popolazioni potessero coesistere in uno stato di equilibrio o se invece una avrebbe progressivamente dominato le risorse disponibili escludendo l'altra(quanto cioè ipotizzato da MALTHUS).
Nell'ambito del suo modello teorico sono possibili due soluzioni:
le due popolazioni possono coesistere, ma la loro entità rimane inferiore ai livelli di saturazione altrove raggiunti;
una sola popolazione sopravvive e raggiunge il proprio specifico livello di saturazione.
In altri casi più complessi, è possibile che entrambe le popolazioni subiscano delle fluttuazioni cicliche.
Il modello di SLOBODKIN spiega come sia possibile simulare future condizioni di conflitto e , perciò, tentare di evitarle.
Inoltre , esso sottolinea il fatto che la chiave del dilemma popolazione - risorse non sta tanto nel livello delle risorse quanto nella nostra capacità di condividerle e distribuirle.
100: modelli non-malthusiani:
In questo modulo abbiamo esaminato il più importante modello ecologico della popolazione umana, quello malthusiano.
Nel prossimo modulo ci dedicheremo a quello di BOSERUP.
7.3.: la storia dell'incremento della popolazione mondiale:
102: modelli di incremento passati:
Potremmo iniziare queste considerazioni sull'incremento passato della popolazione citando l'assioma di Colin Clark, sudioso di demografia, secondo cui la maggior parte delle testimonianze storiche riguardanti la popolazione è imprecisa e che tale imprecisione aumenta man mano che risaliamo in dietro nel tempo.
È perciò estremamente difficile stimare le dimensioni delle popolazioni primitive.
103: la transizione demografica:
il mutamento delle tendenze demografiche prende il nome di transizione demografica e si manifesta con una caratteristica sequenza di cambiamenti di tassi demografici.
All'interno di tale successione è possibile distinguere 4 fasi collegate:
prima fase : lato - stazionaria: i tassi di natalità e di mortalità sono entrambi elevati.
Seconda fase: prima espansione: elevato tasso di natalità e caduta dei tassi di mortalità;
Terza fase: tarda espansione: consolidamento del tasso di mortalità a bassi livelli e riduzione del tasso di natalità;
Quarta fase: basso - stazionaria: tassi di natalità e di mortalità sono a livelli bassi e di conseguenza la popolazione resta stazionaria.
104: tendenze attuali:
l'incremento accelerato della popolazione durante il ventesimo secolo che il modello esponenziale di crescita della popolazione discusso più sopra in questo modulo si dimostrerebbe abbastanza appropriato rispetto al periodo attuale.
Per una specie che si riproduce lentamente come la nostra, il periodo di 25-30 anni rappresenta una generazione biologica.
105: popolazione a crescita zero:
La crescita zero della popolazione(in inglese ZPG=zero population growth) sta diventando una meta sempre più popolare, soprattutto tra le generazioni più giovani dei paesi sviluppati.
Se tutte le coppie in età riproduttiva di una popolazione producessero complessivamente l'esatto numero di li necessario a sostituire l'attuale generazione, avremo ciò che i demografi chiamano riproduzione di ricambio.
La velocità di incremento di una popolazione è molto difficile da modificare nel breve periodo.
Il risultato più probabile che è possibile intravedere agli inizi degli anni 80 è che la popolazione mondiale aumenterà ancora per poche delle prossime generazioni di homo sapiens e che il tasso di incremento tenderà comunque lentamente a diminuire.
S7.4.: riproduzione di ricambio:
per calcolare il tasso di ricambio dobbiamo tenere presenti molte variabili tra le quali:
nella popolazione umana nascono 106 maschi ogni 100 femmine;
proporzione di donne che muore prima di raggiungere l'età fertile;
margine per le donne che non si sposano;
margine per le donne che non hanno li;
si ha una dimensione del nucleo famigliare = o > di 2 , dopo avere tenuto presenti i punti precedenti ciò va bene e si ha così un tasso di ricambio.
CAPITOLO 8: PRESSIONI SULL'ECOSISTEMA.
8.1.: l'intervento umano: benigno o maligno?
Bisogna rimodulare alcuni dei punti evidenziati nel modulo 3(sistemi e feedback).
In quella sede avevamo notato:
che gli ecosistemi costituiscono delle reti dotate di una propria struttura che collegano l'ambiente fisico alla sua popolazione biologica;
che i legami principali all'interno dell'ecosistema erano costituiti dalle catene alimentari ;
che a tutti gli effetti sembra che la dimensione delle popolazioni biologiche sia controllata da complessi meccanismi di retroazione connessi all'approvvigionamento alimentare.
In breve la nostra posizione naturale nell'ecosistema ci ha dotato di un potenziale di dominio; il nostro successivo sviluppo tecnologico e la nostra crescita numerica ci ha messo in grado di capitalizzare questo potenziale.
107: progetti di miglioramento di un ecosistema:
gli impatti sull'ecosistema dovuti all'uomo devono tenere conto di tre fattori decisivi:
l'impatto sulle altre popolazioni animali,
l'impatto sulle altre popolazioni vegetali;
l'uomo influenza gli ecosistemi alterando direttamente l'ambiente organico.
Con l'aumento delle potenzialità tecnologiche l'uomo è in grado di alterare più velocemente gli ambienti inorganici.
s.8.1.: termini principali impiegati nello studio dell'inquinamento:
biodegradabile: aggettivo che si applica agli agenti inquinanti che possono venire decomposti da organismi biologici;
concentrazione biologica: processo per cui certe sostanze chimiche raggiungono, negli organismi, livelli di concentrazione superiori a quelli comunemente riscontrati nell'ambiente naturale tipico di questi organismi;
DDT: termine comunemente usato per indicare il diclorodifeniltricloroetano, un potente insetticida prodotto in Svizzera negli anni '30;
Diossina: potente veleno presente in alcuni diserbanti ; si è riscontrato che provoca alcune deformazioni nel feto;
Effetto serra: accumulo eccessivo di calore e vapore acqueo nell'atmosfera terrestre; si verifica quando l'energia solare viene trattenuta in misura eccessiva dall'atmosfera inquinata;
Eutrofizzazione: crescita eccessiva di alghe nelle acque ricche di composti nutritivi, che ha come conseguenza una riduzione dei livelli di ossigeno e la morte di molti organismi;
Fallout: materiale radioattivo che si deposita sulla superficie terrestre dopo un esplosione nucleare.
Ingrandimento biologico: concentrazione ripetuta di sostanze chimiche negli alimenti, da parte di ciascun organismo di una catena alimentare;
Inquinamento teratogeno: inquinamento che provoca malformazioni evidenti alla nascita;
Inquinamento termico: afflusso di calore nei corsi d'acqua che provocano una riduzione dei livelli di ossigeno e distrugge i normali cicli biologici;
Metilmercurio: composto molto tossico del mercurio, ampiamente utilizzato come antiparassitario;
Morbo di minamata: termine attribuito ai sintomi di avvelenamento dovuti al mercurio;
Particolati: piccole quantità di materia solida o liquida che si diffondono nell'atmosfera a causa dell'inquinamento;
Riciclaggio: processo che permette di riutilizzare i materiali di rifiuto.
Smog fotochimico: forma di inquinamento atmosferico provocato dalle reazioni tra luce solare e particolati; produce composti tossici e irritanti.
108: effetti collaterali accidentali:
Ai mutamenti conseguenti agli sforzi umani intenzionali e a ciò finalizzati, dobbiamo aggiungere gli impatti indiretti verificatisi senza che l'uomo ne fosse consapevole.
Gli impatti indiretti sono i seguenti:
erosione e sedimentazione accelerata provocata dai mutamenti nella copertura vegetale dei bacini idrografici;
modificazioni fisiche, chimiche e biochimiche nei suoli prodotte dalle colture o dal pascolo ;
mutamenti quantitativi e qualitativi delle acque sotterranee e superficiali;
lievi modificazioni dei microclimi rurali e sensibili modificazioni dei microclimi urbani;
alterazioni della composizione delle popolazioni animali e vegetali, comprese l'eliminazione delle specie e la creazione di nuovi ibridi.
A parità di altre condizioni i mutamenti ambientali più profondi si sono prodotti nelle parti del globo più affollate.
8.2.: l'intervento umano nelle aree scarsamente popolate:
109: gli incendi e l'agricoltura itinerante:
tipici esempi di zone scarsamente popolate ma del territorio occupato in permanenza sono le praterie e le foreste tropicali.
In entrambe le aree, uno dei modi più importanti per modificare l'ambiente è stato l'impiego del fuoco.
110: l'ecologia del pascolo:
Spostamenti regolari delle mandrie costituiscono un tipo di pascolo ciclico chiamato transumanza.
Ad esempio nel bioma mediterraneo gli spostamenti migratori possono estendersi anche per parecchie centinaia di chilometri.
Nelle aree alpine, le differenze di vegetazione a seconda dell'altitudine permettono spostamenti molto più ridotti.
Il bestiame al pascolo rappresenta solo una minima parte frazione(1/2500) della quantità organica totale.
Un pascolo eccessivo riduce la disponibilità dei foraggi e nei casi più gravi può anche distruggere completamente la cotica erbosa.
Alcuni geografi ritengono che il pascolo sia uno dei fattori che contribuiscono alla desertificazione, l'espansione , cioè, delle zone aride ai margini del deserto del Sahara.
111: la creazione di nuove comunità biotiche:
la bassa densità della presenza umana produce due effetti principali sulla composizione delle comunità biotiche, sia che si tratti di foreste, sia di praterie.
Primo , l'uomo tende ad eliminare gli elementi più conservatori o aristocratici delle comunità biotiche, cioè quelle specie che mostrano scarsa tolleranza nei confronti delle fluttuazioni dei livelli di umidità che hanno necessità nutritive elevate o scarsa capacità di sopportare perturbazioni.
Secondo l'uomo di solito contribuisce ad allargare il numero delle piante meno conservatrici che mostrano maggiore resistenza ad un aumento della siccità, della insolazione e in genere a condizioni più variabili.
A quanto pare nel complesso, gli effetti dell'intervento umano nelle zone scarsamente popolate sno stati molto importanti a livello locale ma insignificanti a livello mondiale.
8.3.: l'intervento umano nelle aree mediamente popolate:
tra i due estremi costituiti dalle aree spopolate e dalle aree affollate e densamente urbanizzate , compaiono zone mediamente popolate.
Tale densità media corrisponde all'intero ambito delle popolazioni che svolgono un'attività agricola permanente.
113: il modello BOSERUP: agricoltura e cicli di rotazione:
Secondo le teorie di MALTHUS la disponibilità alimentare limitava le dimensioni di una popolazione.
Un punto di vista differente è stato avanzato da ESTHER BOSERUP.
Secondo questa studiosa, una popolazione in aumento stimola dei mutamenti delle tecniche agricole, allo scopo di poter produrre una maggiore quantità di alimenti.
In tal modo man mano che aumenta la densità della popolazione, tende anche a mutare di conseguenza il tipo di agricoltura proticata.
La BOSERUP propone una semplice progressione a cinque stadi in cui ciascun livello rappresenta un aumento significativo sia dell'intensità del sistema di coltivazione, sia del numero di famiglie che esso era in grado di sostenere.
Gli stadi sono 5 e precesamente:
la coltivazione ad avvicendamento di foresta consiste nel lasciare per 20 - 25 anni i campi incolti dopo 1 o 2 anni di coltura.
Coltivazione ad avvicendamento di arbusti: coltura per un periodo variabile da 2 a 8 anni seguito da un periodo da 6 a 10 anni in cui le terre sono lasciate incolte;
Coltivazione ad avvicendamento breve: la terra rimane incolta per 1 o 2 anni e le terre sono invase solo dalle erbe selvatiche ;
Coltura annuale: la terra è lasciata incolta per parecchi mesi , da un raccolto alla semina per il raccolto successivo;
Coltura multipla: costituisce un sistema agricolo più intensivo: in questo caso sullo stesso appezzamento di terreno si succedono in un anno diverse colture e il periodo in cui le terre vengono lasciate inclote è limitato o addirittura inesistente.
Cercando attraverso lo spazio e il tempo siamo in grado di individuare esempi di tali sistemi.
114: la' frontiera vuota':
non tutti i sistemi agricoli si identificano completamente in questi semplici modelli di rotazione(modello BOSERUP).
In alcune zone del globo l'intervento dell'uomo è stato rozzo e sporadico e ha alternato periodi di utilizzo intensivo e periodi di abbandono.
L'abbandono delle aree precedentemente coltivate produce , come conseguenza a breve scadenza, aree di forestazione secondaria, dominate da specie a crescita rapida; a lunga scadenza si verificano alcuni nuovi insediamenti di foresta pluviale tropicale a crescita lenta, adatta al clima prevalente e alla composizione del suolo di quella data area.
Questi cicli di utilizzo dei terreni hanno condotto a un modello di insediamento specifico.
Il termine frontiera vuota allude ad una situazione in cui la colonizzazione agricola precede come un ondata che lascia dietro di se una sacca di terreno troppo sfruttato con una minore densità di popolazione agricola.
Un esempio di frontiera vuota è quello brasiliano per quanto riguarda la coltura del caffè.
115: ruolo dell'agricoltura all'interno della catena alimentare ecologica:
una coltura commestibile costituisce anche l'inizio di una catena alimentare naturale, in cui gli organismi predatori e parassiti entrano in competizione per l'energia a tutti i livelli trofici e dirottano le calorie dai rifornimenti alimentari umani.
I sistemi di coltura itinerante possono sembrare , a livello intuitivo, un metodo di coltivazione instabile, e le risaie un sistema stabile , ma in realtà si può dimostrare il contrario.
ura 8.9.: la frontiera vuota:
in Brasile i cicli di utilizzazione del terreno hanno avuto come conseguenza un modello di insediamento caratteristico, denominato frontiera vuota, vuoto nella densità della popolazione.
8.4.: l'intervento umano nelle aree densamente popolate:
All'interno e nei dintorni delle aree urbane , la progressiva crescita delle città provoca una sempre più rapida sostituzione delle aree rurali con agglomerati urbani.
Diminuisce la proporzione di spazi aperti nei centri cittadini: quasi ovunque regnano il cemento e l'asfalto.
Questo ambiente artificiale è molto instabile a livello ecologico.
Una grande città dipende da un enorme apporto di acqua, combustibile e alimenti; allo stesso tempo la città ha necessità di liberarsi di grandi quantità di rifiuti.
ura 8.11: la città come ecosistema:
il mantenimento della vita urbana richiede un regolare apporto di energia e di elementi nutritivi e un efficace sistema di eliminazione dei rifiuti.
117: le città e le modificazioni climatiche:
La costruzione di grandi città costituisce l'influsso umano più profondo sul clima di cerete località, un influsso che, essendo in realtà un massiccio effetto secondario, più che un mutamento intenzionale, non è per questo meno notevole.
La città infatti distrugge i microclimi esistenti in un dato ambiente e ne crea di nuovi.
Ciò si produce tramite tre processi:
la produzione di calore;
l'alterazione della superficie del terreno;
la modificazione dell'atmosfera.
Gli studi sulla temperatura rilevano la presenza di isole termiche urbane, determinate dal fatto che le temperature delle città sono in genere più alte di quelle delle aree rurali circostanti.
Esistono differenze nette tra città con microclimi e collocazioni geografiche diverse.
L'effetto provocato dall'urbanizzazione sulle pioggie è incerto, ma vi sono forti indizi che mostrano come, in certe condizioni, le città situate alle medie latitudini possano provocare una turbolenza locale sufficiente a innestare temporali.
s.8.2.: formazione dello smog:
in presenza di forti venti è raro rilevare la presenza di inquinamento nell'atmosfera.
I fumi, le polveri e i gas si mescolano rapidamente con un grande volume di aria e si diffondono in vaste regioni: in tal modo le concentrazioni rimangono basse.
Ma condizioni di calma e venti deboli favoriscono l'accumulo di vaste e pericolose concentrazioni di agenti inquinanti.
Normalmente la temperatura dell'aria diminuisce con l'altitudine (circa 6,4°C per km ): in tal modo l'aria calda e inquinata che sovrasta le città tende ad andare verso l'alto e a mescolarsi in senso verticale.
In condizioni di anticiclone vi sono due tipi di strati di inversione(inversione negli alti strati dell'atmosfera e nei bassi strati dell'atmosfera): in entrambi i casi essi impediscono la dispersione verticale degli agenti inquinanti e ne aumentano i livelli di concentrazione.
118: rifiuti delle città nell'atmosfera:
Le atmosfere delle città sono inquinate soprattutto a causa dell'emissione di fumi, polveri e gas(soprattutto anidride solforosa).
L'inquinamento ha tre effetti principali:
riduce la quantità di luce solare che raggiunge la superficie del suolo;
addiziona all'aria numerose particelle che fungono da nuclei di condensazione e perciò producono le nebbie;
altera le proprietà termiche dell'atmosfera.
119: le città e l'aumento del fabbisogno idrico:
Al di fuori degli immediati confini urbani, i fabbisogni di una popolazione cittadina conducono a una serie di impatti, che se pur distanziati nello spazio, non sono per questo meno gravi.
L'insaziabile fabbisogno d'acqua, cibo, materiali da costruzione e minerali propri dell'economia urbana produce notevoli conseguenze ambientali.
Con la crescita delle città, aumenta la domanda e diminuiscono i livelli delle falde idriche; di conseguenza le città trasferiscono la loro ricerca d'acqua fresca sulle montagne: ad esempio è possibile rifornire d'acqua una città costruendo una diga in una valle anche molto distante.
La creazione di bacini idrici artificiali per vari scopi, tramite la costruzione di dighe, sta rapidamente aumentando,; anche se le aree in tal modo impiegate sono limitate rispetto alla superficie totale, questo tipo di utilizzazione del territorio assume molta importanza a livello locale.
I problemi più gravi da affrontare non riguardano però il rifornirsi di acqua, quanto l'eliminazione dell'acqua inquinata.
8.5.: inquinamento ed ecosistemi:
121: la sindrome da inquinamento:
Cosa hanno in comune l'aumento dei livelli di mercurio negli oceani, della rumorosità nei pressi degli aeroporti , delle temperature nei corsi d'acqua , dei livelli di anidride carbonica nell'atmosfera?
Forse la risposta più semplice è che ciascuno di essi rappresenta un QUID (sostanza o fenomeno) che in termini di ambiente umano è sbagliato sotto tutti gli aspetti, sia per quanto riguarda il posto in cui si trova, e il momento, sia la quantità e la struttura fisica o chimica.
I notevoli mutamenti nell'ecologia di un corso d'acqua provocati dall'inquinamento termico possono, in realtà, aumentare la sua produttività complessiva se consideriamo l'aumento della produzione di alghe.
La ricerca futura dovrebbe rendere utilizzabili tali aumenti di produttività da parte dell'umanità, trasformando in tal modo l'inquinamento termico in un arricchimento termico.
