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MEDIO ORIENTE
Il medio oriente che la parte sud occidentale dell'Asia. In questa regione si possono distinguere tra ambienti fondamentali: il tavolato desertico della penisola arabica; la 'mezza luna fertile ', che l'arco di terre coltivabili che va dalle coste del mediterraneo dalla Mesopotamia; la regione degli altipiani, che comprende la penisola anatolica, l'Iran e l'Afghanistan.
Le precipitazioni, complessivamente scarse, sono più abbondanti lungo la costa mediterranea e sui rilievi più elevati. Nel nord il clima è mediterraneo sulle fasce litoranee e prevalentemente continentale all'interno, con forti escursioni termiche tra il giorno e la notte e tra l'estate e inverno. Nel resto dell'area il clima è subtropicale, con le zone interne più aride rispetto alla costa, e decisamente desertico nella penisola arabica.
I principali problemi ambientali della regione sono connessi all'estrazione del petrolio e alla forte instabilità politica. Le attività estrattive, specie nella penisola arabica, hanno reso necessaria la costruzione di infrastrutture(pozzi, piattaforme per l'estrazione sottomarina, raffinerie, oleodotti) che hanno trasformato il paesaggio originario e talora anche i fondali sottomarini, come nel golfo Persico. Molto gravi sono state le conseguenze ambientali delle numerose guerre nell'area del golfo Persico e dello Shatt al Arab. Grandi quantità di greggio si sono riversate in mare per incidenti alle petroliere, bombardato o finite contro le mine; l'atmosfera è stata a lungo invasa da nubi di sostanze inquinanti in seguito al bombardamento di impianti chimici e all'incendio di centinaia di pozzi petroliferi.
In Turchia, una grave minaccia di ambientale è rappresentata dal continuo transito delle petroliere negli stretti dei Dardanelli e del Bosforo, dove la navigazione è resa difficile dalle correnti e dalle frequenti nebbie; negli ultimi vent'anni si sono avuti una dozzina di gravi incidenti navali.
Nel 1994 è stato varato dal governo turco un regolamento per il traffico nello stretto. In Turchia sono stati creati 17 parchi nazionali; tra i più interessanti si segnalano il parco ornitologico di Kuscennet, sul mar di Marmara, i due parchi della catena del Tauro. Anche Israele ha adottato misure contro l'inquinamento atmosferico e per la salvaguardia delle acque costiere.
La rete idrografica è molto povera. I maggiori corsi d'acqua sono il Tigri e l'Eufrate, che nascono in Turchia, nel Tauro armeno, e scorrono paralleli in territorio iracheno fino a formare, negli ultimi 150 Km, un unico fiume, lo Shatt al Arab(fiume degli arabi). Con i loro depositi e si hanno dato origine alla Mesopotamia( cioè la terra tra due fiumi), una grande e fertile pianura alluvionale, culla delle antiche civiltà dei Babilonesi, dei Sumeri e degli Assiri. I due fiumi hanno un regime piuttosto irregolare, che rende necessarie continue opere di contenimento delle acque. Lungo la costa mediterranea scorrono l'Oronte e il Giordano, entrambi importanti per l'irrigazione; il Giordano e sfocia nel mar Morto, un vasto lago salato che si trova quasi 400 metri sotto il livello del mare, nelle aree desertiche la rete idrografica è formata da uidian, letti di torrenti che si riempiono d'acqua solo in occasione delle piogge.
MARI, PENISOLE, STRETTI
Il medio oriente è formato da due grandi penisole( l'Arabica e l'Anatolica) separate da ampi golfi e mari interni abbastanza profondi( corso persico e Mar rosso, mediterraneo, Mar nero e Mar Caspio). I punti di passaggio da un mare all'altro(stretti di Hormuz e di Bab al Mandab,canale di Suez, stretti dei Dardanelli e del Bosforo) sono stati sempre oggetto di contesa tra gli stati, poiché si trovano su rotte marittime di grande importanza commerciale e militare. Fanno parte nell'area l'isola di Cipro e, nel mediterraneo, e l'isola di Socotra, nell'oceano Indiano.
