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THE CANTERBURY TALES
THE PROLOGUE
In aprile le dolci piogge, il caldo sole e il leggero vento svegliano le piante e gli animali dopo aver dormito tutto l'inverno. La natura scuote loro nella vita,. Anche gli uomini si riempiono di desiderio di muoversi, di viaggiare e visitare terre straniere e santuari. In Inghilterra, la gente sceglie di andare in pellegrinaggio a Canterbury dove il santo martire, San Tommaso a Becket, darà loro la sua benedizione e aiuterà quelli che sono malati. È successo che un giorno a Southwark, a sud di Londra, decisi di fermarmi per la notte al Tabar Inn prima di mettermi in viaggio per il pellegrinaggio a Canterbury. Quella stessa sera altre 29 persone arrivarono là per lo stesso motivo. Erano tutti insieme e così mi aggiunsi al gruppo e parlai con ciascuno di essi. Erano un gruppo misto: c'era un CAVALIERE- un uomo molto distinto che ama la verità, l'onore e la cavalleria. Ha cavalcato nella battaglia nelle terre cristiane e ane ma, nonostante le sue valorose imprese, non si è mai vantato delle sue azioni. Stava viaggiando con suo lio, un bel giovane GENTILUOMO che aveva circa vent'anni con dei bei capelli ricci curati. Anche lui ha servito il suo re con la cavalleria. Egli era un tranquillo uomo di donna e amava firmare e scrivere poesie. Lo YEOMAN era il loro servitore. Era vestito di verde ed era ben vestito da uomo della foresta oltre ad essere un eccellente arciere. Tra le persone religiose che prendevano parte, c'era una SUORA (una Prioressa) chiamata Madame Elegantone che era ben educata, timida e delicata. Aveva tre piccoli cani che trattava gentilmente. Indossava una spilla incisa con le parole "amor vincit omnia". Con lei c'era anche un'altra SUORA che agiva come sua segretaria e tre PRETI. Poi c'era un grasso e allegro MONACO che si godeva una vita all'aria aperta e un allegro FRATE che aveva aiutato molto una giovane ragazza a sposarsi dopo aver servito loro bene se stesso. Egli aveva anche dato ascolto alla confessione, credendo nei peccati ati grazie ai soldi,anziché dalle preghiere. C'era un MERCANTE, un IMPIEGATO, un CUOCO, un CONTADINO, un MUGNAIO, un IMPIEGATO medievale, un PROPRIETARIO TERRIERO e una DONNA della città di Bath. Alla fine del loro pasto della sera, quella notte al "Tabarro", un nostro OSPITE era così soddisfatto della comnia che decise di unirsi al gruppo e venire anche lungo il pellegrinaggio. "avrei una proposta da fare" disse. "per passare il tempo durante il viaggio, ciascuno di voi racconterà due storie sulla via per Canterbury e due in più sulla via di ritorno. Alla persona che racconterà la storia migliore gli sarà data una cena gratuita ata dai restanti, là al nostro ritorno".
"e chi sarà il giudice?" chiedemmo. L'ospite si offrì e noi tutti eravamo d'accorso che sarebbe diventato in nostro GOVERNATORE. Presto la mattina dopo il gruppo partì e quando raggiungemmo la piazza bagnata di San Tommaso, il nostro ospite si fermò e ci fece scegliere la lia per vedere chi sarebbe stato il primo a raccontare la sua storia. Il cavaliere estrasse l'unica più corta e così iniziò la sua storia.
THE KNIGHT'S TALE
PART ONE
Molto tempo fa c'era un duca chiamato Teseo che era il signore e governatore di Atene. Era anche un bravo soldato e riuscì a scongere le Amazzoni e vincere sopra la loro regina, Hippolita, che lui ha sposato. Sulla via per casa con la sua sposa e la sua sorella più giovane, Emily, lui andò attraverso un gruppo di donne vestite di nero che sedevano sul ciglio della strada piangendo e gemendo. Egli si fermò per chiedere cosa era successo e loro gli dissero che una volta erano la regina e la duchessa di un posto chiamato Tebe. I loro mariti erano stati uccisi dal vecchio cruento re Creone e i loro corpi lasciati nel deserto per essere divorati dai cani randagi. Nel vedere tali nobili donne così maltrattate, il galantuomo Teseo promise di punirlo. Mandò sua moglie ed Emily verso Atene e lui tornò immediatamente verso Tebe con tutti i suoi soldati, là, in una gloriosa battaglia il re tebano fu ucciso e Teseo fu in grado di tornare verso casa insieme con due giovani principi, Arcite e Palamone, che erano stati presi per sempre come prigionieri. Passarono parecchi anni , i principi rimasero rinchiusi nella prigione della torre, nello stato permanente di dolore e angoscia. Ma in un bel mattino di maggio, Emily, che era cresciuta in una bellissima fanciulla, uscì nel suo giardino che era situato vicino alla torre per raccogliere dei fiori. Sentendola cantare, Palamone guardò fuori attraverso le sbarre della prigione e quando vide quella amorevole creatura pianse. "cosa succede, caro cugino?" chiese Arcite.
