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SUDAFRICA
I problemi della nuova democrazia
Ricco delle rose minerarie, dotato di moderne infrastrutture e di industrie sviluppate, abitato da una consistente minoranza bianca, il Sudafrica rappresenta un caso particolare fra gli stati del continente. Il paese è stato per molti anni dilaniato dai conflitti tra bianchi e neri determinati dal regime di apartheid, superati in gran parte grazie al processo di democratizzazione del 1991-94, che ha portato alla coesistenza pacifica la comunità bianca e quella composita dei neri. Il nuovo Sudafrica di Nelson Mandela sia trovato peraltro affrontare numerosi nuovi problemi, di natura sociale e, politica e soprattutto economica. L'apartheid ha infatti prodotto profonde disparità fra la popolazione bianca e quella nera, e ha dato luogo a un'economia a due velocità, divisa tra un settore avanzato sul modello occidentale, gestito dalla élite bianca, e un'economia di sussistenza del terzo mondo, che coinvolge la grande maggioranza dei neri.
Il lungo conflitto tra bianchi e neri
I primi insediamenti europei nella regione risalgono alla seconda metà del XVII secolo, quando alcuni coloni olandesi(boeri) sbarcarono nella zona del capo di buona speranza. A questi sia giusto lo gruppi di coloni inglesi, che nel 1814 presero possesso della regione(colonie del capo e del natal). Il dominio inglese provocò la migrazione dei boeri verso l'interno(1834-44), dove diedero vita alle repubbliche dell'Orange e del Transvaal. I contrasti sfociarono nella guerra anglo-boera(1899-l902), che terminò con la vittoria britannica: l'Orange e il Transvaal furono annesse alla colonia inglese dell'Africa australe, che nel 1910 divenne autonoma nell'ambito del Commonwealth con il nome di unione sudafricana. L'oligarchia anglo-boera privo a i neri dei diritti politici e civili e impose un rigido regime di segregazione razziale( apartheid ). Negli anni 50 l'opposizione nera si organizzò nell'ANC( African National Congress, congresso nazionale africano) guidato da Nelson Mandela, mentre il governo sudafricano approvava nuove leggi discriminatorie. Isolato e condannato dall'ONU, il regime segregazionista decise, nel 1961, di uscire dal Commonwealth e di proclamare la repubblica sudafricana. La mitigazione di alcuni aspetti dell'apartheid, nei decenni successivi, non migliorarono le condizioni di vita dei neri, che organizzarono rivolte contro il governo. Le violente repressione attuate dal regime negli anni 1984-85 indussero numerosi paesi(USA, CEE e Giappone) ad adottare sanzioni economiche nei confronti del Sudafrica. Nel 1990, dopo l'ascesa al potere di Frederik De Klerik, i neri hanno ottenuto alcune concessioni, come la progressiva abolizione della legislazione segregazionista, la legalizzazione dell'ANC (bandito dal 1960) e la liberazione, dopo 27 anni di carcere, di Nelson Mandela. Nel dicembre 1990 tra il parlamento a maggioranza bianca ha approvato la nuova costituzione, che riconosce pari diritti a bianchi e neri. Alle prime elezioni libere multirazziali, nell'aprile 1994, l'ANC ha avuto la maggioranza e Mandela è stato eletto presidente della repubblica.
Un mosaico di etnie e tribù
La popolazione è composta da neri(75,1%), bianchi di origine europea( 13, 7%), meticci(o coloureds) discendenti dagli incroci tra bianchi e neri(8,7%) e asiatici(2,5%), in prevalenza indiani. La quasi totalità della popolazione nera appartiene all'etnia bantu, suddiviso in diverse tribù( la principale è quella degli zulu, il gruppo più numeroso dell'intero paese); sono inoltre presenti piccole minoranze di boscimani e ottentotti, gli originari abitanti della regione, respinti dagli europei e dai bantu nelle aree aride ed inospitali del paese. La popolazione bianca è divisa in due gruppi principali non completamente integrati fra loro: gli afrikaners(60%), discendenti dai coloni olandesi giunti nella regione nel XVIII secolo, e la comunità inglese insediatasi successivamente. Le lingue ufficiali sono l'afrikaans, un idioma di origine olandese, e l'inglese. Tra la popolazione nera sono diffusi i dialetti bantu(zulu, xhosa, ecc.). La popolazione bianca è larga maggioranza di religione cristiana protestante; anche i neri e meticci sono in maggioranza cristiani, ma numerosi sono i seguaci di culti animisti; gli asiatici sono di religione induista o musulmana. La densità demografica media è di 29, 4 abitanti per chilometro quadrato, ma la popolazione è ripartita il modo disomogeneo fra le varie religioni: le aree più popolose sono la provincia del Natal e la parte centrale del Transvaal.