122: sostanze chimiche nelle catene alimentari:
Abbiamo utilizzato l'esempio dell'inquinamento termico per illustrare la natura, spesso equivoca, di un agente inquinante.
Vi sono però altri agenti inquinanti.
Ad esempio tra i 103 elementi del sistema periodico, circa uno su otto gioca un ruolo di primo piano nell'inquinamento ambientale.
I famigerati sedici sono divisi in tre gruppi principali:
carbonio, ossigeno, fosforo, potassio, necessari per la sopravvivenza di tutte le forme di vita biologica ma che possono dare origine a composti pericolosi;
stronzio , uranio, responsabili dell'inquinamento radioattivo;
cloro, arsenico impiegati per la fabbricazione degli insetticidi e metalli pesanti quali il mercurio e il piombi.
Poiché l'elemento non può venire espulso o trasformato, esso viene trasmesso lungo la catena in concentrazioni sempre maggiori.
I predatori che, come l'uomo, si trovano al termine della catena alimentare sono particolarmente vulnerabili all'avvelenamento da mercurio dato che consumano grandi quantità di cibo ricco di mercurio(pesce e in particolare i crostacei);
123: dimensioni dell'inquinamento nel tempo e nello spazio:
L'aumento del piombo in tutta l'atmosfera terrestre dagli inizi della rivoluzione industriale e all'uso generalizzato della benzina come carburante per le automobili.
Il piombo è estremamente tossico.
Il fallout(di piombo ricaduto dall'atmosfera sulla superficie terrestre) proveniente dall'atmosfera incide su tutte le zone del globo.
I problemi di inquinamento devono essere valutati tenendo presenti quattro fattori:
la natura e la proprietà degli agenti inquinanti;
il contesto spazio - temporale dell'emissione;
gli ambienti specifici da esso influenzati;
i relativi impatti sugli ecosistemi.
Una difficoltà cui ci troviamo di fronte nell'analisi dell'inquinamento sta nel fatto che il termine inquinamento è attualmente così sfruttato dalla stampa e dalla TV che è diventato difficile valutare in modo equilibrato la minaccia ambientale che esso rappresenta.
Tabella 8.3. : dimensioni multiple di un unico problema di inquinamento:
natura dell'agente inquinante:
a) sostanza: a1)solidi; a2)liquidi; a3)gas;
b) livello di energia: b1)radioattività; b2)rumore; b3)termica;b4)altre;
il contesto spazio temporale dell'emissione:
a)spazio: a1)molto localizzato; a2) globale;
b)tempo: b1)episodico; b2)ricorrente; b3)continuo;
ambiente inquinato:
a) acqua: a1)oceani; a2)estuari; a3)fiumi; a4)laghi; a5)acque soterranee;
b) atmosfera;
c) terraferma;
impatti sull'ecosistema:
a) sistema colpito: a1)catene alimentari marine; a2)catene alimentari terrestri; a3)altre;
b) natura dell'impatto: b1)drammatico, a breve termine; b2) insidioso, a lungo termine.
Dobbiamo notare che gran parte dell'inquinamento ha una durata breve e che molti ecosistemi dispongono di notevoli capacità di recupero.
CAPITOLO 9: LE RISORSE E LA LORO TUTELA.
9.1.: la natura delle risorse naturali:
125: materie prime, risorse e riserve:
La somma di tutte le componenti materiali dell'ambiente, comprese la massa e l'energia, le entità biologiche e quelle inanimate, può venire indicata con il termine complesso ddelle materie prime.
Il concetto di riserse è un concetto culturale.
Una materia prima si trasforma in risorsa quando può essere utilizzata in qualche modo dall'uomo, per far fronte ai suoi bisogni di cibo, di rifugio, di calore, di trasporti, . .
La trasformazione di una materia prima in una risorsa è reversibile, cioè una risorsa può ritornare ad essere considerata una materia prima.
Le riserve costituiscono il sottoinsieme di risorse disponibili date le condizioni socio - economiche e tecnologiche prevalenti.
126: risorse rinnovabili e non rinnovabili:
La distinzione principale è quella tra risorse non rinnovabili, le quali consistono di quantità finite di materia, come i depositi di carbone, e le risorse rinnovabili.
Le risorse non rinnovabili si formano tanto lentamente che, da un punto di vista umano, è necessario considerare limitata la loro disponibilità.
La disponibilità di alcune materie prime, carbone o giacimenti di metalli, non viene influenzata dal passare del tempo, mentre altre diminuiscono.
Le risorse rinnovabili sono le risorse che sono ricorrenti ma variabili nel tempo; un esempio può essere costituito dall'energia idroelettrica.
Di solito queste risorse vengono misurate in termini di produzione o output in un determinato periodo di tempo.
Le risorse rinnovabili possono essere ulteriormente suddivise in risorse i cui livelli di produzione non vengono in genere influenzati dall'opera dell'uomo e risorse che vengono influenzate in modo sensibile.
Tabella 9.2.: tipi di risorse naturali:
A)risorse naturali:
1)non rinnovabili: a) risorse alterate o distrutte dall'uso; b) risorse diponibili per il riciclaggio;
2)rinnovabili: a) energia solare diretta; b)energia solare indiretta: b1)geofisiche(venti, maree,..); b2) fotosintetiche:b21)a breve scadenza(colture agricole annuali); b22) a lunga scadenza(legname); c) energia geotermica.
3)altre(es. bellezza del paesaggio).
127: la stima della consistenza delle riserve:
se consideriamo il caso del petrolio la stima della dimensione della riserva equivale alla funzione congiunta di quattro fattori:
la qualità del petrolio, le sue caratteristiche chimiche e la mancanza al suo interno di impurità quali lo zolfo;
le dimensioni del giacimento e se la sua mole sia sufficiente da giustificare l'investimento di capitale necessario alla sua coltivazione;
l'accessibilità del giacimento, sia in senso spaziale(cioè la sua distanza dalle raffinerie o dai consumatori) sia in senso verticale, geologico(la sua profondità);
la domanda relativa di petrolio, indicata dal livello di prezzi prevalente.
La modificazione di uno qualsiasi dei quattro fattori può cambiare le dimensioni della riserva.
Nel caso di risorse di materie prime, le riserve vengono indicate con un ammontare determinato; le riserve delle risorse rinnovabili vengono indicate in termini di produzione o output potenziale in un data periodo di tempo.
In entrambi i casi le stime delle riserve sono di solito approssimative, si riferiscono ad un dato periodo e debbono venire continuamente aggiornate man mano che si producono dei cambiamenti nelle tecniche di mercato.
9.2.: riserve limitate? Il dilemma delle risorse di materie prime:
Lo sfruttamento umano delle risorse terrestri ha raggiunto dimensioni sbalorditive, soprattutto nell'ultimo periodo della storia dell'uomo.
Con l'aumento degli standard di vita, la pressione sulle risorse provocata da un aumento esponenziale della popolazione viene ulteriormente accresciuta dalla crescita della domanda di risorse pro - capite.
Questa domanda verrà soddisfatta tramite un consumo massiccio delle risorse naturali disponibili.
Gli effetti congiunti dell'incremento della popolazione e del consumo delle risorse hanno fatto quintuplicare il livello di sfruttamento delle risorse nel periodo 1880 - 1980.
Quanto dureranno le riserve delle risorse non rinnovabili terrestri? A quanto sembra vi sono due tipi di risposte possibili: la prima che riguarda il medio periodo(circa 30 anni), si basa soprattutto sulle ricerche economiche ed è generalmente ottimista; la seconda che investe un periodo storico molto più lungo, si basa su argomentazioni ecologiche ed è più pessimista.
129: un punto di vista ottimistico:
Il problema che determina la scarsità delle risorse è il loro prezzo relativo.
Con l'aumento del prezzo delle risorse si produce una catena di movimenti compensatori: in primo luogo il rialzo dei prezzi produce una maggiore cura nell'impiego delle risorse. L'offerta dei prodotti che hanno un elevato valore per tonnellata vengono accuratamente dosate e la loro utilizzazione accuratamente registrata; al contrario i prodotti di basso prezzo sono soggetti a spreco: l'acqua costituisce un classico esempio dell'effetto di un mutamento di atteggiamenti nei confronti di una risorsa.
Ogni risorsa è caratterizzata da una curva di consumo di forma convessa.
Il consumo non si abbassa a causa di una penuria fisica del vecchio prodotto, ma perché diviene più dispendioso in relazione ai suoi surrogati.
Un'altra causa della stabilità dei prezzi delle risorse è la sostituzione dei metodi estrattivi, cioè dei cambiamenti dei metodi di estrazione.
Il passaggio a risorse di tenore inferiore(surrogati) influenza notevolmente la valutazione globale delle riserve di materie prime.
130: un punto di vista pessimistico:
Se esaminiamo l'estrazione delle risorse in una prospettiva temporale più a lungo termine, le nostre proiezioni potrebbero risultare più pessimistiche.
L'incremento della popolazione costituisce un utile punto di partenza perché abbiamo visto come il consumo delle risorse sia in parte funzione del tasso di incremento della popolazione
s.9.2.: le maree come fonte di energia alternativa:
Vi sono relativamente pochi impianti funzionanti su larga scala.
Un eccezione è costituita dalla centrale per l'utilizzazione delle energie delle maree costruita dal governo francese a La Rance nella costa settentrionale della Bretagna.
Essa costituisce una nuova fonte di energia rinnovabile e non inquinante.
Le maree consistono nel regolare innalzamento e abbassamento delle acque oceaniche provocato dall'attrazione gravitazionale della Luna(e in parte minore anche del Sole).
Sulla costa settentrionale della Bretagna si verificano ogni giorno(precisamente ogni 24 h e 50 ') due alte maree e due basse maree.
L'effetto prodotto è che il mare fluisce con forza a riempire l'estuario e rifluisce circa 6 ore dopo provocando un ciclo di spostamenti di dimensioni gigantesche.
La centrale di energia di mare di La Rance sfrutta in parte questi movimenti del mare per mezzo di una serie di turbine collocate all'interno della diga costruita intorno all'imboccatura dell'estuario.
L'energia delle maree potrebbe contribuire fino al 4% del fabbisogno mondiale di energia elettrica.
131: il problema della diminuzione dei combustibili fossili:
nel corso di circa 100 verrà probabilmente esaurito l'80% delle risorse petrolifere.
Circa l'80% delle risorse di carbone verrà esaurito nel giro di 300 - 400 anni.
132: risorse energetiche alternative:
Le fonti possibili sono costituite dalla radiazione solare, dall'energia idroelettrica delle maree, dall'energia geotermica e dalla fissione e fusione dell'atomo.
Le fonti più importanti sono quelle nucleari, la fissione e la fusione dell'atomo.
Anche se le risorse terrestri di materiali nucleari(uranio, torio e deuterio) non sono illimitate sono tuttavia abbastanza estese da permettere una valutazione promettente della dimensione futura degli approvvigionamenti , naturalmente a patto di prevedere un ragionevole tasso di innovazione nella tecnologia dei reattori nucleari.
L'emissione di radiazioni , il quantitativo di scorie radioattive e anche la possibilità di attentati contro le centrali nucleari, con ogni probabilità vedranno aumentare(e non diminuire) la loro importanza nei decenni futuri.
Se il costo dei combustibili fossili continuerà a lievitare e quello dell'energia nucleare a diminuire, aumenteranno le prospettive di un'estrazione di idrogeno su vasta scala(idrogeno imprigionato nelle acque degli oceani).
9.3.: il problema delle risorse rinnovabili:
Le risorse rinnovabili dipendono dai principali cicli energetici terrestri.
Sono di due tipi:
i cicli energetici fisici collegati direttamente all'energia solare ;
i cicli energetici biologici collegati indirettamente all'energia solare per mezzo della fotosintesi.
134: la rivoluzione verde:
Il nostro primo esempio di risorse rinnovanili è rappresentato dalla produzione di cereali nel settore agricolo.
Forse l'esempio più significativo dell'impatto dei nuovi ibridi è costituito dalla recente rivoluzione verde:
la rivoluzione verde è un termine suggestivo impiegato per indicare lo sviluppo di colture di cereali con altissime rese che permettono grandi incrementi della produzione alimentare soprattutto nelle aree sub - tropicali.
In che misura i cereali miracolosi della rivoluzione verde si sono rivelati una benedizione a tutti gli effetti?
Sono da accogliere con favore tutte le nuove varietà che sono in grado:
di produrre una resa variante da 1 a 4 volte quella dei cereali originari;
abbiano una stagione di crescita più breve, in modo da rendere possibili a volte anche due raccolti annui;
dimostrino una grande tolleranza alle variazioni climatiche.
La resa elevata dipende da un forte utilizzo di fertilizzanti e insetticidi oltre, che nel caso del riso, da una copiosa irrigazione.
I successi degli ultimi vent'anni hanno portato nelle aree tropicali e sub - tropicali gli effetti positivi che la selezione vegetale aveva prodotto nel corso dell'ultimo cinquantennio nelle aziende agricole delle medie latitudini.
135: risorse forestali e economia non distruttiva.
Le foreste costituiscono una risorsa rinnovabile.
La distruzione è stata incoraggiata dall'opinione che le risorse rappresentate dalle foreste fossero inesauribili.
Il degrado delle foreste a livello locale e l'aumento del costo del trasporto a distanza del legname hanno condotto a mutamenti graduali di questo atteggiamento.
La moderna selvicoltura si attiene a due principi ecologici fondamentali:
economia non distruttiva: cioè della continuità di sfruttamento dei prodotti forestali di una certa zona con una resa appropriata.
Uso differenziato: l'obiettivo è la massimizzazione della produzione totale.
136: la tutela di risorse ambientali per il tempo libero:
Con l'aumento della domanda di attività ricreative, aumenta certamente il ruolo delle foreste quali aree di grande importanza ai fini ricreativi.
Il mantenimento di una risorsa ambientale come foresta in presenza di un crescente numero di gitani, escursionisti e simili, può rilevarsi ben più difficle del mantenimento di una produzione costante di legname.
La maggior parte dei paesi ha attualmente delimitato alcuni vasti tratti della propria superficie destinandola a fini ricreativi; ma la gestione di queste zone presenta gravi problemi .
La riduzione della settimana lavorativa, l'aumento del tempo libero e la diminuzione dei prezzi dei viaggi hanno creato una crescente domanda di opportunità ricreative.
137: il problema della domanda di risorse ricreative:
possiamo definire la resa di un area ricreativa come ad esempio un lago per la navigazione a vela come il numero di barche * la quantità di navigazione a vela praticata e tracciare la curva relativa.
La curva inizia a zero(nessuna barca sul lago) aumento fino a un punto massimo e poi ricade a zero(quando il lago è pieno di barche e la navigazione risulta impossibile9.
Le pressioni esercitate sulle spiagge, sulle aree protette e sui siti storici sollevano tutte il grave problema della tutela della risorsa, e della contemporanea possibilità di ottenere la massima resa.
138: problemi di offerta:
una difficoltà che riguarda la valutazione dell'offerta disponibile di risorse per lo svago riguarda la loro valutazione dal punto di vista culturale.
9.4.: tutela delle risorse naturali:
La nozione di tutela delle risorse naturali terrestri riscuote immediati consensi.
140: alcuni definizioni:
La tutela delle risorse è la classificazione delle risorse per poter fornire la massima resa per il maggiore numero di persone nel massimo periodo di tempo.
La tutela delle risorse si applica meno facilmente alle risorse non rinnovabili.
Se vogliamo utilizzare le risorse non rinnovabili nel migliore dei modi bisogna prima consumare le migliori e le meno costose per poi rivolgersi verso quelle più difficili da raggiungere.
141: il movimento per la tutela ambientale:
Anche se per quanto riguarda le riserse non rinnovabili non è sostenibile il punto di vista di una tutela solo fine a se stessa, resta un'ampia gamma di tipi di risorse la cui tutela costituisce un fatto etico come pure un fatto economico.
Attualmente l'interesse nei confronti della tutela ambientale si sta espandendo nello spazio in due direzioni:
a livello del globo , si sta sviluppando un interesse crescente nei confronti di un'azione di cooperazione internazionale riguardante un saggio utilizzo delle risorse e la protezione ambientale.
Si è prodotta una mole senza precedenti di attività di tutela a livello delle comunità locali.
L'aumento significativo di appoggio pubblico nei confronti delle misure di tutela ambientale, sia a livello internazionale sia a livello locale, rappresenta uno spostamento molto incoraggiante dell'opinione pubblica riguardo al posto dell'uomo all'interno dell'ecosistema.
CAPITOLO 10: LA TERRA CAMBIA ASPETTO: IL RUOLO DELL'UOMO.
10.1.: difficoltà di interpretazione:
Alcuni effetti dell'impatto dell'uomo sul cambiamento del paesaggio sono immediati e risaltano con chiarezza.
143: testimonianze storiche:
si noti che, avvicinandoci all'epoca attuale, aumenta la varietà e la precisione delle testimonianze.
i cambiamenti possono venire dedotti da fonti quali la vasta indagine che ebbe luogo in Inghilterra sotto il dominio dei Normanni circa 9 secoli fa , nel 1086, denominata domesday survey.
Anche in assenza di materiale documentario è possibile determinare alcune utilizzazioni del terreno in base ai toponimi.
La distribuzione di questi toponimi e i dati derivati dall'inchiesta di domesday si confermano reciprocamente.
Come nella maggior parte dell'Europa occidentale, le distruzioni operate dalle guerre , le gravi pestilenze e le diminuzioni di popolazioni si riflettono nei cambiamenti dell'utilizzazione del terreno; nei periodi di calo dell'attività economica la terra tornava a ricoprirsi di foreste, per venire di nuovo disboscata nei periodi di prosperità , connessi all'incremnto della popolazione.
144: cambiamenti naturali o provocati dall'uomo:
il termine conoidi di deiezione indica le distese di depositi alluvionali a forma di ventaglio che si vengono a formare nella parte terminale dei nuovi boschi.
Cicli di formazione dei solchi: arroyo cycles.
L'interpretazione del cambiamento ambientale richiede l'individuazione di alcuni parametri geologici, cioè di tassi di cambiamento ambientale a lungo termine in presenza di certe condizioni naturali.
Solo allora potremo accingerci ad una valutazione delle modalità con cui le attività umane hanno modificato questi stessi parametri.
10.2.: l'entità dei cambiamenti passati del pesaggio:
In che misura il paesaggio ha subito dei cambiamenti nel passato?
L'individuazione delle cifre esatte relative alla quantità di cambiamento indotto dal genere di processi che abbiamo descritto si rileva un compito molto più arduo della semplice enumerazione di esempi di cambiamento.
146: a livello del globo:
Circa 1/3 della superficie terrestre risultava coperta di foreste.
Un altro 1/3 era suddiviso in zone polari, montane e desertiche.
Il resto era costituito soprattutto da boschi e pascoli.
