geografia |
AMERICA CENTRO-MERIDIONALE
America centrale
La regione si estende per oltre 2.700.000 Km quadrati, dei quali due terzi sono occupati dal Messico; è bagnata a ovest dall'oceano Pacifico e a est dall'Atlantico. Le Antille, che complessivamente occupano poco più di 200.000 Km quadrati, sono distinte in grandi Antille e piccole Antille; che racchiudono a nord e a est di mar Caraibico.
Climi e ambienti climatici
I paesi dell'istmo di Antille, bagnati da mari tropicali, hanno in prevalenza un clima tropicale caldo-umido, più temperato nelle sono montuose interne. La regione è frequentemente colpita da violenti uragani, soprattutto verso la fine della stagione estiva. Nelle aree in cui prevale l'agricoltura di piantagione, il paesaggio ha mutato aspetto: boschi e foreste equatoriali sono stati distrutti per far posto a nuovi spazi coltivabili. Uno dei maggiori problemi ambientali all'altissimo tasso di inquinamento di città del Messico: l'atmosfera della capitale, che si trova a 2.300 metri di altitudine, è infatti più rarefatta (30% di ossigeno in meno rispetto alle a livello del mare) e quindi più facilmente inquinabile.
Idrografia
La regione centroamericana pochi fiumi importanti: tra queste si ricorda Ilario bravo, che per un tratto segna il confine tra Messico e Stati Uniti, e che ha tra i suoi principali affluenti il Conchos e il Erie salato. Numerosi corsi d'acqua, soprattutto quelli che nascono dai massicci centro settentrionali più elevati, hanno un regime torrentizio e sono difficilmente navigabili. Nelle depressioni dell'altopiano messicano sono frequenti le conche lacustri. Lo specchio d'acqua più esteso dell'America centrale nel lago di Nicaragua, nello stato omonimo.
Orografia
COSTE ED ISOLE
I litorali sull'Altlantico sono generalmente piatta e orlata di lagune, mentre quelle sul pacifico sono in prevalenza alte e rocciose. Cuba, l'isola più estesa delle grandi Antille, ha coste sabbiose ricchi di lagune e baie naturali. Le numerose isole e isolette che formano le piccole Antille sono in gran parte di origine vulcanica, spesso soggette a terremoti.
RILIEVI
La parte settentrionale della Americhe il termica è percorsa, da nord ovest a sud est e da due catene montuose, la Sierra madre orientale della Sierra madre occidentale, che corrono parallele fino al Messico centrale, dove si congiungono formando la Sierra madre del sur. il vulcanismo è alimentato dalla distruzione dei fondali dell'oceano Pacifico al di sotto della Cordigliera. Un sistema montuoso formato da alti piani corre attraverso tutti gli altri paesi dell'istmo, interrotto da una depressione nella zona meridionale del Nicaragua. Le Antille rappresentano le parti emerse di una catena montuosa sottomarina di origine recente; questa presenta un andamento aspro e accidentato e disseminato di con i vulcanici. Qui il vulcanismo è alimentato dalla distruzione dei fondali dell'oceano Atlantico al di sotto dell'arco di isole e in corrispondenza di fosse molto profonde( quella di Puerto Rico raggiunge i 9200 metri di profondità ). Le zone pianeggianti e dell'America centrale e si trovano soprattutto lungo le coste. La pianura più vasta è quella che occupa quasi interamente la penisola dello Yucatan. Anche l'isola di Cuba ha un territorio in buona parte pianeggiante.
Un'area segnata dal colonialismo e dall'instabilità politica
L'elemento politico-economico che nell'età moderna ha maggiormente segnato la storia dell'America centrale nella lunga dominazione straniera, terminata solo nel XIX secolo. La colonizzazione, oltre che introdurre cultura e lingue europee ha modificato la composizione etnica della regione sovrapponendo agli originari amerindi i bianchi europei e soprattutto snoli e i neri importati dall'Africa come schiavi. Oggi la popolazione è formata in prevalenza da amerindi e da meticci( sono la Costa Rica è popolato quasi interamente devianti ). Nelle Antille gli indios(caribi) sono quasi del tutto ssi, sostituiti prima dai colonizzatori bianchi( non solo snoli, ma anche inglesi, francesi e olandesi) e poi dagli schiavi neri importati.
Il ruolo egemone degli USA
La fine del colonialismo non ha portato stabilità politica e sociale nella regione. Dopo l'indipendenza anzi la storia di gran parte dei paesi centro americani è stata segnata da leggi autoritarie, colpi di stato e guerre civili. Nell'area è stata rilevante finta secolo scorso l'influenza degli Stati Uniti, che hanno interessi non solo economici, ma anche politici e militari. Di Stati Uniti hanno costruito il canale di Panama e sono poi intervenuti più volte, militarmente, per condizionare le politiche dei paesi dell'area. La nascita, a Cuba, di un regime socialista(1959) è stata sentita a lungo come una minaccia dagli Stati Uniti, in quanto cupa sia posta come modello sociale e politico alternativo, punto di riferimento per i movimenti rivoluzionari comunisti che si sono sviluppati in America latina negli anni 70. Per questo Cuba stata sottoposta a un duro embargo commerciale che ha mostrato fisso sistema economico. Nel 1994 gli Stati Uniti sono intervenuti con 20.000 soldati ad Haiti per riportare alla guida del paese il presidente eletto Aristide, ripristinando così la legalità.
Le risorse concentrate nelle mani di pochi
L'economia della regione è piuttosto arretrata. Negli stati più povere le risorse(in primo luogo i terreni agricoli) appartengono a poche grandi famiglie nelle cui mani si concentra la maggior parte della ricchezza. L'agricoltura, specialmente quella di piantagione, svolge ancora un ruolo primario. I prodotti( Canada zucchero, banane, caffè, noci di cocco ) sono però destinati per la maggior parte all'esportazione e poiché queste attività sono gestite da imprese straniere i vantaggi per le popolazioni locali sono molto ridotti. Nel settore secondario, solo il Messico possiede una struttura industriale diversificata e una base sufficiente i servizi. Per i bassi costi della manodopera locale in tutta la regione operano imprese straniere in larga parte statuniteni. Il turismo ha un ruolo fondamentale nei paesi dell'Antille che con i loro paesaggi ancora incontaminati attirano ogni anno migliaia di stranieri.
Il canale di Panamà
Uno dei primi provvedimenti del governo di Panamà dopo la proclamazione dell'indipendenza(1903) fu la stipulazione di un contratto con cui veniva concessa in affitto perpetuo agli Stati Uniti una striscia di territorio sulla quale gli USA avrebbero costruito un canale navigabile tra i due oceani Atlantico e Pacifico. I lavori durarono dieci anni e il canale venne aperto nel 1915. Con un nuovo accordo(1977) l'amministrazione del canale venne affidata a una il canale congiunta di nove membri( 5 statunitensi e quattro panamesi); fu inoltre deciso che gli Stati Uniti avrebbero mantenuto nella zona del canale alcune basi militari fino al 1999. Nel 1989, anno in cui, secondo l'accordo, il controllo della commissione sarebbe dovuto passare al Panamà, un'invasione militare statunitense realizzata per catturare il dittatore panamese Antinio Noriega, incriminato per traffico di droga e armi, ha rimandato l'attuazione degli accordi circa la sovranità dell'area. Il traffico navale attraverso il canale di Panama è basilare per i rapporti mercantili internazionali in quanto, mettendo in comunicazione l'atlantico con il pacifico consente di evitare la circumnavigazione dell'America meridionale. Il canale è lungo più di 80 km e largo da 90 a 300 metri. La via navigabile è fornita di tre gruppi di chiuse che permettono alle navi di superare i dislivelli che arrivano nel punto massimo a 26 metri sopra il livello del mare. Le navi, circa 12.000 all'anno, transitano contemporaneamente nei due sensi; la trasversale dura circa 12 ora il canale viene usato soprattutto da quelle navi statunitensi che devono trasportare le loro merci dai porti situati sulle coste del Pacifico a quelli sull'Atlantico e viceversa.
Cuba
Cuba fu scoperta da Cristoforo Colombo e nel 1492 e divenne colonia snola nel 1511. Nell'800 il paese entrò nell'orbita economica degli Stati Uniti e nel 1902 ne diventò un protettorato. Nel 1952 un colpo di stato instaurato la dittatura di un ex militare, Fulgencio Batista, ma pochi anni dopo, nel 1959 le forze di opposizione rivoluzionaria guidate da Fidel Castro e da Ernesto Che Guevara rovesciarono la dittatura instaurando un regime di tipo socialista a partito unico, sul modello sovietico. L'ostilità degli Stati Uniti al nuovo governo si concretizzò in rigido embargo commerciale a partire dal 1961 e in una serie di tentativi, tutti falliti, di far cadere il governo ed eliminare il suo leader. Politicamente isolata in una zona di influenza statunitense, cupola ha continuato ad appoggiarsi economicamente all'URSS, dopo essere entrata nel Comecon nel 1972. La disgregazione dell'unione sovietica nei primi anni 90 ha privato cupo del principale partner economico, provocando una grave crisi nel paese. Nell'estate del 1994 hanno lasciato clandestinamente l'isola 30.000 cubani: si è trattato del secondo grande esodo di massa e dopo quella del 1980(130.000 persone). Il regime castrista, per fronteggiare la crisi, ha aperto il paese ai capitali stranieri e ha dato il via, seppure solo in una ristretta cerchia di attività, ad iniziativa privata.
Il territorio e la popolazione
Il territorio è costituito dall'isola di Cuba e da circa 1500 tra scogli e isole. Cuba, la maggiore e più popolosa delle grandi Antille, a un territorio in prevalenza pianeggiante. La popolazione è costituita per il 70% da bianchi per lo più di origine snola, per il 17% da mulatti e per il 12% da neri. La lingua ufficiale è lo snolo; la religione predominante è quella cattolica. La capitale, l'Avana(2.077.900 abitanti) dispone del porto più attivo dell'isola. La città vecchia, di stile coloniale snolo, ha subito profonde trasformazioni urbanistiche a partire dagli anni 20, quando vennero costruiti grandi alberghi e case da gioco per i turisti statunitensi.
L'economia
Dopo la rivoluzione, l'economia ha puntato alla riorganizzazione dell'agricoltura con l'abolizione del latifondo e alla creazione del settore industriale. Il più che trentennale embargo economico statunitense, unito al crollo dei regimi comunisti europei, i suoi principali partner commerciali, hanno portato la popolazione cubana in uno stato di grande povertà. Agricoltura specializzata in pochi prodotti d'esportazione( canna da zucchero, tabacco e caffè). Le principali industrie del paese sono legate alla trasformazione dei prodotti agricoli. Importanti per la formazione del granito nazionale sono le attività turistiche.