RILIEVI
Il rilievo è formato essenzialmente da grandi tavolati: altopiano arabico sud e negli altipiani anatolico ed iranico a nord e a est; questi ultimi sono delimitati da poderosa catena montuosa che di origine recente, quindi aspre ed elevate, poste sulla stessa linea che va dalle Alpi all'Himalaya. In Turchia il Tauro e i monti Pontici bordano il vasto altopiano anatolico; la vetta più alta, all'estremità orientale della Turchia, è il Massiccio dell'Ararat(5123m). L'altopiano iranico è orlato dai monti Elbruz, la cui cima più alta raggiunge i 5670 m, e dai monti Zagros. A est, nel territorio in gran parte montuoso dell'Afghanistan, si erge l'Hindukush. La penisola arabica è bordata lungo i litorali da rilievi formatisi molto recentemente, quando la crosta terrestre si è prima inarcata e poi spaccata in corrispondenza del mar Rosso, dando origine alla grande fossa tettonica che separa l'Asia dall'Africa. I più alti di questi rilievi si trovano nello Yemen occidentale.
Nel medio oriente vivono molti popoli diversi, in larga maggioranza musulmani. I principali, per consistenza numerica, sono gli arabi, i turchi, gli iraniani e i curdi. Gli arabi sono originali della penisola arabica, dove costituiscono la totalità della popolazione, come pure in Libano in Giordania mentre sono la maggioranza in Iraq e in Siria. Molti arabi vivono anche in Israele. Benché gli arabi siano considerati un unico popolo, tra di essi vi sono differenze profonde, che sono talvolta all'origine di contrasti: alla maggioranza sunnita si oppongono minoranze sciite, presenti soprattutto in Iraq è e in Libano, e qui mi sono anche arabi cristiani, i maroniti.
I turchi, che si stabilirono in questa regione nel basso medioevo, vivono in Turchia, ma vi è una minoranza turca nell'isola di Cipro. Sono turchi, pur costituendo un popolo a parte, anche gli Azeri(Iran e Azerbaigian).
E iraniani o persiani sono i discendenti dei popoli che abitavano la Persia sono il gruppo più numeroso in Iran( 45% della popolazione), dove vivono però numerose altre popolazioni; essi sono musulmani, ma a differenza dei turchi e della maggioranza degli arabi sono sciiti e non sunniti.
I curdi infine vivono da tempi antichissimi in una vasta regione che comprende la Turchia sud orientale, Iraq settentrionale ed una parte dell'Iran occidentale, oltre ad alcuni lembi della Siria. E lì sono sicuramente i oltre 10 milioni(le organizzazioni curde parlano di 20 milioni) ma la loro stessa esistenza è negata dai governi stati in cui essi sono più numerosi: in Turchia ad esempio vengono definiti come ' turchi delle montagne ', può costituendo un popolo completamente diverso. I governi dell'Iraq, della Turchia e dell'Iran hanno attuato nei loro confronti una repressione feroce, che ha visto lo sterminio sistematico della popolazione civile e l'uso di gas chimici, soprattutto da parte dell'Iraq, per uccidere gli abitanti dei villaggi. Sono nel 1991, in seguito alla guerra del golfo, i curdi iracheni hanno ottenuto una certa autonomia.
Accanto a queste popolazioni per numerose, ve ne sono altre, che hanno svolto un ruolo importante nella storia della regione. Gli ebrei, che vivevano in Palestina nell'età antica, si dispersero in altre regioni nel periodo del dominio romano: è questa la diaspora ebraica. Molti ebrei ritornarono però in Palestina quando la regione passò sotto dominio inglese ed altri ancora e vi si stabilirono dopo la seconda guerra mondiale, quando il Palestina venne creato uno stato ebraico, Israele. Oggi l'immigrazione di ebrei in Israele continua, incoraggiata dal governo che mira a rafforzare la presenza ebraica nella regione:gli ebrei israeliani provengono perciò dai paesi europei, da quelli asiatici e da quelli africani e formano un gruppo molto eterogeneo, anche se accomunato dalla religione israelita.
In questa regione vivono anche, da tempi molto antichi, alcuni popoli cristiani: armeni, georgiani, greci. Gli armeni fondarono un proprio regno già tra il II e il primo secolo a.C. e furono poi sottomessi dai turchi ottomani. Essi erano numerosi nella Turchia orientale fino a inizi del XX secolo, dai turchi, per soffocare le richieste di dipendenza, procedette al massacro sistematico degli armeni, terminando le quasi un milione, per cui gli armeni si trovano oggi solo in Armenia e in Azerbagian. Anche i georgiani, e il cui stato prende il nome da San Giorgio, vivono nella regione a sud del Caucaso, dove formarono un proprio stato nell'XI secolo d.C., rimasto indipendente fino alla fine del XVIII secolo. I Greci sono presenti solo nell'isola di Cipro, dove costituiscono la maggioranza della popolazione. Un tempo essi erano numerosi anche nell'odierna Turchia, ma furono costretti ad andarsene dopo la prima guerra mondiale. Nelle aree desertiche secolo della penisola arabica vi sono ancora popolazione nomadi, ma nella maggior parte della regione la popolazione distribuita tra i villaggi delle città. Di solito la popolazione è più numerosa di quella rurale e tende ad aumentare per l'immigrazione dalle camne, alcune città hanno un'origine molto antica, come Gerusalemme e Damasco, Baghdad e Sana, nello Yemen, mentre altre sono state fondate o comunque si sono sviluppate sono in tempi recenti, come Ankara, capitale della Turchia. Diverse città superano ormai il milione di abitanti, anche se nessuna si colloca tra le metropoli dell'Asia. Tra le città principali vi sono Teheran, capitale dell'Iran e le tre capitali delle repubbliche ex sovietiche: Tbilisi in Georgia, Eravan in Armenia e Baku in Azerbaigian.
