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fisica |
Struttura atomica ed effetto Zeeman
Struttura atomica ed effetto Zeeman
- La descrizione
della struttura atomica non può avvenire nell'ambito della
meccanica classica, e necessita dell'uso della meccanica quantistica.
- Fra le
principali particolarità associate alla natura quantistica dei sistemi
atomici, emerge il fatto che gli atomi esistono in stati stazionari la cui
energia non assume qualunque valore si voglia, ma solo dei valori
predeterminati.
- L'insieme di
tali valori dipende dalla specie atomica considerata.
- Un atomo
può transire da uno stato all'altro cedendo o acquistando energia
dalla radiazione elettromagnetica.
- I diversi
livelli atomici possono essere caratterizzati da particolari numeri
(numeri quantici) taluni dei quali sono interi (1,2,3 . ; -2, -l, 0, 1, . ),
altri semi-interi (-3/2, -l/2, +1/2, . ). I numeri quantici caratterizzano
compiutamente gli stati stazionari, essendo associati a grandezze fisiche
che sono assegnate in quegli stati, come l'energia, il momento angolare
ecc.
- Nelle
transizioni, i numeri quantici possono subire solo dei cambiamenti
predeterminati, ad esempio di una sola unità. La meccanica
quantistica fornisce le limitazioni esistenti per queste transizioni,
queste limitazioni sono note come 'regole di selezione'.
- Come diretta
conseguenza, le possibili transizioni atomiche (soddisfacenti le regole di
selezione) sono in numero assai inferiore al numero di coppie che sarebbe
possibile scegliere nell'insieme dei livelli energetici esistenti.
- Nella ura 1a
sono rappresentati (non in scala) i livelli energetici di un metallo
alcalino, corrispondenti ad alcuni valori dei numeri quantici.
- Ciascun
livello, che è caratterizzato fra l'altro dal numero quantico J
(momento angolare elettronico totale, composizione del momento angolare
orbitale L e del momento di spin elettronico S), nasconde dei sottolivelli
'degeneri', cioè aventi lo stesso valore di energia,
caratterizzati da un numero quantico Jz che può variare
da -J a +J a salti di un'unità. Così uno stato con J=3/2,
nasconde quattro stati con Jz=-3/2, Jz=-l/2, Jz=+1/2
e Jz=+3/2.
- Se si applica
un campo magnetico, l'energia degli stati aventi differenti valori di Jz
viene modificata differentemente a seconda del valore di Jz,
come è rappresentato in . 1b per i soli livelli inerenti la
transizione D2.
- Solo alcune
delle differenti coppie di sottolivelli sono connesse, e le relative
transizioni devono essere associate all'assorbimento di fotoni di
un'assegnata polarizzazione, indicata in ura 1b con sigma+ e sigma- per
le polarizzazioni circolari destra e sinistra e con pigreco per la
polarizzazione lineare.
- Quindi, ad
esempio, facendo interagire un vapore atomico immerso in campo magnetico
con radiazione elettromagnetica polarizzata circolarmente sigma+, si
osserva che la riga spettrale associata alla transizione D2 si
scompone in due componenti, associate alle transizioni Jz=-l/2
--> Jz=+1/2 e Jz=+1/2 --> Jz=+3/2.
- Per
approfondimenti sull'effetto Zeeman (e non solo), esiste un bel sito web
(in inglese), che consigliamo di visitare. ½ sono descritti vari
esperimenti di fisica moderna attuabili in laboratori didattici.
- In realtà
la struttura dei livelli del sodio è più complessa di quella
appena descritta. Infatti, per bassi valori del campo magnetico, quali
quelli utilizzati in una trappola magneto-ottica, prima di considerare
l'effetto del campo magnetico sui livelli di assegnato valore di J,
occorre considerare che tali livelli possiedono una struttura, nota come
struttura iperfine, dovuta all'interazione fra il momento magnetico
associato al momento angolare totale J ed il momento associato allo spin
nucleare I.
- La trattazione
della struttura iperfine secondo i metodi della meccanica quantistica,
permette di affrontare il problema con l'introduzione di un nuovo numero
quantico F, associato alla somma di J e I. Già in assenza di campo
magnetico, una dettagliata analisi spettroscopica della transizione D2,
mette in evidenza una struttura di livelli come quella rappresentata (non
in scala) in ura 2.
- Se consideriamo
la sola transizione dal fondamentale 2S1/2, F=1 (per
la quale si può avere Fz=-l, 0, 1) all'eccitato 2P3/2
F=0 (Fz=0), questa si separa per effetto del campo magnetico in
tre righe spettrali, che corrispondono ad emissione o assorbimento di
fotoni sigma+, pigreco o sigma-. Se il campo magnetico varia con la
posizione, come avviene intorno al centro di una MOT, le tre transizioni
avvengono a frequenze il cui spostamento dipende dalla posizione, come
schematizzato (in scala enormemente esagerata) in ura 3.
- A causa dello
spostamento di livelli che abbiamo descritto, l'assorbimento di un fotone
con polarizzazione sigma+, se al centro, dove il campo magnetico è
nullo, è possibile per atomi che hanno una certa (piccola)
velocità verso la sorgente di luce, nella zona a sinistra del
centro avviene per atomi che sono fermi o si spostano a destra, mentre a
destra avviene per atomi che si spostano a sinistra.
- Identiche
considerazioni, con una adeguata ri-definizione dei versi di
polarizzazione, vanno fatte per gli altri fasci, che si proano in
direzioni e versi differenti.
- Un discorso
analogo si potrebbe fare per transizioni fra stati con differenti valori
di F. Al crescere di F, il numero di sottolivelli Zeeman coinvolti cresce
notevolmente. A titolo d'esempio, si consideri la transizione dal 2S1/2,
F=2 a 2P3/2 F=3. La situazione per un campo B
assegnato è rappresentata in ura 4, dove sono indicate le
transizioni indotte da fotoni di diverse polarizzazioni.
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