Messico
Tra modernità ed estrema miseria
Il Messico è stata la culla delle più importanti civiltà precolombiane, quella maya-tolteca e quella azteca. La fusione di queste tradizionali e culture originarie con quelle dei conquistatori snoli è alla base del Messico. Dotato di infrastrutture e capacità produttive di buon livello di paese è meno povero tra quelli centro americani. I problemi sociali ed economici che ancora trova nel Messico sono però enormi. La ricchezza è concentrata nelle mani di pochi grandi imprenditori e proprietari terrieri, che producono e prevalentemente per l'esportazione, mentre gran parte della popolazione contadina e vive in condizioni di miseria. I bassi salari percepiti dai lavoratori locali attirano imprese e capitali stranieri la disoccupazione è sempre molto alta e migliaia di messicani emigrano ogni anno negli Stati Uniti, spesso illegalmente, in cerca di fortuna.
Tre secoli di dominazione snola
Culla delle evolute città precolombiane, il Messico fu conquistato dagli snoli e i a partire dal 1000 519. Il territorio controllato dai conquistatori si allargò fino a comprendere, a norma, parte dell'attuale sud ovest statunitense e a sud dalla regione istmica fino a Panamà. Nel volgere di un secolo, la popolazione india fu decimata dai massacri, dai lavori coatti nelle miniere e dalle malattie. Il Messico conquistò l'indipendenza nel 1821, dopo 11 anni di lotta armata contro la Sna, e nel 1824 divenne una repubblica federale. In seguito a un conflitto con gli Stati Uniti(1846-l847), il paese perse parte del territorio settentrionale. Nel 1855 il movimento liberale guidato dal generale Juan Alvarez assunse il governo e promulgò una nuova costituzione, vent'anni dopo, però, un alto generale, Portofirio Diaz, instaurò un regime autoritario, aprire le comnie straniere lo sfruttamento del sottosuolo e favorì la formazione di grandi latifondi. La dittatura di Diaz crollò nel 1910, in seguito ad un'insurrezione popolare, guidata da Emiliano Zapata e Pancho Villa. Ne seguì una sanguinosa guerra civile, che finì con la sconfitta delle forze contadine più radicali anarchiche e con la promulgazione, nel 1917, di una nuova costituzione liberale e laica. Nel 1928, dopo un decennio di ulteriori tensioni e conflitti interni, il generale Calles fondò il Partido National Revolucionario(PNR), che assunse la guida del governo e mantenne ininterrottamente fino agli anni 90. Nel 1994 il Messico è entrato a far parte del NAFTA, l'area di libero scambio del Nordamerica, insieme con USA e Canada. Lo stesso anno, nel Chiapas, uno degli strati più poveri e arretrati della federazione, è esploso un duro conflitto tra l'esercito nazionale e una parte degli indios locali, che rivendicano una maggiore autonomia a e la distribuzione della terra ai contadini che hanno costituito l'esercito zappa ha chiesto di liberazione nazionale. È 1995, in seguito a una grave crisi economica, il governo ha adottato severe misure fiscali per ridurre il debito pubblico; ma le possibilità di ripresa rimangono legate all'aiuto finanziario degli Stati Uniti.
Elevati i flussi migratori sia interni sia verso gli USA
La popolazione messicana ammonta a più di 81 milione di abitanti, concentrati prevalentemente nella fascia centromeridionale del paese. La crescita annua della popolazione è elevata(2% circa) i giovani con meno di 15 anni rappresentano quasi il 40% di tutti gli abitanti. Il 15% dei messicani appartiene al gruppo bianco e creolo, il 30% al gruppo amerindio, mentre la maggioranza( 55%) è costituita da meticci. La lingua ufficiale è lo snolo; il 20% degli indios parla però solo la propria lingua. La religione predominante quella cattolica. La maggioranza della popolazione è concentrata nelle città, dove negli ultimi decenni sono confluiti milioni di contadini, ma è ancora consistente (quasi 30%) la percentuale di messicani che vive in villaggi rurali. L'emigrazione verso gli Stati Uniti è forte e costante: il governo statunitense ha posto barriere e severi controlli alle frontiere, ma ogni anno sono migliaia i messicani che attraversano clandestinamente.
Le città principali
Quasi tutte le città sono situate sugli altipiani centrali, dove il clima temperato e le attività si possono svolgere regolarmente. Cito dal Messico, la capitale, sorge a 2 mila 300 metri di altitudine; fu fatta edificare dagli snoli sulle rovine dell'antica capitale azteca, distrutta dal conquistatore nel mila 521. Il rapido sviluppo urbano portato quasi 10 milioni di abitanti della città( più di 20 milioni se si considera l'agglomerato urbano) faccende di cinta del Messico una delle metropoli più popolosa del mondo. ine 433,434
L'industria
Il sottosuolo messicano è ricco di risorse minare: il paese è massimo produttore mondiale di argento; buone sono anche le riserve di piombo, petrolio, oro e zinco. L'industria, che occupa il 29% della popolazione attiva e contribuisce alla internazionale per il 28%, si è sviluppata anche grazie agli investimenti stranieri, soprattutto studentesse, attirati dai bassi costi della manodopera. Una parte della produzione delle principali industrie di beni consumo( tessile, alimentare, automobilistica) è destinata all'esportazione.
I servizi
Il terziario occupa il 48% della popolazione attiva partecipò alla formazione del reddito per il 63%. L'entrata del settore è rilevante è il turismo, sopratutto straniero. I trasporti si basano su un'efficiente rete stradale, mentre il sistema ferroviario è ancora piuttosto carente.
Il commercio estero
Gli scambi commerciali avvengono principalmente con gli Stati Uniti che assorbono più del 70% delle esportazioni forniscono la stessa percentuale di prodotti importati. 1994 è entrato in vigore l'accordo di libero scambio per l'America del nord(NAFTA) tra Stati Uniti, Canada Messico, che comporta l'abolizione di numerose tariffe doganali e negli scambi di beni e servizi fra questi tre paesi.
America equatoriale ed amazzonica
La grande fascia sudamericana compresa tra i tropici è formata da tre aree principal a i: la sezione superiore delle Ande, a ovest, la regione amazzonica e il sistema degli altipiani brasiliani a est.
Climi
Le piogge sono abbondanti e clima è caldo e umido in tutta la fascia equatoriale. La mano a mano che si procede verso sud le precipitazioni diminuiscono lungo il litorale pacifico il clima varia da tropicale umido e tropicale arido; la temperatura media diminuisce però rapidamente con l'altitudine, e sulle montagne il clima diventa temperato. La regione più arida alla costa di nord est, a causa dell'irregolarità delle piogge e delle temperature elevate; i suoi di questa regione, chiamata nella sua parte più interna Sertao, sono ricoperti da uno strato sottile di pietre e sabbia che non consente la formazione di riserve idriche. La parte più meridionale del Brasile, ricca e densamente abitata, gode di un clima temperato.
Ambienti climatici
Il nome del Brasile ha origine dalla vegetazione tipica del paese, il legno color brace(pau brasil). la grande foresta sempreverde, in parte ancora inesplorato, domina tutto il bacino amazzonico. La foresta atlantica state invece fortemente ridotta per le esigenze dell'agricoltura, dell'industria e dell'allevamento. Sull'altopiano centrale, la vegetazione è costituita da una savana arbustiva, detta cerrado, che si estende per migliaia di chilometri quadrati e occupa il 20% del territorio brasiliano i maggiori problemi ambientali sono legati al destino della foresta massonica, già gravemente danneggiata soprattutto a causa dei forti interessi economici in gioco. Tra le poche aree protette della regione equatoriale si ricordano i parchi dello Xingu( in Brasile), di Sangay( in Ecuador), di Huascaran(Perù) oltre all'arcipelago ecuadoriano delle Galaos.
Idrografia
Nella storia della regione i fiumi hanno avuto grande importanza in quanto uniche vie di accesso alle aree dell'interno. Complessivamente sono navigabili circa 50.000 km di corsi d'acqua. In Rio delle Amazzoni(Rio Amazzonas) è il sesto fiume del mondo per lunghezza: il corso si dispiega infatti per 6280 Km, di cui oltre 4000 navigabili. È però il primo della terra per portata d'acqua( oltre 200.000 metri cubi d'acqua al secondo; fino a 300.000 metri cubi nei periodi di piena) e per estensione del bacino fluviale. Il suo alveo è molto profondo( più di 100 metri in alcuni tratti). Le maree risalgono il corso del fiume per 700-800 chilometri mescolando le acque dolci con quella salate dell'oceano. Il Rio delle Amazoni nasce dalle Ande peruviane a soli 200 Km dal Pacifico, attraversa tutta la pianura amazzonica per gettarsi nell'Atlantico, dopo aver raccolto le acque di altri 200 affluenti maggiori. La sua foce è un profondo estuario invaso dalle mangrovie e fronteggiato da numerose isole. La rete idrografica del Brasile comprende anche lunghi tratti del Paranà e del Paraguay, che nascono dagli altipiani brasiliani ma entrano poi in territorio argentino, dove si uniscono a formare in Rio della Plata. Un altro grande fiume che scorre interamente in territorio brasiliano per poi gettarsi nell'Atlantico è il San Francisco(2900 chilometri con un bacino di 950.000 chilometri quadrati), al confine tra Perù e Bolivia, a oltre 3.800 metri di altitudine. Altri laghi della regione sono quello di Van Blommestein, nel Surriname, e il lago di Maracaibo, che è in realtà una vastissima laguna collegata al golfo del Venezuela da uno stretto passaggio che non consente scambio di acque.
Orografia
COSTE ED ISOLE
Il litorale atlantico, dalla Colombia alla Guyana francese, presenta numerose isole e volti. Nel nord del Brasile le coste sono incise dai profondi estuari del Rio delle nazioni e del Tocantis; diventano quindi rettilinee fino a Recife, e poi frastagliate a Rias; più a sud e litorale sono costituiti da una stretta fascia pianeggiante con numerose baie e grandi lacune come quelle al confine con l'Uruguay. Poche insenature e Pisa caratterizzarono invece la parte settentrionale del litorale pacifico; l'arcipelago delle Galaos si trova sull'equatore, al largo dell'Equador.
ESTESE PIANURE E ALTE MONTAGNE
L'Amazzonia è una vastissima pianura alluvionale formata dall'Rio delle Amazzoni e dai suoi affluenti. Alcune pianure minori, ricoperte da un fitto manto di foreste, si aprono in corrispondenza dei fiumi Maraon, Ucayali, Madagascar e Orinoco. La Amazzonia è bordata a ovest dalla cordigliera delle Ande, che sovrasta il litorale pacifico con cime altissime(Huascaran, in Perù 6768 metri); le sue estreme progini( Sierra Madre de Santa Marta, Sierra de Perija, Cordigliera di Merida e del Venezuela)
Una regione ricca di risorse ma anche di tensioni
I paesi della regione sono accomunati da alcuni caratteri fisico geografici e presentano forti affinità anche dal punto di vista della storia. Del popolamento e dell'economia. La presenza del sistema andino, sulla fascia occidentale, ha creato sempre difficoltà nelle comunicazioni tra versante atlantico versante pacifico del subcontinente; il clima particolarmente piovoso sul versante orientale, la flora e la fauna hanno avuto e hanno tuttora un'influenza decisiva sulla vita delle popolazioni. Le gare dei grandi bacini dello Orinoco e dell'Rio delle Amalfi, occupata da estese pianure ricoperte da fitte foreste pluviali costituiscono un'importantissima risorsa ambientale ed economica. Essi sono però sfruttati modo disordinato e irrazionale ma i governi, dai grandi proprietari terrieri e dalle società industriali, che le stanno distruggendo con rischio, per il futuro, di compromettere l'equilibrio climatico e dell'intero pianeta. L'ambiente della foresta rende queste regioni ben poco abitabili; e quasi si popolati per cause climatiche ma in questo caso per l'eccessiva aridità, sono anche gli estesi altipiani dell'est del Brasile.
