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elettronica |
Temporizzazioni
Temporizzazioni
Le caratteristiche
di tensione e corrente viste ora sono caratteristiche STATICHE. Altre
caratteristiche importanti sono quelle DINAMICHE, cioé relative al tempo, e
sono fondamentali per il corretto funzionamento di un circuito.
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Se un segnale varia tra due livelli di
tensione (o di corrente) e se chiamiamo D la differenza tra i 2 livelli, allora si definisce tempo di salita il tempo che il
segnale impiega per passare da un valore pari a 0.1D a un valore pari a 0.9D, indipendentemente dal modo in cui il
segnale sale ( 2.10). Analogamente il tempo di discesa è il tempo
che il segnale impiega per passare da un valore pari a 0.9D a un valore pari a 0.1D
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Consideriamo per esempio il circuito di .
2.11b.
L'alimentatore V1 eroga una
tensione con l'andamento temporale rafurato nel grafico di 2.11a. Noi
vogliamo calcolare l'andamento della tensione V2 e il suo tempo di
salita. Nel grafico in . 2.12 è rappresentato l'andamento di V1
e di V2.
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Scriviamo l'equazione che ci da V2
in funzione del tempo:
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Dividendo la seconda equazione per la terza, e
chiamando tr = t2 - t1 :
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Se chiamo
ottengo
.
Conoscendo R e C
possiamo calcolare il tempo di salita e da questo la massima frequenza che il
sistema può sopportare. Per avere un piccolo tempo di salita occorrono
resistenze piccole e basse capacità. Ma resistenze piccole significa
avere correnti elevate, e dunque potenze elevate. Per avere invece
capacità piccole occorre migliorare la tecnologia di costruzione.
La definizione data prima è del tutto
generale, mentre questa e quelle che seguono si applicano ai segnali LOGICI.
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Consideriamo un
componente logico, per esempio un inverter, con un segnale di entrata Se e
un segnale di uscita Su. Le variazioni di Su seguono le variazioni di Se
con un certo ritardo. Questo ritardo è il tempo di proazione: tp
o td .
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Con riferimento alla ura 2.13:
tpHL: tempo di ritardo della
transizione H L dal punto di
vista dell'USCITA.
tpLH: tempo di ritardo della
transizione L H dal punto di
vista dell'USCITA.
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DV
DV
Se non specificato, si intende
.
I tempi di di proazione tpHL e tpLH
sono normalmente diversi perché all'interno del componente sono due diversi
circuiti a essere coinvolti ( 2.14).
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swH aperto, swL
chiuso : U= 0
swH chiuso, swL
aperto : U= 1
Questo circuito rappresenta una semplificazione didattica di uno
stadio finale di un circuito logico reale. Nella transizione 0 1 viene coivolto un circuito logico differente da quello coinvolto
nella transizione 1 0, e
questo spiega i tempi di commutazione differenti.
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Oltre al semplice tempo di proazione tp
, esistono altri due valori significativi per le famiglie logiche:
Power gate: potenza media
consumata per gate
tp P : tempo di proazione per Power gate
Entrambi i valori devono essere il più
possibile piccoli.
Supponiamo di avere un circuito con due
ingressi, S1 e S2 . Il segnale S2 è un
clock e il suo andamento è rafurato in . 2.15a.
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Supponiamo
inoltre che il circuito venga attivato ad ogni fronte di salita del clock S2.
L'andamento del segnale S1 è quello mostrato in ura
2.15b.
Possiamo
individuare due tempi importanti legati al segnale S1 e alla
temporizzazione tramite S2.
Il primo si
chiama tempo di setup, tSU
, ed è il tempo in cui il segnale deve rimanere stabile prima del fronte di salita che attiva il
circuito.
Il secondo si
chiama tempo di hold, tH,
e ha due definizioni. Nel caso in cui ci si riferisca ai flip flop,
è il tempo minimo in cui il segnale deve rimanere stabile dopo il fronte di salita; nel caso in cui
ci si riferisca alle memorie, questo tempo è imposto dalle specifiche,
ed è il tempo in cui il dato viene mantenuto stabile dalmemoria - I processi di memorizzazione dall'acquisizione al richiamo - Studi comparati" class="text">la memoria
(rivedremo meglio queste definizioni).
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