In che modo tali proporzioni sono mutate a causa dell'impatto umano?
Più di 1/3 della superficie terrestre , le zone polari, quelle montane e le zone aride, sono spopolate o scarsamente popolate.
Le masse di popolazioni si concentrano in corrispondenza di ambienti originariamente caratterizzati da foreste o pascoli.
La FAO stima che il 10% della superficie del globo sia coltivata, circa il 25% a foresta e il 20% a pascolo.
La vegetazione naturale è cambiata soprattutto in corrispondenza delle aree un tempo coperte da foreste.
147: a livello sub - continentale:
a livello sub continentale il tipo di cambiamenti relativi all'utilizzazione del terreno appare con maggiore chiarezza.
Vi sono tre tipi di cambiamento:
fase di espansione delle colture che va dal 1850 al 1920 e coincide con il periodo della frontiera vuota;
a partire dal 1920 la coltura delle terre è rimasta pressoché stabile: il periodo è caratterizzato dal cambiamento nella proprietà dei pascoli(non più di demanio pubblico );
mutamento drastico delle foreste: riduzione delle foreste vergini e aumento dell'area destinata alla selvicoltura
la rapida crescita delle aree urbane da una parte e delle riserve naturali protette dall'altra rappresenta i poli estremi(che si compensano reciprocamente)dell'intervento ambientale.
148: a livello locale:
su piccola scala si ha una diminuzione della superficie occupata dalle foreste e la diminuzione delle dimensioni di ogni singolo lotto di terreno.
Il sistema di divisione fondiaria all'epoca, 1882, era quello denominato township and range.
Condizioni di confine: cioè le condizioni che si situano al confine tra la foresta e l'aperta camna.
10.3.: la disputa sul rapporto uomo - ambiente:
Negli ultimi moduli abbiamo preso in esame i modi in cui le popolazioni umane hanno risposto alla sfida posta dall'ambiente del globo.
La relazione è duplice: gli esseri umani vengono influenzati dall'ambiente e a loro volta lo modificano.
150: il dibattito storico:
CHARLES DARWIN: l'opera di Darwin tratta della competizione tra le varie specie per la conquista di risorse limitate e la soppravvivenza selettiva delle specie meglio adattate(Darwin influenzò notevolmente in geografo tedesco FRIEDRICH RATZEL a sua volta maestro di ELLEN CHURCHILL SEMPLE);
FRIEDRICH RATZEL: sostiene che la distribuzione e la formazione dei gruppi umani sulla superficie terrestre poteva essere compresa solo nel contesto dell'ambiente fisico(determinismo fisico). RATZEL era interessato: a) a quei fattori che avevano provocato le principali correnti migratorie; b) alle condizioni fisiche in cui avevano potuto svilupparsi le principali civiltà.
ELLEN CHURCHILL SEMPLE: anch'essa seguiva il maestro RATZEL nel determinismo fisico: o meglio per lei il determinismo ambientale: l'uomo è il prodotto della superficie terrestre. Ciò non significa solo che è una creatura terrestre . . ; ma che la Terra lo ha allevato, lo ha nutrito, ha stabilito i suoi compiti, lo ha posto di fronte alle difficoltà, . ..e allo stesso tempo gli ha suggerito i mezzi per risolvere queste situazioni.
LUCIEN FEBVRE: le sue tesi sono contrarie a quelle di RATZEL e della CHURCHILL: egli fonda il possibilismo: cioè sostiene che l'ambiente offre un insieme di possibilità, ma che la scelta tra queste viene determinata dagli esseri umani;
YALE ELLSWORTH HUNTINGTON: egli sostiene il determinismo scientifico: esso è una variante del determinismo fisico o ambientale e si basa sull'analisi statistica degli insiemi di dati piuttosto che sullo studio dei singoli casi;
GRIFFITH TAYLOR: egli fonda il determinismo stop - and - go: sostiene che gli esseri umani determinano l'entità ma non la direzione dello sviluppo di un'area.
151: prospettive attuali:
l'ambiente è composto da due parti:
i fenomeni naturali nel senso della totalità del globo;
l'ambiente percepito e l'ambiente nascosto, cioè quelle parti dei fenomeni naturali che ci sono, rispettivamente, note e ignote.
I geografi GILBERT WHITE e IAN BURTON hanno costruito una curva di rischio relativa alle 498 comunità urbane degli Stati Uniti che si trovano sulle piane fluviali.
L'adattamento umano al pericolo delle innondazioni non aumentano in misura proporzionale all'aggravarsi del rischio. E si possono individuare quattro modi in cui gli esseri umani reagiscono all'eventualità di calamità naturali.
Costruire argini sempre più alti aumenta il rischio di una singola alluvione ancora peggiore e così via.
Nel corso del processo in cui l'uomo si trova a far fronte a determinati ambienti più o meno rischiosi, vengono poste in evidenza le variazioni spaziali nell'ambito mondiale, collegate agli atteggiamenti adottate dai gruppi che vivono in quegli stessi ambienti.
FINE PARTE SECONDA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
PARTE TERZA: MOSAICI REGIONALI: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ..
CAPITOLO 12: REGIONI CULTURALI NEL MONDO : IL MOSAICO EMERGENTE.
1.2.: il problema delle origini:
178: possiamo dividere il problema delle origini in tre parti distinte:
in che zone della terra si vennero a formare i primi gruppi di popolazioni umane?
In che zone si formarono i primi centri di innovazione agricola?
In che luogo e a quale stadio vero sulla scena le culture urbane?
179 : le origini della popolazione umana:
L'homo sapiens è so sulla Terra in tempi molto recenti.
La Terra ha circa 4,5 miliardi di anni.
Le prime forme viventi, le alghe e i batteri, hanno avuto origine circa 2,2 miliardi di anni fa.
Durante gli ultimi 3,5 miliardi di anni dell'era geologica più recente, il Pleistocene, si svilupparono parecchie specie umanoidi.
Certamente è possibile fare risalire l'homo sapiens ad un periodo interglaciale corrispondente a circa 1,5 milioni di anni fa.
Il concetto delle origini della specie umana da un'unica area comune, a parte la possibile localizzazione di tale area, ha costituito il tema di un acceso dibattito tra gli archeologi.
In base alle testimonianze archeologiche attualmente disponibili, sembra che l'umanità abbia avuto origine nel Vecchi Mondo e non nel Nuovo.
E cioè in Africa tropicale e precisamente nell'Africa Orientale.
Per indicare un punto di partenza dell'evoluzione impiegheremo il termine nucleo originario.
La differenziazione dell'umanità nelle tre razze principali:
caucasica;
mongoloide;
nera.
Puù con ogni probabilità avere avuto luogo contemporaneamente all'evoluzione delle popolazioni a partire dalle aree corrispondenti ai nuclei originari.
Verso la fine del Pleistocene(nel 25000 a.C) i gruppi umani si erano ormai diffusi sulla maggior parte delle terre emerse, eccetto l'Antertide.
La migrazione attraverso mari molto estesi pose alcuni problemi alle popolazioni dell'antichità; si ritiene che la diffusione abbia seguito le linee degli arcipelaghi(utilizzando le isole come tappe).
I cosiddetti ponti continentali ebbero origine durante le principali ere glaciali, allorché la maggior parte dell'acqua sulla Terra era imprigionata negli strati di ghiaccio, provocando un abbassamento del livello oceanico.
Charles Darwin intravide le possibilità offerte dagli arcipelaghi ai fini della ricerca durante la visita alla Galaos compiuta nel 1835.
Le stime della popolazione mondiale totale in questo periodo remoto sono necessariamente vaghe.
Si presume una popolazione totale mondiale di appena 5 milioni di persone alla fine del periodo che precede l'avvento dell'agricoltura.
ura 12.2.: modelli di colonizzazione insulare:
Dall'epoca della pubblicazione del saggio di Charles Darwin,l'origine della specie(1859) le isole hanno rivestito un particolare fascino per gli studiosi di biogeografia.
ura 12.3.: CARL ORTWIN SAUER:
Per più di un secolo la ricerca di SAUER sulle prime relazioni intercosse tra l'umanità e il mondo vegetale lo ha posto all'avanguardia degli studi di geografia culturale.
La vasta mole scritta da SAUER mostra una particolare sensibilità nei confronti della diversità delle culture umane e del modo in cui esse si sono adattate e hanno modificato il proprio paesaggio con il passare del tempo.
L'obiettivo regionale dei suoi saggi era in origine la regione del Midwest; si spostò in seguito nel Messico, nei Caraibi e nell'America meridionale.
180: le origini dei nuclei agricoli:
Di solito i geografi individuano l'evoluzione della civiltà in quattro stadi tecnici distinti:
le culture dei cacciatori e dei raccolglitori;
le culture dei pastori;
le culture agricole;
le culture urbane.
Ciascuno stadio si associa ad una crescente complessità dei beni materiali e di organizzazione sociale e con una interferenza ancora più marcata nei confronti dell'ambiente naturale.
La maggiore parte dei dibattiti si è concentrata sulle origini del terzo stadio, l'agricoltura, ed è proprio questa discussione che affronteremo prima.
Le testimonianze archeologiche indicano che l'addomesticamento degli animali e dei vegetali avvenne circa l'8.000 a.C nei territori collinari degli attuali Iraq e Iran.
181: l'ipotesi di SAUER:
Essa riguarda e si basa sulla localizzazione delle prime comunità agricole.
SAUER sostiene l'esistenza di nuclei originari situati sia nel Nuovo mondo sia nel Vecchi mondo, al di fuori delle aree convenzionalmente indicate con i nuclei originari.
Egli alloca i nuclei originari del Vecchio mondo nell'Asia meridionale e il nucleo originario più tardo nel Nuovo mondo nelle vallate e nei bassipiani delle Ande settentrionali.
SAUER ha scelto queste oree in base a cinque criteri:
le prime colture agricole non potevano essersi sviluppate in aree di cronica penuria alimentare, la coltura dei vegetali e l'addomesticamento degli animali richiedono degli esperimenti e un'abbondanza di cibo sufficiente a consentire agli sperimentatori l'attesa dei risultati;
le aree corrispondenti ai nuclei originari dovevano essere necessariamente situate in zone dotate di una grande varietà di piante e di animali, insomma di un pool genetico abbastanza vasto da permettere esperimenti e ibridazioni;
le ampie valli fluviali si rilevano ben poco adatte a rivestire il ruolo di nuclei originari, poiché l'insediamento e le colture al loro interno richiedono tecniche sofisticate di controllo dell'irrigazione;
i nuclei originari dovevano necessariamente limitarsi a superfici bosachive, in cui l'abbattimento e la combustione degli alberi permetteva di ottenere rapidamente gli spazi necessari alle colture;
il gruppo di coltivatori originario doveva essere sedentario per potere impedire la distruzione delle colture da parte degli animali.
Combinando questi criteri SAUER ha localizzato le aree corrispondenti ai nuclei originari negli ambienti più adatti allo sviluppo dell'innovazione agricola.
Questi presentavano escursioni climatiche tali da poter permettere la differenziazione delle specie; i fiumi fornivano un apporto regolare di pesce in funzione di un insediamento sedentario.
Secondo l'ipotesi di SAUER l'agricoltura a seminativo del Vicino Oriente, della Cina e dell'America settentrionale costituisce una progine più tarda e più sofisticata dell'attività localizzata nei due centri primitivi in questo genere di agricoltura, situati nel Messico centrale e in Asia minore.
182: l'impatto spaziale della rivoluzione agricola:
L'impatto dell'agricoltura permanente sull'organizzazione spaziale e sulla densità della popolazione umana risulta con molta evidenza.
Esso ha aumentato la sicurezza dei rifornimenti alimentari, come pure il volume del cibo, rendendo possibile il sostentamento di un maggior numero di persone in una data area.
Man mano che si rendevano disponibili quantità di cibo superiori al necessario iniziava lo scambio di beni.
L'impatto dei cambiamenti nei confronti dell'organizzazione spaziale è duplice:
si indeboliscono le forze centrifughe che avevano disperso poche persone in zone molto vaste; l'isolamento lasciò il passo al contatto e all'interno dei villaggi agricoli che erano stati fondati si rese possibile un certo grado di aggregazione;
in alcune zone la densità della popolazione aumentò fino a raggiungere livelli centinaia di volte superiori a quelli delle comunità pre - agricole.
183: l'origine dei nuclei urbani:
Possediamo prove specifiche dell'esistenza di forme urbane in parecchi siti della valle dei Tigri e dell'Eufrate nel periodo che va dal 3000 al 2500 a.C.
184: la sequenza di sviluppo:
Vi sono quattro stadi principali:
caccia e raccolta primitiva;
pastorizia;
agicoltura;
urbanizzazione.
Essi sono collegati da tre processi:
addomesticamento degli animali;
pratica stabile delle colture;
commercio di beni.
JANE JACOBS sottolinea due fatti:
le testimonianze di un commercio molto specializzato e di ampia potata tra le popolazioni umane allo stadio iniziale di raccolta e caccia sono in continuo aumento;
alle città vengono attribuite origini sempre più antiche.
Nel suo modello(modello di JANE JACOBS): l'urbanizzazione costituisce una risposta precoce al commercio e allo scambio, e l'agricoltura permanente un effetto secondario della crescita dei bisogni alimentari e delle opportunità di ibridazione proprie dell'ambiente delle città.
Altri studiosi mettono in dubbio la tesi secondo cui le città hanno avuto origine soprattutto per motivi economici.
Il famoso storico urbano LEWIS MUMFORD cita testimonianze documentarie provenienti dalle città dell'antico Egitto, indicate che esse vennero fondate come centri del potere regale o sacerdotale.
185: la localizzazione dei nuclei originari urbani:
Resta il problema della loro localizzazione.
In base alle testimonianze sappiamo che con ogni probabilità lo sviluppo urbano ha avuto inizio all'interno di quattro principali vallate fluviali:
il territorio che si trova tra i fiumi Tigri ed Eufrate in Mesopotamia(Vicino Oriente);
la valle del Nilo in Egitto;
l'area circostante il sistema dell'Indo nell'India Occidentale;
la valle del Fiume Giallo nella Cina Settentrionale.
Ipotesi idraulica: i problemi ambientali posti dallo sviluppo agricolo delle valli fluviali estese e soggette a inondazioni stagionali potevano venire risolti solo assommando gli sforzi collettivi di molte piccole comunità.
La costruzione e la conservazione di opere di irrigazione su vasta scala, dighe, laghi artificiali, canali affluenti, richiedeva la mobilitazione di manodopera molto numerosa.
L'equa ripartizione delle acque tra comunità concorrenti richiedeva anche la presenza di un'autorità di supervisione che fosse in grado di pianificare nello spazio e nel tempo la distribuzione della disponibilità idrica.
Inizi urbanizzazione: la stragande maggioranza della popolazione mondiale era localizzata in tre raggruppamenti principali.
Forse la maggiore concentrazione di popolazione si trovava nel sub continente indiano che copriva il 40% del valore stimato della popolazione mondiale.
La concentrazione successiva in ordine di grandezza corrispondeva al settore della Cina compreso all'interno dell'impero Han, quasi il 25% della popolazioone mondiale si concntrava in massima parte nelle pianure del delta del fiume giallo.
Oltre a questi due raggruppamenti principali vi era l'impero romano chhe si estendeva dal mediterraneo fino al vicino oriente e comprendeva le concentrazioni di popolazioni che si erano insediate fin da tempi molto antichi nella valle del Nilo e nella Siria.
Queste tre aree coprivano quasi i 4/5 della popolazione mondiale.
12.2.: il problema della diffusione:
Origini delle suddivisioni regionali: il problema più grave= mancanza di testimonianze.
Seguiamo la storia dell'Europa Occidentale.
La crescita e la diffusione della cultura europea risultano ben documentate.
187: l'organizzazione interna: il nucleo originario europeo:
Nel periodo intercorso dagli inizi dell'era cristiana al 1500 d.C la popolazione mondiale con ogni probabilità si radoppiò fino a raggiungee quasi 500 milioni persone.
Questo aumento fu particolarmente evidente in quella che era allora la terza concentrazione del globo in ordine di grandezza. Cioè la superficie un tempo equivalente all'impero romano.
Vi furono incrementi maggiori nell'Europa centrale e nell'Europa orientale.
Per quanto riguarda la città principale Roma nel 200a.C la popolazione massima si avvicinava ai 200.000 abitanti
La caduta dell'impero romano fu seguita dalla distruzione dei legami urbani e regionali.
Con il lento rifiorire del commercio nell'Europa dell'Alto Medioevo si venne a delineare un fitto tessuto di piccole città dell'entroterra, i cui siti venivano scelti a volte in base ad una buona opportunità difensiva.
Alla fine del Medioevo l'Europa centrale ed occidentale si erano saldamente strutturate in un sistema regionale urbano organizzato.
I cima alla gerarchia si trovano le città commerciali connesse ad aree industriali emergenti quali Londra, la Lombardia e la Catalogna.
Più in basso stava una rete di città interne che giocava un ruolo importante nel commercio e nell'amministrazione.
Nel resto del Vecchi Mondo le aree principali di civilizzazione urbana erano localizzate nella Cina orientale e nell'India settentrionale.
Nel Nuovo Mondo solo il Messico centrale e le valli del Perù risultavano urbanizzate.
Nel 1500 possiamo individuare 5 nuclei originari.
188: l'Europa oltremare: gli insediamenti costieri:
La prima fase dell'espansione europea oltremare , quella di insediamento transoceanico al margine costiero, si protrasse dall'epoca immediatamente successiva a quella della scoperta, nel quindicesimo secolo, fino agli inizi del diciannovesimo secolo.
Dapprima gli snoli e i portoghesi, poi i francesi , gli inglesi e gli olandesi, si succedettero nella fondazione di insediamenti lungo le coste delle Americhe, dell'Africa e dell'Asia meridionale.
Gli insediamenti erano di tre tipi principali:
empori commerciali;
piantagioni
colonie di famiglie di agricoltori;
189: gli empori commerciali costieri:
Lungo le coste dell'India e della Cina meridionale, il commercio riguardava soprattutto merci preziose quali le spezie e il tè , i manufatti, come la seta.
190: le piantagioni tropicali e sub - tropicali:
In genere le piantagioni di più antico insediamento si trovano sulle isole oceaniche come Madeira, su isole costiere come Zanzibar, a poca distanza dalle coste dell'Africa orientale o in fasce costiere come Baixada Fluminense attorno a Rio de Janeiro, in Brasile.
L'espansione verso l'entroterra di tutti questi insediamenti si verificò invece nel corso dell'ottocento.
191: insediamenti agricoli familiari alle medie latitudini:
Il terzo tipo di insediamento associato con il periodo dell'espansione europea e costituito dalla colonia agricola familiare di emigrati europei alle medie latitudini.
Comprendeva gruppi di lingua inglese e francese sulla costa Nord occidentale dell'America settentrionale come pure gli insediamenti più tardi in Nuova Zelanda.