Le comunità amerinde e meticce
Da un punto di vista etnico e culturale, in molti stati della legione le comunità amerinde e meticci sono la maggioranza( in Perù, Bolivia,, in altre rappresenta una quota significativa della popolazione( Brasile e Colombia ) a testimonianza dei forti legami storici con questi paesi conservano con le antiche civiltà precolombiane. Le Ande centrali sono state infatti il cuore della civiltà e dell'impero degli inca si che si estendeva su un vasto territorio comprendente l'attuale Perù, parte dell'Equador, della Bolivia e del nord Cile. Queste comunità indigene, insediate soprattutto negli altipiani interni anche a quote elevate, parlano il quechua( lingue degli incassi o sua variante ). La loro identità si esprime in un ricco patrimonio culturale che va dall'artigianato alla musica e alla pittura e in una religiosità che mescola antichi credeva femministe con reti cattolici. Gli amerindi occupano in genere i gradini più bassi della scala sociale, sia per reddito sia per condizioni di vita. La povertà è diffusissima sia tra gli indios immigrati nelle città, dove aumentano l'occasione di metticciato e anche la mobilità sociale sia tra le comunità rimaste nei villaggi delle sierre dove prevale ancora una economia di sussistenza.
Instabilità politica e sottoviluppo
Il paese di questa regione hanno subito in gran parte il dominio snolo, che pure quello portoghese ( il Brasile), olandese (Surimarine) o inglese (Guyana). Dall'antico passato coloniale trae origine l'arretratezza economica che in parte ancora li opprime. La conquista dell'indipendenza non ha mutato la situazione, inaugurando una lunga serie di colpi di stato(golpe in snolo) che hanno portato spesso al potere i regimi di tipo militare appoggiati dalle antiche oligarchia terriera. L'instabilità politica permanente ha ostacolato il progresso dell'economia il miglioramento delle condizioni sociali anche le risorse naturali sono notevoli. L'emigrazione interna sono dovunque molto intense; i contadini, affluiti nelle città per sfuggire alla miseria delle zone rurali, affollano le sterminata baraccopoli sorto dalla periferia di moderni centri urbani. Lo sfruttamento delle risorse dell'agricoltura del sottosuolo è appannaggio di una ricca oligarchia che fondo il suo potere sul latifondo, sul controllo del commercio estero e negli ultimi anni su una nuova fonte di ricchezza il traffico della droga. Perù, Bolivia ed Equador sono infatti i principali paesi produttori di Coca, mentre la Colombia e il centro di produzione e smistamento internazionale della cocaina. I narcotrafficanti hanno dato origine a un vero e proprio stato nello stato capace di piegare le istituzioni e con la corruzione e la violenza.
Le favelas
A Rio De Janeiro si chiamano favelas le mise le città spontanee degli abitanti più poveri, cresciute sulle pendici delle colline (morros) che incorniciano la splendida baia. Ma quasi tutte le metropoli brasiliane hanno quartieri degradati sorte abusivamente in zone malsane: si chiamano mocamba a Recife, maloca a Porto Alegre, alagados a Salvador. La parola favela indicava in origine una varietà di cactus locale e favela venni chiamato un accampamento fortificato eretto dai guerriglieri ribellati si ha la repubblica brasiliana nel 1897: i soldati repubblicani rasero al suolo l'accampamento, ma molti ribelli riuscirono a fuggire con loro famiglie e si diressero verso sud, chiamando favela ogni loro bivacco. La città del Rio è cresciuta su ondate successive di immigrazione da altre parti del paese. L'ultimo ondata si riversò sulle favelas all'inizio degli anni 80: migliaia di famiglie locali modestamente agiate, in seguito alla crisi economica, finirono in miseria e andarono ad aumentare il numero dei poveri nelle favelas. la più famosa delle oltre 100 città parallele di Rio è chiamata Rocinha. Ospita trecentomila persone( e una stima per che non c'è anagrafe ) ed è fatta di edifici precari, per la maggior parte in legno, cartone e una miniera. Fogne a cielo aperto, nessun servizio tranne la corrente elettrica, vapores (spacciatori di groga) e bicheiros(allibratori clandestini) al posto delle pubbliche autorità: nessun ospedale, anche si 60% degli abitanti è di tre inferiore ai 17 anni. Il controllo effettivo della forcella è affidato l'unione per il miglioramento degli abitanti, dominata in realtà dalla malavita: la polizia si tiene alla larga da Rocinha e lascia che sue abitanti continua a creare, giorno per giorno, una speranza di vita sulla linea sottile che corre tra speranza e delinquenza.
Il cono sud
Il cono sud dell'America latina può essere diviso in due grandi regioni: a ovest la sezione meridionale delle Ande a est le grandi pianure argentine e paraguaiane.
Ambienti climatici
In Argentina sono numerosi i parchi nazionali. Fra gli altri si ricordano quello dell'Iguacu, istituiti insieme al Brasile per tutelare le spettacolari cascate formata da questo fiume, quelli del Finca El Rey e del lago Nahuel Huapi, nella regione dei la andini. In Cile si trova lo spettacolare parco di Torres del Paine così chiamato per le Puglie circondata dai ghiacciai del Cerro Paine.
Idrografia
Il cono sud comprende il vasto bacino del Pranà-Rio de la Plata, il più esteso della America meridionale dopo lo amazzonico. È formato dal Paranà(3700 Km) che scende dagli altipiani brasiliani e dal Paraguay(2200 Km) che nasce in Brasile, tagli e in due il territorio dell'omonimo stato e sfocia nel Paranà; le loro foci congiunte formano il vastissima estuario del Rio de la Plata, e in cui riversa le sue acque anche il fiume Uruguay(1650 Km). Sul versante occidentale delle Ande vi sono numerosi laghi di origine glaciale.
Orografia
COSTE ED ISOLE
Il litorale cileno è piuttosto regolare tranne che nella parte meridionale dove si frantuma in fiordi e gruppi di isole. Le coste atlantiche sono per lo più basse, tranne che nella Patagonia, dove diventano alte e frastagliate, rocciose e di difficile accesso. Tutto il litorale atlantico è segnato da vaste insenature, come la foce del Rio de la Plata, quella di Bahia Blanca, i golfi d San Matias e di San Jorge. Al largo dell'Argentina sono situate le isole Falkland(maldive) mentre il pacifico ha oltre 3700 Km dal Cile si trova l'isola di Pasqua(Rapa Nui).
ANDE
Nel suo tratto meridionale la cordigliera delle Ande si presenta come un'unica catena che resta sfuma dolcemente nell'altopiano a della Patagonia, mentre a ovest scende a picco sul mare, determinando una costa molto frastagliata, fronteggiato da numerose isole scogli con strette e profonde insenature; nelle aree più meridionali per il clima molto freddi i ghiacciai arrivano fino al mare.Tra il 30° e il 40° parallelo le cime raggiungono le quote più elevate: Acongagua(6960 metri), Ojos del Salado(6880 metri), Cerro Tupungato(6800 metri). sono numerosi vulcani, in larga parte ancora attivi. In territorio argentino, tra le Ande e le pampas si estende la regione delle Sierre Preandine, che racchiudono stesso Conte saline, come le Salinas Grandes(con una superficie di quasi 20.000 Km quadrati).
PIANURE
La più settentrionale delle grandi zone pianeggianti situate a tra la catena andina e l'atlantico è quella del gran Chaco, delimitata dalla cordigliera ovest e dal fiume Paranà a est. A un clima tropicale, con lunghi periodi di siccità: la vegetazione è quella della steppa, con arbusti sparsi e paludi salmastre; dove le piogge sono più abbondanti compaiano ridotto praterie. Tali corsi del Paranà e dell'Uruguay si estende una vasta pianura fluviale molto fertile e ricca d'acqua, chiamata anche Mesopotamia (tra i fiumi). Il clima, a carattere subtropicale monsonico, si fa più temperato, ma sempre umido, a Avana ma no che si scende verso sud, e quindi verso il Rio de la Plata. Tra le Sierre Preandine e l'Atlantico si estende l'immenso bassopiano della pampa. Vi si distinguono una parte orientale, la pampa umida e una occidentale la pampa setta. A causa della conformazione piatta del suolo, i corsi d'acqua scorrono lenti e ristagna formando paludi. Battuta degli enti, la regione ha un clima temperato, con estati calde e inverni miti. Il suolo è coperto di fertile limo, che consente le coltivazioni e l'allevamento grazie a un folto tappeto d'erba che offre abbondanti pascoli per le mandrie di bovini.
LA PATAGONIA E LA TERRA DEL FUOCO
Dal Rio Colorado alla punta del continente, dalle Ande all'Atlantico, per 800.000 Km quadrati si estende la Patagonia. Formata da antichi tavolati semi desertici che Pietro rossi. È continuamente spazzata da 20 gelidi, con pochi fiumi incassati in valli profonde. La vegetazione è quella della steppa con rari arbusti spinosi. Il terreno, non coltivabile, lascia poco spazio alle coltivazioni e consente solo allevamento ovino. La Patagonia è divisa da un breve tratto marino (lo stretto di Magellano) dall'arcipelago della terra del fuoco, dove per le temperature particolarmente basse alcuni ghiacciai spingono le loro lingue fino al mare.
Una regione poco popolata con un discreto livello di sviluppo
I paese del cono sud sono in genere poco popolati, con densità che non raggiungono i 20 abitanti per chilometro quadrato. Numerose sono le aree inadatte al popolamento: la cordigliera andina, la Patagonia, buona parte del gran Chaco, la pampa occidentale sono quasi disabitate. L'argentina, l'Uruguay e il Paraguay sono i cosiddetti stati platensi: vengono chiamati così perché appartengono al bacino del Rio de la Plata, il territorio attraversato dai fiumi Paranà e Paraguay che confluiscono appunto nell'immenso estuario del Rio de la Plata, situato al confine tra Argentina e Uruguay. La sua ampia insenatura è al tempo stesso via di penetrazione nel continente e apertura sull'oceano atlantico per i paesi che vi si affacciano. Due caratteristiche fisiche accomunano questi tre paesi: il clima temperato e il suolo in gran parte pianeggiante; da questo punto di vista, il Cile si differenzia nettamente, dominato com'è dalla poderosa catena delle Ande che condiziona l'intera geografia del suo territorio.