Le città principali
Nel Transvaal si trovano due fra le maggiori città del paese: Johannesburg, il principale polo economico sudafricano, al centro del grande bacino acquifero di Witwatersrand, e Pretoria, capitale amministrativa dello stato è sede del governo. Capitale legislativa è invece Città del Capo, importante centro industriale vicino al Capo di Buona Speranza. Nel Natal si trova Durban, sull'oceano indiano, il maggiore scalo sudafricano e uno dei porti più attrezzati del mondo. Con le sue città moderne, che accolgono quasi 60% della popolazione complessiva, il Sudafrica rappresenta un caso singolare all'interno del continente africano. L'inurbamento riguarda soprattutto i bianchi, gli asiatici e i meticci. I neri hanno finora vissuto a, in prevalenza, nelle camne, dove erano impiegati nelle piantagioni, o confinati nei quartieri-ghetto alle periferie delle città, come Soweto, nei pressi di Johannesburg.
L'ordiamento politico
L'assetto del nuovo Sudafrica democratico è disciplinato dalla costituzione del 1993, destinata a rimanere in vigore fino al 1999: un testo che garantisce la convivenza multirazziale attraverso la tutela dei gruppi di minoranza e la suddivisione dello stato in nove regioni, dotate di ampia autonomia( un ruolo particolare è stato riconosciuto anche al regno tradizionale del KwaZulu). Il presidente della repubblica, che è a capo del potere esecutivo, è eletto dall'assemblea nazionale e affiancato da due vicepresidenti designati, come anche i membri del governo, da tutti i partiti. Il parlamento, a cui spetta il potere legislativo, è composto da due camere: l'assemblea nazionale e il Senato.
Il sudafrica dopo la fine dell'aparthied
Aparthied significa segregazione razziale, cioè divisione tra bianchi e neri operata dall'ordinamento giuridico che limita i diritti personali, civili, politici ed economici dei neri a vantaggio dei bianchi. In pratica, durante il lungo periodo di apartheid la popolazione nera in Sudafrica è stata costretta a vivere, per legge, in speciali stati-riserva (i bantustan) situati nelle aree più povere del paese. I neri che per sopravvivere cercavano lavoro all'interno delle terre bianche potevano abitare solo in baraccamenti e recintati all'interno della zone rurali e minerarie, o in quartieri separati ai margini delle città: detto urbani, come Soweto, spesso privi di scuole, di ospedali e dei più elementari servizi(acqua corrente, canalizzazioni, elettricità ). Potevano svolgere inoltre solo alcune attività, con salari minimi, e avevano accesso scuole, trasporti, locali pubblici frequentati dai bianchi. Con le prime elezioni politiche democratiche del 1994, i neri sudafricani hanno raggiunto la parità dei diritti civili e politici con i bianchi. Essi continuano però a vivere in una situazione di grave inferiorità sociale ed economica, che si manifesta nella persistente difficoltà di accedere all'istruzione e alla cultura, e soprattutto nell'altissimo livello di disoccupazione. Per creare nuovi posti di lavoro il parlamento ha promulgato alcune leggi che favoriscono la creazione e lo sviluppo di piccole imprese a bassa densità di capitale( che utilizzano cioè molta manodopera e macchinari poco sofisticati). Sono state adottate inoltre alcune misure per attirare nuove imprese industriali dall'estero e per favorire l'esportazione dei prodotti sudafricani. Nel campo della scuola, degli alloggi, degli ospedali e degli altri servizi pubblici, per estendere alla popolazione nera degli standard qualitativi riservati finora ai bianchi occorrerebbero investimenti enormi e prolungati nel tempo, possibili solo operando una ridistribuzione della ricchezza razziale. Il problema è se la minoranza bianca sarà disponibile a rinunciare ai tanti privilegi che tale rivoluzione le toglierà.