192: l'Europa oltremare: penetrazione nel continente:
La seconda fase dell'espansione europea, quella della penetrazione nel continente, ebbe inizio ai primi dell'ottocento e continuò fn quasi alla prima guerra mondiale.
Questa fase venne accelerata da una rapida industrializzazione nel nucleo originario europeo, dalla sa di innovazioni nel campo dei trasporti quali ferrovie, dall'incremento dell'emigrazione europea oltremare e da un rapido aumento dello sfruttamento e del commercio delle risorse extra - europee.
Le conseguenze principali prodottesi sulla distribuzione della popolazione furono la nascita delle città industriali nelle colonie alle medie latitudini e la penetrazione verso l'interno della frontiera agricola, man mano che si procedeva nello sfruttamento dei ricchi pascoli delle medie latitudini, per la coltivazione dei cereali o l'allevamento del bestiame.
193: gli insediamenti nei pascoli alle medie latitudini:
Le ferrovie resero più economico il trasporto dei prodotti agricoli verso i porti, la refrigerazione rese possibile la conservazione della carne ai fini del trasporto via mare su lunghe distanze e il ferro spinato permise la recinzione di grandi distese agricole.
194: lo sfruttamento del sottosuolo e la corsa ai minerali:
La scoperta dell'oro avvenuta alla metà e alla fine dell'Ottocento provocò, nelle zone minerarie, un rapido aumento della popolazione bianca e di colore.
La California costituisce l'esempio più noto.
L'esperienza americane venne poi affiancata(dopo il 1848) da quella australiana.
Alla ricerca dell'oro nell'Ottocento seguì, nei primi decenni del nostro secolo, la ricerca del petrolio nel Vicino Oriente.
I filoni minerari e la ricerca del petrolio continuano a provocare una fase di espansione degli insediamenti anche se l'accento ora viene posto sugli spostamenti di capitale rispetto alle grandi migrazioni di popolazione.
195: l'Europa oltremare: la ritirata politica:
Si può affermare che all'epoca della prima guerra ebbe inizio una terza fase di consolidamento economico ma di ritirata politica che a quanto pare è tuttora in corso.
Essa è stata caratterizzata da uno spostamento di potere economico dal nucleo originario europeo in direzione degli Stati Uniti e dell'Unione Sovietica.
Inoltre abbiamo assistito ad una ritirata politica del controllo formale esercitata dall'Europa su gran parte dell'Africa e dell'Asia che sta a indicare l'effettiva ssa degli imperi d'oltremare britannico francese e olandese.
Boat people=popolo delle barche.
Il boat people del Vietnam fornisce un esempio recente degli adattamenti demografici che hanno accomnato la ritirata degli europei da quelli che un tempo erano i loro imperi coloniali.
Stime riferite agli inizi degli anni '80 indicano la presenza a livello mondiale di più di 14 milioni di profughi lontani dalle loro case, di cui quasi la metà può essere attribuita direttamente al processo di ritirata.
196: il retaggio geografico:
Ma qual è l'effetto complessivo dei 500 anni di espansione europea?
L'effetto esercitato sull'organizzazione spaziale della comunità mondiale è stato enorme.
L'espansione ha comportato uno spostamento di circa 95 milioni di persone da un continente all'altro.
Oltre i cambiamenti relativi alla popolazione ebbe luogo uno scambio e un rimescolamento di grandi proporzioni tra le varie colture agricole mondiali.
500 anni di espansione europea hanno completamente capovolto la conurazione delle colture precolombiane.
Alcune colture americane come la patata, il pomodoro hanno avuto una vasta diffusione in Europa diventando di uso comune mentre altre colture del Vecchi Mondo come quelle del caffè e del frumento sono divenute di primaria importanza nelle due Americhe.
Parallelamente all'interscambio della popolazione e delle colture ebbe luogo una sostanziale ridistribuzione delle ricchezze.
12.3.: la persistenza dei caratteri culturali:
Nella prima parte di questo modulo abbiamo esaminato le origini culturali a livello globale.
Nella seconda parte abbiamo preso in considerazione una cultura, quella dell'Europa occidentale, e ne abbiamo ricostruito la proazione relativa.
In questo terzo ed ultimo paragrafo riduciamo ulteriormente la scala delle nostre indagini e consideriamo il problema della persistenza di elementi culturali in una delle aree di insediamento europeo oltremare, gli Stati Uniti.
198: il modello precolombiano:
l'insediamento europeo nel NordAmerica ha avuto inizio in una terra disabitata.
Nel 1500 l'area a nord del Rio Grande ospitava una popolazione di più di un milione di indiani americani; tali popolazioni erano originarie dell'Asia orientale, e migrarono verso Sud attraverso il ponte costituito dall'Alaska alla fine del periodo glaciale.
È possibile distinguere cinque grandi gruppi regionali:
delle foreste orientali;
delle pianure;
della costa nord occidentale;
dell'area della California situata tra le montagne;
del sud est.
Ciascuna regione era caratterizzata da pratiche agricole, sistemi di caccia , modelli di insediamento , lingue e strutture organizzative sue proprie.
Riesaminando il modello di SLOBODKIN è possibile evidenziare la gamma dei risultati prodotti da due popolazioni che dispongono delle stesse risorse.
Data la tecnologia e l'organizzazione avanzata dei coloni europei, non deve apparire strano che, nel corso della lotta per la conquista delle risorse del territorio nordamericano, i nuovi arrivati abbiano allontanato le popolazioni indiane dai loro territori originari.
I bianchi portarono con sé anche i germi patogeni di nuove malattie che provocarono la morte di migliaia di indiani.
Alcuni dei nuovi apporti culturali, come l'uso delle bevande alcoliche, risultarono altrettanto distruttivi.
L'abbattimento delle foreste, la recinzione dei pascoli, la decimazione delle popolazioni animali contribuirono tutti al combiamento dell'equilibrio ecologico che costituiva il presupposto dell'evoluzione della cultura indiana.
Le due maggiori tribù superstiti sono quelle dei Navaho e dei Sioux, che contano 50000 e le 100000 unità.
199: il susseguirsi delle ondate migratorie post - colombiane:
La popolazione che prese il posto degli indiani proveniva soprattutto dall'Europa e dell'Africa.
Vi sono una serie di 5 successive ondate migratorie:
tra il 1607 e il 1700 ebbe luogo l'ondata iniziale di Inglesi e Gallesi;
1700 - 1775: Tedeschi, Scozzesi, Irlandesi;
1820 - 1870: popolazioni dell'Europa occidentale(arresto contemporaneo dell'afflusso dei nei africani);
1870 - 1920si aggiunsero popolazioni dell'Europa orientale e della Scadinavia;
1920 in poi: numero immigrati diminuito, ma alto resta l'ambito spaziale di provenienza degli stessi.
200: regioni culturali degli Stati Uniti:
Allo scopo di descrivere il mosaico degli Stati Uniti sono stati elaborati parecchi sistemi regionali.
WILBUR ZELINSKY utilizza uno schema di classificazione di 5 diverse regioni:
new england: regione 1: risulta in gran parte definita in base alle migrazioni inglesi nel periodo 1620 - 1830; lo sviluppo di insediamenti nella parte settentrionali del new england si è poi protratto per più di un secolo al di là del nucleo originario della parte meridionale della penisola.
Midland: regione 2: a sud del nuw england gli insediamnti si svilupparono poco più tardi(tra il 1624 e il 1850) con una varietà molto maggiore di immigrati. In Pennsylvania si unirono all'elemento inglese popolazioni abbastanza numerose originarie della valle del Reno, della Scozia e dell'Irlanda. Nella regione di New York era invece proponderante l'elemento proveniente dall'Olanda e dall'Europa meridionale, come pure l'emigrazione del new england.
Sud: regione 3: è la più complessa. Oltre la stretta fascia costiera delle piantagioni inglesi, con le loro popolazioni di schiavi africani; il sud si divideva in due regioni principali. Ciascuna di esse comprendeva a sua volta un'importante suddivisione in sub regioni: la Louisiana, le regioni dei Monti Ozarks e quella del Bluegrass;
Middle west: regione 4: aveva confini più definiti: l'insediamento risaliva soprattutto al secolo successivo al 1790 ed era stato profondamente influenzato dall'estensione verso ovest di due aree culturali preesistenti, il midland e il new england, . altri elementi culturali si sovrapposero alla conurazione esistente tramite nuove ondate di emigrazione europea;:
West: regione 5: essa e la c.d regione indefinita. In questo caso ZELINSKY preferisce isolare nove sub aree che possono rivendicare indentità culturali specifiche e lasciare il resto del west in una certa indeterminatezza o vuoto culturale.
Oltre alle cinque regioni principali vi sono tre aree problematiche di status e affiliazione incerta:
il texas;
l'oklaoma;
la florida.
201: forze di cambiamento:
L'urbanizzazione, la comunicazione di massa e l'enorme mobilità sociale e geografica costituiscono altrettanti fattori che contribuiscono a ridurre le differenze regionali.
CAPITOLO 13: LA DIFFUSIONE SPAZIALE: VERSO UNA CONVERGENZA REGIONALE.
13.1: la natura della diffusione spaziale:
nel linguaggio comune il termine diffusione significa semplicemente proazione, disperdersi o mescolarsi: per i geografi e altri studiosi, invece, ha acquistato un significato più preciso.
203: tipi di diffusione:
Nella letteratura geografica il termine diffusione ha due significati distinti:
la diffusione per espansione:
è il processo attraverso il quale l'informazione, le materie prime, e così via, si proano da un luogo ad un altro: nel corso di questo processo di espansione gli elementi che vengono diffusi restano presenti nella regione d'origine, anzi spesso aumentano il numero: cioè nel periodo intercorrente tra due tempi diversi, si vengono ad aggiungere nuove aree di diffusione(esempio il riso IR-8);
la diffusione per spostamento:
costituisce un processo simile di proazione spaziale, ma gli elementi che vengono diffusi, quando si spostano in nuove aree, abbandonano le zone di origine; lo spostamento della popolazione nera negli Stati Uniti può essere considerato un processo di riallocazione di questo tipo in cui i membri di una popolazione al tempo t1 mutano la propria localizzazione nel periodo intercorrente tra il tempo t1 e il tempo t2.
La diffusione per espansione avviene in diversi modi:
diffusione per contagio:
dipende dal contatto diretto. Proprio così si diffondono in una popolazione le malattie contagiose come il morbillo, le quali si trasmettono da un soggetto ad un altro: la diffusione per contagio tende ad estendersi in modo abbastanza centrifugo dalla regione di origine verso l'esterno.
la diffusione gerarchica:
determina la trasmissione attraverso una successione regolare per gradi, classi o gerarchie. Questo processo viene esemplificato dalla diffusione delle innovazioni dai grandi centri metropolitani in direzione dei villaggi rurali più lontani;
la diffusione a cascata:
è limitata a quei processi che si suppone avvengano sempre dall'alto verso il basso , dai centri maggiori verso quelli minori.
204: ondate di diffusione:
Gran parte dell'interesse geografico nei confronti del fenomeno della diffusione ha avuto origine dall'opera del geografo svedese TORSTEN HAGERSTRAND.
Il SAGGIO di HAGERSTRAND intitolato la diffusione spaziale come processo innovativo , pubblicato per la prima volta in Sa nel 1953 si occupava della diffusione di numerose innovazioni nel campo dell'agricoltura, quali il controllo della tubercolosi bovine e i sussidi per il miglioramento dei pascoli in una zona della Sa centrale.
Quest'opera costituì il precursore di parecchie ricerche applicate, soprattutto negli Stati Uniti.
In una delle sue prime ricerche dedicate al processo di diffusione per contagio hagerstrand indicava un modello a quattro stadi tipico di quelle che egli chiamava ondate innovative che vengono più comunemente denominate ondate di diffusione.
HAGERSTRAND indicò una serie di sezioni per descrivere il profilo delle ondate .
In questa sede discuteremo il profilo di tali ondate e quindi le loro caratteristiche temporali e spaziali.
205: profilo delle ondate:
I profili di diffusione possono essere distinti in 4 tipi, ciascuno dei quali descrive uno stadio distinto del passaggio di un'innovazione in una data area.
Gli stadi sono:
stadio primario: segna l'inizio del processo di diffusione: vengono individuati i centri di adozione e si evidenzia un netto contrasto tra questi centri di innovazione e le zone più remote;
stadio di diffusione: segnala l'inizio del processo di diffusione vero e proprio ; ha luogo un potente effetto centrifugo indicato nella creazione di nuovi centri di innovazione in rapido sviluppo in zone distanti e dalla riduzione dei marcati contrasti regionali tipici del primo stadio;
stadio di consolidamento: l'aumento relativo della popolazione che accetta un determinato elemento è uguale in tutte le localizzazioni , indipendentemente dallo loro distanza rispetto al centro dell'innovazione;
stadio di saturazione: è caratterizzato da un rallentamento e infine dalla cessazione del processo di diffusione; in questo stadio finale l'elemento oggetto della diffusione è stato accettato in tutto il paese e vi è perciò ben poca differenza tra una regione e l'altra.
206: l'ondata nel tempo e nello spazio:
Ricerche più avanzate sulla forma assunta dalla diffusione nel tempo e nello spazio ne hanno confermato la forma essenzialmente ondulatoria.
Il graduale indebolimento dell'ondata nel tempo e nello spazio dipende sia dal tempo sia dalla spazio.
La natura del mezzo utilizzato dall'ondata nei suoi spostamenti può provocare un aumento di velocità o un rallentamento; nel caso in cui un'ondata che si sta allontanando da un centro di innovazione incontri un'ondata proveniente da un'altra direzione, essa perderà la propria identità.
ura 13.6: ondate di diffusione nel tempo e nello spazio:
Le ondate di diffusione mutano carattere man mano che si allontanano dal luogo di origine dell'innovazione.
s.13.1: sectiune di superficie di tendenza:
i ggeografi utilizzano cartogrammi di tendenza come artificio per separare le tendenze regionali dalle anomalie locali.
In tal modo agiscono come filtri che eliminano le irregolarità ad onde corte consentendo invece il passaggio delle irregolarità ad onde lunghe; in tal modo le curve di diffusione indicano la forma generale della proazione della diffusione.
ura 13.7.: ondate multiple:
le ondate multiple sono quelle che hanno origine da molteplici centri di innovazione.
Essa viene denominate diffusione polinucleare per contrasto con la diffusione mononucleare.
13.2.: il modello fondamentale di HAGERSTRAND:
il primo è più semplice dei modelli di HAGERSTRAND e il seguente:
207: campi di contatto:
La probabilità di proazione di un innovazione sono legate alla distanza.
Quest'ultima può venire misurata in metri o in termini gerarchici.
Iniziamo con la semplice ipotesi che la probabilità di contatto tra due qualsiasi soggetti si andrà indebolendo con l'aumentare della distanza che li separa.
Se chiamiamo un soggetto emittente, possiamo affermare che la probabilità che qualsiasi altro soggetto riceva un messaggio dall'emittente è inversamente proporzionale alla distanza che li separa.
I geografi chiamano il modello spaziale campo di contatto.
Per quanto riguarda i modelli di diffusione a cascata possiamo ritenere ancora valido il campo di contatto esponenziale, sostituendo però la distanza geografica con la distanza economica tra le città all'intrno di una gerarchia urbana o con la distanza sociale all'interno di classi sociali.
Nell'ambito delle gerarchie la distanza può risultare asimmetrica.
Ciò implica che la distanza socio - economica tra i vari livelli dipenda dalla direzione del movimento.
208: i campi informativi:
in che modo possiamo tradurre l'idea generale di un campo di contatto in un modello operativo che possa essere utilizzato per prevedere i modelli di diffusione futuri?
HAGERSTRAND aveva preso in considerazione questo problema nelle sue prime ricerche e aveva formulato vari modelli che simulavano i processi di diffusione.
CIM= campo informativo medio., cioè un'area o campo in cui potessero verificarsi contatti.
Sovrapponendo il campo circolare su un reticolo quadrato di 25 caselle, egli poteva assegnare a ciascuna casella una determinata probabilità di ricevere un contatto.
Per costruire il reticolo operativo sommiamo insieme i valori della probabilità assegnati alle caselle del CIM.
In tal modo alla casella in alto a sinistra vengono assegnate le prime 96 cifre comprese tra 0 e 95, la successiva casella nella successiva fila superiore ha una probabilità di contatto superiore e corrispondente a 140 cifre successive, da 96 a 235, e così via.
Se si prosegue il processo all'ultima casella verranno assegnate le cifre 9902 - 9999 raggiungendo un totale di 10000 per l'intero CIM.
209: regole del modello di HAGERSTRAND:
Le regole fondamentali del modello di HAGERSTRAND sono:
supponiamo che l'area nella quale si verifica la diffusione abbia la forma di un piano uniforme diviso in un insieme regolare di caselle con una distribuzione di popolazione uniforme;
gli intervalli di tempo sono unità distinte di eguale durata: ciascun intervallo viene denominato generazione;
le caselle dotate di un messaggio(emittenti);
le caselle emittenti trasmettono l'informazione in periodi di tempo distinti;
la trasmissione per contatto ha luogo solo tra due caselle; non viene presa in considerazione alcuna diffusione generale o attraverso i mass media;
la probabilità che altre caselle ricevano l'informazione da una casella emittente è connessa alla distanza relativa di ognuna;
dopo che un dato messaggio è stato ricevuto, esso viene adottato. Una casella riceve un messaggio nel tempo di generazione tz dalla casella emittente e, secondo la regola n.4 trasmette il messaggio a partire dal tempo tx+1;
i messaggi ricevuti da caselle che hanno già adottato l'elemento in questione vengono considerati ridondanti e non esercitano alcun effetto sulla situazione,
i messaggi ricevuti da caselle all'esterno dei confini dall'area studiata vengono considerati persi e non esercitano alcun effetto sulla situazione;
in ciascun intervallo di tempo, in corrispondenza di ciascuna singola casella emittente verrà a trovarsi il centro di un campo informativo medio(CIM);
la posizione della casella all'interno del CIM alla quale verrà trasmesso un messaggio da parte della casella emittente viene determinata a caso o mediante sorteggio;
è possibile porre termine alla diffusione in qualsiasi stadio. Tuttavia una volta che tutte le caselle all'interno dei confini dell'area studiata hanno ricevuto il messaggio la situazione non subirà più alcun cambiamento e il processo di diffusione risulterà completo.
210: utilizzazione del modello:
Il modello di HAGERSTRAND utilizza un meccanismo dipendente dal caso.
13.3.: modificazioni del modello di HAGERSTRAND:
Modello di base di HAGERSTRAND: notevole semplificazione.
Le aree in cui si verificano i fenomeni di diffusione non sono dei piani uniformi con popolazioni distribuite in modo uniforme; le innovazioni non vengono adottate nell'istante in cui viene ricevuto il messaggio che le riguarda; l'informazione non si trasmette solo attraverso contatti tra coppie di soggetti e così via.