Bianchi e amerindi
Il vero elemento unificatore per i paesi del cono sud è rappresentato dal tipo di popolamento e dal discreto livello di sviluppo raggiunto. In seguito all'immigrazione dall'Europa nel corso 800 e del primo 900, il quadro tecnico è dominato dai bianchi, specie in Argentina e in Uruguay, dove sono per esempio numerosissimi gli italiani; anche incide i bianchi costituiscono il 30% della popolazione. Fa eccezione il Paraguay, dove gli indios guaranì forma il 95% dell'occupazione. Negli altri paesi invece gli amerindi sono una piccola minoranza: il 5% incide, poche migliaia in Argentina, mentre in Uruguay sono addirittura estinti.
Sviluppo economico e democrazia
Le ricchezze di questa regione sono molteplici: i giacimenti minerari per il Cile; l'agricoltura e all'allevamento per la Argentina e l'Uruguay; il potenziale idroelettrico per il Paraguay. Tuttavia. La storia dei paesi del con l'assurdo, come di tutta l'America latina, è segnata da una grande stabilità politica, con ripetuti colpi di stato e regimi militari che hanno ostacolato lo sviluppo dell'economia. Nel corso delle ne 80 questi paesi hanno però riprese il cammino verso la democrazia: dovrà né civili si sono nuovamente instaurati in Cile ( 1981), in Argentina(1983), in Uruguay(1985), in Paraguay(1989). La ritrovata stabilità ha consentito loro di uscire dalla grave crisi economica di quegli anni, contrassegnata da un calo generale della produttività ed un'impennata dell'inflazione a livelli astronomici( fino al 3000% in Argentina). Il ritorno alla democrazia e al liberismo ha richiamato capitali e investitori stranieri, e si sono registrati significativi passi avanti sul piano economico e sociale: l'analfabetismo è quasi inesistente in Argentina e in Uruguay e la speranza di vita alla nascita( superiore ai 70 anni) è su valori europei. L'entità del debito estero costituisce però un pericolo sempre in agguato per l'economia di questi paesi, che per migliorare il loro potenziale economico hanno creato un'area di libero scambio regionale, il Mercosur.
Argentina
L'Argentina a è il paese sudamericano che conservano tracce delle antiche popolazioni indigene, sterminata dai colonizzatori. L'occupazione snola di uno scarso contributo al popolamento del paese, che alla proclamazione dell'indipendenza del 1816 contava solo 400.000 abitanti. Furono poi le grandi ondate migratorie dall'Europa far crescere la popolazione: a partire dalla seconda metà dell'800, più di tre milioni di italiani, oltre 2 milioni di snoli e gruppi consistenti di francesi, polacchi, russi, tedeschi si sono stabiliti nel paese. Lo sviluppo dell'allevamento dei bovini nella pampa, nei primi decenni dopo l'indipendenza, favorì la formazione di quella aristocrazia terriera che da allora in poi ha sempre deciso le sorti del paese. Nacque in quegli anni il mito del gaucho, il pioniere considerato il fondatore della nazione. Politicamente instabile fin dall'indipendenza e segnata da numerosi colpi di stato militari, la Argentina fu teatro tra il 1946 e il 1955, dell'importante esperienza del peronismo, una dittatura populista che seppe dare stabilità al paese a non sopravvisse al suo fondatore, Juan Peron. Una nuova dittatura militare instaurato nel 1976 il naufrago nel 1900 82 dopo la guerra contro la gran Bretagna per le Maldive; nel 1933 furono quindi ripristinate le libertà democratiche. L'Argentina è una repubblica presidenziale formata da 22 province relativamente autonome.
La popolazione
La popolazione è distribuita sul territorio in modo molto diseguale: l'agglomerato urbano di Buenos ai pressi accentra da solo più di un terzo della popolazione totale, mentre esistono nel paese immessi spazi vuoti: la parte andina, la Patagonia, bouna parte del gran Chaco, la pampa occidentale. Tra quarti della popolazione vivono nelle città. La lingua parlata in Argentina è lo snolo; la religione più diffusa è il cattolicesimo.
Le città principali
La capitale, Buenos Aires( tre milioni di abitanti della città, 13 milioni e l'agglomerato urbano), sorge sulla riva destra della Rio de la Plata, il fiume dell'argento, è in realtà un grande estuario nel quale confluiscono i fiumi Pananà e Uruguay. La fortuna di Buenos Aires è nata dall'esportazione del frumento dalla carne prodotti nella pampas. Gli investitori stranieri crearono una rete di infrastrutture viarie, di impianti conserviera e portuali, che favorirono la crescita commerciale della città. Lo sviluppo culturale procedette di pari passo: il massimo splendore fu raggiunto negli anni 30, quando, nei suoi teatri e la vita festosa che vi si conduceva, Bueos Aires veniva paragonato a Parigi, come capitale europea del Sud America. L'impianto urbanistico moderno, nel cuore della città è la Plaza de Mayo, con il municipio settecentesco, la cattedrale neoclassica e la Casa Rosada, il palazzo del governo. Nelle periferie, a l'urbanizzazione selvaggia avvenuta sulla spinta dell'industrializzazione ha portato la nascita delle villas miserias, povera baraccopoli prive di servizi. Altre importanti città argentine sono Cordoba, sede della più antica università del paese(1613), e Rosario, notevole centro dell'industria di trasformazione.
L'economia
Il periodo più prospero dell'economia argentino fu quello compreso fra il 1880 e il 1930, quando il paese divenne una ricca provincia dell'Europa, alla quale forniva carne e cereali in grandi quantità. Nel dopoguerra, però, l'Europa diventò autosufficiente in particolare dopo la creazione della CEE e l'Argentina fu costretta a mutare la propria politica economica. Vennero potenziate le colture di piantagione( cotone, tabacco, canna da zucchero), allevamento bovino da latte, l'industria e in particolare quella pesante, e furono valorizzate le risorse minerarie del paese: petrolio, gas naturale, minerali di ferro, uranio. La crisi internazionale delle 70 segna l'inizio di un crollo economico( inflazione altissima, fughe di capitali all'estero, fine degli investimenti stranieri) da cui il paese non s'è più risollevato. Per battere il forte debito estero, dalla fine degli anni 80 il governo ha privatizzato la maggior parte delle aziende statali; così l'infrazione è tornata sotto controllo, ma il prezzo delle riforme è stato altissimo per il paese, degradato e impoverimento in molte zone. L'agricoltura è praticata su un decimo della superficie territoriale; occupa circa il 10% della popolazione attiva e fornisce il 13% del reddito nazionale. Il settore è condizionato dal fatto che quasi la la metà delle terre appartiene a grandi proprietari, che posseggono anche la maggior parte del patrimonio bovino, mentre la piccola proprietà contadina non competitiva. La coltura dei cereali non svolge più ruolo primario di un tempo, mentre hanno avuto un forte incremento la produzione di soia e girasole nella frutticoltura all'( agrumi, mele, pere, vite). Argentina e uno dei maggiore produttore mondiale di carne bovina e di lana, che costituiscono una delle principali voci delle esportazioni. Le numerose risorse minerarie ed energetiche assicurano al paese una quasi totale autosufficienza. L'industria partecipa per l'40% alla formazione del prodotto nazionale; in forte crescita è il to automobilistico. La rete delle comunicazioni, creati in funzione delle esportazioni per convogliare la merce dall'interno verso la costa, è piuttosto carente; si apre a ventaglio da Buenos Aires e diventa sempre meno densa a mano mano che ci si allontana dalla capitale, riflettendo la distribuzione regolare della popolazione ed i centri economici. Il traffico aereo è piuttosto intenso anche perché il turismo ha assunto una notevole rilevanza, grazie ai paesaggi andine, alle spiagge atlantiche e alla recente scoperta della Patagonia e della terra del fuoco.
Cile
Formato da una fascia di terra larga da 200 a 400 km lungo ben 4330 Km, il Cile è il paese più esteso del mondo in senso meridiano: a dalla zona tropicale setta, a nord, si spinge fino ai ghiacciai dell'estremo sud del continente. È occupata in gran parte dalla cordigliera andina e 70% del territorio e di conseguenza inabitabile. Ex colonia snola indipendente dal 1818, il Cile fu a lungo considerato uno degli stati politicamente più stabili ed economicamente progrediti dell'America latina. Nel 1970 tra un colpo di stato militare sostenuto da destra cilena e dagli Stati Uniti e rovesciò il governo di sinistra eletto nel 1970; ucciso il presidente Salvador Allende, in generale Augusto Pinochet ha abolito ogni libertà e instaurò una dittatura durato oltre 15 anni. Nel 1988 l'opposizione democratica ottenne una vittoria in un referendum indetto da Pinochet per ottenere l'ennesima riconferma della presidenza: nel 1990 il generale dovette abbandonare il potere, pur conservando la carica di comandante in capo delle forze militari. Da allora il Cile è tornato a essere una repubblica presidenziale.
La popolazione
La popolazione è costituita prevalentemente da meticci( 65%) e da bianchi( 30%); gli indios non raggiungono il 5%. Il livello di istruzione è alto: il 90% della popolazione frequenta la scuola fino a 17 anni. Per i due terzi, gli abitanti del Cile vivono nelle città. La lingua ufficiale è lo snolo; la religione più diffusa è il cattolicesimo. L'85% degli abitanti vive nella parte centrale del paese il 40% nell'area della capitale, mentre il nord ha una densità bassissima e il Sud è quasi spopolato.
Le città principali
La capitale, Santiago( 4, 5 milioni di abitanti, quasi un milione in più nell'area metropolitana), è una città moderna, ma con edifici che generalmente basse per la sismicità del territorio: la costruzione dei grattacieli è recente. L'eccessiva crescita della metropoli ha creato seri problemi di traffico, inquinamento e carenze di servizi. Valparaiso è il porto della capitale, mentre Vina del Mar si è sviluppata come centro turistico. Nel sud del paese, Punta Arenas è una base di partenza per la Antartide.
L'economia
La principale ricchezza del paese e rame, di cui il Cile è il primo produttore mondiale; un altro prodotto importante era il nitrato di sodio e, o sodanitro, un fertilizzante che è stato poi in gran parte sostituito dai concimi chimici. Nella terra del fuoco sono stati scoperti giacimenti di petrolio, la metà della produzione elettrica è di origine idrica. L'industrializzazione è stata molto tardiva: sono le dell'40 si sono sviluppate, grazie a contributi stranieri, aziende tessili, calzaturiere, alimentari, mobiliere. Il ritorno alla democrazia ha favorito nuovi investimenti esteri. L'attività agricola possibile solo nella zona centrale, pianeggiante e irrinunciabile. Il settore occupa il 19% della popolazione attiva e contribuisce a reddito nazionale per l'9%. L'allevamento è diffuso soprattutto nell'area meridionale, dove si pratica anche la pesca intensiva della quale il paese è al quarto o quinto posto nel mondo, secondo le annate e dove sono molto sviluppate le attività forestali. Nonostante il territorio impervio, le vie di comunicazione sono piuttosto sviluppato. Il turismo è in forte aumento, attirato dalla bellezza dei litorali, nei paesaggi delle Ande, dalla terra del fuoco e dalla remota isola di Pasqua.
