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'Ho avuto una bellissima fanciullezza, mio padre era un
tipografo a Lowell, Massachusetts, trascorsa correndo
giorno e notte per i campi e lungo le banchine dei fiumi, ho scritto dei brevi
racconti in camera mia, il primo lo scrissi all'età di 11 anni, ho
tenuto lunghi diari e ho redatto giornali dove pubblicavo dei resoconti,
inventati completamente da me, di corse di cavalli, di incontri di baseball e
di football (come è ricordato nel romanzo Il Dottor Sax).- Ho
ricevuto una buona istruzione elementare dai Gesuiti della Scuola Parrocchiale
di St. Joseph a Lowell, che mi permise di guadagnare degli anni
nell'ammissione alla scuola pubblica [] Ho fatto della lunghissime
passeggiate notturne sotto i vecchi alberi del New England
con mia madre e mia zia. Ascoltavo attentamente le loro chiacchiere. Ho deciso
di diventare uno scrittore a 17 anni, sotto l'influenza di Sebastian
Sampas, un giovane poeta locale che più tardi
morì nello sbarco di Anzio. A 18 anni ho letto la vita di Jack London e ho deciso di diventare un avventuriero, un
viaggiatore solitario; prime influenze letterarie Saroyan
e Hemingway; in seguito Wolfe (lessi Tom Wolfe dopo essermi rotto una gamba in un incontro di
football tra matricole alla Columbia e andai nella sua New York sulle
stampelle).- Influenzato dal fratello più vecchio Gerard
Kerouac, morto all'età di 9 anni nel 1926
quando io ne avevo 4, era un grande pittore e nella sua fanciullezza dipingeva
- (ricordato nel quarto romanzo Visions of Gerard).- Mio padre era un uomo veramente onesto e
pieno di allegria, trascorse gli ultimi anni nel periodo della presidenza Roosvelt e della Seconda Guerra Mondiale e morì di
cancro alla milza.- Mia madre è ancora viva, conduco con lei un tipo di
vita quasi monastico che mi ha permesso di scrivere tanto.- Ma ho scritto anche
sulla strada, come vagabondo, viaggiatore ferroviario, esule messicano,
viaggiatore in Europa (come si può vedere in Viaggiatore Solitario).-
La mia unica sorella, ora sposata a Paul E. Blake Jr. di Handerson, N.C., un tecnico governativo dei sistemi antimissile - ha
un lio solo, Paul Jr., mio nipote, che mi chiama
zio Jack e mi adora.- Il nome di mia madre è Gabrielle ed io ho appreso
da lei il modo naturale di raccontare lunghe storie su Montreal o il New
Hampshire.- La mia famiglia è di origine bretone, il mio avo
nordamericano, il Barone Alexandre Louis Lebris de Kerouac di Cornwall, Bretagna, 1750 o giù di lì, ebbe in
concessione una terra lungo
Nacque a Lowell il 12 marzo del 1922 ed ebbe una
rigida istruzione cattolica i cui effetti si manifestarono nelle profonde
aspirazioni religiose, nonostante una vita dissipata e vagabonda.
Cominciò a frequentare l'università fino all'imbarco in marina
come cuoco nel conflitto mondiale. Fu congedato perché nevrotico e in patria
riprese a studiare fino a che non si dedicò ai viaggi.
Conosce Allen Ginsberg,
William Burroughs e Neal Cassady, grande esempio di vita. Lavora casualmente e muore
nel 1967 alcolizzato, accomnato da difficili vicende come due divorzi, avere
una madre invalida e vedere la propria vena creativa esaurirsi troppo
velocemente.