213: abbandono del piano uniforme:
alcune modificazioni possono essere effettuate in modo molto semplice.
Abbandoniamo un attimo la regola n.1 e supponiamo che la distribuzione della popolazione non sia uniforme e che ciascuna casella contenga un numero di soggetti variabile(e non solo 1).
La probabilità di contatto risulterà allora in funzione della distanza tra la casella emittente e la casella di destinazione, come pure dal numero di soggetti contenuti nelle varie caselle.
In tal modo possiamo moltiplicare la popolazione di ciascuna casella per la relativa probabilità originaria di contatto e ne risulterà un prodotto composito.
Il rapporto tra il prodotto composito di ciascuna casella e la somma dei prodotti compositi di tutte le 25 caselle del CIM ci darà una nuova probabilità di contatto basata sia sulla popolazione sia sulla distanza.
214: diversa resistenza alle innovazioni:
se abbandoniamo l'affermazione che l'adozione di un elemento ha luogo nell'esatto momento in cui il messaggio viene ricevuto dalla casella destinataria costituisce una semplificazione eccessiva.
In base alle ricerche sull'innovazione agricola sappiamo che in genere esiste un piccolo gruppo di persone che costituiscono i primi innovatori e un altro piccolo gruppo di retrogradi: la maggioranza della popolazione adotta una data innovazione dopo il gruppo dei primi innovatori e prima dei retrogradi.
HAGERSTRAND utilizzò delle curve di resistenza (che sono a forma di S)alle innovazioni.
Nel momento successivo al primo messaggio la probabilità di accettazione era molto bassa; dopo il secondo aumentava di poco; dopo il terzo messaggio era abbastanza accettata l'innovazione fino alla quinta informazione(invio da parte dell'emittente o trasmettitore) dopo la quale anche i retrogradi più ostinati accettavano l'innovazione
215: aggiunta di confini e di barriere:
Nel modello originario(HAGERSTRAND), i messaggi che si spostavano al di fuori dei confini dell'area oggetto di studio venivano considerati dispersi e non esercitavano alcun effetto sulla situazione(regola 9).
Nei modelli successivi venne creata una zona di confine, di superficie equivalente alla metà del reticolo del CIM, in modo che la diffusione potesse estendersi attraverso tali caselle emittenti esterne.
Altre modifiche più importanti che consistevano nell'introduzione di barriere interne che agiscono come ostacoli all'interno del processo di diffusione.
Come altre modifiche , che abbiamo discusso, tali barriere consentono di introdurre nel modello le differenze osservate sia nell'ambiente naturale sia nel mosaico culturale.
Alla Michigan University RICHARD YUILL ha programmato il modello di HAGERSTRAND allo scopo di simulare l'effetto di 4 tipi di barriere sulla diffusione dell'informazione attraverso una matrice di 540 caselle, all'interno di un CIM di 9 caselle.
Le 4 barriere individuate da RICHARD YUILL sono:
barriera superassorbente: assorbe il messaggio ma distrugge i trasmettitori;
barriera assorbente: assorbe il messaggio ma non influisce sui trasmettitori;
barriera riflettente: non assorbe il messaggio ma permette al trasmettitore di emettere un nuovo messaggio nello stesso periodo di tempo;
barriera riflettente diretta: non assorbe il messaggio ma lo dirotta verso la casella disponibile più vicina all'emittente.
Il tempo occorrente perché si formi nuovamente la linea d'onda originaria, determina il tasso di ripresa.
La curva relativa a una barriera superassorbante è completamente diversa dalle curve relative agli altri tre tipi di barriera.
HAGESTRAND : barriere permeabili: grazie ad esse siamo in grado di simulare una grande varietà di ambienti diversi. In tal modo è possibile integrare l'ipotesi originaria dello spostamento isotropico con i modelli noti. In altre parole possiamo inserire nel modello dei corridoi a scarsa resistenza che consentano una diffusione più veloce in certe direzioni, come pure possiamo inserirvi dei tamponi ad alta resistenza per rallentare la diffusione attraverso le barriere.
13.4.: studi sulla diffusione regionale:
Due applicazioni del modello di HAGERSTRAND sono:
proazione degli atteggiamenti culturali: degli agricoltori nei confronti dei sussidi destinati alle aziende agricole;
proazione degli atteggiamenti di un gruppo culturale: quello dei polinesiani.
217: i sussidi alle aziende agricole nella Sa centrale:
Per incoraggiare le recinzioni e i miglioramenti dei pascoli il governo offrì un sussidio.
Le sectiune indicano che mentre nel 1930 alcuni agricoltori della parte occidentale della regione accettarono il sussidio, nella zona orientale non vi quasi nessuna risposta positiva.
I due anni successivi condussero a un rapido aumento del numero delle accettazioni nella zona occidentale, ma ben pochi cambiamenti vi furono nell'area orientale.
La successione delle sectiune indica un processo di diffusione spaziale in cui un fattore importante è costituito dalla distanza.
218: i viaggi nel Pacifico del Kon - Tiki:
La migrazione di Heyerahl attraverso il Pacifico costituisce un esempio di simulazione spaziale che può essere interpretata attraverso il modello di hagerstrand.
Il problema centrale da verificare è la modalità con cui i Polinesiani riuscirono a scoprire le isole del Pacifico centrale e a fondarvi i loro insediamenti.
Un gruppo di ricercatori del London University, LEVINSON, WARD E WEBB, ha costruito un modello di simulazione tramite computer del processo di deriva.
Il modello presenta 4 elementi principali:
le probabilità relative alla alla forza e alla direzione del vento in ciascuno dei quadranti di 5° di latitudine e longitudine che era possibile ricavare nell'area del Pacifico che era oggetto di studio;
la posizione di tutte le isole e le masse di terraferma nell'area studiata, insieme al loro raggio di visuale;
le stime delle distanze che potrebbero venire percorse dalle imbarcazioni supponendo diverse combinazioni di forza del vento e delle correnti;
le probabilità di sopravvivvenza relative delle imbarcazioni in mare in determinati periodi.
I risultati preliminari indicano che la probabilità di collegamenti tra le varie isole, in base ad una deriva occidentale delle imbarcazioni, variano da un area all'altra.
La disposizione del vento e delle correnti creano dei confini ambientali che rendono altamente improbabile la deriva in determinate direzioni .
Alcuni di questi confini coincidono con lunghe e importanti fratture nel modello geografico delle etnie e delle culture, come quella che separa la popolazione micronesiana delle Isole Gilbert dagli abietanti polinesiani delle Isole Ellice.
Altre scarse probabilità di contatto coincidono con importanti frontiere linguistiche.
219: limiti alla diffusione: l'eliminazione del vaiolo in Asia e in Africa:
Nel caso delle epidemie l'intento è quello di interrompere il processo di proazione in modo che l'area geografica interessata diventi sempre più piccola.
Un esempio molto importante di questa diffusione inversa è costituito dall'eliminazione del vaiolo.
FINE PARTE TERZA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
PARTE QUARTA: GERARCHIE REGIONALI: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
CAPITOLO 14: L'URBANIZZAZIONE:
14.1.: l'urbanizzazione mondiale:
Le città sono i luoghi più affollati del mondo.
Nella città di New York vivono circa 55000 abitanti per kilometro quadrato; a Montreal circa 52000.
La media degli Stati Uniti è inferiore ai 25 abitanti per kilometro quadrato.
221: tendenze dell'urbanizzazione:
Le misurazioni mostrano che le percentuali di abitanti delle zone urbane del globo sta aumentando.
Le tendenze del tasso di urbanizzazione variano da paese a paese: gli Stati Uniti si trovano al primo posto nel mondo.
Possiamo individuare un modello generale dei tassi di urbanizzazione relativi ai diversi paesi?
La curva di urbanizzazione ha forma di S e cioè ha lo stesso tipo di logistica osservata in precedenza per altre curve in questo stesso volume.
Durante il periodo di crescita più rapido, il fattore chiave nel cambiamento di popolazione va individuato nell'emigrazione dalle zone rurali verso quelle urbane.
Nelle città non vi erano solo più bassi tassi di natalità, ma anche rischi più elevati di epidemie e malattie degenerative che significava anche tassi più alti di mortalità.
Saremo tentati di considerare la curva ad S tipica dell'Occidente come modello per i tassi di urbanizzazione nei paesi nel mondo in via di sviluppo, ma così non è perché vi sono altri fattori critici che fanno si che la curva ad S non si adatti come modello universalmente valido per l'intero globo terrestre.
Nella maggior parte del mondo odierno in via di sviluppo, la città moderna dispone di condizioni igieniche migliori di quelle delle città dell'Europa e dell'America settentrionale nel secolo scorso.
I tassi di natalità rimangono più alti e quelli di mortalità più bassi.
222: cambiamento dei modelli spaziali:
Nel 1900 le quattro città principali erano, Londra, Parigi, New york e Shanghai.
Nei primi anni Venti esistevano solo 24 città milionarie(con almeno 1 milione o più abitanti) e solo una di queste si trovava in prossimità dei tropici.
Nel decennio attuale il numero delle città milionarie si è più che sestuplicato.
Nel mondo una persona su dieci vive ora in queste immense città , molte delle quali si trovano ai tropici.
Un modo per descrivere la posizione geografica delle città milionarie è di considerare la loro latitudine.
Lo spostamento in direzione dell'Equatore appare con chiarezza.
ura 14.2.: le città a più rapida crescita del globo:
Tutte queste città si trovano all'interno dell'area dei paesi in via di sviluppo.
14.2.: dinamiche di urbanizzazione:
qual è la causa della crescita delle città?
Se tralasciamo l'incremento causato dall'aumento naturale bisogna considerare le ragioni del perché le popolazioni lasciano la loro terra(fattori di allontanamento) e il perché la popolazione si raggruppa nelle città (fattori di attrazione).
224: l'urbanizzazione: fattori di abbandono delle zone rurali:
Nel corso della maggior parte della storia mondiale la popolazione umana è stata essenzialmente rurale.
Ora un membro su dieci della popolazione mondiale vive in città con popolazioni uguale o superiore a un milione di abitanti e la percentuale di abitanti delle zone caratterizzate da comunità rurali è in costante diminuzione.
Tre fattori tra i più importanti che hanno provocato l'allontanamento delle popolazioni dalle zone agricole sono:
se tralasciamo il periodo dell'espansione della frontiera, le zone agricole ci appaiono come una risorsa limitata;
miglioramenti delle tecnologie in vari campi e conseguente minore bisogno di manodopera.
Il gusto, cioè l'aumento in termini reali degli standard di vita della popolazione.
225: l'urbanizzazione : fattori di attrazione dentro la città:
226: economie di agglomerazione:
i maggiori benefici che è possibile ottenere dai raggruppamenti umani ad elevate densità consistono nelle cosiddette economie di agglomerazione.
Le economie di agglomerazione equivalgono ai risparmi che possono essere attuati utilizzando un mercato sempre più vasto distribuito su un area geografica compatta e di dimensioni limitate.
Le economie di scala abbassano i prezzi di ciascuna unità e , contemporaneamente , la breve distanza che separa l'acquirente dal venditore abbassa i costi di trasporto delle merci.
227: i fattori moltiplicatori: attività di base e non:
La base esportatrice di una città , come quella di un paese, corrisponde a quelle attività che permettono di vendere beni o servizi o investimenti oltre i suoi confini.
È possibile tracciare un'utile distinzione tra le attività di base come la produzione di motori per veicoli e quelle secondarie come la produzione del pane.
Un particolare indice(UBR) viene utilizzato da parte dei geografi per indicare il rapporto degli addetti ai settori di esportazione dell'economia cittadina rispetto alla popolazione totale.
Il modello dell'effetto - dominio di un'attività rispetto all'altra venne sviluppato da un economista, I.S. LOWRY e viene in genere denominato MODELLO DI LOWRY.
Nel modello è necessario inserire due elementi di controllo che permettano di modulare i cicli e in tal modo ottenere un quadro più realistico.
In primo luogo possiamo supporre che il territorio necessario allo sviluppo residenziale non possa trovarsi nella stessa zona della miniera e che, di conseguenza, le abitazioni debbano venire localizzate altrove.
In secondo luogo possiamo determinare una dimensione minima dei settori dei servizi.
Ad esempio possiamo stabilire che verrà creato un ospedale quando la popolazione residente supera un livello soglia appropriato, altrimenti la popolazione locale che necessita di trattamenti medici dovrà recarsi altrove.
ura 14.4.:l'impatto dei cambiamenti della base economica sulla crescita urbana:
Un incremento dell'occupazione del settore di base dell'economia urbana esercita un'effetto moltiplicativo su altri settori che si trovano in ambito urbano.
228: urbanizzazione e cambiamenti di settore:
a volte l'impatto dei nuovi posti di lavoro non si limita a due soli settori, quello domestico e quello dei servizi, ma a tutti e quattro:
settore primario;
settore secondario;
settore terziario;
settore quaternario.
14.3.: implosione urbana su scala geografica:
La forza implosiva porta le città ad avvicinarsi mentre la forza esposiva porta le città ad allontanarsi e cioè ad allargare i confini delle stesse.
230: diminuzione della durata dei viaggi tra due città:
Nel corso degli ultimi due secoli le durate complessive dei viaggi e i costi dei trasporti in termini reali sono diminuiti in proporzione sempre crescente.
Diminuzione delle distanze spaziali corrisponde a implosione urbana, cioè l'inverso di un'esplosione.
Si noti che data la convergenza sempre più rapida delle città maggiori e la convergenza più lenta delle città minori, si può affermare che l'effetto finale è una divergenza, in termini relativi, tra le città maggiori e quelle minori.
ura 14.8.: implosioni urbane:
Di solito le innovazioni nel campo dei trasporti vengono introdotte in un primo tempo tra coppie di grandi città tra le quali hanno luogo importanti flussi di popolazione e di merci.
Tali innovazioni facilitano i collegamenti tra queste coppie, instaurando un ciclo di contatti e flussi più numerosi.
L'effetto complessivo equivale ad un progressivo avvicinamento reciproco delle città maggiori.
Nello stesso tempo i centri più piccoli divengono più remoti, in senso relativo e talvolta anche assoluto.
Quindi si ha un movimento convergente delle città maggiori e un movimento divergente delle città minori.
231: le possibilità di contatto: il loro impatto sull'organizzazione delle aziende:
HAGERSTRAND ha adottato un altro tipo di approccio al processo di urbanizzazione.
Egli fa notare la crescente importanza del settore quaternario nell'ambito del modello di crescita urbana caratteristico di questo secolo.
Malgrado la crescita delle telecomunicazioni di ogni tipo, in tale settore rimane fondamentale la necessità di contatti diretti da persona a persona.
ura 14.11.: centralizzazione degli uffici principali:
con la crescita delle società industriali , gli uffici direttivi sono diventati meno numerosi e più concentrati.
La necessità di informazione da parte delle grandi società tende a provocare la formazione di raggruppamenti di uffici direttivi nei principali centri metropolitani.
14.4.: esplosione urbana su scala topografica:
questo è il secondo impatto principale delle innovazioni dei trasporti sull'urbanizzazione.
233: le zone di contatto quotidiano:
Il bisogno di ritornare regolarmente ad una base abitativa limita in modo considerevole il numero delle ore che possono venire dedicate agli spostamenti per lavoro e limita perciò anche la distanza che separa gli elementi di un qualsiasi nucleo familiare.
Nel periodo precedente l'invenzione della ferrovia la maggior parte delle comunità era molto compatta con un diametro non superiore a uno o due kilometri.
234: lo sviluppo urbano incontrollato.
Le rivoluzioni tecnologiche dei trasporti terrestri nel corso degli ultimi 150 anni hanno via via ridotto la necessità di città a forma compatta.
Los Angeles ha un diametro di 80km; Tokyo di 120km.
Ci potremmo trovare un giorno di fronte a una città con un diametro di 600 km visto le attuali megalopoli già esistenti che nel mondo sono 5:
dal Quebec fino a Windsor;
da Boston fino a Washington;
da Tokyo fino a Osaka;
Londra - Liverpool - Leeds.
Oggi il reddito della più piccola delle megalopoli(anche dette sansan) ha un reddito complessivo superiore a quello di una dozzina di paesi del mondo.
235: l'attraversamento della zona di pendolarità giornaliera:
Il viaggio verso il luogo di lavoro su una strada congestionata dal traffico, fino all'università o all'ufficio, come pure il percorso di ritorno a casa, consuma le nostre energie e ci sottrae tempo e denaro.
14.5.: l'urbanizzazione in America
237: fasi di crescita urbana:
Un geografo di Harvard, BRIAN BERRY, ha individuato quattro stadi all'interno del processo di formazione delle città degli Stati Uniti:
mercantile: ha avuto inizio all'inizio del '700;
industriale: dal 1840 al 1850;
fase centro periferia: dopo il 1870;
fase di decentramento: attorno al 1950
14.6.: limiti alla crescita urbana:
Nel 1980 , per la prima volta dal primo censimento ufficiale del 1790, le aree rurali e le piccole città hanno mostrato un tasso di crescita superiore a quello delle aree metropolitane.
I risultati relativi agli Stati Uniti si conformano ai dati dei censimenti dell'Europa Occidentale e del Giappone.
Uno dei fattori principali della crescita urbana è costituito dalla forza centripeta delle economie di agglomerazione.
Questi vantaggi però non aumentano all'infinito con l'aumentare delle dimensioni.
Forse le città sono sempre più congestionate dal traffico, i costi dei trasporti interni sono in aumento e la salute pubblica in pericolo , inoltre vi è un ascesa dei tassi di criminalità, assunzione di droghe, povertà, aumento dell'inquinamento: queste forze centrifughe tendono a sparliare la popolazione lontano dalle città.
CAPITOLO 15: GERARCHIE DI CITTA'.
15.1.:definizione degli insediamenti urbani:
Iniziamo a dominarci qual è l'ordine di grandezza degli insediamenti umani.
241: problemi di dimensioni:
Esaminiamo le varie definizioni di insediamenti urbani.
Quelle utilizzate nei documenti legali e amministrativi ci diranno con precisione a cosa coorisponde il toponimo delle città.
Sfortunatamente i confini legali e amministrativi delle città sono spesso ereditati dalla tradizione storica o costituzionale.
È tipico della città legale possedere confini fissi che sopravvivono a lungo dopo che lo sviluppo urbano ha praticamente vanificato tali delimitazioni.
In tal modo la città legale è spesso delimitata per difetto.
Il numero di abitanti che deve essere insediato su una data area, perché la si possa definire urbana, varia anch'esso a seconda dei paesi.
Un secondo approccio verso la definizione degli insediamenti urbani consiste nell'ignorare i confini legali e cercare di definire ciascun insediamento nei termini della sua struttura fisica.