La regione è interessata la diversi fenomeni migratori: spostamenti dai paesi più poveri verso i paesi produttori di petrolio; il migrazione verso l'Europa, dove gli immigrati turchi sono molto numerosi, soprattutto in Germania; spostamenti interi dovuti a guerre e persecuzioni, come nel caso dei curdi spesso deportati; immigrazione di ebrei verso Israele
Il medio oriente fu la prima regione in cui, circa 10000 anni fa, gli uomini cominciarono ad addomesticare animali e a coltivare alcuni vegetali: di qui l'allevamento e l'agricoltura si diffusero nel mondo e di qui provennero anche le invenzioni e le scoperte che, come il tornio e l'aratro, la ruota il telaio, la scrittura è la lavorazione del bronzo, trasformarono la vita degli uomini. In questa regione si formarono le prime civiltà urbane: quella dei sumeri e poi degli assiro babilonesi in Mesopotamia, tra i fiumi Tigri ed Eufrate,quella fenicia sulla costa della Siria, quella degli ebrei in Palestina, quella degli Hittiti in Anatolia e quella dei medi e dei persiani in Persia.
All'impero persiano, conquistato dal re dei macedoni Alessandro magno( IV secolo a.C.), succedettero altri imperi, fino a che Roma e i Parti non si divisero la regione: a est l'impero romano, che comprendeva la Palestina, dove Gesù predicò la religione cristiana; ad ovest l'impero dei Parti, passato poi(224 d.C.) ai Sasanidi.
Nella penisola arabica le popolazioni arabe rimasero divisi in tribù, fino alle VII secolo d.C., quando la predicazione di Maometto vi diffusero una nuova religione, quella musulmana. Il nome di questa religione gli e arabi si unirono e si lanciarono alla conquista dell'intera regione. 30 anni dopo la morte di Maometto(632) quasi tutto il medio oriente era dominio arabo e nel secolo successivo queste conquiste vengano ancora ampliate. La regione conobbe allora un periodo di grande sviluppo: La Mecca fu il centro della nuova religione, praticata da milioni di uomini; Damasco prima, sotto gli Omayyadi(661-750), e Baghdad poi, sotto la dinastia degli Abbasidi(750-8479, furono le capitali dell'impero che si estendeva dall'atlantico all'India e in cui vi era una continua circolazione di merci e di uomini, di invenzioni e conoscenze.
Alla fine dell'alto medioevo l'impero arabo cominciò a dividersi in tanti stati, in cui spesso dominavano altri popoli musulmani. Tra queste emersero i turchi ottomani, che nel XVI secolo conquistarono tutta parte occidentale della regione e, in Europa, la stessa Bisanzio(oggi Instambul), mentre la Persia forma uno stato indipendente sotto la dinastia dei Safavidi( XVI secolo d.C.).
Il medio oriente conobbe relativamente tardi il colonialismo europeo e: all'inizio dell'800 la Russia conquistò alcune regioni la catena del Caucaso e l'Inghilterra estese il suo dominio sulla parte meridionale della penisola arabica, ma fu solo dopo il controllo dell'impero ottomano, al termine della prima guerra mondiale, che la regione fu di fatto divisa tra le potenze europee(1920): Siria e Libano alla Francia, Iraq, Trasgiordania nel 1946; nel 1948 e in Palestina si formò lo stato ebraico di Israele. Gli stati minori della penisola arabica divennero pienamente indipendenti alcuni anni più tardi. Il colonialismo europeo ebbe perciò breve durata, ma le sue conseguenze furono importanti, sopratutto in Palestina. Lo scioglimento dell'URSS(1991) portò all'indipendenza i tre nuovi stati nella regione: Armenia, Georgia e Azerbaigian, provocando però lo scoppio di conflitti nazionali.