Paraguay
Superficie: 406.752 Km quadrati
Popolazione: 4.613.000
Densità: 11,3 abitanti per Km quadrato
Capitale: Asuncion(502.000 abitanti)
Nel XVI secolo i gesuiti organizzarono comunità locali autogestite a tutela degli indios e, cos'è il paese non conobbe il pesante sfruttamento coloniale di altri stati latinoamericani. Il tasso di urbanizzazione è tra i più bassi del continente( 50,5%); in compenso, non esiste una crescita urbana caotica e anche gli squilibri sociali sono meno gravi. L'economia è fondata sull'agricoltura e sull'allevamento bovino. La centrale idroelettrica di Itaipù, costruita in comune con il Brasile, ha consentito al paese di raggiungere l'autosufficienza energetica riesportare elettricità nei paesi vicini.
Uruguay
Superficie: 176.215 Km quadrati
Popolazione: 3.149.000
Densità: 18 abitanti per Km quadrato
Capitale: Montevideo(1.312.000 abitanti)
In passato, per la ricchezza e la legislazione sociale avanzata fu chiamato la Svizzera dell'America latina. L'abbondanza di acque e il clima temperato hanno favorito lo sviluppo delle praterie destinate al pascolo. L'agricoltura e allevamento (nel paese vi sono più di 3 bovini e quasi 9 ovini per abitante ) costituiscono i settori portanti dell'economia, sia per l'esportazione( lana, carne ) sia come base per una industria (alimentari e tessili).
Venezuela
Venezuela significa in snolo piccola Venezia: il navigatore italiano Amerigo Vespucci chiamò così la laguna di Maracaibo, costellata di palafitte, quando la scorse per la prima volta nel 1499. Colonia snola dal 1528, il Venezuela conquistò l'indipendenza nel 1821, alla fine di una lunga guerra di liberazione guidata da Simon Bolivar. Dopo un secolo e mezzo di lotte interne, colpi di stato e regimi autoritari, nel 1961 iniziò la fase di legalità democratica; nel 1989, tuttavia, il governo ha sospeso la costituzione in seguito a violente manifestazioni popolari, causata dal grave stato di crisi economica.
La popolazione e le città principali
Il paese si presenta come uno dei più omogenei dell'America latina sotto il profilo tecnico: i meticci costituiscono il 69% della popolazione, seguiti dai bianchi( 20%), dai neri( 9%) e dagli amerindi. Dal 1950 la popolazione si è quadruplicata; solo dalla fine degli anni 80 la crescita demografica ha incominciato a rallentare. La lingua ufficiale è lo snolo, la religione più diffusa è il cattolicesimo. L'80% dei venezuelani vive nella fascia costiera e sugli altipiani dell'immediato entroterra, che hanno un clima temperato. Il tasso di urbanizzazione( 90%) è eccezionale per un paese tuttora in via di sviluppo: il boom petrolifero del paese ha provocato il trasferimento in massa dei contadini nelle città, che sono cresciute vertiginosamente il modo squilibrato. Un quinto della popolazione vive nell'area metropolitana della capitale, Caracas(1.290.100 abitanti), situata a 1000 metri circa di altitudine in una zona sismica. Tra le più importanti realizzazioni urbanistiche vi sono la città universitaria e l'autostrada che collega la capitale all'aeroporto internazionale di Maiquetia e e allo scalo caraibico di La Guaira. Gran parte della popolazione vive però stipata nelle bidonville, in pessime condizioni abitative. Maracaibo, che sorge fra il lago omonimo e il golfo del Venezuela, è il principale porto petrolifero sudamericano.
L'economia
A partire dagli anni 50, la scoperta e lo svuotamento degli giacimenti di petrolio hanno trasformato il paese da agricolo a industriale. Il settore petrolifero è stato nazionalizzato nel 1976: l'accumulo di capitali ha consentito al governo la realizzazione di grandi opere pubbliche(strade, ponti, edifici pubblici). Il calo dei prezzi petroliferi, a metà degli anni 80, ha determinato un forte aumento della disoccupazione e un rapido aumento del debito estero. Il problema maggiore per il Venezuela resta la mancata diversificazione dell'economia e la dipendenza da una sola risorsa che, per quanto importante come il petrolio, espone il paese alla crisi provocata dalle variazioni di prezzi sui mercati internazionali.
Il settore agricolo è depresso. Le colture alimentari( riso, mais, patate, manionica e banane) sono del tutto insufficienti al fabbisogno nazionale. Fra i prodotti di piantagione prevale il caffè, diffuso sugli altipiani; nelle aree più basse si coltivano la canna da zucchero e il cacao, sulla costa il tabacco, il cotone e la palma da cocco. Le estese foreste forniscono legno pregiato ed essenze molto richieste sui mercati internazionali, come la china, il caucciù, il chicle( con cui si procede la gomma da masticare).
Il sottosuolo venezuelano è ricco non solo di petrolio, ma anche di gas naturale, ferro e altri minerali. Sono enormi, ma sono state solo in minima parte, le risorse idroelettriche. Nell'industria prevalgono i complessi chimici e petrolchimici, quelli siderurgici( acciaio) e metallurgici(alluminio), mentre è debole il settore meccanico( l'industria automobilistica si limita al montaggio). Le comunicazioni interne sono insufficienti, nonostante gli sforzi compiuti nella costruzione di opere imponenti, come il ponte sullo stretto di Maracaibo, uno dei più lunghi del mondo( 8 km). Le strade sono concentrate nelle regioni settentrionali. È molto sviluppata la navigazione fluviale sull'Orinoco e i suoi affluenti.
Colombia
La repubblica di Colombia è l'unico paese del continente americano che ricordi nel nome lo scopritore del nuovo mondo, Cristoforo Colombo. Colonizzata dagli snoli nel secolo XVI, ottenne l'indipendenza nel 1819 e formò con Venezuela, Equador e Panamà la federazione della grande Colombia, che si sciolse però nel 1830. La vita politica del paese è stata dominata dallo scontro e poi dall'alternanza democratica dei due schieramenti: quello liberale, l'espressione della borghesia, e quello conservatore, rappresentato dai proprietari terrieri. Dagli anni 80 i maggiori sforzi del governo sono dedicati alla lotta contro i trafficanti di droga (narcotrafficanti), che hanno lanciato una sfida contro lo stato con attentati a politici, magistrati, giornalisti, forze dell'ordine.
Popolazione e città principali
La maggioranza della popolazione, formata per metà da meticci, e inoltre da mulatti, bianchi, neri e amerindi, vive nelle zone agricole della regione andina. La lingua ufficiale è lo snolo; gli amerindi dell'altopiano parlano dialetti chibcha, quelli del basso usano idiomi amazzonici. Il 95% della popolazione professa la religione cattolica. Le due maggiori città sorgono sull'altopiano: Bogotà(5.026.000 abitanti), la capitale, è situata a 2650 metri di altitudine; massimo centro industriale, commerciale e culturale del paese, ha avuto delle 50 un forte incremento demografico. Fondata dagli snoli nel 1538 col nome di Santa Fe de Bogotà( nome che ha ripreso ufficialmente nel 1991), fu distrutta da un terremoto nel 1827. Dagli anni 50 il sospetto è stato modificato da un'intensa attività e delizia: l'aumento del numero degli alloggi non ha però impedito la formazione di una sterminata bidonville. La seconda città colombiana è Medellin: sviluppate soprattutto nel dopoguerra come centro del commercio del caffè e dell'oro, ha dagli anni 80 lo scomodo primato di principale centro di produzione e commercio della cocaina del mondo. Il maggiore porto del paese è Barramquilla, sul mar Caraibico, alla foce del fiume Magdalena.
L'economia
Il sistema economico del paese è basato sulle attività agricole ed estrattive. Il prodotto più importante è il caffeè( secondo esportatore mondiale), ma vengono coltivati anche altri prodotti di piantagione e i fiori recisi, di cui il paese è il secondo produttore mondiale. La coltivazione della coca( da cui si ricavava cocaina) e della canapa indiana(marijuana e hashish) dà altissimi profitti. Poiché la droga diretta soprattutto verso gli Stati Uniti, nel 1989 il governo statunitense ha appoggiato una camna del governo colombiano contro produttori e trafficanti. Questi, tuttavia, hanno mezzi economici tali da poter mantenere un vero e proprio esercito e godono di appoggi anche tra la gente comune, che ricava qualche vantaggio dal traffico illegale. Oltre il 45% della popolazione vive comunque al di sotto della soglia di povertà. Le risorse minerarie comprendono oro, argento, platino, smeraldi, nichel. La Colombia possiede le maggiori riserve di carbone dell'America latina e dispone di consistenti giacimenti di petrolio, la cui estrazione è in continuo aumento. L'apparato industriale del paese comprende soprattutto stabilimenti tessili, agroalimentari e siderurgici il territorio rende poco agevole i trasporti di terra, mentre sono ben sviluppate l'aviazione civile e la navigazione fluviale.
Brasile
Il gigante sudamericano
Il Brasile è più vasta e popoloso stato dell'America latina, di cui occupa quasi metà della superficie. Il suo territorio è quasi 30 volte quella dell'Italia: la frontiera terrestre si estende per 15.720 chilometri, mentre le coste hanno uno sviluppo di 7.400 chilometri. A una tale importanza geografica si contrappongono una estrema fragilità del tessuto sociale e preoccupanti problemi ambientali. Circa metà della popolazione ha meno di vent'anni, ma buona parte di essa non arriva alla vecchiaia a causa delle disastrose condizioni igienico-sanitarie, della scarsa nutrizione e delle malattie tropicali. Le città principali sono sovrappopolato: assomigliano a quelle dei paesi più ricchi, ma sono circondate dalle norme baraccopoli delle favelas, dove si vive in condizioni sociali ed economiche disumana. Ultima, grande contraddizione: per il volume della sua produzione economiche delle sue esportazioni, il Brasile e un gigante all'interno del continente americano e un protagonista dell'economia mondiale. E pure, i gravi numerose problemi del sottosviluppo che lo affliggono lo relegano fra paesi del terzo mondo.