242: alcune soluzioni possibili:
Negli Stati Uniti è stato introdotto nel 1960 in concetto di SMSA (area metropolitana uniformata ai fini statistici), che consente di definire in modo realistico le aree metropolitane utilizzando tre diversi criteri:
criterio relativo alla popolazione: ciascuna SMSA doveva comprendere una città centrale con 50000 o più abitanti;
in carattere metropolitano di una data area: è necessario che almeno il 75% della forza lavoro della Contea sia occupato in industrie diverse da quelle agricole;
grado di integrazione delle varie città che compongono la SMSA .
gli insediamenti minori, a differenza delle aree urbane, risultano quasi sempre delimitati per eccesso(il confine legale e maggiore del confine reale).
243: misurazione dei modelli di insediamenti:
Indicando su una carta la posizione delle grandi città delle medie e dei villaggi diventa possibile osservare il modello complessivo di insediamento.
Indice di spaziatura: cioè indice del vicino più prossimo: rende possibile disporre i modelli di insediamento lungo una scala che va da molto concentrato fino a molto sparsi.
I valori dell'indice vanno dall'estremità inferiore , dal valore teorico 0, qualora tutti gli insediamenti si concentrino in un unico punto, fino a un valore massimo (2,15) qualora il modello di insediamento assuma la forma di un reticolo triangolare.
Per mezzo di tale indice i geografi sono in grado di confrontare modelli di insediamento caratterizzati da diverse spaziature e possono stimare in quale misura l'influsso ambientale abbia determinato la posizione degli insediamenti.
15.2.: importanza e dimensioni degli insediamenti:
Primi stadi: classificare le città a seconda della quantità della loro popolazione.
245: la regola rango - dimensioni:
FELIX AUERBACH nel 1913 aveva notato che disponiamo gli insediamenti in ordine di grandezza(primo, secondo, terzo, . ., ennesimo) risulta possibile stabilire una correlazione tra questi dati e le dimensioni della popolazione di alcune regioni.
AUBERBACH scoprì che la relazione più semplice affermava che la popolazione della città ennesima equivaleva a 1/n delle dimensioni della città maggiore.
In questo modo si scoprì che la città classificata quarta aveva una popolazione equivalente a circa un quarto della popolazione della città maggiore.
Questa relazione inversa tra la popolazione di una città e il suo posto all'interno di un insieme di città viene denominata regola rango - dimensioni.
246: variazioni regionali della regola:
dato, che a quanto pare, le dimensioni di una città qualsiasi risultano collegate alle dimensioni di tutti gli altri insediamenti di quella regione, possiamo immaginarci che l'intero insieme di città formi una catena che va dalla città maggiore a quella minore;
all'interno ogni anello è collegato agli altri.
Si tratta delle cosiddette catene di rango dimensioni.
247: la logica delle catene rango dimensioni:
E' possibile individuare catene regolari rango - dimensioni, relative ad insediamenti presenti in molte regioni diverse, in diversi periodi di tempo.
La regola rango dimensioni non riguarda solo gli insediamenti umani.
Distribuzioni simili sono state osservate sia dai botanici che studiano il numero di specie vegetali, sia dai linguisti che studiano la frequenza di utilizzazione di parole diverse nell'ambito della nostra parlata.
HELBERT SIMON postulò che la regola rango dimensioni caratterizzi l'inclinazione di equilibrio di un processo generale di crescita.
SIMON sostiene che i processi estremamente generali di questo tipo tendono a produrre distribuzioni che si avvicinano a un modello rango - dimensioni regolare.
L'IPOTESI DI SIMON è stata introdotta in termini urbani da BRIAN BERRY, che ha studiato la distribuzione rango - dimensioni di 38 paesi con popolazioni di 20000 o più abitanti.
Il MODELLO DI SIMON mostra due vantaggi principali:
introduce il tempo all'interno del modello rango - dimensioni(considerando la storia dello sviluppo di un dato sistema urbano);
sottolinea gli effetti di numerose forze minori sulla produzione di strutture regolari.
Le variazioni rispetto al modello rango - dimensioni possono venire provocate dall'effetto di distorsione di poche forze potenti.
ura 15.7.: WALTER CHRISTALLER:
IL GEOGRAFO TEDESCO walter christaller era in un certo senso un tipo strano tra gli studiosi della sua generazione.
La sua tesi sulla struttura degli insediamenti nella Germania meridionale ha costituito una delle pietre miliari su cui si è poi sviluppata la teoria delle località centrali.
Le sue idee erano in qualche modo debitrici verso il geografo ROBERT GRADMAN oltre che ai teorici della localizzazione come VON THUNEN e FRED WEBER.
Le idee di Christaller sulla formazione dei modelli erano in disaccordo con le idee geografiche prevalenti a quell'epoca ed egli non riuscì a ottenere una cattedra universitaria.
Solo negli anni cinquanta le idee di Chreistaller ricevettero ampi riconoscimenti nel mondo anglosassone.
15.3: il modello delle località centrali di CHRISTALLER:
E' nel 1933 che Christaller pubblica la sua tesi ormai famosa sulle località centrali della Germania meridionale.
249: località centrali:
La terminologia del modello di CHRISTALLER è molto chiara.
Il termine località centrali è ovviamente sinonimo di città che svolgono funzione di centri di comunità regionali, fornendo loro beni centrali e servizi centrali.
Le località centrali possono avere importanza diversa.
I centri di grado superiore ospitano una vasta gamma di beni e servizi; i centri di gradi inferiore ospitano una gamma di più limitata di beni e servizi, cioè una parte limitata della gamma offerta dal centro superiore.
Le regioni complementari sono aree servite da una località centrale.
Quelle relative ai centri di grado superiore sono estese e si sovrappongono alle piccole regioni complementari connesse ai centri di grado inferiore.
Christaller ha definito la centralità di un centro urbano come il rapporto tra tutti i servizi forniti in tale luogo e i servizi di cui abbisognano solo i suoi residenti.
Le città dotate di elevata centralità forniscono un alto numero di servizi per ciascuna residente quelle a bassa centralità un basso numero di servizi per ciascun residente.
In tempi più recenti alcuni ricercatori hanno corretto la terminologia di Christaller allo scopo di includere due semplici concetti:
la soglia di mercato: al di sotto della quale una data località risulterà incapace di fornire un bene al mercato;
ambito di diffusione di un bene centrale: i limiti dell'area di mercato rlativa a quel bene .
il limite inferiore dell'area di mercato viene determinato dalla distanza oltre la quale le località centrali non sono più in grado di vendere un determinato bene.
Se supponiamo che sia possibile viaggiare in modo altrettanto veloce in qualsiasi direzione, l'ambito di un dato bene avrà la forma di un cerchio perfetto.
Questo cerchio costituisce il limite esterno di un cono di domanda in cui la quantità consumata di un bne centrale diminuisce con il crescere della distanza dalla località centrale a causa dell'aumento dei costi di trasporto.
250: regioni complementari:
Dato un cono di domanda a base circolare relativo ai beni centrali, CHRISTALLER ha dimostrato che un gruppo di località centrali di questo tipo sarà collegato a regioni complementari esagonali, in mezzo alle quali i centri verranno a situarsi in un reticolo di triangoli regolari.
ura 15.9: formazione di esagoni:
La sovrapposizione di coni di domanda circolari, unita al fatto che i vari elementi risultano strettamente pigiati, produce una struttura di territori esagonali.
251: gerarchie di località centrali:
CHRISTALLER è stato in grado di spiegare i vari livelli di località centrali presenti all'interno di una gerarchia di insediamenti , modificando le dimensioni delle regioni complementari.
Egli discute tre casi:
ottimizzazione del mercato: in cui l'offerta di beni da parte delle località centrali è il più vicino possibile alle località rifornite(K=3);
ottimizzazione del traffico : in cui i confini delle regioni complementari sono disposti in modo diverso, per permettere una disposizione delle strade più funzionale di quella del primo caso(K=4);
ottimizzazione amministrativa: in cui e una netta separazione tra le località di grado superiore e i suoi centri vicini di grado inferiore(K=7).
Possiamo estendere l'applicazione di ciascuna delle tre varianti della teoria delle località centrali di Christaller fino a costruire livelli sempre più alti alla sommità della struttura insediativa.
ura 15.10: significato di K:
K dipende dalla condivisione di una località dipendente, ripsettivamente, con tre altre località(K=3), con due altre località(K=4), o con nessun altra (K=7).
15.4.: estensioni del modello di christaller:
254: le modifiche di LOSCH:
La principale estensione teorica del modello di CHRISTALLER è opera di un collega tedesco, AUGUST LOSCH , che nel suo saggio intitolato l'ordinamento spaziale in economia, ha chiarito le modalità con cui hanno origine i coni relativi alla domanda spaziale e ha verificato le forme esagonali ottimali delle regioni complementari là dove la popolazione servita era distribuita in modo uniforme.
Tuttavia il contributo principale di LOSCH è costituito nell'estensione della nozione di gerarchie K prefissate.
LOSCH ha aggiunto alla carta l'insieme di K=7 e altri ancora più elevati , sempre cercando di ottenere il massimo di servizi possibile per poterli fare coincidere nelle stesse località.
Il suo risultato finale mostra che il sistema di località centrali che ne risulta muta come una ruota di carro, a settori alterni.
Si ottengono in tale modo dodici settori, sei dei quali risultano dotati di molti siti produttivi e sei di pochi (rispettivamente denominati da Losch settori ricchi di città e poveri di città).
La gerarchia di CHRISTALLER consiste di parecchi livelli prefissati, in cui tutte le località di un determinato livello sono dotate della stessa dimensione e funzione e tutte le località di grado superiore svolgono tutte le funzioni delle località centrali minori.
Al contrario la gerarchia di LOSCH è molto meno rigida.
Essa non consiste tanto in una serie di livelli distinti, quanto in una sequenza quasi continua.
In tal modo gli insediamenti delle stesse dimensioni non devono necessariamente svolgere la stessa funzione e le località più grandi non debbono per forza svolgere tutte le funzioni di quelle più piccole.
Il modello di losch rappresenta un'estensione logica del modello di christraller.
255: variazioni periodiche:
La fornitura costante di beni centrali implica un livello alto e continuo di domanda.
Con i cicli sincronizzati un dato sistema di località centrali viene conservato attribuendogli funzioni centrali a rotazione piuttosto che fisse.
Quando la domanda di beni è abbastanza elevata, il mercato apre ogni giorno; quando la domanda è piuttosto scarsa i cicli possono diventare così lunghi da far cessare la fornitura di alcuni servizi nella regione.
15.5.: alternative e applicazioni:
Non tutti i geografi si trovano a proprio agio con il modello di christaller o con il suo perfezionamento da parte di losch per due principali motivi:
il modello descrive un sistema chiuso all'interno del quale il cambiamento può prodursi solo dalla base verso l'alto;
si tratta di un caso speciale nell'ambito della realtà dato che è emerso dallo studio di un'area particolare(la Germania meridionale9.
Il modello di Christaller permette di interpretare lo sviluppo degli insediamenti solo nelle aree geografiche di carattere abbastanza uniforme, economicamente isolate e storicamente stratificate.
257: il modello mercantile di VANCE:
l'opera di VANCE rappresenta uno dei primi seri tentativi di critica e superamento del modello della struttura degli insediamenti elaborato da CHRISTALLER.
Secondo VANCE la crescita delle città aveva avuto origine , in un certo senso, dalla sommità verso il basso(al contrario di christaller).
VANCE elabora il suo modello grazie a cinque sectiune attraverso il quale si è prodotto il tipo di insedimaneto .
Dato che i concetti di VANCE sottolineano l'importanza del commercio in ciascuno stadio il modello viene denominato mercantile.
Il modello di VANCE introduce un elemento dinamico nei modelli di insediamento e integra, piuttosto che sostituire, l'opera precedente(christaller e losch).
Esso arricchisce anche la nostra comprensione di quelle aree di antico insediamento cui si applica meglio il modello originale , mettendo in evidenza il ruolo di quelle aree costiere dotate dei migliori collegamenti commerciali oltremare.
258: poscritto: in vista delle applicazioni:
In primo luogo la relazione tra le dimensioni e il modello dell'insediamento sommata alla regola rango dimensioni è abbastanza stabile nel tempo da rendere possibile una sua utilizzazione allo scopo di prevedere i modelli futuri delle dimensioni dell'insediamento.
Una seconda utilizzazione del modello delle località centrali riguarda la pianificazione regionale.
Le teorie sulle località centrali hanno giocato un ruolo anche nell'ambito del processo di formazione delle gerarchie dei centri di negozi e di servizi all'interno delle città.
s.15.3.: il modello gerarchico di BECKMANN:
Il matematico MARTIN BECKMANN ha avanzato la proposta di integrare i concetti di catena di città a una dimensione e di gerarchie di città a due dimensioni.
CAPITOLO 16: MONDI ALL'INTERNO DELLA CITTA'.
16.1.: modelli spaziali all'interno della città occidentale:
260: la geometria dei valori del suolo:
un'unità di misura del valore che una comunità urbana assegna a diversi siti all'interno della città è costituita dal valore del suolo.
Città occidentali: i valori del suolo sono estremamente alti nelle zone centrali della città e il generale calo man mano che aumenta la distanza dal centra.
La punta massima dei valori si situa in un area nei dintorni del quartiere commerciale centrale(CBD).
261: valori del suolo e impiego del suolo:
Vi è un compromesso tra prezzi del suolo e costi di trasporto che può venire rappresentato mediante una serie di linee non intersecanti, che gli economisti chiamano curve dell'offerta.
Ciascuna linea rappresenta i valori dei canoni d'affitto che bilanciano esattamente i maggiori costi di trasporto provocati dalla distanza rispetto al centro cittadino.
Sovrapponendo le curve dell'offerta alla reale curva degli affitti di una data città possiamo determinare sia il punto esatto in cui viene raggiunto il compromesso più soddisfacente come pure l'esatto livello di affitti corrispondente.
Con la crescita della città aumenta anche il valore del suolo specialmente nel centro cosicchè la curva del valore del suolo diventa più elevata e più concava.
s.16.1: delimitazione del quartiere commerciale centrale(CBD):
Le zone centrali delle città occidentali sono contrassegnate da edifici elevati, elevati valori del suolo e particolari tipi di attività.
Per poter rappresentare su una carta geografica l'esatta estensione di questo quartiere commerciale centrale(CBD) i geografi hanno studiato un certo numero di indici specifici: uno dei più comuni è quello di VANCE e MURPHY .
È necessario possedere le seguenti informazioni relative alla superficie di base di ciascun edificio:
pianta della superficie del pianterreno su una mappa abbastanza dettagliata;
area totale dei piani a tutti i livelli;
area totale dei piani destinati a particolari attività commerciali generali. Queste attvità comprendono i negozi, i centri di divertimento, le banche e le assicurazioni, i parchi, le chiese, i magazzini di vendita all'ingrosso, gli immobili sfitti e i magazzini.
A partire da questi dati possono venire determinate due unità di misura: in primo luogo, un indice di altezza(C/A) e in secondo luogo , un indice di intensità(C/A*100).
262: mosaici di impiego del suolo: il caso di Chicago:
Il CBDrappresenta l'elemento più importante.
Attorno al CBD l'edilizia cittadina si è disposta secondo una serie di seettori di reddito cuneiformi che si aprono a ventaglio man mano che procediamo verso l'esterno.
Un secondo fattore di caratterizzazione è rappresentato da una serie di zone distinte a seconda dell'età e delle dimensioni familiari degli abitanti, dalla forma ad anello , il cui centro è situato nel CBD.
Un terzo fattore caratterizzante è la segregazione etnica: risultano evidenti due punte distinte occupate dai neri a sud e a ovest situate nel centro di una città per il resto abitata da bianchi.
16.2.: l'immagine della città occidentale:
Nel 1970 l'elettronica ha ridotto lo spazio mondiale alle dimensioni di uno schermo televisivo.
I satelliti e la televisione permettono a tutti coloro che abitano in una città opportunità senza precedenti di gettare uno sguardo sul cortile del vicino.
264: sectiune mentali di Los Angeles:
Le sectiune mentali deformate che ognuno di noi attribuisce alle città: i gruppi delle aree a reddito più elevato hanno una visione più ampia della città e i gruppi più istruiti hanno una visione della città più precisa.
265: sectiune mentali di Boston:
LYNCH classificò gli elementi comuni delle sectiune mentali in 5 tipi di fenomeni spaziali:
i percorsi: costituiscono le vie lungo le quali ci spostiamo abitualmente o occasionalmente o potenzialmente all'interno della città;
i margini: costituiscono delle fratture lineari all'interno del complesso dittadino;
i nodi: sono punti focali all'interno delle città,
i quartieri: sono settori della città di dimensioni medio - estese;
i punti di riferimento: costituiscono anch'essi dei punti focali ma di dimensioni più piccole rispetto a quelle dei nodi.
La produzione delle nostre sectiune mentali viene stimolata più rapidamente se ci veniamo a trovare in un'antica città europea, meno se ci troviamo in una moderna città nordamericana.
266: la persistenza delle immagini urbane:
16.3.: confronti tra città:
268: struttura , processo e stadio di sviluppo delle città:
DAVIS è importante perché ha sviluppato un modo per analizzare la struttura della superficie terrestre, del terreno, a livello etario.
DAVIS sosteneva che una forma del terreno rappresenta il prodotto di tre insiemi di circostanze:
la sua struttura originaria;
i processi erosivi e costruttivi che hanno agito su di essa;
lo stadio raggiunto dalla sua evoluzione.
269: struttura: posizione e sito:
il punto di partenza dei confronti tra città è costituito dalle rispettive conurazioni fisico - geografiche.
270: processo: meccanismi di selezione all'interno delle città:
la fondazione di una città mette in moto una serie di processi di crescita.
271: stadio di sviluppo: dalle città preindustriali a quelle postindustriali:
271: la città preindustriale:
la città preindustriale è quella che serve una popolazione in maggioranza dedita all'agricoltura.
272: la città industriale:
se prendiamo un'unica città occidentale e tracciamo due cartogrammi dei cambiamenti di densità della popolazione al passare del tempo, scopriremo che la popolazione tende a diffondersi verso l'esterno ome un cono di gelato scioglie lentamente.
273: la città postindustriale:
Le occupazioni si concentreranno soprattutto nel settore terziario e quaternario.
Ciò significa che la maggior parte dei posti lavoro all'interno di una città di concentrerà negli uffici e nei laboratori di ricerca; tali occupazioni saranno molto dipendenti da massicci apporti di informazione e dalla disponibilità di personale specializzato(questo c'è nel CBD)
Un elemento indicatore della città postindustriale è rappresentato dalla distribuzione di quei soggetti altamente qualificati che costituiscono la forza lavoro del settore quaternario.
16.4.: la città come area problematica:
276: problemi legati all'immigrazione : gli insediamenti abusivi:
La maggior parte del rapidissimo sviluppo urbano dei paesi del Terzo Mondo si sviluppa per mezzo di insediamenti abusivi.
