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Cenni storici del Comune di Maranello
Maranello si trova in Emilia a
circa
Di grande importanza è stata la scoperta nel
Il nome Maranello deriva con ogni probabilità
dal fatto che vi si insediò una famiglia di Marano (un comune confinante
a sud), gli Araldini o Arardini,
che vi costruì il castello, tuttora esistente, dopo la ricostruzione
seguita al terremoto del 1501. Le case intorno al castello costituiscono il
borgo chiamato Maranello vecchio. Dopo alterne
vicende il maniero fu acquistato nel 1936 dal professor Giuseppe Graziosi,
pittore e scultore di fama, che vi lavorò e vi abitò. Il castello
appartiene oggi a privati.
La già citata via Giardini, ex Statale dell'Abetone,
ha assunto una grande importanza logistica perché questa è la strada che
passa davanti allo stabilimento della Ferrari. Voluta
dal duca Francesco III per unire il ducato di Modena col Granducato di Toscana
e favorire così lo sviluppo economico e sociale del Paese, venne
iniziata nel 1766 e terminata in dieci anni: si trattava per l'epoca di una
impresa gigantesca, con una lunghezza di quasi cento km in territorio Modenese,
dal capoluogo al confine toscano. Sul percorso erano dislocati stazioni di
posta, osterie, fontane, posti di ricovero e ristoro per i viaggiatori, una
vera autostrada ante litteram. Il progetto e la
direzione dei lavori vennero affidati all'ingegnere Pietro Giardini che
impiegò nell'impresa 3000 operai. Il Duca, entusiasta del risultato,
diede alla strada il nome del suo realizzatore.
Grazie a questa strada e per la sua collocazione ai piedi dell'appennino Tosco Emiliano, Maranello
ha acquistato per i modenesi la fama di un posto buono per la villeggiatura.
All'incrocio tra
Il 1° febbraio del 1931 venne concesso al Comune il diritto di far uso dello
stemma comunale. Nel decreto di concessione si legge così:
'D'argento all'albero di pero fruttato al naturale, nodrito
su pianura verde, alla vite fruttifera di nero accollata all'albero'.
L'albero rappresenta la forza del Comune, le pere e l'uva il carattere agricolo
del territorio, l'albero che affonda le radici nel prato sta ad indicare la
fertilità della zona; la corona l'Autonomia del Comune (nel marzo del
2000 è stato posizionato nella centrale Piazza Libertà un mosaico
che riproduce lo stemma del Comune di Maranello. Si
tratta di un'opera del maestro Montanari che ha utilizzato 16.000 pezzi di
marmo e pietre semi - preziose, quasi uno per ogni abitante di Maranello, provenienti da diversi Paesi del mondo a
testimoniare l'apertura di Maranello verso gli
altri).
Questi, in sintesi, gli avvenimenti che ci portano alla Maranello
dei tempi moderni. La celebrità sarebbe arrivata con la grande svolta
avvenuta nel dopoguerra.
Maranello e ferrari La
storia della Ferrari e di Maranello
sono fortemente legate da più di 50 anni. Enzo Ferrari
iniziò dapprima una attività alternativa all'automobile in forza
del contratto con l'Alfa Romeo, seguita dalla creazione del nuovo marchio Auto Avio Costruzioni nella sede tradizionale della Scuderia Ferrari in Via Trento e Trieste a Modena. Nel 1943 la
guerra costrinse Ferrari a spostare la fabbrica fuori
Modena. La scelta cadde su Maranello dove Enzo Ferrari già possedeva una casa colonica e un qualche
appezzamento di terra.
Il decentramento, sia pure imposto dalle leggi di guerra, fu una operazione che
lo stesso Ferrari vedeva di buon occhio in quanto
faceva parte del suo progetto globale che era quello di diventare costruttore
di auto da corsa: la zona in cui aveva acquistato il terreno e dove avrebbe
stabilito la sede della Scuderia Ferrari a Modena nel
1923 era periferica (con alcuni stallaggi per cavalli da tiro) ma all'inizio
degli anni quaranta stava ormai diventando quasi centrale ed oggi è a
fianco della centralissima Piazza Garibaldi. Cominciava ad essere evidente che
sarebbero stati assai difficili eventuali ampliamenti, oltre a quelli
già realizzati con l'acquisto di piccoli lotti vicini. Il problema
semmai era decidere di quanto allontanarsi dal centro della città.
Quanto alla scelta di Maranello si potrebbe definire
una 'seconda scelta' poiché in realtà la ricerca del terreno
adatto si era svolta inizialmente nel vicino comune di Formigine.
Ma la trattativa si interruppe, e così Ferrari,
con i buoni uffici dell'allora Podestà di Maranello
Giuseppe Ferrari Amorotti,
seppe della possibilità di acquistare un terreno nel comune di Maranello contiguo a quello che Ferrari
già possedeva, e precisamente quello denominato 'Fondo Cavani' di proprietà dei coniugi Dante Colombini e Augusta Bertani in Colombini: alla loro lia Fernanda si debbono le
informazioni che hanno permesso di risalire alle origini della storia. Ci fu un
primo, poi un secondo incontro per definire i dettagli economici e quindi, come
si usava allora tra galantuomini di camna, le trattative vennero concluse da
una stretta di mano e festeggiate con una sostanziosa cena preparata dalla
signora Augusta, conosciuta come ottima cuoca.
Il tutto deve essere avvenuto prima della fine di novembre del 1942: infatti
già il 30 novembre su carta intestata della ditta Auto Avio Costruzioni Scuderia Ferrari
di Modena ed il 3 dicembre su carta da bollo di Lire 6 il titolare Enzo Ferrari presentava la prima richiesta di licenza edilizia
al podestà di Maranello per impiantare un
capannone metallico prefabbricato nella sua proprietà, appunto il
'Fondo Cavani'. Con lodevole
tempestività il Podestà concedeva l'autorizzazione il giorno 4
dicembre e questo è l'atto iniziale della lunga serie di avvenimenti che
hanno portato all'impianto attuale. C'è da notare che in quel momento
non si parlava ancora di industria meccanica (che stava a Modena) bensì
di costruzioni ad uso agricolo come si evince da una seconda richiesta, datata
12 gennaio 1943, nella quale vengono elencati tutti i terreni che componevano
l'azienda agricola, sede della futura fabbrica. Questi terreni comprendevano i
fondi Fontanile, Convoglio, Nuovo, San Martino ed il Cavani
di recente acquisizione per complessive 108 'biolche modenesi' circa
(una misura di superficie usata localmente equivalente a
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