Da colonia portoghese a repubblica presidenziale
Nell'anno 1500 il capitano portoghese Pedro Alvares Cabral approdò sulla costa sconosciuta del continente americano che chiamò a terra della vera croce, il futuro Brasile. Le coste erano abitate da pacifiche tribù di tupi-guarani, cacciatori e agricoltori semi nomadi che conoscevano la tessitura e l'arte della ceramica. Gli indigeni si difesero strenuamente dall'invasione portoghese, ma furono decimati dalle nuove malattie importate dai conquistatori. I pochi rimasti non bastavano a lavoro delle piantagioni: così, dal 1539, comincia la tratta degli schiavi dall'Africa. L'esportazione del paese fu opera principalmente di avventurieri organizzati in bande(bandeirantes), che si muovevano verso l'interno alla ricerca di schiavi e di oro. Nella seconda metà dell'800 inizio la penetrazione nella regione amazzonica, guidata da cercatori di caucciù(seringuerinos). Il Brasile rimase una colonia portoghese fino al 1815, quandi il re Joao VI costituì il regno unito del Portogallo, dell'Brasile e dell'Algarve. Nel 1822 il lio del re, Don Pedro di Braganza, dichiarò indipendente il Brasile e ne proclamò imperatore con il nome di Pedro I. Il paese divenne repubblica nel 1889, dopo che era stata abolita la legge sulla schiavitù. Nei primi decenni del 900, grazie alla stabilità politica assicurata da una sorta di patto sociale tra i militari e grandi proprietari terrieri, il Brasile divenne una potenza economica di primo piano, basato sul commercio del caffè e del caucciù. La crisi mondiale del 1929 provocò il crollo del mercato del caffè e dell'inasprirsi dei conflitti sociali, repressi dal presidente Getulio Vargas( che durò in carica fino al 1954). Negli anni seguenti la vita politica fu relativamente libera, finché un golpe portò al potere i militari( 1964), che instaurarono una durissima dittatura. Verso la fine degli anni 70, anche in seguito alle proteste internazionali, diritti civili e politici vennero gradualmente ripristinati. Il governo è tornato ai civili come le libere elezioni del 1935 ed allora alla guida del paese si sono succeduti presidenti eletti democraticamente.
Un grogiolo di razze e di popoli
Con oltre 150 milioni di abitanti, il Brasile è uno dei dieci stati più popolos del mondo, e il primo nell'America latina. Ha tuttavia una densità molto bassa(soltanto 18 abitanti/Km quadrato) per la presenza di vastissime regioni pressoché disabitate, come l'Amazzonia e negli altipiani; lo sviluppo industriale ha provocato una crescita incontrollata delle città nella fascia costiera, per la continua migrazione di campesinos, i contadini poveri dell'interno. Così 90% della popolazione vive sulla fascia atlantica, concentrata per due terzi in centro urbani. I brasiliani erano solo 17 milioni nel 1900; la rapida crescita demografica è stata sostenuta a sia dall'elevata natalità sia dell'immigrazione. I veleni 70, grazie alla diffusione dei metodi di pianificazione familiare, la natalità è in calo, ma si prevede comunque che entro 2000 il paese sfera i 175 milioni di abitanti. Popolato fin dagli inizi del secolo scorso esclusivamente da indios, coloni portoghesi e neri importati come schiavi dall'Africa, il Brasile è divenuto con il tempo un grande crogiolo di grazie e di popoli, grazie alla tolleranza razziale e alla forte emigrazione europea( italiani emigrati nell'ultimo secolo sono oltre un milione e mezzo). Nel 1999 i bianchi costituiscono il 55% della popolazione, gli ungulati e meticci il 39%; pochi, e confinate nelle foreste più impenetrabili dell'Amazzonia e del Mato grosso, sono gli indios, ancora organizzati in forma tribale; la colonizzazione dei loro territori innesta provocano estinzione. In Brasila la lingua ufficiale è il portoghese; la religione prevalente quella cattolica, ma sono molto diffusi anche i culti afro-brasiliani(come la macumba di Rio).
L'ordinamento politico
Il Brasile ha una repubblica federale di tipo presidenziale, formato da 26 stati e un distretto federale, quello di Brasilia ha. Il potere esecutivo è esercitato dal presidente della repubblica, eletto a suffragio diretto per cinque anni. Il potere legislativo spetta congresso, formato da due camere: il Senato e la camera dei deputati.
Le macroregioni brasiliane
Il Brasile si può dividere in cinque grandi regioni.
- I Sudeste è dal XVIII secolo il cuore economico del Brasile, con un forte tessuto industriale è in carica agricoltura d'esportazione che ne fanno una delle mete principali dell'immigrazione interna. Le vie di comunicazione sono le più sviluppate del paese; e la rete urbana è disposta attorno al triangolo utile formato dalle città di San Paolo, Rio de Janeiro e Belo Horizonte.
- Il Sul nella seconda regione del paese per importanza economica, grazie a una e agricoltura produttiva e ai numerosi centri industriali.
- Il Nordeste ha una ragione povera, nella gran parte dei terreni( adibiti a colture di piantagione e all'allevamento estensivo) è nelle mani di poche decine di famiglie. La miseria e la disoccupazione spingono parte della popolazione a emigrare.
- Il Centro-Oeste coincide con l'altopiano centrale brasiliano. Il governo ha dato impulso allo sviluppo di grandi fattorie per la allevamento e lo sfruttamento del patrimonio forestale, con piccole gare di colture agricole. La maggior parte degli abitanti, pur essendo impegnato in attività agricole o agroindustriali, si è stabilita di preferenza nelle città, dando origine a un intensa e rapida urbanizzazione.
- Il Norte concentra poco più di dieci milioni di persone su una superficie pari al 45% del territorio nazionale; la sua importanza è legata alle immense ricchezze minerarie e agropascolari.
Le città principali
Brasilia è la nuova capitale del Brasile dal 1960. Prima di allora la capitale era stata Rio de Janeiro, al centro di un'area metropolitana che accoglie quasi 12 milioni di persone. Rio è il secondo centro finanziario del paese dopo San Paolo, e possiede due aeroporti internazionali. Ricca di cultura e arte, affianca monumenti coloniali ai edifici progettati da architetti contemporanei, ma quasi due milioni dei suoi abitanti si ammassano nelle baraccopoli abbarbicate sui pendii, farcili agli smottamenti. È una delle principali mete del turismo internazionale, ma i visitatori che affollano tendono a dimenticare gli aspetti negativi della grande metropoli.
Il più grande agglomerato urbano nell'America meridionale è San Paolo, con oltre 18 milioni di abitanti. Il principale polo economico del paese, fornisce l'80% del prodotto industriale brasiliano, ma, come altre metropoli sudamericane, unisce questa ricchezza la miseria delle favelas. Belo Horizonte forma con stesso Borghi il terzo agglomerato urbano del Brasile: un polo industriale importantissimo, cresciuto sulla ricchezza delle miniere di ferro. Le maggiori città del Sul sono Curitiba, al centro di una vasta zona agricola, e Porto Alegre, scalo di fondamentale importanza per le comunicazioni con l'Argentina e Uruguay; la città è il centro della vita culturale e artistica del Brasile meridionale. Tra i principali centri urbani del Nordeste si ricordano Salvador, segnato un tempo dalla triste fama di porto di sbarco per gli schiavi africani, Recife e Fortaleza. Le due città più importanti del Norte sono Belem, grande centro commerciale alla foce del Rio delle Amazzoni, e Manaus, porto fluviale sulla riva del Rio Negro, dotato di industrie elettriche ed elettroniche e di una raffineria di petrolio.
L'economia potenziale ricca ma squilibrata
Dall'inizio della colonizzazione il Brasile è stato sfruttato per le sue enormi ricchezze naturali: prodotti minerari, legni e resine pregiati, prodotti di piantagione, tutti destinati all'Europa e in seguito di Stati Uniti. Miniere, latifondi piantagioni hanno fatto la ricchezza dei grandi proprietari, che possono utilizzare manodopera a bassissimo costo; questa rimasi disoccupato non appena gli investimenti si spostano in altri settori. Il sistema economico brasiliano ha minato realtà ai insolubili contraddizioni: il paese è ricchissimo di materie prime, che però sfrutta insufficientemente; possiede sterminati piantagioni ricche e coltivate con i mezzi più moderni, ma un gran numero di contadini poveri è costretto ad abbandonare i campi. Attratto dal basso costo della manodopera, le società straniere hanno fatto ottimi affari portando però fuori dal paese i propri profitti; così, per finanziare la politica di sviluppo condotta per oltre vent'anni dalla dittatura militare, è stato necessario ricorrere a prestiti internazionali. Di conseguenza, nel 1990 il Brasile si è trovato nella condizione di esser il maggior debitore al mondo( più di 100 miliardi di dollari). Ciò ha aggravato la crisi iniziata negli anni 80, facendo salire la disoccupazione e accentuando di squilibri della distribuzione del reddito nazionale. La situazione è migliorata nel corso dei primi anni 90 grazie a un piano di risanamento economico basato sui tagli alla spesa pubblica e su un programma di privatizzazioni. Ma su centocinquanta milioni di abitanti, 90 milioni vivono ancora al di sotto della sole di povertà, mentre il 10% di brasiliani percepisce il 48% del reddito nazionale.
L'agricoltura
Il Brasile è tradizionalmente un forte produttore di caffè, che rappresenta una larga parte delle sue esportazioni; è il secondo produttore mondiale di zucchero, cacao e soia, nei primi posti anche per il mais e cotone. Dalla foresta amazzonica provengono ingenti quantitativi di legname e prodotti come il caucciù, da cui si ricava gomma. Il bisogno di capitali spinse però il Brasile a utilizzare le proprie risorse forestali senza preoccuparsi troppo del problema ambientale. Nel 1989, per la prima volta, la banca mondiale ha proposto al paese condizioni finanziarie più favorevoli per un impegno di conservazione ambientale piuttosto che per progetti di sfruttamento e capace di produrre denaro a breve termine: questo fatto, che è il risultato di difficili camne di sensibilizzazione degli ambienti economici mondiali da parte di movimenti ecologisti, potrebbe dare inizio a un riconoscimento del valore anche economico dei beni ambientali e avere quindi conseguenze di segno nuovo sull'economia brasiliana. Il Brasile ha una quantità di bovini inferiore solo a quella dell'India, ma, a differenza di essa, sfrutta il patrimonio zootecnico per la produzione di carne. Anche per diffondere l'allevamento, però, si procede continuamente a togliere spazio alla foresta amazzonica.
L'industria
Il sottosuolo brasiliano è molto ricco: il paese è uno dei cinque maggiori produttori mondiali di bauxite, manganese, stagno e ferro; dispone inoltre di miniere di zinco, nichel, tungsteno, cromo e oro. La produzione di carbone e petrolio non è ancora sufficiente il fabbisogno energetico del paese; il carburante estratto dall'alcool ha contribuito a produrre in parte la necessità di petrolio. Le risorse idroelettriche potrebbero essere norme se si realizzassero le infrastrutture per sfruttare le acque dei fiumi. Alcune di queste opere sono state realizzate: dighe e centrali hanno fatto aumentare di oltre 60% la produzione idroelettrica fra il 1970 e il 1998. Lo sviluppo industriale brasiliano ha avuto inizio fra gli anni 40 e 50, quando il governo si impegnò a incentivare una produzione nazionale in grado di limitare le importazioni( siderurgia, petrolchimica, beni durevoli e automobili). Negli anni 70 il settore più favorito dal governo è stato quello delle tecnologie d'avanguardia, e in particolare l'informatica e comunicazione, considerate di importanza strategica anche da un punto di vista militare.
