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L'ENERGIA
Energia è una parola che usiamo comunemente in diversi significati, e per lo più come sinonimo di forza. In fisica invece essa ha un significato ben preciso e distinto da quello di forza. La forza, come si è visto, è la causa di uno spostamento. Quando una forza si applica ad un corpo pesante, ad esempio per sollevarlo, si compie un lavoro. Per la fisica anche questa parola ha un significato specifico, diverso da quello che ha nel linguaggio parlato: indica infatti una grandezza quantificabile e misurabile con precisione. Come grandezza fisica il lavoro (che può essere fatto da un uomo per sollevare un carico, o da una motore per far girare una ruota, o da un campo elettrico per accelerare un fascio di elettroni, ecc.) è la forza applicata al corpo, moltiplicata per lo spostamento subito dal corpo stesso. Questa definizione esprime l'idea che il lavoro sarà tanto più grande quanto maggiore è lo spostamento che il corpo deve subire.
Legata al concetto di lavoro è un'altra parola che richiamiamo frequentemente nel linguaggio quotidiano, quella di potenza, la quale non è altro che il lavoro svolto nell'unità di tempo. Dire che un motore è più potente di un altro, significa appunto dire che riesce a fare lo stesso lavoro in un tempo minore (ad esempio un'automobile più potente riesce a fare un sorpasso più rapidamente) o che, nello stesso intervallo di tempo, fa più lavoro.
L'unità di misura impiegata per la potenza è il watt. Il nome deriva dall'inglese James Watt (1736-l819) inventore della macchina a vapore (o per lo meno della prima macchina a vapore davvero efficiente). In realtà il watt è una grandezza piuttosto piccola, e per gli usi pratici si ricorre per lo più ai suoi multipli come il chilowatt (mille watt) e il megawatt (un milione di watt) oppure al cosiddetto «cavallo vapore» (CV) che corrisponde a 746 watt. Il nome di cavallo vapore venne suggerito dallo stesso James Watt per commisurare la potenza fornita dalla sua macchina a quella ottenibile da un cavallo da tiro.
Energia e Lavoro per la fisica sono la stessa cosa e si misurano con le stesse unità di misura (il joule o l'erg, a seconda del sistema adottato). Vengono però usati in maniera un po' differente: il lavoro infatti è qualcosa che si è effettivamente realizzato (uno spostamento dovuto ad una forza), mentre l'energia è l'attitudine a compiere lavoro. Un esempio semplice da capire è quello di un corpo in movimento, con una certa massa m e una verta velocità v. Di esso si dice che possiede una certa energia cinetica (dal greco kinema = «movimento»: una energia legata cioè alla velocità) e il valore di questa energia è precisamente misurabile:
1
E = - m x vý
2
L'energia di un corpo in movimento è insomma direttamente proporzionale alla massa e al quadrato della velocità, il che significa che se ad esempio la velocità raddoppia, la sua energia diventa quattro volte più grande. Questa energia si trasformerà in lavoro quando ad esempio il corpo in movimento va ad urtare contro un altro, facendolo spostare per un certo tratto. Ma anche un corpo fermo è dotato di energia: in questo caso si parla di energia potenziale per indicare che si tratta di una energia che può essere attivata, che è lì, pronta all'uso. Così una massa sospesa ad una certa altezza da terra, è dotata di una certa energia potenziale, pari alla massa stessa, moltiplicata per l'altezza e per la forza di gravità. Di solito la si indica con
U = m x g x h
dove g è la forza di gravità (la forza di attrazione che la massa terrestre esercita su tutti i corpi) e h è l'altezza sopra il livello del mare. Quando il corpo viene lasciato cadere e si mette in moto, questa energia si trasforma in energia cinetica. Quando il corpo va a urtare contro un altro, esso cede una parte della sua energia all'altro, ma il bilancio totale delle energie in gioco rimane costante: l'energia non si crea, né si distrugge. Quest'ultima asserzione si chiama «principio di conservazione dell'energia».
Attenzione: questo principio è vero se si considerano tutte le energie in gioco, in qualsiasi forma esse si presentino. Per esempio se si lascia cadere a terra una pallina di stucco, il bilancio della sola energia cinetica sembrerebbe indicarci che una certa quantità di energia è andata persa; la pallina infatti arriva sul pavimento con una certa velocità (e dunque con una certa energia cinetica) e dopo l'urto il pavimento è fermo e la pallina anche quasi che quella energia fosse sparita. In realtà essa non è ssa, ma semplicemente si è trasformata in energia interna dello stucco e del pavimento. Anche se non ce ne siamo accorti, c'è stato un piccolissimo aumento di temperatura dei due corpi che si sono scontrati: l'energia cinetica è diventata calore.
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