Nella penisola arabica vi sono ancora alcune monarchie assolute, altrove quasi completamente sse. A capo della Arabia saudita, del Bahrein, dell'Oman, dei sette stati che costituiscono la federazione degli emirati arabi uniti, vi sono famiglie di sceicchi che hanno un potere assoluto e che non hanno mai concesso una costituzione. Una situazione simile si trova in Kuwait, dove la costituzione è stata di fatto sospesa nel 1986. Quasi tutti gli altri stati sono sotto regimi dittatoriali o che comunque pongono gravi limitazioni alle libertà civili di tutta la popolazione o di una sua parte, anche quando formalmente vi sono libere elezioni: il medio oriente, per le condizioni di instabilità politica, la frequenza delle guerre, gli interventi delle grandi potenze, la presenza di fortI tensioni integraliste musulmane, si presenta oggi come un'area da cui è quasi completamente assente la democrazia.
Il medio oriente e anche la regione in cui dopo la fine della seconda guerra mondiale sono probabilmente avvenute più conflitti, sia tra stati, sia all'interno di uno stesso stato. La presenza del petrolio contribuisce a rendere particolarmente importante il controllo di questa regione, come pure la sottoposizione, ai confini dell'Europa, dell'URSS(prima della crisi del 1991), dell'India. Le grandi potenze degli stati europei, per mantenere buoni rapporti con i paesi della regione e difendere i propri interessi economici, hanno rifornito di questi stati, contribuendo così allo scoppio di conflitti. Nella regione sono state combattute numerose guerre tra stati, per il dominio sulla regione contesa(tra Iran e Iraq, 1978-l988; tra Yemen del nord e del sud, 1979; tra Azerbaigian e Armenia per il controllo della regione autonoma del Nagorno Karaba, popolate da armeni ma posta all'interno della Azerbaigian, 1991- 1994) o per l'invasione di uno stato da parte di uno stato: nel 1974 la Turchia invase la parte orientale dell'isola di Cipro, dove vive una minoranza turca; nel 1990 l'Iraq invase il cui Kuwait, provocando la reazione della comunità internazionale e l'ONU autorizzò gli USA e i loro alleati ad intervenire militarmente( guerra del golfo 1990).
Molti conflitti della regione dipendono dalla presenza dello stato di Israele: quattro guerre
(1948-49,1956,1967,1973) hanno opposto Israele agli stati arabi. Alle origini del problema, tuttora aperto, è l'insediamento di numerosi ebrei in Palestina, durante il periodo del dominio coloniale inglese. La Palestina era stata un tempo abitata dagli ebrei,
ma dopo la diaspora ebraica la popolazione della regione era costituita quasi esclusivamente da arabi. In seguito alle persecuzioni a cui erano sottoposti in Europa, molti ebrei cominciarono a pensare che avrebbero potuto vivere in pace solo in un proprio stato e decisero di crearlo in Palestina, con l'appoggio inglese( dichiarazione di Belfour, 1917). Gli arabi palestinesi si ribellarono al moltiplicarsi degli insediamenti ebraici, ma gli inglese preparassero la rivolta(1936-39). Dopo la seconda guerra mondiale l'ONU decise di creare in Palestina due stati: uno ebraico, Israele, e un arabo. Gli stati arabi non accettavano questa divisione e nel 1948 scoppiò la prima delle quattro guerre che opposero Israele, appoggiato dagli USA, agli stati arabi, alcuni dei quali ricevettero l'appoggio dell'URSS. Le guerre videro il progressivo ampliarsi dei territori israeliani ed oggi Israele occupa tutta la Palestina e le alture del Golan, in Siria. in seguito alla guerra e centinaia di migliaia di arabi palestinesi hanno lasciato la loro terra, in parte spontaneamente, in parte costretti dal governo israeliano, e le loro proprietà sono state assegnate ad ebrei immigrati da altre regioni. I palestinesi al di fuori della Palestina sono oggi oltre tre milioni, quelli nei territori occupati da Israele circa 1.700.000. Essi sono riuniti in organizzazioni, tra cui la più importante è l'OPL( organizzazione per la liberazione della Palestina), e rivendicano il diritto di ritornare nella loro terra e di costituire uno stato indipendente nei territori occupati da Israele nel 1967. Accordi raggiunti tra il 1994 e il 1995 hanno concesso gli arabi palestinesi di Gaza( un territorio un tempo egiziano) e di alcune aree della Cisgiordania( un tempo parte della Giordania) una certa autonomia amministrativa, che però non è giudicata sufficiente dai palestinesi ed è considerata eccessiva da molti ebrei: il problema è ben lontano dall'essere risolto.