La ricchezza ancora in mano ai ricchi
Il Sudafrica è il paese più ricco e industrializzato del continente africano. A al suo interno convivono tuttavia realtà diverse e contrastanti derivanti dal regime segregazionista che ha segnato per lungo tempo la vita del paese. I settori economici gestiti dai bianchi sono sviluppati e molto produttivi, con industrie moderne e grandi fattorie dove si pratica un'agricoltura intensiva. Le economie dei neri è primitiva, basata su un allevamento e una agricoltura di sussistenza. I bianchi occupano quasi tutte le posizioni dirigenziali e di controllo i neri svolgono mansioni quasi sempre, subordinate e comunque poco remunerate( operai, minatori, braccianti, addetti ai servizi domestici); è composta inoltre da neri la grande massa dei disoccupati che nel 1995 raggiungevano la quota del 30%.
L'agricoltura
L'agricoltura occupa il 13% della popolazione attiva e partecipa alla formazione del reddito nazionale per il 4%; l'arativo e i terreni destinati a colture costituiscono poco meno dell'11% del territorio. La grande maggioranza degli occupati del settore primario si dedica alle colture di sussistenza: i metodi di lavoro sono molto arretrati e l'agricoltura praticata perlopiù su terreni poveri e aridi, suddivisi in piccolissimi appezzamenti. Le colture di piantagione, gestita dai farmers bianchi è invece altamente meccanizzata. Nelle zone costiere le favorevoli condizioni climatiche permettono lo sviluppo di grandi piantagioni di canna da zucchero e di colture specializzate( frutta, ortaggi, tabacco, viti). Nelle aree interne meno aride si estendono le coltivazioni di cotone, cereali e piante oleaginose. Importanti sono anche l'allevamento( i pascoli costituiscono circa il 66% del territorio), soprattutto di ovini, e la pesca( sardine, sgombri, merluzzi, acciughe ), praticata in prevalenza nell'oceano atlantico.
L'industria
Il Sudafrica dispone di ingenti risorse minerarie, il cui sfruttamento ha dato l'avvio al processo di industrializzazione del paese e ha avuto un ruolo decisivo nella formazione dei primi nuclei urbani(per esempio di Johannesburg). I prodotti principali sono l'oro(di cui il Sudafrica è il primo produttore mondiale), i diamanti, platino(70% della produzione mondiale). Il Sudafrica è inoltre ricco di ferro e uranio( ricavato come sottoprodotto dell'oro) e dispone delle maggiori riserve mondiali di quasi tutti i minerali utilizzati nella produzione di acciai speciali( cromo, manganese, vanadio, nichel ecc.). Abbondante è la produzione di carbone, e viene utilizzato per produrre l'80% dell'energia elettrica consumata nel paese. Per soddisfare il fabbisogno energetico interno e Sudafrica fa ricorso consistenti importazioni di petrolio da altri paesi. L'industria occupa il 25% della popolazione attiva e partecipa alla formazione del reddito nazionale per il 42%. Grande rilievo hanno le industrie di trasformazione legate all'estrazione mineraria( impianti siderurgici e metallurgici). L'industria meccanica( automobili, navi, aerei) è formata soprattutto da stabilimenti di imprese straniere che assemblano componenti già pronti provenienti dall'estero. Sono inoltre presenti industrie tessili( cotone, lana ) e alimentari (zuccherifici).
I servizi
Il treziario, che occupa il 62% della popolazione attiva e partecipa per il 54% alla formazione del reddito nazionale, è sviluppata soprattutto nel settore commerciale che può contare su una buona rete interna di comunicazioni; sviluppato è anche il traffico aereo. Il Sudafrica esporta a soprattutto materie prime, macchinari, prodotti alimentari e chimici e importa prodotti manifatturieri; i principali partner commerciali sono i paesi della UE, Germania e gran Bretagna in testa, di Stati Uniti e il Giappone.
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