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IL THATCHERISMO

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IL THATCHERISMO



Il successo del Partito conservatore nelle lezioni generali del 1979 segna l'inizio dell'egemonia dei conservatori  (fino al 1995) e dell'incarico come primo ministro di Margaret Thatcher (fino al 1990).


La netta vittoria conservatrice era conseguenza della disgregazione del Partito laburista e, in generale, della crisi della sinistra.


Margaret Thatcher raggiunge una grande popolarità in quanto, provenendo da una famiglia piccolo-borghese, interpreta appieno le esigenze di questa classe sociale, ma anche dei piccoli proprietari e di quella parte della classe operaia che aspira ad un'ascesa sociale.


L'ideologia thatcheriana si presenta come contraddittoria in quanto da un lato dichiara di voler difendere i valori morali della tradizione (incarnati dalla famiglia e dalla patria) sostenuti da un marcato razzismo, mentre dall'altro lato vuole incentivare il mercato e liberalizzarlo totalmente, oltre a promuovere uno spiccato individualismo utilitaristico.





La politica delle immigrazioni e la recrudescenza del razzismo

Il British Nationality Act del 1981 costituisce la manifestazione del razzismo thatcheriano in quanto recupera tutti gli stereotipi comuni durante il periodo coloniale per ricostruire l'immagine di una Englishness compromessa dall'incontro con altre etnie.

Infatti, il provvedimento revoca il diritto alla cittadinanza britannica per tutti i li di immigrati, ad eccezione dei li di un genitore britannico per nascita.


Il risultato di questa politica discriminante del governo, oltre ad una serie di gravi disordini, fu quello di alimentare per tutto il decennio un clima di forte disagio che ostacolò il percorso di integrazione razziale.


Inoltre, nel 1988, un secondo Immigration Act intensifica ulteriormente i controlli sulle immigrazioni.


La politica di discriminazione razziale perseguita dalla Thatcher, che inizialmente fu bene accolta dal suo elettorato, in seguito divenne una delle cause del crescente dissenso verso il primo ministro.



La guerra della Falkland e la rinascita delle mitologie

Durante i primi due anni del suo governo, a compromettere la popolarità del primo ministro, oltre alla sua politica razziale, intervenne il peggioramento delle condizioni economiche del paese e l'aumento della disoccupazione.


Perciò nel 1982 l'invasione delle isole Falkland da parte dell'Argentina rappresentò un'occasione per guadagnare maggior credibilità attraverso una vittoria militare proandata come il frutto di una ritrovata solidarietà nazionale tesa verso un obiettivo patriottico.


Grazie a questa vittoria militare e ai primi segnali di una ripresa economica manifestatisi nello stesso anno, alle elezioni del 1983 la Thatcher ottenne un netto successo elettorale, favorito anche da un clima ideologico di rievocazione nostalgica del passato.  


La monetizzazione della vita sociale e pubblica. La fine del Welfare

Al fine di dare impulso all'economia del paese, la Thatcher impiegò una politica di tagli nel settore pubblico, anche nei confronti di enti ed istituzioni culturali come l'Arts Council, il British Council, la BBC e le università.


Inoltre, per realizzare pienamente il controllo dello Stato sul settore pubblico, la Thatcher nominò funzionari e dirigenti conservatori così da ricostruire interamente la classe dirigente.


Questa radicale riorganizzazione degli enti statali e parastatali compromise fortemente il sistema del Welfare che la Thatcher considerava la causa principale della rovina economica del paese.   



L'Education Reform Act: le università-azienda

La riduzione dei finanziamenti alle università fu accomnata da una serie di provvedimenti economici restrittivi inclusi nell'Education Reform Act (del 1988) che rientra nel progetto di centralizzare l'istruzione, riducendo la sua autonomia ritenuta pericolosa per la coesione del paese.


Inoltre, questi provvedimenti implicano una visione utilitaristica dell'istruzione in quanto subordinata alle esigenze del mercato.



Il governo Thatcher e la politica televisiva

Uno degli obiettivi espliciti della politica thatcheriana fu l'interruzione dell'egemonia della BBC, percepita come uno strumento nelle mani dell'opposizione.

Per fare ciò, il governo promosse la costituzione di numerosi canali satellitari o via cavo, così da incrementare la concorrenza, spesso anche a scapito della qualità dei programmi.



Il tramonto dell'ideologia thatcheriana

La lenta ripresa economica che era alla base del consenso riscosso dal governo thatcheriano, è interrotta dalla grave recessione iniziata nel 1989 che portò alla crescita dell'inflazione e della disoccupazione.


La crisi era stata aggravata anche dalla politica economica governativa propensa a favorire il capitale internazionale a scapito della crescita produttiva nazionale.

Inoltre, il potenziamento dell'individualismo  utilitarista e di un mercato privo di alcun controllo si era tradotto nell'abbandono delle politiche sociali cosicché il divario tra ricchi e poveri si era notevolmente allargato.


Alla fine degli anni '80 Margaret Thatcher sembra raccogliere un consenso molto ristretto, anche all'interno dello stesso Partito conservatore, il quale nel 1990 costrinse alle dimissioni il suo Primo Ministro.