Molti stati della regione sono stati dilaniati da guerre civili per contrasti politici(Yemen del nord, 1962-l970; Yemen dopo la riunificazione, 1994; Georgia; Azerbaigian) o per la presenza di minoranze in conflitto con il governo nazionale: è il caso della Georgia, dove le due minoranze musulmane, gli Abcasi e gli Osseti, furono perseguitate(1991) e soprattutto dei curdi, che conducono una disperata guerriglia in difesa della propria esistenza in Turchia. La guerra civile che dilaniato il Libano dal 1975 al 1989, opponendo le diverse popolazioni che vivono in questo paese, fu invece una conseguenza del conflitto arabo-israeliano.
Tali guerre provocano spesso gravissimi danni: durante la guerra del golfo furono sganciate sulla Iraq 85.000 tonnellate di bombe i pozzi petroliferi del Kuwait vennero incendiati dall'esercito iracheno; incendio, durato parecchi mesi, causò fortissimi inquinamento atmosferico e un sensibile aumento della quantità di anidride carbonica presente nell'atmosfera; inoltre un'immensa chiazze di petrolio, fuoriuscito dai pozzi, si estese nel golfo persico, distruggendo ogni forma di vita su una superficie molto ampia. L'instabilità politica e le tensioni sono aggravate dallo svilupparsi dell'integralismo islamico: in Iran la presente un regime di tipo teocratico( in cui il potere politico è in mano alle autorità religiose), che si distingue per la sua intolleranza e legge islamica è la legge di stato, per cui ad esempio le donne devono obbligatoriamente portare il velo; nel 1989 l'ayatollah(capo religioso) Khomeini ordinò ai musulmani nel monde di uccidere lo scrittore Salman Rushdie, colpevole di aver scritto un libro giudicati rispettose nei confronti di Maometto. Inoltre l'Iran finanzia gruppi integralisti che agiscono in altri paesi e che stanno rafforzandosi.
Il medio oriente è una regione in gran parte desertica, in cui l'agricoltura è possibile solo in alcune rare e millenni di sfruttamento del suolo hanno reso sterili o comunque scarsamente produttivi territori un tempo fertilissimi, come gran parte della Mesopotamia. L'attività tradizionale prevalente è perciò l'allevamento, integrato dalla agricoltura nelle aree più fertili e in quelle dove una massiccia irrigazione permette di compensare l'aridità del clima, come avviene in vaste zone di Israele: in queste aree vengono coltivati di diversi prodotti destinati all'esportazione, come agrumi ed altri frutti.
L'economia della regione dipende oggi principalmente dal petrolio, di cui il sottosuolo del medio oriente è molto ricco: tra paesi di questa regione si trovano alcuni dei principali produttori mondiali, come l'Arabia saudita, l'Iran,l'Iraq, gli emirati arabi, il Kuwait, l'Oman, il Qatar. la presenza del petrolio costituisce un'importante fonte di ricchezza, soprattutto dopo che lo sfruttamento è passato dalle grandi comnie statunitensi ed europee( quali la Royal Dutch Shell, la Glf o le Standard Oil) agli stati della regione: l'Iraq81972), l'Iran(1973), il Kuwait(1975), il Qatar(1976), il Bahrein(1978) e l'Arabia saudita(1980) hanno ripreso il controllo dei propri giacimenti. Altrettanto importante fu la costituzione dell'0PEC(1961), che permise di determinare il prezzo del petrolio e di imporre alcuni sensibili aumenti(1973,1979). Il paese produttore di petrolio e del medio oriente poterono allora investire notevoli capitali nello sviluppo sociale ed economico, anche se molte spesso i profitti furono gestiti dai gruppi al potere, a proprio esclusivo vantaggio: milioni di petroldollari( i dollari ricavati dalla vendita le petrolio) furono spesi per l'acquisto di beni di lusso o vennero investiti negli Stati Uniti, mentre le condizioni di vita della popolazione si trasformavano molto lentamente; ancora oggi questi stati hanno un livello di vita assai inferiore a quello che si ritrova in altri paesi con lo stesso reddito.
Negli anni 70 però la situazione si modificò. Lo sfruttamento di nuovi giacimenti e la presenza di nuovi produttori provocò una caduta dei prezzi(da 34 dollari al barile nel 1981 a 10 nel 1986), tanto più che l'accordo tra i paesi arabi venne meno. Inoltre le frequenti guerre possono questi paesi in una condizione di dipendenza nei confronti dei fornitori d'armi e degli Stati Uniti in particolare, che intervennero più volte nella regione. Oggi, pur continuando a ricavare grandi ricchezze dalla vendita del petrolio, questi paesi non sono più in grado di sostenere un ritmo di sviluppo come quello degli anni '70.