Fortemente influenzato all'inizio da Thomas Wolfe, Kerouac
scrisse il suo primo romanzo The Town and the City (La città e
la metropoli, 1949), inspirandosi ai ricordi dell'infanzia. Opera
monumentale di mille e più ine scritta di getto, fu poi
ridimensionato, non alterando però la facoltà dell'autore di
rappresentare con fotografica precisione i dettagli della vita quotidiana,
colta nella sua meravigliosa semplicità. Inoltre, nonostante la
prolissità dovuta evidentemente all'ispirazione autobiografica, il
romanzo segna un deciso tentativo di gettare le basi di un nuovo tipo di prosa,
'spontanea' (come l'ha definita egli stesso), più parlata,
senza regole sintattiche, paratattica; sostituisce alle virgole (quasi sempre
inutili) e ai punti trattini e parentesi che ricordano gli staccati
improvvisati del jazz, quindi senza un apparente filo logico. Questo
sperimentalismo, che in un certo senso oltre a essere la caratteristica
principale di Kerouac è anche il suo limite,
viene giustificato dall'autore come ricerca di una verità misteriosa
attraverso la scrittura.
Ma solo nel romanzo successivo On the Road
(Sulla strada, 1957) egli riesce a controllare il suo flusso vulcanico
di materiale e a conferirgli un certo ordine narrativo. Il motivo fondamentale
del viaggio, dominante nella letteratura americana, con il gusto per
l'avventura, i paesaggi e i tipi strani, crea unità in un romanzo dove
si passa dal febbrile all'estatico: 'Fai ciò che vuoi, esplora
tutti i sentieri per l'autorealizzazione e l'autogratificazione, impara ad essere innocente e libero e
spontaneo'. Ma allo stesso tempo On the Road forse può rappresentare
anche una fuga da tutte le responsabilità rivolta ai paradisi
'artificiali' del sesso, droga e alcool. Descrivendo le esperienze di
un gruppo di giovani amici ribelli, che reagiscono all'establishment,
egli, non sottraendosi in parte ai miti della velocità, del jazz e delle
orge promiscue, mostra più che un desiderio di rivolta uno di nostalgia
di emozioni represse, che si manifesta nella travolgenza
dell'attimo. I frenetici viaggi da Est a Ovest e da Nord a Sud si costruiscono
un po' su quelle vecchie piste seguite dai pionieri alla ricerca del mito; in
realtà i protagonisti sanno che oltre le coste c'è il mare e non
più terra dove andare, cioè percepiscono forse che la beatitudine
si chiude nella ricerca continua di forti emozioni e che non è possibile
andare oltre.
Questa ricerca rivela quindi un tentativo di contrapporre la
sensazione-certezza di essere vivo alla presenza indistruttibile della morte.
Il personaggio fondamentale di On the Road, che rappresenta l'alter ego
dell'autore, è Dean Moriarty,
Neal Cassady nella
realtà, l'ispiratore di Kerouac e un po' di
tutta
Da Detroit a Los Angeles, da Chicago a San Francisco, da New York a New
Orleans, e poi oltre verso il Messico, nuova terra da scoprire, dagli spaccati
futuristici delle grandi megalopoli ai bassi fondi dei ghetti, ai vagabondi
della stazioni degli autobus e agli straccioni e delinquenti della hopeless night, la notte senza speranza,
d'America. Eppure anche Kerouac si ferma e si
interroga e 'tra momenti di estasi e abissi di sgomento, euforia e
disperazione, sembra approdare ad un interrogativo senza risposta sul
significato ultimo di tutto landirivieni e l'agitarsi
del mondo americano: Non si può andare avanti continuamente [] tutta
questa frenesia e questo saltare qua e là. Dobbiamo arrivare in qualche
punto, trovare qualcosa'.
On the road fu scritto in soli tre mesi nel 1951, ma prima di poter
essere pubblicato dovette attendere sei anni; alla sua uscita divenne subito un
'manifesto' ufficiale e in esso molti si riconobbero per il
nomadismo, il jazz e le nuove esperienze. In realtà Kerouac
voleva esprimere il suo senso di alienazione dalla società tecnocratica
degli anni Cinquanta e il profondo desiderio di ritrovare una energia vitale
apparentemente perduta; infatti la politica non entra mai nel romanzo, se non
per come questa possa rientrare in un dialogo tra amici sull'andare in qualche
posto, e il disimpegno ideologico è assoluto. Non è una protesta,
ma è la ricerca e la proposta di una vita spirituale, è
l'innocenza dell'uomo.
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