Le Alluvioni dell'Aniene
L'Aniene
(detto popolarmente, Teverone,
termine che era relativo soprattutto alla parte bassa del fiume e che non si
usa più da almeno cinquant'anni) è un
fiume del Lazio lungo 99 km
e principale affluente di sinistra del
Tevere dopo il fiume Nera.
Ha una larghezza media di 8-10
m e una profondità che varia da 1,5 a 2,5 m e genera una corrente
piuttosto sostenuta, perlomeno nella parte centrale dell'alveo. Anticamente il
fiume si chiamava Parensius (Parenzio)
mentre il suo nome attuale, in latino Anio,
prenderebbe origine dalla leggenda secondo cui Anio,
re della Toscana, volendo perseguitare Cetego,
rapitore di sua lia, nel passare questo fiume vi restò sommerso.L'abbondanza e la continuità delle acque che lo
alimentano fanno dell'Aniene un fiume di buona
portata, che fu infatti utilizzato fin dall'antichità per alimentare
acquedotti, e successivamente come risorsa per la produzione industriale locale
e per la produzione di energia elettrica.Nel Febbraio dell'84 l'Aniene diviene il protagonista di un grave disastro quando
un'ondata di piena provoca una violenta alluvione colpendo gran parte dei
territori che lo circondano e provocando numerosi problemi alle infrastrutture,
all'elettricità e alla viabilità se non anche agli abitanti.Il 26 Febbraio tra le 8 e le 19 cadono 40 millimetri di
pioggia e la situazione peggiora sempre di più con il passare delle ore.
Il 27 Febbraio l'Aniene straripa in alcuni punti ma
il vero problema si porrà con l'onda di piena del Tevere che
creerà al punto d'incontro dell'affluente una specie di onda in grado di
causare nuovi allagamenti nella zona del Fosso S.Agnese
e sotto il Ponte Fomentano, sempre chiuso al traffico. Altre zone allagate sono
Ponte Mammolo, Tiburtina, Pietralata,
Tor Cervara e Colli Aniene che manca di energia elettrica da più di 48
ore. Vigili del fuoco, carabinieri e pompieri sono alle prese con il
salvataggio di persone rimaste intrappolate dall'acqua, animali e con il
traffico.Un altro anno problematico per i territori
che circondano l'Aniene è stato il 1991 in cui in seguito a
giorni di continua pioggia il fiume è straripato provocando seri disagi
alla zona di Villa Adriana invadendo il centro abitato di Ponte Lucano e la Via Maremma. Il 16
Novembre il fiume straripa nella zona della Sublacense
alle 8 della mattina e con il tempo la situazione peggiora a vista d'occhio. La
situazione viene aggravata dalle frane che hanno bloccato intere strade e zone
abitative. Subiaco stessa rimane isolata a causa
delle frane.Tuttavia gli
straripamenti dei corsi d' acqua non hanno portato vittime ma circa il 15%
della potenzialita' industriale dell' intera
provincia romana e circa il 30% di quella propriamente romana sono rimaste
paralizzate per molti giorni.Le fabbriche sono state
danneggiate gravissimamente e operai,maestranze e imprenditori hanno cominciato
a lavorare insieme per cercare di salvare il salvabile.Centinaia
di persone sono rimaste intrappolate nei casali e nelle borgate dove nei punti piu' infossati c'
erano 3 m
e mezzo d' acqua.Alcune aree sono rimaste
impraticabili per diversi giorni dato il livello alto dell' acqua.Gli stabilimenti sul lato sinistro della Tiburtina sembrano appena emersi dal diluvio,hanno i
piazzali interni invasi dal fango,trattori,sollevatori e gru abbandonate.I posteggi interni sono deserti.Un
centinaio di casolari sono isolati e le cave di travertino ridotte a
pozzanghere enormi.Sono molte le auto sommerse fino
alle fiancate.Tutte le colline e i dossi e ogni
rilievo della camna è inciso a raggiera da migliaia di rughe.L' acqua infatti per farsi strada verso i livelli piu' declivi ha scavato nel terreno rivoli che appena dissicati sembravano delle crepe..Da anni si conosce il regime delle acque del
territorio romano e i rischi che ne derivano. Ma allora perché non sono mai
stati presi dei seri provvedimenti? Vincenzo Mattiolo
risponde che la maggior parte dei territori a rischio sono stati edificati con
il tempo ma grazie all'abusivismo. L'unico modo per difendere Roma è
necessario lasciare al riparo di insediamenti alcune grandi superfici di territorio
specie le più declivi, tuttavia la camna ha subito un processo di
urbanizzazione a macchia non pianificato senza alcun riguardo per le
caratteristiche idro-geologiche. Gli enti e le istituzioni responsabili non
sembrano interessarsi alla situazione, esistono solo vaghi progetti. Per
risanare i
danni provocati da tale evento la giunta su proposta del sindaco stanzia 20
miliardi per aiutare gli imprenditori colpiti dall' inondazione a ripristinare
gli impianti.Non si tratta di un provvedimento
assistenziale infatti lo stanziamento del comune ripartito in 2 miliardi all'
anno consente agli imprenditori di ottenere finanziamenti ando tassi di
interessi molto agevolati.Cio' che preme di piu' è che il polo industriale della Tiburtina torni al piu' presto
alla piena attivita'.