I paesi che non producono petrolio, come a Turchia, hanno conosciuto uno sviluppo molto lento e sono ancora oggi esportatori di prodotti alimentari e materie prime; da questi stati molti lavoratori che si dirigono verso paesi produttori di petrolio o verso l'Europa alla ricerca di un lavoro.
Il turismo costituisce una risorsa importante in alcuni paesi, come l'Israele e la Turchia, mentre in altri, in particolare in Iraq e in Iran, la situazione politica non favorisce l'afflusso di turisti.
I paesi del medio oriente non sono tra i più poveri del terzo mondo e degli introiti del petrolio hanno permesso un generale innalzamento del livello di vita in molti stati: essi si collocano perciò in una situazione intermedia tra gli stati sviluppati e quelle tra poveri. Nei paesi molto ricchi, come il Kuwait, il Qatar, Bahein e gli emirati arabi uniti, si sono avuti notevoli miglioramenti negli ultimi trent'anni, anch'esse, essendo le ricchezze derivate dal petrolio concentrate nelle mani di poche famiglie, le condizioni di vita della maggioranza della popolazione rimangono nettamente inferiori a quelle dei paesi europei. L'analfabetismo è ancora una realtà largamente presente tra gli adulti e in molti stati la speranza di vita non supera i 65 anni. Le frequenti guerre e i regimi dittatoriali presenti in quasi tutti gli stati della regione costituiscono un altro elemento che contribuisce pesantemente a peggiorare le condizioni di vita della popolazione, in particolare delle minoranze religiose o nazionali, come i curdi.
In generale in questi stati vi è da secoli un divario molto forte tra la condizione degli uomini e quella delle donne e la diffusione dell'integralismo musulmano assegnato un netto peggioramento della condizione femminile anche in stati in cui le disparità si erano ridotte come l'Iran.
Dall'inizio della rivoluzione islamica a oggi i curdi iraniani hanno subito la durissima repressione esercitata dal governo di Teheran nei confronti di tutti i gruppi di opposizione. Ad esempio, il 14 settembre 1981, 18 operai curdi vennero uccisi in una fabbrica di mattoni situata nel villaggio di Sarougliamish, ad opera delle guardie rivoluzionarie, che poi arrestarono 70 abitanti del villaggio. I curdi iraniani hanno subito esecuzioni sommarie, torture e processi iniqui. Le torture vengono inflitte sia come pene dettate dalla legge coranica(fustigazioni, lapidazioni, amputazioni) sia come forma di pressione esercitata nei confronti dei prigionieri per estorcere confessioni o indurla a a pubbliche è ritrattazione. Fra gli iraniani rimpatriati forzatamente dalla Turchia nel 1986, che urano almeno tra rifugiati curdi, giustiziati a Orumish nel novembre 1986.
In Uraq si sono verificate e continuano a verificarsi le repressione di più ampia portata nei confronti della popolazione curda: i curdi iracheni hanno infatti sempre rappresentato la resistenza più matura e organizzata, subendo così deportazioni di massa in Iran, bombardamenti di interi villaggi e attacchi con armi chimiche che hanno sterminato migliaia di civili inermi, tra cui molti bambini. Allo scoppio della guerra tra Iran e Iraq le autorità irachene ordinarono le deportazioni di migliaia di famiglie il curde in Iran, sostenendo che esse fossero di discendenza iraniana pronto la maggior parte dei deportati erano donne, vecchi e bambini, mentre i maschi( minorenni compresi) vennero arrestati e imprigionati senza alcuna imputazione. Parecchie migliaia di curdi iracheni, in tutti gli anni 60, sono stati arrestati, uccisi, e fatti sparire dalle forze di sicurezza o dai servizi segreti iracheni. Ad esempio, 8 mila curdi sono ssi nell'agosto 1983 dalla provincia di Arbil, nell'Iraq settentrionale. A otto anni dall'episodio, degli 8 mila curdi non si sa ancora nulla: le la famiglia temono che siano stati giustiziati. Tra settembre ed ottobre 1985, altri 3.000 ragazzi curdi tra i 17 e 23 anni sono stati arrestati dalle forze di sicurezza irachene a Sulaimaniya: pare fossero stati catturati come ostaggi per costringere i loro parenti( disertori o combattenti Peshmerga) a consegnarsi all'autorità. I 3 mila ragazzi che sarebbero state sottoposte tortura ed almeno 29 di essi sarebbero stati giustiziati. Nel settembre 1987 il governo iracheno ha confermato l'esecuzione di 7 ragazzi. Nel biennio 1987-88 è stata attuata la più grande repressione nei confronti della popolazione curda, soprattutto di civili non combattenti. Le circostanze in cui le autorità irachene hanno usato le armi chimiche, provocando migliaia di morti, indicano chiaramente l'esistenza di un disegno politico teso all'eliminazione dei curdi iracheni. Nello spazio di due soli giorni, il 16 e 17 marzo 1988, circa cinquemila curdi sono stati uccisi nella città di Halabja ha seguito di un attacco chimico; meno di dieci giorni dopo, è stato lanciato un altro attacco chimico nella regione di Qaradash: centinaia di sopravvissuti, forse 400, sono state arrestate dai soldati iracheni mentre tentavano di raggiungere Sulaimaniya per farsi curare: sono stati giustiziati da un plotone di esecuzione il 2 aprile, presso la base militare di Tanjaro.