I servizi
Gli addetti al settore terziario sono aumentati dal 33% nel 1970 a circa il 50% all'inizio degli anni 90. Le attività commerciali, finanziari e di servizio le imprese sono concentrate nel triangolo utile del Sudeste. Il settore turistico è in costante crescita, mentre le attività pubbliche di assistenza sociale sono ancora insufficienti.
Il sistema dei trasporti
La rete delle comunicazioni si è molto sviluppata dagli anni 60. Le prime strade importanti sono stato costruito lungo la costa; in un secondo tempo si sono migliorate le vie di collegamento con le terre vuote dell'amazzonia: la direttrice Brasilia-Belem, aperta nel 1960, è stata asfaltata solo nel 1976. Nel complesso il Brasile è suddiviso a scacchiera tra due grandi assi che attraversano da est a ovest( la Trasamazzonica e la Sudeste-Rondonia) e da tre grandi che corrono lungo il meridioni: la Brasilia-Belem, la Cuiaba-Santarem, la Porto VCelho-Manaus-Boa Vista. I grandi aeroporti si trovano lungo la costa e a Brasilia.
Il commercio estero
Grande esportatore di materie prime e prodotti agricoli, dagli anni 60 il Brasile ha cominciato a vendere all'estero anche prodotta una cartiere, che alla fine degli anni 80 e rappresentavano la metà delle esportazioni. Il Brasile fa parte del Mercosur, il mercato comune dell'America australe.
Parte generale
Storia
Nell'America centro-meridionale si stabilirono popolazioni provenienti dal nord, che, probabilmente già prima del 7000 a.C., cominciarono a coltivare la a zucca e altri vegetali, tra cui più tardi il mais. Alcune di queste popolazioni diedero vita a civiltà complessa, di cui c sono rimaste numerose testimonianze e fondarono centri urbani e stati. Nell'America centrale la più antica civiltà fu probabilmante quella degli Olmechi(1500-900 a.C.). Ad essa seguirono quelle di Teotihuacan(200-750 d.C.), dei Toltechi e dei Maya ed infine nel XIV secolo d.C. quella degli Aztechi, o Mexica, che fondarono un vasto impero nel Messico centrale. Né l'America meridionale è popolata più tardi i primi cent'urbani nacquero sulla catena delle Ande dove fiorirono diverse civiltà tra cui quella di Tishaunaco e tra il XIII e il XIV secolo quella degli Inca. L'impero degli Inca finì per dominare tutta la regione costiera, dell'attuale Colombia al Cile settentrionale e le montagne retrostanti. Lo sviluppo delle civiltà marina, come talvolta vengono chiamate a , o precolombiane( esistenti prima di Colombo) si interruppe bruscamente per l'arrivo degli europei. Nel 1492 a un navigatore genovese, Cristoforo Colombo, alla ricerca di una via per le Indie ( l'Asia orientale ), sbarca in America, convinto di aver raggiunto la propria meta: siamo perciò un abitante della regione indiani e questo nome (soprattutto nella forma snola indios) s'è conservato per indicare gli abitanti di un continente ben lontano dall'India. Dopo lo sbarco di Colombo e i primi viaggi di esplorazione, gruppi di avventurieri, attratti dalla ricchezza della regione, se avventurato alla conquista dei grandi imperi americani: la spedizione di a Hernan Cortes, in Messico (1519-l524), si conclude con alla conquista della capitale azteca, Tenochtitlan; quella di Francisco Pizzarro, in Perù(1531-l536), con la conquista della capitale incaica, Cuzco. I territori così conquistati divennero dominio snolo e la Sna estese progressivamente sul dominio su quasi tutta l'America centromeridionale: sole Brasile divenne colonia portoghese ed alcune isole Antille vennero occupate dai francesi, inglesi e olandesi. La popolazione indigena, già sterminata dalle malattie portate dagli europei e massacrata dalle guerre di conquista, venni costretta a lavorare nelle miniere e nelle piantagioni di proprietà dei conquistatori: gli indios morirono di fatica, di fame, di maltrattamenti e di intere regioni, in particolare nelle isole Antille, si popolarono completamente. Vennero perciò apportati dall'afta schiavi neri a lavorare al posto degli indios. Al mese dell'800 discendenti dei coloni snoli cominciarono a richiedere l'indipendenza dei loro territori e ottennero con una serie di guerre contro la Sna(1810-l824). Nel 1822 anche l'Brasile divenne indipendente. L'indipendenza però creò nuovi conflitti, per il controllo di regioni di confine: per tutto l'800 e una parte del 900 l'America latina fu agitata da guerra tre diversi stati che i poveri erano questi presi e rafforzarono il potere dell'esercito. Furono perciò frequenti colpi di stato che instaurarono a più riprese dittature militari, tra cui si distinsero in tempi recenti per ferocia quella cilena del generale a Pinochet(1957-l988), quella Argentina del generale Vileda(1976-l983) e quella haitiana dei Duvalier(1957-l986).
Dalla fine dell'800 gli USA cominciarono ad intervenire attivamente in America latina cercando di impedire la formazione di governi che avrebbero potuto ostacolare i loro interessi nel continente: è quanto avvenne ad esempio con i colpi di stato in Guatemala(1954), a San Domingo(1963), e in Cile(1973), con l'intervento militare a Granada(1983) o a Panamà(1989), con la guerriglia in Nicaragua(1980-l990) e con il boicottaggio del governo cubano di Fidel Castro(1961).
Popolazione
L'America latina è, come e più ancora dell'America settentrionale, un mosaico di popoli e razze. Gli amerindi sopravvivono numerosi solo in alcuni stati, in particolare in Guatemala, in Perù e in Bolivia, dove sono il gruppo più consistente. Essi però non appartengono ad un'unica etnia: solo in Guatemala meno di cinque milioni di amerindi sono divisi in 23 etnie diverse, ognuna con una propria lingua. Ovunque, anche là dove sono in maggioranza, essi costituiscono una classe priva di ogni potere politico, spesso duramente sfruttata dalla popolazione europea, e ben di rado riescono ad ottenere il riconoscimento dei loro diritti, in particolare della proprietà delle terre su cui sono sempre vissuti. Tra gli amerindi la mortalità infantile a valori assai superiori a quelli della popolazione di origine europea e la speranza di vita e di gran lunga inferiore. Coloro che si battono per ottenere condizioni di vita migliori vengono spesso eliminati, come succede pure ai religiosi che difendono, in Brasile come in Guatemala. I meticci sono numerosi e diversi stati, ma solo dove costituiscono la quasi totalità della popolazione, come in Messico, e sia un effettivo peso politico. Solo alcuni stati, tra cui cupola, la Argentina, l'Uruguay, hanno una popolazione in larga maggioranza di origine europea, anche se i discendenti dei coloni europei sono presenti in tutta l'America latina. E sono prevalentemente di origine snola o portoghese in Brasile, ma non mancano gli immigrati da altri stati, tra cui gli italiani, numerosissimi e Argentina e in Brasile. La classi sociali superiore è un'costituita dai discendenti degli europei, ma vi sono bianchi di ogni condizione sociale. Molto numerosi sono anche i neri, maggioritarie nelle piccole Antille e mulatti. Anche si non costituiscono un gruppo omogeneo in quanto provengono dare diverse e in alcuni paesi come Brasile o Haiti hanno dato vita a una cultura che ha origine africana, ma presenta numerosi elementi originali. Non vanno infine dimenticati gli immigrati di origine asiatica: gli indiani( dell'India) sono il 51% della popolazione della Guyana, il 35% di quella di Trinidad, Tobago a come in Surimarine, dove vi è un 15% di indonesiani è un 3% di cinesi. A questa mescolanza di razze e popoli corrisponde una varietà di lingue, mascherata dal predominio dello snolo, del portoghese e dell'inglese come lingue ufficiali: negli stati maggiorazione finta speso dall'ufficiale è ignorata da gran parte della popolazione. Anche la situazione religiosa è assai più complessa di quanto non si potrebbe pensare: se la legione dominante è senza dubbio quella cristiano-cattolica in quasi tutti gli stati e sa è spesso trasformato, soprattutto lontano dalle città, a contatto con le tradizioni locali, dando vita a credenze molto lontane dalla religione ufficiale. Inoltre la presenza di numerose chiese protestanti e di sette cristiane di ogni tipo, sottrae fedeli alla chiesa cattolica. Diversi amerindi conservano le proprie credenze, come pure gli immigrati di origine indiana(d'India), che sono in prevalenza induisti. Tra i neri sono ampiamente diffusi riti che si rifanno a tradizioni africane come il Vudu nell'isola di Haiti e l'Umbanda in Brasile, che conta seguaci anche tra la popolazione di origine europea.
La popolazione dell'America centromeridionale è maggioranza urbana, anche se una parte consistente della popolazione vive in villaggi. Le grandi città, in particolare Città del Messico, Rio de Janeiro, San Paolo e Buenos Aires, hanno conosciuto una crescita vertiginosa, sia perché in questi paesi l'incremento demografico è molto forte, sia perché la miseria spinge in continuazione verso le città, famiglie di poveri. Perciò tutte le grandi città sono circondate da bidonville in cui si ammassano, in condizioni igieniche pessime, centinaia di migliaia a volte milioni di poveri, per i quali il furto spesso è l'unico mezzo per sopravvivere. ½ è perciò molta criminalità repressa in modo spietato dal governo.
Economia e società
I paesi dell'America latina sono considerati paesi del terzo mondo anche se, ad eccezione di alcuni di essi( in particolare Haiti, ma anche Bolivia, Guatemala, Honduras), il livello di vita non è basso come in molti paesi africani e asiatici.
