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fisica |
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Distribuzione del Chi-square
E' molto utile per testare la "bontà" di un fit
tra dati sperimentali e dati teorici. Matematicamente può essere così definita: date n variabili
indipendenti ,
con distribuzione Gaussiana, con valore teorico
e
deviazione standard
,
la somma:
(1)
è
definita come Chi-square (Chi-quadro). Nelle notazioni, per
evitare ambiguità negli esponenti useremo sempre .
Se è
una variabile casuale,
è
anch'essa una variabile casuale e si può mostrare che segue la
distribuzione:
(2)
dove è la funzione gamma e
è un integrale che corrisponde ai gradi di libertà ed è
l'unico parametro della distribuzione. Il suo valore determina la forma della
distribuzione. I gradi di libertà possono essere interpretati come
parametri in relazione con il numero n di variabili della somma (1). In
particolare se conosciamo il numero n di variabili indipendenti e il numero m
di parametri bloccati dalla formula (m=2 nel caso y=ax+b) allora
.
La ura 1 indica la distribuzione del chi-square per
vari valori di .
Si può dimostrare che il valor medio e la dev. standard di una variabile
distribuita come il chi-square a
gradi di libertà sono:
Per vedere cosa rappresenta il chi-square, osserviamo
la (1). Ignorando per un momento l'esponente, ogni termine nella somma è
la deviazione di dal valore teorico, diviso per la dispersione.
Perciò il chi-square caratterizza le fluttuazioni nei vari
.
Se infatti gli
hanno distribuzione Gaussiana, con i parametri
indicati, allora in media, ogni rapporto dovrebbe essere circa 1 e il
.
Per ogni dato insieme di ,
naturalmente, ci sarà una fluttuazione di
da questa media (
)
con una probabilità data dalla (2). L'utilità di questa
distribuzione è che può essere usata per testare le ipotesi. Dal
disporsi del chi-square tra un dato sperimentale e una media teorica, si
può ottenere una misura della ragionevolezza
delle fluttuazioni del dato sperimentale da questa media teorica. Se si ottiene
un valore improbabile del chi-square, allora bisogna riesaminare i parametri
teorici usati.
ura 1
Una volta trovato un valore di ,
ci possiamo chiedere quale sia la probabilità che un altro
sia
maggiore (ovvero che il ridotto
sia
più vicino a 1).
Esempio: Facendo i conti trovo che =2.08
con 4 gdl. Il ridotto
è 0.52 .
Che probabilità ho di avere in futuro misure
con un più
grande ovvero più vicino a 1? E' sufficiente calcolarla tramite la (2):
.
Se trovo che la probabilità è alta, allora significa che il mio fit è buono; altrimenti ho fluttuazioni troppo grandi, e mi conviene cambiare fit.
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