Gli attacchi delle forze irachene sono proseguiti su tutta l'area abitata dai curdi, che sono fuggiti in massa verso i confini turchi e iraniano: il 31 agosto 1988 le autorità turche hanno confermato di aver dato temporaneamente rifugio a circa 57 mila curdi iracheni. Tra la fine del 1988 e il 1990 centinaia di curdi sono stati uccisi in modo sommario dopo essere stati convinti dall'autorità irachene a fare una data rientro nel paese, dietro la falsa promessa di una amnistia.
Amnesty International in oltre preoccupazione per la crescente negazione dei diritti delle popolazioni curde: ai turchi curdi a non è legalmente riconosciuto il diritto di usare la propria lingua, e sono loro negati ulteriori diritti soltanto a causa della loro origine etnica.
In Turchia, nell'ultimo decennio più di 250 mila persone sono state arrestate per ragioni politiche, subendo nella maggior parte dei casi dure torture. Molte delle più ferrate torture sono state subite dai curdi che abitano nella regione sud-orientale della Turchia.
Nonostamte la Turchia abbia ratificato le due convenzioni dell'ONU e del consiglio d'Europa contro la tortura, Amnesty International ritiene che la tortura in Turchia sia estremamente diffusa, nei confronti degli oppositori politici e degli esponenti della comunità curda.
'Che cosa voglino i curdi' di Jasim Tawfik
Da circa settant'anni il popolo curdo viene represso, deportato, massacrato, privato della sua terra natale, della sua identità e della sua esistenza. Esso è vittima della politica dittatoriale degli stati che lo opprimono. Eppure il popolo curdo chieda unicamente il soddisfacimento dei suoi diritti elementari, e cioè:
1 Pari diritti, dignità e rispetto reciproco con i popoli arabo, turco e persiano.
2 Il ritiro dai territori curdi delle truppe militari che attualmente hanno il compito di reprimere il movimento curdo.
3 Rispetto della democrazia parlamentare, pluralismo politico, ecnico, culturale, religioso.
4 Rientro nei loro territori di origine di tutti deportati, con adeguato risarcimento dei danni subiti affinché possono condurre una vita finalmente pacifica tranquilla.
5 Costruzione di nuove scuole e università; diffusione i giornali, riviste e installazioni radio TV in lingua curda nelle zone curde.
6 Aumento dei progetti di sviluppo economico delle regioni curde, compatibili con le risorse e capacità le paese.
7 Libertà di accesso a tutti gradi delle università e della pubblica amministrazione, senza distinzioni di razza, di lingua o religione.
8 Partecipazione alle decisioni politiche, economiche e culturali degli stati in cui i curdi vivono.
9 Autogoverno nelle regioni a maggioranza curva e autonomia politico-amministrativa.
10 Riconoscimento al popolo curdo del suo diritto all'autodeterminazione. Tutte queste richieste, semplici ed elementari, sono sancite dalla carta e da numerose risoluzioni dell'ONU, dalla dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, la dichiarazione universale contro ogni forma di discriminazione razziale, dai panni dell'ONU sui diritti i civili, politici ed economici e sul diritto alle minoranze.
È davvero paradossale che un popolo, alla fine del XX secolo, sia costretto a subire tutta questa sofferenza, privato di diritti tanto semplici quanto fondamentali, senza che il mondo se ne accorga!