L'eredità thatcheriana

Le principali caratteristiche del governo Thatcher sono state: l'impronta fortemente autoritaria, la ristrettezza di vedute in ambito sociale e politico, l'affezione ai miti vittoriani, patriarcali e antifemministi, contraddittoriamente uniti alla modernizzazione della vita economica attraverso la flessibilità nell'occupazione, l'enfasi sul settore terziario e sui consumi e il superamento del Welfare.


C'e da dire, però, che la modernizzazione della vita economica, al di là dell'ideologia thatcheriana, era inevitabilmente legata ai fenomeni della globalizzazione che cominciavano a manifestarsi in quegli anni. E infatti il merito della Thatcher fu quello di aver intuito la necessità di interagire con questa grande trasformazione.


I suoi successori, il conservatore John Major (1990-l995) e il laburista Tony Blair, eletto nel 1995 e attualmente in carica (2006) tenteranno di temperarne gli eccessi di centralismo autoritario del suo ministero, ma non ne respingeranno le linee di fondo.


Benché mitigata dalla sensibilità democratica ai temi dell'integrazione razziale, del riconoscimento dei diritti alle donne e agli omosessuali, della disoccupazione e della povertà, i programmi governativi degli anni '90 saranno ugualmente caratterizzati dall'importanza attribuita alle esigenze del mercato in una società globale dominata dal consumo.




il neoliberismo thatcheriano


Margaret Thatcher: "We are all unequal"


Nota biografica

Nata nel 1925 e proveniente da una famiglia della piccolo borghesia, Margaret Thatcher (nata Roberts) si laureò ad Oxford e fin dal 1950 fece parte del Partito conservatore, riuscendo a diventare MP (Member of Parliament) nel 1959.

Diventata leader del suo partito nel 1975, divenne Primo Ministro nel 1979, quando i Conservatori ottennero una significativa vittoria elettorale.

La politica interna ed estera perseguita durante il suo mandato le fecero ottenere l'appellativo di Lady di Ferro (Iron Lady).

Si dimise da leader dei conservatori nel 1990 in seguito ad un crescente dissenso interno riguardante il tema dell'integrazione monetaria e politica europea.



Il contesto

Il discorso intitolato "We are all unequal" fu pronunciato nel 1975 in occasione del Congresso nazionale del Partito conservatore ed esprime l'ideologia politica della Thatcher che in quello stesso anno era stata eletta leader del suo Partito.


Il referente

Il discorso è di carattere ideologico, cioè non espone un programma politico e quindi non presenta strategie operative concrete per la risoluzione di ben determinati problemi, ma insiste esclusivamente sulla vision della Thatcher sulla realtà sociale ed economica del paese.


I punti cardine della "visione" thatcheriana sono il libero mercato, la promozione dell'impresa privata e la meritocrazia, unite alla valorizzazione dell'identità nazionale, in contrapposizione alla politica laburista di nazionalizzazione e di interventismo statale.



Destinatari, tipologia e struttura dell'argomentazione

Si tratta di un discorso politico rivolto a comni di partito ma in realtà idealmente indirizzato all'opposizione laburista, accusata nella prima metà del discorso di aver dissestato l'economia del paese.

La seconda parte, invece, espone le linee dell'ideologia thatcheriana proposta come l'unica strategia capace di risollevare il paese politicamente e moralmente.

Le proposte ideologiche e politiche sono costruite attraverso la contrapposizione con l'ideologia avversaria, conurata attraverso una serie di stereotipi.



L'ideologia

Pur essendo rivolto al pubblico della conferenza del partito, il discorso della Thatcher è caratterizzato da un tono fortemente polemico e aggressivo che riprende gli stereotipi anticomunisti (abituali durante la Guerra Fredda) associandoli alla politica laburista e socialista allo scopo di esaltare l'ideologia conservatrice.


Le metafore belliche e il lessico militare rafforzano il significato di uno scontro ideologico in cui la Thatcher, in qualità di leader carismatica, è pronta a raccogliere una sfida morale, sociale ed economica.


Nel discorso emergono le caratteristiche principali dell'ideologia thatcheriana: il nazionalismo patriottico, la politica economica liberista, fondata sul rilancio dell'iniziativa privata, sul profitto, sulla competizione, sul consumismo e sull'individualismo.

La libertà del mercato diventa l'emblema di ogni altra libertà e i due sostantivi cardine del discorso, freedom e choice, sono presentati come valori assoluti, nel significato però di assenza di impedimenti statali alle scelte di investimento.


La visione della Thatcher esaspera i tradizionali principi dell'ideologia conservatrice, cioè il liberismo, la promozione del settore privato e la meritocrazia, associandovi un'enfasi sul profitto e il consumo e cancellando, oltre alla problematica sociale (la povertà e la disoccupazione) anche il valore intellettuale ed artistico. 


Il progetto del Welfare con la Thatcher viene ridimensionato e quindi la priorità della tutela del cittadino viene sostituita da quella dell'incentivo alla liberta di profitto.


Con questo discorso, la Thatcher dà avvio alla nuova politica conservatrice, la cui maggior novità è la supremazia del fattore economico, grazie alla quale il primo ministro riesce ad ottenere consensi anche al di fuori del suo partito.

Il fattore economico diventerà, anche dopo la caduta del governo Thatcher, uno dei cardini della politica inglese, soprattutto alla luce della globalizzazione dell'economia.





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