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MODERNISMO E POSTMODERNISMO
La fine dell'800 e l'inizio del '900 sono stati segnati da una profonda volontà di provocazione e di rottura con il passato, manifestata dai Modernisti.
L'arte vive fra tradizione e innovazione. In particolare, lo scopo del modernismo è quello della distruzione e della rivoluzione, e il suo linguaggio punta al disordine, da contrapporre all'ordine dei valori esistenti.
Il postmodernismo (che prese avvio con la fine del colonialismo e il trionfo della civiltà mediatica e telematica) segnò la fine della modernità, cioè di una fase storica caratterizzata dalla dinamicità, dal progresso, dalla trasformazione incessante.
Dunque, la realtà postmoderna è caratterizzata dalla frantumazione e dalla complessità non ordinabile.
Si afferma, così, la fine della storia, cioè l'impossibilità di produrre qualcosa di nuovo e quindi l'inevitabile ripresa degli stili del passato.
Il postmodernismo si pone, quindi, in antitesi rispetto al modernismo poiché mentre il modernismo si pone come obiettivo quello di anticipare gli sviluppi futuri, il postmodernismo contesta il fatto che la storia abbia una linea di sviluppo individuabile.
Inoltre, mentre il modernismo si pone in un atteggiamento conflittuale nei confronti del passato per proporre delle soluzioni più avanzate, il postmodernismo ricombina gli elementi ripresi dal passato.
Infine, il modernismo è sempre contro l'esistente, mentre il postmodernismo implica un'accettazione dell'esistente.
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