Gerusalemme conta appena e mezzo milione di abitanti: assai meno di Ankara o Damasco, Baghdad o Teheran. Nonostante alcune attività industriali, commerciali, turistiche e amministrative, essa non è certo uno dei centri commerciali principali della regione, eppure la sua importanza è eccezionale, per il posto che occupa nella storia delle religioni. Capitale dell'antico regno di Israele al tempo del re Davide e soprattutto di Salomone(960-920 a.C.), che vi fece costruire un palazzo reale e un grande tempio, Gerusalemme è da 3000 anni la città santa degli ebrei, anche se di quel passato è rimasto pochissimo. Gerusalemme fu anche a città in cui secondo i Vangeli, Gesù venne crocifisso risorse: essa è perciò città santa per tutti cristiani, che già nel medioevo vi si recavano in pellegrinaggio, affrontando per notevoli rischi, e oggi vi si trovano chiese cattoliche, ortodosse, copte, armene. Quando gli arabi conquistarono Gerusalemme, essi costruirono moschee( in particolare la moschea di Omar 687-691, una delle più antiche dell'islam, dove starebbe custodita la pietra della creazione) e anche per i musulmani Gerusalemme è ricca di luoghi sacri. Città santa di tre religioni, Gerusalemme è oggi al centro del contrasto che oppone l'una all'altra le correnti integralisti di queste religioni e Israele ai paesi arabi. Nel 1948 il progetto dell'ONU di spartizione della Palestina tra un territorio arabo e uno israeliano assegnò a Gerusalemme, in cui gli arabi erano la grande maggioranza, allo stato arabo, ma durante la guerra le truppe ebraiche arrivarono fino alla città, che rimase divisa in due parti: tutto il centro storico rimase arabo, la parte occidentale, più recente, passò invece allo stato di Israele e vi si stabilirono numerosi coloni ebrei. Nel 1968 anche il centro storico di Gerusalemme e fu conquistato dall'esercito israeliano il fatto venne unito lo stato di Israele, che vi ha trasferito la capitale, nonostante l'opposizione degli stati arabi dell'ONU. Oggi a Gerusalemme i contrasti e gli scontri tra i diversi gruppi etnici e religiosi non sono rari e contribuiscono ad aggravare la tensione esistente tra arabi ed ebrei.
La Mecca era già nel periodo preislamismo una città santa per gli arabi. La predicazione di Maometto ne fece la capitale spirituale del mondo musulmano e, a causa dell'obbligo per tutti i credenti di recarvisi almeno una volta nella vita, essa è divenuta meta di milioni di pellegrini dall'Asia e dall'Africa. Non si tratta di un centro industriale o commerciale o politico, ma esclusivamente di un centro religioso, in cui le uniche attività economiche sono quelle legate all'accoglienza dei pellegrini. Alla Mecca possono recarsi soltanto i musulmani, in quanto l'ingresso alla città santa dell'Islam è proibito ai seguaci di tutte le altre religioni.
"L'acqua al centro dei conflitti"di R.Cans, apparso nel 1995 sul quotidiano francese Le Monde.
Quando si pensa all'"Oriente complicato"si immaginano barili di oro neri, missili, moschee e si dimentica invece un elemento molto semplice e, proprio per questo, importantissimo: l'acqua. Eppure l'offensiva israeliana nel giugno del 1967 aveva proprio lo scopo di far sire la minaccia che incombeva sul suo sistema di approvvigionamento idrico. Infatti a nord, sulla alture del Gola, la Siria aveva cominciato a costruire dighe su due affluenti del fiume Giordano che alimentava il lago di Tiberiade. Questo lago è l'unica riserva di acqua dolce per Israele ed è qui che pesca il suo "grande acquedotto nazionale" . Impossessarsi del Golan, della Cisgiordania e,nel 1982, della riva sinistra del fiume Litani, in Libano, Israele si è impadronito dei territori considerati strategici per il suo approvvigionamento idrico. Viceversa il Sinai non offre a questo riguardo alcuna prospettiva interessante. Questo spiega perché Israele lo abbia restituito all'Egitto, nonostante i suoi pozzi petroliferi. Anche oggi il problema principale nei negoziati di pace è sempre lo stesso: la restituzione dei territori che controllano l'uso dell'acqua. La striscia di Gaza, con la sua falda freatica, ormai esaurita, che comincia a diventare salmastra, non cela nessuna risorsa interessante per Israele. Non c'erano quindi gravi ostacoli che impedissero la sua restituzione ai palestinesi. La Cisgiordania, al contrario, dispone ancora di un'importante falda sotterranea, che gli israeliani sfruttano per oltre l'80%, sia sul posto con i coloni, sia nel loro territorio attraverso pompe e canalizzazioni. A tal punto che, in Cisgiordania, 100.000 abitanti dello stato ebraico consumano tanta acqua quanto un milione di palestinesi.
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