277: formazione di un ghetto:
Gli insediamenti abusivi incontrollati rappresentano un problema soprattutto nel terzo mondo.
L'immigrazione dei poveri dalle camne nel mondo occidentale ha condotto a un fenomeno differente a livello spaziale, anche se simile a livello sociale: il ghetto.
Il termine ghetto descriveva in origine le aree destinate agli Ebrei all'interno delle città medioevali dell'Europa orientale e meridionale.
In tali città gli Ebrei vivevano separati dal resto della comunità e in alcuni casi la loro era separata dal rsto della città per mezzo di un muro.
Per quanto riguarda l'attuale città americana il termine ghetto viene più generalmente utilizzato per descrivere una parte delimitata della città occupata da uno specifico gruppo etnico o culturale.
I confini del ghetto coincidono in modo caratteristico con le aree povere della città.
278: problemi legati alla migrazione verso l'esterno:
due problemi sono:
279: l'amministrazione cittadina;
280: conservazione del CBD.
281: epilogo: la città come sistema complesso(simile ad un ecosistema ecologico).
CAPITOLO 17: MONDI AL DI FUORI DELLA CITTA': ZONE AGRICOLE E CENTRI INDUSTRIALI.
17.1.: VON THUNEN e l'uso agricolo del suolo:
Il primo tentativo di collegare i modelli del suolo alla relazione spaziale che intercorre tra una città e la regione circostante è stata opera di un tedesco JOHANN HEINRICH VON THUNEN.
ura 17.1.: un pioniere della teoria della localizzazione:
VON THUNEN ha gettato le basi della teoria della localizzazione agricola in un colume pubblicato nel 1826 intitolato Lo Stato isolato.
Basandosi su osservazioni effettuate in aziende agricole di sua proprietà VON THUNEN le ha estese fino a comprendere modelli di diversi impieghi del suolo su scala mondiale.
283: lo Stato isolato:
I modelli assumono la forma di una serie di anelli(o meglio di corone circolari concentriche) che vanno dalle strette fasce di agricoltura intensiva e foresta, e infine a una zona esterna incolta.
I sei presupposti che definiscono il modello di VON THUNEN sono:
l'esistenza di uno Stato isolato tagliato fuori dal resto del mondo;
questo Stato era in pratica dominato da una grande città che svolgeva funzioni di unico mercato urbano;
la città era ubicata all'interno di una pianura vasta che presentava fertilità uniforme e in cui tutti gli spostamenti risultavano altrettanto facili, in modo che i costi di produzione e di trasporto erano uguali dappertutto;
la città veniva rifornita dagli agricoltori che convogliavano all'interno di essa i prodotti agricoli in cambio di quelli industriali;
il trasporto dei prodotti agricoli era effettuato da parte dello stesso agricoltore che lo potava al mercato centrale attraverso un breve e fitto percorso di strade convergenti che presentavano identiche caratteristiche; il costo dei prodotti era direttamente proporzionale alla distanza coperta durante il viaggio;
tutti gli agricoltori praticavano la massimizzazione dei profitti; essi adattavano automaticamente la produzione agricola per venire incontro alle necessità del mercato centrale.
VON THUNEN dimostrò che i valori del suolo rurale diminuiscono man mano che ci si allontana dalla città situata al centro della superficie considerata proprio come i valori del suolo urbano anche se a tassi inferiori e con curve meno inclinate.
Proprio come ciascun impiego del suolo urbano, ciascun impiego del suolo agricolo è caratterizzato da un determinato insieme di curve dell'offerta e da una localizzazione appropriata a seconda della distanza dalla città.
I confini delle zone di impiego del suolo corrispondono all'intersezione delle curve di offerta.
Possiamo ampliare il modello di base di VON THUNEN al fine di spiegare situazioni molto dissimili da quelle per cui era stato concepito originariamente.
Le zone di impiego del suolo lungo una linea costiera o un asse di trasporto costituiscono delle varianti dei tradizionali anelli di VON THUNEN.
Lo stesso VON THUNEN aveva discusso parecchie varianti ad esempio introducendo nel modello un fiume navigabile che consente trasporti più rapidi e costi equivalenti a un decimo dei trasporti per via di terra, oppure un centro commerciale secondario con la propria area commerciale e alcune diversità spaziali connesse alla produttività della pianura.
ura 17.3.: formazione di anelli nel modello di VON THUNEN:
VON THUNEN nel suo modello ha individuato quattro tipi di impiego del suolo(partendo sempre dal punto di riferimento che ci è dato dalla città o meglio dal centro residenziale):
allevamento di mucche da latte;
grano;
pascolo;
terre incolte.
L'impiego del suolo per la produzione di latticini è costituita da una curva più inclinata di quella relativa alla produzione di frumento ; ciò indica che l'allevamento di mucche da latte costituisce un modo più intensivo di impiego del suolo, che potrebbe perciò trarre maggiori vantaggi da una localizzazione vicino alla città.
L'allevamento di mucche da latte viene comunque allontanato dal progressivo avanzamento dell'impiego del suolo ai fini residenziali in corrispondenza delle aree ai margini della città.
s.17.1: il meccanismo di suddivisione in zone del modello di VON THUNEN:
VON THUNEN riteneva che la rendita di una determinata localizzazione(Boderente) costituisse il fattore chiave che consentiva la classificazione dell'area uniforme dello stato isolato descritto nel suo modello in una serie di zone specifiche di impiego del suolo.
284: la suddivisione in zone incentrata sulle città all'interno degli Stati Uniti:
I geografi hanno manifestato la tendenza a basarsi in questo tipo di ricerche sulla densità della popolazione invece che sull'impiego del suolo.
Essi preferiscono studiare i cambiamenti graduali di densità piuttosto che le nette discontinuità tra le diverse zone di impiego del suolo.
BOGUE: classificando la popolazione a seconda delle categorie di occupazione, diventa possibile collegare più direttamente queste differenze della densità della popolazione all'impiego del suolo.
BOGUE: l'occupazione diminuisce nettamente con la distanza dalle metropoli di minori dimensioni, ma tale diminuzione si arresta ai 50 - 100 km, prima di subire ancora una volta una netta ricaduta.
Il breve arresto della caduta è forse collegato, a tali distanze, ad una concentrazione di città dotate di industrie specializzate.
In tutto il mondo la densità di popolazione dipende sia dalla distanza sia dalla direzione rispetto ai centri cittadini.
285: suddivisione in zone nelle comunità agricole:
al microlille del singolo villaggio o azienda agricola: anche in questo caso lo sforzo necessario all'utilizzazione di una superficie del territorio aumenta parallelamente alla distanza dal centro della comunità.
Il geografo MANSELL PROTHERO ha descritto una suddivisione in zone di questo tipo attorno ai villaggi della Nigeria settentrionale.
Egli distingue 4 zone:
interna a giardino;
concimata;
agricoltura itinerante;
a boscaglia.
286: suddivisione in zone a livello internazionale:
17.2.: WEBER e la localizzazione industriale:
Il problema della localizzazione della trasformazione delle risorse: una delle analisi più semplici ma anche più profonde dell'argomento proviene dallo studioso tedesco ALFRED WEBER.
WEBER dedicò un'attenzione particolare alla perdita di peso o di ingombro che comporta la trasformazione delle risorse.
Egli dimostrò che questa perdita di peso giocava un ruolo di primo piano nella localizzazione di alcune industrie.
Egli asseriva che le industrie con processi di trasformazione che comportavano una perdita di peso notevole erano orientate verso le risorse(cioè localizzate nei pressi della risorsa naturale che doveva venire trasformata.
Al contrario le industrie che hanno processi di trasformazione che comportano una piccola perdita di peso sono orientate al mercato(cioè situate nei pressi del mercato, città ).
Esamineremo in primo luogo l'analisi weberiana in un'unica dimensione spaziale e ci rivolgeremo poi ad analisi bidimensionali che presentano una maggiore aderenza nei confronti della realtà.
288: localizzazione su una linea:
Supponiamo che una singola risorse si trova nel luogo R e un dato mercato urbano relativo a quella risorsa si trovi nella città M .
Supponiamo inoltre che i costi di trasporto aumentino regolarmente con la distanza dal punto di origine e che tutti gli altri costi siano fissi e uguali ovunque.
I costi di trasporto saranno minimi in corrispondenza del punto di offerta della risorsa come pure in quello del mercato .
In tutte le altre localizzazioni possibili sulla linea che congiunge i due punti R e M i costi sono uguali , ma più elevati che in R o in M, perché comportano una spesa aggiuntiva di carico e scarico.
s.17.2: termini utilizzati nello studio delle localizzazioni industriali:
indice di materia prima: è dato dal peso totale delle materie prime impiegate per ciascun prodotto diviso il peso del prodotto. La maggior parte delle industrie ha un indice maggiore di 1 e viene descritta come peso perdente;
industrie leggere: sono caratterizzate da : a) prodotti finiti che hanno un elevato valore per tonnellata; b) basso indice di materie prime; c) da un basso tonnellaggio di materie prime impiegate per ogni lavoratore;
industria pesante: contrario di industria leggera;
isodapame: sono isoplete che indicano i costi di trasporto totali;
isotime: sono isoplete che indicano i costi di trasporto di un singolo elemento del processo industriale;
orientamento verso il mercato: già visto con VON THUNEN;
orinetamento verso le risorse: ' ' ' ' ;
289: localizzazione su di un piano:
Se spostiamo l'obiettivo della nostra analisi da una linea a un piano(cioè dal confronto monodimensionale a quello bidimensionale) siamo in grado di procedere un po' oltre.
Supponiamo due siti di offerta delle risorse(R1 e R2) e un unico mercato M: è possibile rappresentare i costi a partire daciascuno dei tre punti con una serie di isoplete ugualmente distanziate , concentriche e circolari che sono denominate isotime.
Se congiungiamo le isotime otteniamo le isodapame.
290: curve dei costi nello spazio:
Fin qui abbiamo analizzato la localizzazione dei siti in cui viene effettuata la trasformazione delle risorse semplicemnte in termini di costi di trasporto.
WEBER: la localizzazione è influenzata da altri costi oltre quelli di trasporto: 1) costi monodopera e dell'energia;
costi indipendenti dalla localizzazione: costi di commercializzazione e ricerca a monte;
sussidi o tasse.
Nell'analisi della localizzazione degli stabilimenti di trasformazione delle risorse è possibile combinare i costi sopra accennati. Con i costi di trasporto per creare un profilo bidimensionale della distribuzione di entrambi i tipi di costi vengono utilizzate le curve dei costi nello spazio.
291: cambiamento di localizzazione nel tempo:
Fin qui ci siamo serviti dell'analisi di WEBER per studiare le localizzazioni fisse.
Tale teoria può venire estesa anche al cambiamento dell'industria nel tempo.
292:prima fase:
il modello di localizzazione associato con la produzione di ferro attraverso il processo diretto(ferro battuto oggi detto) può essere rintracciato nell'Europa medioevale.
Questa prima fase di localizzazione era essenzialmente caratterizzata da una produzione su scala ridotta e molto dispersa.
293: seconda fase:
la seconda fase di localizzazione della produzione di ferro è associata con produzioni su scala maggiore, concentrate sui giacimenti di carbon fossile.
La localizzazione della produzione di ferro presso un giacimento di carbon fossile presentava ora molti lati positivi.
In termini weberiani il carbone di legna era caratterizzato da un indice di perdita di peso molto elevato.
Chiaramente risultava molto più vantaggioso trasportare il minerale di ferro in prossimità del carbon fossile e non viceversa.
294: terza fase:
è anche quella che presenta maggiore complessità.
Essa va dalla fine dell'ottocento fino ai nostri giorni ed è strettamente connessa al cambiamento continuo della tecnologia della produzione dell'acciaio.
È contrassegnata da una ennesima dispersione delle industrie, lontano dalle aree ricche di giacimenti di carbon fossile e in particolare in direzione di a) siti con giacimenti di minerali; b) siti costieri.
17.3.: complessità dello spazio:
Nella nostra discussione sui modelli di VON THUNEN e di WEBER abbiamo sottolineato come tema dominante l'importanza della distanza dalla città.
L'esatto costo dello spostamento delle risorse da una parte all'altra della superficie terrestre è funzione di una dozzina o più di fattori differenti.
La maggior parte delle tariffe è determinata in base alla distanza geografica: a parità di altri fattori, il percorso più lungo avrà un costo superiore a quello più breve.
I costi sono composti di due elementi: un costo di terminale(indipendente dalla distanza) e un costo di distribuzione o trasporto a distanza, direttamente connesso alla lunghezza del percorso.
questi due elementi possono variare a seconda delle modalità di trasporto.
I costi di trasporto possono essere assunti sia dal produttore sia dal consumatore.
s.17.3.: politica dei prezzi nello spazio:
Per recuperare i costi provocati dal trasporto di un determinato prodotto vengono comunemente impiegate tre strategie alternative di politica dei prezzi:
determinazione dei prezzi all'origine(FOB): il prezzo viene determinato nel punto di produzione e il cliente a il costo del trasferimento necessario allo spostamento del prodotto;
determinazione dei prezzi con distribuzione uniforme(CIF): il prezzo è lo stesso per tutti i clienti indipendentemente dalla loro localizzazione. I produttori ano tutti i costi di trasporto ma li recuperano prendendo in considerazione i costi medi di trasporto nel corso della decisione relativa alla determinazione al prezzo d'offerta di quel determinato prodotto;
determinazione dei prezzi dal punto di base: (P:P): tutta la produzione relativa a un dato bene viene considerata proveniente da un unico punto, viene fissato un prezzo uniforme per tutti i punti di origine indipendentemente dallo loro localizzazione e i clienti ano i costi di trasferimento dal punto di base, senza contare l'effettiva localizzazione del produttore dal quale hanno in realtà acquistato il prodotto.
CAPITOLO 18: MONDI AL DI FUORI DELLA CITTA': SPOSTAMENTI E PERCORSI.
18.1.: newton e i flussi tra le varie città:
297: tipi di flusso:
Vi sono tre diversi tipi di flusso tra le città:
le chiamate telefoniche;
i veicoli per il trasporto merci ;
spostamenti aerei.
Possiamo tracciare una distinzione generale tra :
flussi di trasporto;
flussi di comunicazione.
Molto più importante dei cambiamenti nei singoli mezzi di trasporto si è rilevato il rapidissimo aumento dei flussi di comunicazione.
Diversamente dai flussi di trasporto, i flussi di comunicazione non comportano lo spostamento fisico di un elemento tra due luoghi diversi.
Tabella 18.1.: i diversi mezzi di trasporto:
essi sono:
ferrovie;
autostrade;
vie d'acqua;
vie aeree;
oleodotti.
298: modelli spaziali di flusso:
possiamo notare che vi è una diminuzione del traffico allontanandoci dal centro di una città: è possibile formulare una regola a proposito di questo decremento con la distanza, chiamato anche gradiente di distanza, affermando semplicemente che il grado di interazione spaziale(i flussi tra le regioni) è inversamente proporzionale alla distanza; cioè le regioni vicine interagiscono più intensamente delle regioni distanti.
L'interazione spaziale è inversamente proporzionale al quadrato della distanza tra gli insediamenti.
299: il modello gravitazionale:
i flussi di emigranti da una città all'altra sembravano essere direttamente collegati alle dimensioni delle città implicate e inversamente proporzionale alla distanza tra le stesse: modello gravitazionale.
s.18.1.: curve di decremento con la distanza:
funzione di PARETO: in sostanza l'interazione spaziale è inversamente proporzionale al quadrato della distanza.
300: il modello di ULLMAN:
un modo diverso di affrontare lo studio dei flussi tra regioni consiste nel domandarsi perché essi hanno luogo.
ULLMAN: modello di interazione spaziale: esso è basato su tre fattori:
complementarità regionale;
opportunità intermedia
trasferibilità spaziale.
La complementarità regionale è funzione delle risorse disponibili in una qualsiasi regione.
Opportunità intermedie: cioè se esiste alcuna regione intermedia che funge da fonte alternativa di offeta o di domanda.
Trasferibilità: si riferisce alla possibilità di spostamento di un determinato prodotto.
La trasferibilità è funzione tanto della distanza misurata in costi o tempi reali , quanto delle caratteristiche specifiche del prodotto.
18.2.: KOHL e le reti interurbane:
contrariamente ai modelli di VON THUNEN e di WEBER che abbiamo esaminato prima: qui si supponeva che i flussi tra le varie città e la sua regione avessero luogo attraverso una pianura uniforme.
Adesso togliamo questa restrizione che ci allontana dal mondo reale.
302: le reti come arterie di una regione:
KOHL e CHRISTALLER erano d'accordo in questo caso sulle loro idee.
KOHL: le reti di trasporto sono gerarchiche nel senso che sono costituite da un numero limitato di canali molto utilizzati e da moltissimi canali secondari, o alimentatori, di impiego molto limitato(analogie con il modello di christaller).
Una seconda analogia con il modello delle località centrali di Christaller e quello che le reti presentano analogie con un sistema fluviale: le rete dei trasporti presenta una struttura ramificata in cui l'angolo di ramificazione è strettamente connesso alla portata del flusso.
Un altro soggetto di ricerca è costituito dal numero di vie principali originate da ciascuna città.
303: rappresentazioni delle reti sotto forma di grafi:
La topologia è una branca della geometria che si occupa della qualità della connettività cioè del fatto che gli oggetti siano o meno collegati in un determinato modo.
In campo geografico si noti che EULERO non si occupava della distanza o della direzione(il campo di interesse abituale della geometria) ma semplicemente della possibilità o meno di effettuare un determinato percorso all'interno di una rete.
La problematica di EULERO a questo riguardo doveva poi dare origine alla teoria dei grafi, una branca della matematica i cui concetti si stanno rivelando di interesse crescente per i geografi che studiano le reti regionali.
Per utilizzare la teoria dei grafi è necessario ridurre le reti in forma di grafi.
Questa riduzione implica l'eliminazione di un grande quantitativo di informazione relativo ai flussi e alle caratteristiche delle vie: essa conserva però gli elementi spaziali princpiali delle reti, cioè i nodi e i collegamenti.
I nodi costituiscono i punti terminali o di intersezione di un grafo.
I collegamenti rappresentano connessioni o vie all'interno di una rete.
È possibile ottenere un certo quantitativo di informazioni relative alla capacità di connessione dei grafi misurando la lunghezza media dei percorsi.
La teoria dei grafi rappresenta solo un primo stadio dell'analisi dei sistemi di trasporto.
La teoria dei grafi serve comunque a mettere in luce il delicato equilibrio esistente tra il sistema urbano delle città e la rete regionale di trasporti che le collega e le unisce l'una all'altra.
s.18.3.: connessione nei grafi:
è possibile assumere l'informazione contenuta nel grafo in una matrice di connessione.
