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Verso la formazione della banca moderna. La genesi del capitale finanziario.
Nel seicento e nel primo settecento segni inequivocabili di un nuovo assetto economico e creditizio.
Le banche private rinascimentali, piegate dall'insolvenza dei loro debitori e da un esercizio sconsiderato del credito allo scoperto, sono crollate una per una.
Si hanno nuove banche pubbliche sorte in Germania, Olanda e Francia.
Emerge una loro funzione di istituti di emissione.
Dalla cosiddetta moneta di banco creata dai banchieri privati(con tutti i rischi che ciò comportava)si passa gradatamente al biglietto di banca, la cui contropartita sta nel credito che l'emittente ha verso lo stato e l'ente locale.
Nel 1609 si costituisce in Olanda la Banca di Amsterdam.
E' un istituto di credito nell'accezione attuale del termine.
La sua attività non è complementare a un'attività mercantile.
Consiste nel raccogliere denaro per prestarlo ai governi o alle comnie.
Il legame tra deposito bancario e attività commerciale è particolarmente stretto nei rapporti con la comnia orientale delle Indie.
Nel 1694 sorge, in forma azionaria, la Banca d'Inghilterra , il cui primo atto sarà quello di prestare 1.200.000 sterline all'Erario britannico.
In Inghilterra, il periodo che va dalla fine dei seicento alla metà del settecento è quello della rivoluzione finanziaria, cioè dell'intervento congiunto e crescente nell'economia di banche ed istituti assicurativi; nonché dallo sviluppo della city di Londra come capitale del mercato del denaro e come centro finanziario della nazione.
Operazione bancaria tipica è lo sconto delle tratte.
I commercianti le acquistavano da altri commercianti e industriali anticipando loro denaro.
Allorchè l'attività diventa abituale, il commerciante si trasforma in banchiere.
E non solo il commerciante: all'origine delle banche di provincia stanno anche esattori di imposte, industriali e avvocati.
Il collegamento tra la banca e la produzione si perfeziona in concomitanza della rivoluzione industriale.
Nel periodo che va dalla metà del settecento al primo quarto dell'ottocento l'attività imprenditoriale è stata essenzialmente individuale.
La diffusione della società per azioni, attardata dal regime del privilegio ma specialmente dalle limitazioni seguite agli abusi sei - settecenteschi, è circoscritta al campo dei lavori pubblici, canali, ponti, strade, acquedotti,.
Molto raro è il riconoscimento statutario di società manifatturiere.
Ciò porta in un primo tempo l'impresa bancaria ad assumere dimensioni ristrette, in contrasto con la crescente domanda di credito per le esigenze del capitale circolante, salari, materie prime, royalties e per la progressiva importanza assunta del capitale fisso.
L'unica banca costituita sotto forma di S.p.A. rimane la Banca d'Inghilterra.
I banchieri privati temevano che esse sarebbero ben presto andate in rovina.
Società per azioni bancarie potranno costituirsi nel 1844, e precisamente dopo che, nel 1826, in piena crisi delle banche di provincia, si consente la creazione di altre banche, oltre alla banca d'Inghilterra, come società per azioni.
Banche ed assicurazioni costituiranno in tal modo la prima intelaiatura di quella simbiosi tra capitale bancario e capitale industriale in cui si è espressa, secondo note formule su cui tornerò fra breve, la nozione di capitale finanziario.
Il primo studio organico del capitale finanziario risale a partire dal 1910.
A quella data si è già verificata la scissione tra capitalista imprenditore e capitalista monetario che era stata preconizzata da Marx.
La banca esercita d'altro canto una funzione di sempre più diretto intervento nell'attività imprenditoriale.
Il capitale monetario che le banche mettono a disposizione dei capitalisti(imprenditori), può essere utilizzato per essere trasformato sia in capitale circolante che in capitale fisso.
Il capitale bancario viene trasformato in capitale industriale.
La banca assume una posizione chiave.
Il capitale finanziario è qualcosa di più del capitale bancario impiegato dagli industriali.
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