L'agricoltura e l'allevamento sono spesso ancora molto praticati. Essi sono di due tipi: sulle terre migliori, di solito in mano a poche famiglie di grandi proprietari o multinazionali straniere, sorgono grandi piantagioni che producono per il mercato internazionale e pascoli in cui vengono tenute immense mandrie di bovini e greggi di pecore; sulle terre più poveri contadini e praticano un'agricoltura e un allevamento di sussistenza. Tra i prodotti dell'agricoltura di piantagione vi sono la canna da zucchero (per lo zucchero il Brasile che è il terzo produttore mondiale, Cuba il quarto), le banane (Equator quinto produttore mondiale e ), il caffè( Brasile primo produttore, Colombia secondo, Guatemala, El Salvador e Costarica rispettivamente ottavo, nono e decimo). Va anche considerata la produzione illegale di Coca, che costituisce la più importante risorsa della Colombia. Anche legname è ma ricchezza, in quanto la merce molto richiesta, mai disboscamento intensivo della foresta amazzonica costituisce una minaccia per tutta l'umanità. La regione è ricca di petrolio(Venezuela, Messico) e di minerali: ferro(Venezuela), bauxite( Brasile, Guyana), stagno( Basile, Bolivia, Perù), oro( Brasile, Colombia), argento( Perù, Messico), nichel( Cuba, Colombia), antimonio( Bolivia, Messico, Guatemala), rame( Cile, Perù, Messico), ma lo sfruttamento di queste risorse è spesso controllato da multinazionali straniere. Molti di questi paesi hanno conosciuto un certo sviluppo industriale, spesso diretto o comunque favorito dallo stato: è il caso del Brasile e nel Messico, che hanno un vasto mercato interno, del Cile e della Argentina. Molte industrie però sono di proprietà di multinazionale straniere( soprattutto statunitense, ma anche europei, tra cui italiane), che costruiscono stabilimenti di questi strati in quella manodopera a costi inferiori, riorganizzazione sindacali sono spesso proibite o comunque ostacolato dalla polizia e le leggi sull'inquinamento sono nella severa: di conseguenza una parte consistente dei profitti realizzati da queste imprese finisce all'estero. Inoltre per finanziare lo sviluppo industriale molti stati hanno fatto ricorso a prestiti internazionali e dalla fermezza per accumulare debiti che lo sono più in grado di are, a causa degli altissimi interesse. Una risorsa importante è infine il turismo, che porta molta valuta pregiata: l'America latina è infatti una delle principali regioni turistiche del terzo mondo. Essa presenta moltissime località balneari, soprattutto nelle isole Antille, in Messico(Acapulco e Cancun) e, in Brasile e numerose bellezze naturali, dalle montagne della Patagonia alla foreste amazzonica. Altrettanto importante è il turismo storico-artistico, soprattutto in Messico e in Perù, dove si trovano le rovine delle diverse civiltà precolombiane. Un autorevole attrattiva della regione è costituita da dalle popolazioni amerindi, che hanno spesso conservato il loro costume tradizionale, come accade in vaste aree del Perù e il Guatemala. In molti di questi stati e il turismo per fonte di ricchezza importante, che fornisce entrate considerevoli, anche se una parte dei guadagni finisce all'estero, perché molte delle grandi catene alberghiere sono di proprietà statunitense o europea.
Città del Messico
Città del Messico è considerata, con i circa 20 milioni di abitanti della sua conurbazioni, la più popolosa città della terra, essa è anche la più antica metropoli del continente, in quanto esisteva già prima dell'arrivo degli europei: Mexico-Tenochtitlan era la capitale degli aztechi e nel XV secolo divenne il centro di un grande impero, prima di essere in gran parte distrutta dalla spedizione di Cortes(1521). Sulle rovine della città azteca sorse la città snola, divenuta nel 1535 capitale del Vicereame della nuova Sna e poi del Messico indipendente. Essa sorge in una valle tra alcune cime vulcaniche che si estende su oltre 40 chilometri da nord a sud e i 30 km da est a ovest. La città e in continua crescita per l'afflusso di immigrati dalle camne, ma per quanto il 30.000 stabilimenti industriali offrano il 55% dei posti di lavoro disponibili Messico, i disoccupati sono moltissimi le strade sono piene di venditori ambulanti, che cercano di guadagnare necessario per vivere vendendo qualsiasi tipo di oggetti. La città azteca sorgeva sul lago, oggi quasi completamente prosciugato, mai sottosuolo, imperniato d'acqua, rimane poco stabile e sprofonda per il peso dell'nuova costruzione: il centro della città si è perciò abbassato di cinque metri di un secolo e nella difficile vedere numerosi edifici, antichi e moderni, incriminati. I gravi danni causati dal terremoto del 1935 furono dovuti, più che l'intensità delle scosse, alla scarsa consistenza del territorio e dal mancato rispetto delle norme di sicurezza, non applicato durante la costruzione degli edifici. Sono del Messico si trova oggi ad affrontare tutti i problemi delle grandi città: una crescita vertiginosa (la città aveva 500.000 abitanti all'inizio del secolo) e la formazione di bidonville in continua espansione; un traffico caotico, anche se la costruzione della metropolitana ha migliorato la situazione; un inquinamento tra i più gravi del mondo a causa della posizione della città, che rallenta il ricambio dell'aria.
Una fortezza assediata
Cuba era fino agli anni 50 uno tanti stati dell'America latina sotto un governo dittatoriale corrotto è strettamente legato agli interessi statunitensi, quello di un l'Flugencio Batista. Tra il 1956 e il 1959 gruppi di guerriglieri, tra cui è emersa e quelli guidati da Fidel Castro, riuscirono a mettere fine alla dittatura. Ed allora inizio un'ampia opera di riforma sociale, che permise un miglioramento delle condizioni di vita in tutta l'isola: Cuba ha oggi una speranza di vita di 76 anni e un tasso di alfabetizzazione pari al 94% su livelli europei, di gran lunga superiori a quelli della maggioranza degli altri stati latinoamericani. La vittoria dei rivoluzionari suscitò però l'opposizione del governo degli Stati Uniti, preoccupato per gli interessi pretesi cupa e per la possibilità che l'esempio della rivoluzione cubana fu seguito dalla popolazione di altri stati. E Stati Uniti ostacolarne in ogni modo il governo cubano, spingendo Fidel Castro e ad avvicinarsi alle posizioni comuniste e stringere un'alleanza con l'URSS. La tensione internazionale, che nel 1962 rischia di sfociare in una guerra, contribuì a rendere sempre più rigido il regime comunista cubano, che eliminò ogni opposizione, che esercitò una fortezza assediata. Falliti i tentativi di esportare la rivoluzione in altri stati americani, Cuba si trova oggi isolata sul piano internazionale, avendo perso il suo principale alleato in seguito allo scioglimento dell'URSS. Questa situazione ha indotto il governo ad avviare alcune trasformazioni economiche.
Politica
Gli stati dell'America centromeridionale sono repubbliche, alcune unitaria, altre federali, alcune presidenziali, altre parlamentari. Nella maggioranza di questi stati però le libertà civili sono garantite in misura insufficiente e sono frequenti colpi di stato: l'instabilità politica a una caratteristica della regione e ha il caso estremo nella Bolivia, che dell'indipendenza a oggi ha subito circa 200 colpi di stato(o tentativi di colpo di stato). I regimi dittatoriali nati da colpi di stato, spesso di tipo militare, reprimono ogni forma di opposizione ed alcuni di essi, come quello cileno quello argentino degli anni 70, eliminare una decina di milioni di persone, colpevoli di opporsi al governo o comunque di non condividere le scelte. Anche quando vi è un governo liberamente eletto, come avviene ormai per quasi tutti questi stati, spesso agiscono gruppi paramilitari che eliminano gli oppositori o li fanno sire nel nulla(desaparecidos). Inoltre la corruzione è largamente diffusa tra i politici e non sempre le elezioni si svolgono il modo corretto. Questa situazione ha portato alla formazione di gruppi di guerriglieri, che talvolta sono riusciti a rovesciare il governo dittatoriale da ( Cuba, Nicaragua), altre volte invece combattono da anni senza risultati apprezzabili. Un altro elemento di stabilità della regione e sono stati numerosi interventi degli Stati Uniti, che spesso hanno rovesciato o cercato di rovinare governi di sinistra( Cile, Granada, Cuba, Nicaragua) o che danneggiavano i loro interessi( Cile, Guatemala, Panama). In particolare l'azione degli Stati Uniti si è rivolta contro Cuba, l'unico stato socialista della America centromeridionale.
Ma perchè Cuba non crolla?
Leggi questa analisi della situazione cubana apparsa sul quotidiano statunitense in lingua snola Contrappunto, nel novembre 1994, ripreso in Italia da settimanale internazionale. L'autore è Lazaro Farinas.
Cinque anni dopo la caduta del muro di Berlino, e contro quasi tutte le previsioni dei cosiddetti esperti, Fidel Castro continuò a essere presidente di Cuba. Tre anni dopo lo smantellamento dell'unione sovietica, i comunisti cubani continuano a governare l'isola d'. Com'è possibile che un governo sia riuscito a resistere dopo la ssa del mondo e con cui aveva più dell'85% dei rapporti commerciale e per di più avendo come nemico il paese più potente della terra ha soltanto 90 mila distanza? cubo, senza apportare nessun cambiamento profondo la sua società, continua a mantenere una struttura sociale organizzata. Le scuole, con tutta la penuria di materiale scolastico, continuano a funzionare in. Fino a questo momento i ragazzi continuano a frequentare regolarmente e, anche si numero leggermente minore, di stile gli universitari continuano a laurearsi. Degli ospedali, anche senza medicine con un tremendo deterioramento delle apparecchiature chirurgiche, si continua a operare e occuparsi dei pazienti. È accorti di canna da zucchero, pur senza fertilizzanti, pesticidi o combustibili si continuano a fare, anche se la produzione è notevolmente diminuita. Il sistema comunista ha dimostrato di essere un fallimento, ma la coscienza nazionalista che si è sviluppata come in tutti questi anni ha dimostrato il contrario. Per salvare il paese, la sua sovranità e indipendenza, e per conservare almeno un minimo delle conquiste sociali che questo sistema comunista ha portato la nostra patria, quello che bisogna fare sono alcuni cambiamenti necessari. Ed è questo che fanno quei giovani che poco alla volta stanno conquistando sempre più potere a Cuba.
Qualità della vita
Il reddito medio dei paesi dell'America centromeridionale è inferiore a quello dei paesi sviluppati, ma nettamente superiore rispetto la maggioranza degli stati del terzo mondo. Nell'esaminare la qualità della vita va però considerato che i paesi dell'America centromeridionale e sono caratterizzati da fortissime differenze sociali, per cui accanto una minoranza che possiede grandi proprietà e un reddito altissimo, si trova una massa di popolazione che non possiede nulla, o quasi nulla: la denutrizione è un fenomeno ancora presente, la mortalità infantile è relativamente alta, l'analfabetismo diffuso. Queste differenze sono all'origine della criminalità, delle guerriglia presenti on molti di questi stati, della distruzione dell'ambiente naturale e dello sterminio delle popolazioni indigene, perché i governi preferiscono incoraggiare o almeno permettere il disboscamento dell'Amazzonia e l'eliminazione che gli indiani, piuttosto che danneggiare l'interesse dei grandi proprietari. La povertà spinge molti a cercare di emigrare verso i paesi industrializzati, e in particolare verso le stazioni. Particolarmente difficile è la situazione degli indios che, anche quando sono la maggioranza come in Guatemala, vengono esclusi dal potere, si vedono sottrarla allo terra, come succede da secoli, e se cercano di protestare o di riorganizzarsi vengono eliminati. La popolazione dell'Amazzonia, dove oggi si dirigono centinaia di migliaia di poveri alla ricerca di terra, Paschi, minerali preziosi, vengono a sistematicamente sterminati: a questo sterminio contribuiscono anche i grandi proprietari terrieri e le comnie internazionali, tese ad aumentare i loro profitti.
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