Il totale complessivo, denominato valore di dispersione del grafo, consente di misurare le dimensioni del grafo, nei termini del numero totale dei percorsi compresi al suo interno.
Dividendo le somme delle serie e il valore di dispersione per il numero dei valori positivi, si ottiene una misura della lunghezza del percorso medio.
304: cambiamenti che provocano interruzioni all'interno delle reti:
I vantaggi legati a determinate localizzazioni possono naturalmente venire diminuiti dai cambiamenti che si verificano all'interno della rete.
18.3.: la regione urbana come unità ecologica:
la tesi a favore della regione urbana come unità spaziale fondamentale risultano convincenti.
Una crescente proporzione della popolazione mondiale è concentrata nelle città, e di conseguenza l'organizzazione umana mondiale è sempore più accentrata nelle zone urbane.
Le città costituiscono unità regionale identificabile e di facile rilevazione.
FINE QUARTA PARTE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
QUINTA PARTE: TENSIONI REGIONALI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
CAPITOLO 19: TERRITORIO E CONFLITTO.
19.1: concetti di territorialità:
307: territori animali: dati biologici:
Gli esseri umani costituiscono pur sempre una specie animale.
Etologia: quella branca dello studio del comportamento animale nell'ambiente naturale che è stata proposta per la prima volta da zoologi europei come KONRAD LORENZ e NIKO TINBERGEN.
Non viene posto in dubbio il fatto che gli animali abbiano dei territori.
I territori aiutano a regolare la densità della popolazione e in tal modo a conservare un equilibrio biologico rispetto alle riserve alimentari.
I territori assicurano l'accoppiamento dei membri più forti di una popolazione e quindi la riproduzione del gruppo.
Estromettendo i membri più deboli di una popolazione , la territorialità può costituire un importante meccanismo all'interno del processo di selezione naturale.
308: territori rurali: modelli basati su linee mediane:
Negli ultimi stadi dell'espansione delle aziende agricole restano solo pochi lembi intatti di foresta.
I territori poligonali così formati vengono denominati poligoni di DIRICHLET, dal nome del matematico tedesco che studiò le loro proprietà geometriche nel secolo scorso.
Essi possiedono la singolare caratteristica di contenere al proprio interno tutte le aree che risultano le più vicine al punto attorno al quale sono state costruite.
In genere , ciascun lato del poligono è una linea mediana, che biseca perpendicolarmente la linea che congiunge ogni coppia di case coloniche , ad esempio.
Possiamo considerare alcuni territori umani semplicemente come divisioni dello spazio secondo una linea mediana(lato del poligono di DIRICHLET).
Ciascun animale, banda o agricolatore allarga il proprio territorio finché non viene ad incontrare quello dei vicini.
Sfortunatamente questa semplice prospettiva geometrica del modo di formazione dei territori ignora due complicazioni molto importanti:
in primo luogo, è possibile che gli animali, i gruppi, le bande e così via non siano uguali tra di loro, ma bensì dotati di forza e aggressività variabili;
in secondo luogo, è possibile che lo spazio sul quale vengono misurate le distanze sia non semplice e uniforme ma complesso e molto differenziato.
309: territori urbani: competizione diseguale per lo spazio:
Possiamo determinare le linee di confine grazie ad un modello gravitazionale:
la linea di confine si troverà a metà strada tra i due centri di eguali dimensioni.
Se supponiamo invece due centri di dimensioni diseguali, il confine è spostato rispetto alla posizione media , in direzione del centro più piccolo.
19.2.: gli Stati come regioni politiche:
Dal punto di vista del geografo , l'unità territoriale più evidente è rappresentata dal moderno Stato nazionale.
Vi sono attualmente al mondo più di 200 Stati nazionali che variano per dimensioni ed importanza, dall'Unione Sovietica(che copre 1/6 della superficie terrestre(terre emerse)) fino ad unità di superficie inferiori ad un kilometro quadrato.
Tali Stati coprono l'80% della superficie delle terre emerse del globo( e le acque territoriali adiacenti) e la suddividono in un insieme di caselle separate confinanti le une con le altre.
Le aree che restano al di fuori della sovranità nazionale vengono controllate tramite accordi coloniali o di amministrazione fiduciaria comune.
311: lo Stato come unità geografica:
Gli Stati nazionali costituiscono le principali unità amministrative in relazione alle quali vengono regolarmente raccolti i dati statistici.
Gli Stati sono nettamente definiti dai confini che li separano degli Stati vicini.
Vi sono però una serie di inconvenienti:
differenze di dimensioni e di popolazione tra gli Stati;
gli Stati di grandi dimensioni sono soggetti ad enormi contrasti interni(di localizzazione della popolazione , ad esempio in Canada);
non possiamo sempre essere certi di confrontare il simile con il simile, fatto che costituisce certamente un principio fondamentale dell'analisi.
I confini degli Stati costituiscono anch'essi un problema.
Essi sono spesso costituiti da linee geometriche arbitrarie, totalmente estranee sia all'ambiente naturale sia alle caratteristiche della popolazione.
312: forze centrifughe contro forze centripete:
RICHARD HARTSHORNE: egli sostiene che l'esistenza dello stato dipende da un equilibrio dinamico tra forze centripete e centrifughe.
Le forze centripete contribuiscono alla coesione di un dato Stato e ne consentaono la sopravvivenza : tra di esse , possiamo annoverare la lingua e la cultura comuni, una lunga storia comune e confini ben definiti.
Le forze centrifughe contribuiscono alla sua frammentazione: tra queste possiamo annoverare le divisioni interne linguistiche e culturali, una breve storia comune e le dispute relative ai confini.
La più sfuggente delle forze di connessione è la cosiddetta iconografia nazionale(ritratto o immagine).
313: confini dello Stato:
I confini dello Stato possono essere divisi in tre categorie:
confini successivi: sono quelli che vngono tracciati dopo che una popolazione si è stabilmente insediata in una data area.
Confini antecedenti: precedono l'insediamento diffuso e lo sviluppo della regione da essi delimitata;
Confini sovraimposti: rappresenta il caso contrario rispetto ai confini antecedenti: essi vengono definiti dopo che in una data area si è stabilito un insediamento molto consistente.
314: il tracciato delle linee di confine:
Essi possono essere tracciati seguendo tre criteri:
paralleli: misurati dalla longitudine;
possono essere di forma geometrica;
possono non avere forma geometrica e seguire la natura(il corso di un fiume).
Tutto quanto suddetto sia a livello internazionale che a livello nazionale.
19.3.: conflitti tra gli Stati:
L'esistenza degli Stati è legata a una condizione permanente di tensione internazionale.
Dato che la disponibilità di territorio è finita, il perseguimento di differenti interessi da parte dei diversi Stati può a volte dare origine a un conflitto.
316: punti di frizione all'interno dello Stato:
i punti di frizione possono essere di varia natura:
1)stati privi di sbocchi al mare : circa 1/5 degli Stati mondiali risulta privo di sbocchi al mare: risulta così necessario stabilire speciali accordi di transito che consentano alle loro merci di attraversare un paese straniero: una soluzione è rappresentata dai cosiddetti corridoi. Il corridoio polacco di Danzica
che consente l'accesso al Mar Baltico; si noti che l'aspirazione ad un corridoio non implica che uno Stato sia completamente privo di sbocchi al mare;
2)uso del confine di un bacino idrografico ai fini di definire una linea divisoria internazionale;
3)uno Stato può entrare in conflitto con i propri vicini in corrispondenza di altri due sistemi fluviali: la rilevazione dettagliata dei fiumi pone diversi tipi di problemi: il corso della parte inferiore di un fiume cambia in continuazione e inoltre il fiume si estende nel senso della larghezza e può avere parecchi letti secondari;
4)i confini possono seguire l'alveo navigabile del corso d'acqua o ,nel caso, di entità fluviali di maggiori dimensioni la linea mediana tra le due sponde.
5)la corrente del fiume scenda a valle di uno Stato e questa corrente proviene da un altro Stato: l'acqua potrebbe venire eliminata o trattenuta a monte con gravissime conseguenze per le zone di irrigazione a valle;
6)localizzazione dei gruppi minoritari: il possibile innesto di conflitti riguarda una minoranza linguistica posta lungo i confini dello Stato;
7)il possibile innesto del conflitto può riguardare la localizzazione di un gruppo etnico posto a metà tra il suo Stato e il confine di uno Stato vicino;
8)quando le popolazioni dedite all'agricoltura attraversano i confini in cerca di pascoli stagionali per le proprie greggi è possibile che si verifichino atriti su scala ridotta;
9)le minoranze particolari all'interno di uno Stato non costituiscono tanto un problema internazionale quanto un problema interno;
10)condizioni riguardanti il possesso da parte del nostro Stato di una risorsa di significato internazionale;
11)il nostro Stato ritiene di possedere una località così vitale per la propria identità e sopravvivenza che si dimostra disposto a intervenire anche a grande distanza allo scopo di proteggerla;ù
12)semina di nuclei di condensazione nelle nubi così da provocare la pioggia che in futuro potrà costituire una causa di conflitto.
321: il modello di RICHARDSON: conflitti e sistemazione spaziale:
Una fonte di conflitto che non e sulla carta riguarda il numero di vicini confinanti posseduto da uno Stato.
RICHARDSON sostiene che il potenziale di rischio relativo a qualsiasi relazione interregionale(compreso il conflitto) è una funzione del numero dei vicini.
Se i territori fossero strettamente raggruppati in una superficie continentale il numero medio di vicini potrebbe arrivare a sei.
La forma di tali aree potrebbe avvicinarsi a quella dei territori esagonali presenti nella teoria delle località centrali di Christaller.
La forma del pianeta indica che se uno Stato continua a crescere di dimensioni il numero dei suoi vicini per forza diminuirà finché il mondo risulterebbe dominato da soli due Stati.
Allora il numero dei vicini scenderà a uno soltanto.
Anche se secondo la tesi di RICHARDSON il potenziale di conflitto in un mondo di due soli Stati la scala del conflitto risulterebbe immensa.
CAPITOLO 21: DISEGUAGLIANZE TRA GLI STATI.
21.1.: tipi di diseguaglianza a livello mondiale:
Se si vogliono distinguere le varie aree geografiche e osservare le modificazioni del divario tra ricchi e poveri, è necessario disporre di un parametro affidabile che sia in grado di misurare differenze più sottili.
343: la ricerca di un parametro dello sviluppo:
BRIAN BERRY ha riassunto in un unico diagramma 43 diversi indici relativi allo sviluppo economico.
Possiamo distinguere due rami principali:
differenze di sviluppo tecnico: questo indice rende conto di circa l'84% dell'informazione riportata dai vari parametri originari;
stadio demografico;
l'insieme dei due indici rende conto di circa l'88% dei contrasti originari tra 95 paesi.
Esamineremo ciascuno dei due indici in modo più dettagliato:
344: contrasti relativi allo sviluppo tecnico:
il termine arretrati provoca un'irritazione spontanea.
Utilizzeremo perciò i termini paesi assai sviluppati(PAS), paesi moderatamente sviluppati(PMS) e paesi poco sviluppati(PPS) che si rivelano più accettabili e più precisi.
345: teorie superficiali dello sviluppo:
i PPS sono localizzati nelle aree tropicali.
I PMS sono localizzati alle medie latitudini.
346: lo stretto legame esistente tra i fattori dello sviluppo:
Il clima , l'ambiente, la razza e la cultura rappresentano spiegazioni insufficienti , non perché siano privo di ruolo all'interno dello sviluppo, ma perché l'effetto da esse esercitato non è semplice ne è sempre lo stesso.
347: contrasti relativi agli stadi demografici:
Diagramma di sviluppo di BERRY: vi sono contrasti demografici tra i vari paesi.
Bisogna riconsiderare il concetto di transizione demografica , già visto in precedenza.
Nel mondo la maggior parte dei PAS si trova nel III o nel IV stadio di transizione demografica.
Tali paesi sono caratterizzati da popolazioni in lenta espansione o stazionarie.
Al contrario la maggior parte dei PPS si trova nello stadio I e la maggior parte dei PMS nello stadio II o II.
Uno dei principali effetti esercitati sullo sviluppo della popolazione di un Paese rispetto alla transizione demografica è connesso alla composizione per età della sua popolazione.
21.2.: aspetti spaziali dello sviluppo economico:
SMITH sottolineava l'importanza della manodopera, MARX del capitale e ROSTOW dell'innovazione tecnica.
349: il modello degli stati di crescita di ROSTOW - TAAFFE:
Nel modulo 13 abbiamo riassunto gli studi del geografo svedese HAGERSTRAND riguardanti i modelli di diffusione spaziale.
Nel modulo 14 abbiamo riassunto i modelli di diffusione relativi all'urbanizzazione.
Entrambi questi insiemi di concetti annunciano l'approccio che seguiremo , attribuendo particolare importanza alle variazioni dei luoghi deputati allo sviluppo e ai cambiamenti che ne derivano nell'organizzazione spaziale dell'economia mondiale.
350: il modello di crescita spaziale:
questo modello è di EDWARD TAAFFE ed è strutturato in quattro stadi di sviluppo di un paese ideale situato su un isola.
società tradizionale;
fase di decollo;
fase di entrata nella maturità;
ultima fase: spostamento verso un elevato consumo di massa.
351: valutazione del modello di ROSTOW - TAAFFE:
Vi ricorderete che nella discussione sulle reti di trasporto, del modulo 18, abbiamo citato in che modo i geografi utilizzano la teoria dei grafi.
Un modo molto semplice per poter misurare l'aumento della connessione è rappresentato dal rapporto tra il numero di collegamenti all'interno di un sistema ferroviario con 12 collegamenti(cioè segmenti del grafo) e 8 nodi, il suo indice Beta equivale a 12/8 o 1,50.
I paesi molto sviluppati hanno alti indici Beta, viceversa i paesi poco sviluppati che hanno bassi indici Beta.
352: il modello centro - periferia di FRIEDMANN:
FRIEDMANN ha proposto un approccio alternativo alla definizione di un modello spaziale dello sviluppo economico.
Egli sostiene la possibilità di scindere l'economia mondiale in una regione centrale dinamica, in rapida crescita, e in una periferia a crescita più lenta o in ristagno.
Lo schema di FRIEDMANN comprende 4 regioni principali:
regioni centrali: Friedmann descrive delle regioni centrali: economie metropolitane concentrate, dotate di un elevato potenziale di crescita e innovazione. Esse costituiscono parte di una gerarchia urbana e possono essere distinte in livelli: la metropoli nazionale, il centro regionale, il centro subregionale e il centro di servizi locale;
regioni di transizione verso i livelli superiori: sono aree periferiche la cui localizzazione è prossima alle aree centrali , o le cui risorse naturali hanno portato a un uso molto intensivo delle risorse: i corridoi di sviluppo costituiscono un caso speciale di regioni di transizione verso livelli superiori situate a metà strada tra due città nucleari.
Regioni adiacenti a un fronte di colonizzazione: costituiscono zone periferiche di recente insediamento il cui territorio viene occupato e reso produttivo;
Regioni di transizione verso livelli inferiori: sono rappresentate da aree periferiche di insediamento antico e consolidato, caratterizzate da economie stagnanti, dalla perdita di risorse primarie a causa dell'esaurimento di minerali o da complessi industriali di vecchia data.
FRIEDMANN suggerisce che i 4 tipi principali di regioni si riproducano su scale geografiche molto varie.
Il modello centro - periferia di FRIEDMANN è collegato alla divisione in zone di VON THUNEN.
Lo stesso VON THUNEN riteneva che le antiche città dell'Europa occidentale e i centri in rapida crescita della parte orientale dell'America settentrionale rappresentassero altrettante conferme dell'esistenza di una città mondiale dell'Atlantico settentrionale, attorno a cui si andavano sviluppando le zone di uso del suolo.
Nel decennio 1860 -l870 a causa del crollo dei costi di trasporto, tanto le tariffe oceaniche quanto delle tariffe ferroviarie dell'entroterra, le terre utilizzate per la coltivazione del frumento e l'allevamento delle pecore al centro dell'America settentrionale, nelle Pampas e in Australia rappresentavano l'equivalente dell'anello esterno del modello di VON THUNEN.
In questo contesto storico, lo schema di FRIEDMANN corrisponde perfettamente alla successione evolutiva dei concetti riguardanti l'impatto esercitato, sui modelli dello sviluppo mondiale, dal mutamento dell'accessibilità alle varie località.
21.3.: convergenza o divergenza:
358: i dati delle tendenze storiche:
Uno dei principali ostacoli all'utilizzazione delle testimonianze storiche è la loro disomogeneità.
359: i dati dei modelli teorici:
Essi investono solo determinati settori della crescita regionale e sono caratterizzati da scarsi dettagli geografici.
L'economista svedese GUNNAR MYRDAL ha sottolineato che le forze del mercato economico tendono a produrre non tanto una diminuzione, quanto un aumento della differenziazione regionale.
L'accumulo delle attività nelle regioni caratterizzate dalla prosperità e dalla crescita influenza le regioni meno prosperose e arretrate mediante due tipi di effetti indotti: gli effetti di diffusione e gli effetti di riflusso.
Effetti di diffusione: impatti positivi esercitati dalla crescita di una regione fiorente su tutte le altre regioni ;
effetti di riflusso: della crescita agglomerata equivalgono a spostamenti netti di popolazione, capitale e merci che favoriscono lo sviluppo dell'area in crescita.
Queste due forze contrastanti non implicano l'esistenza di una situazione di equilibrio.
In effetti MYRDAL sostiene che solo di rado i due effetti si bilanciano reciprocamente.
361: crescita economica zero(ZEG):
la maggior parte dei paesi del Mondo appare povera se paragonata agli Stati Uniti.
Nel mondo occidentale si è verificato uno spostamento di direzione di una crescita economica zero(ZEG:zero economic growth).
Malgrado l'interesse suscitato dalle tesi ecologiche favorevoli alla crescita zero, il geografo dovrà notare che esse non risultano ugualmente convincenti in tutto il globo.
È comprensibile che nei paesi in cui la carestia e le malattie costituiscono i problemi di maggiore importanza vi sia un minore interesse nei confronti dell'inquinamento.
D'altra parte i lettori che abitano i territori prosperi dell'America Settentrionale, dell'Europa occidentale e dell'Australasia auspicano realmente un congelamento dei propri redditi nei prossimi decenni oppure che metà del PNL del proprio paese venga devoluto agli aiuti internazionali?
Se la ricchezza di un paese fosse misurata in benessere sociale netto(BSN)piuttosto che PNL: le zone avanzate risulterebbero molto meno ricche di quanto si ritiene comunemente.
FINE QUINTA PARTE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
FINE RIASSUNTI DI GEOGRAFIA ECONOMIACA 1.
P.S.: VEDI SCHEDE DI SINTESI SU:
MODELLI;
TERMINOLOGIA;
DEFINIZIONI E CONCETTI IMPORTANTI.
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