"sei così pallido! So che è terribile essere rinchiusi qui ma devi imparare ad essre paziente. Siamo prigionieri e lo saremo sempre. Non c'è nulla che possiamo fare eccetto sopportare questo". "Cugino" rispose Palamone "tu non hai capito. L'imprigionamento non è cosa che mi fa piangere. Sono stato colpito in questo momento negli occhi. Tu non puoi credere a quello che ho appena visto! Forse lei stessa è Venere! Sta gironzolando nel giardino di sotto. Oh Venere, se hai scelto di apparire per questi due miserabili prigionieri, per favore, aiutaci a scappare. Rendici liberi!". Mentre Palamone stava parlando, Arcite guardava fuori dalla finestra e anche lui osservava Emily. "la freschezza della sua bellezza mi fa morire" piangeva . "se non la vedrò tutti i giorni io morirò". "cosa stai dicendo? Sono il solo che l'ha trovata per primo!". "ma io l'ho amata per primo!". Così i due cugini litigarono come due cani che combattono per un osso che nessuno di loro potrà mai avere e l'eterna amicizia che si erano promessi l'un l'altro si trasformò in ostilità. Poi, un giorno, un famoso duca, Proteo andò per stare con il suo amico duca Teseo, lui era un amico di Arcite e pregò Teseo di lasciare libero il pover uomo, alla condizione che avrebbe lasciato Atene per sempre e, se gli fosse capitato di tornare, sarebbe stato decapitato immediatamente. Povero Arcite! L'ultima cosa che voleva era essere esiliato da Atene. Non poter vedere la sua adorata Emily. Come invidiava suo cugino, lasciato abbandonato nella prigione ma con quella meravigliosa visione così spesso davanti ai suoi occhi. Palamone, invece, era pieno di invidia per suo cugino perché era sicuro che avrebbe trovato qualche strada per dichiarare guerra ad Atene e, vittorioso, prendere Emily come sua moglie. Quale dei due amanti soffre di più? Uno può vedere la sua signora giorno per giorno, ma deve stare in prigione, tenuto al sicuro. L'altro è libero ma non potrà mai più vedere la sua donna.
PART TWO
Così Arcite tornò a Tebe e per due anni fu così pieno di dolore e tristezza che la sua apparenza cambiò completamente, rendendolo irriconoscibile. Una notte Mercurio andò da lui in una visione e lo ammonì a tornare ad Atene. Quando si alzò, si guardò allo specchio e realizzò che poteva passare facilmente inosservato. Si vestì come un povero lavoratore e partì. "troverò un umile lavoro, vivrò tranquillamente e vedrò la mia donna tutti i giorni. chiamando se stesso Filostrate andò direttamente a corte e gli fu assegnato un lavoro come gio nella casa dove viveva Emily. Passarono gli anni e Filostrate diede origine ad un'altra posizione diventando un vero e buon amico del duca Teseo. Frattanto, Palamone era ancora rinchiuso nella prigione. Alla fine non poteva più sopportare nulla e riuscì a scappare. Si nascose durante la notte in un campo e, al mattino presto, ad Arcite capitò di camminare proprio in quel campo. Palamone non lo riconobbe, ma dalla sua posizione nascosta lo sentì parlare a voce alta a sé stesso. Era come una confessione. Stupito Palamone saltò fuori dal nascondiglio gridando "Arcite! Traditore1 tu hai ingannato Teseo. Tu non amerai la mia signora Emily. Sarà la morte per te o per me".
"molto bene Palamone" rispose Arcite "lasciaci avere un duello- domani mattina- e quello che vincerà avrà la bella Emily". già una volta il destino era intervenuto tra i due vecchi amici. Nel mezzo del duello che stavano combattendo con la rabbia di due bestie selvagge, Teseo capitò sulla scena insieme alla regina Hippolita ed Emily. Quando Palamone spiegò chi erano e perché stavano combattendo, Teseo era molto arrabbiato e li condannò entrambi alla morte. Ma le donne erano così emozionate e turbate che Teseo decise di dal loro la libertà ad una condizione: "voi lascerete Atene ma ritornerete fra un anno, ciascuno con un centinaio di cavalieri. Si terrà una contesa medievale sui cavalli, usando le lance e il vincitore sposerà Emily". Arcite e Palamone tornarono a Tebe.
PART THREE
Durante la loro assenza, il duca fece le preparazioni per il grande ritorno. Aveva unn magnifico stadio costruito con tre altari- uno a Marte (dio della guerra), uno a Venere (dea dell'amore) e uno a Diana (dea della castità). E quando tutti i cavalieri arrivarono, Teseo intrattenne loro meravigliosamente con cibo e vino, cantendo e danzando. Prima della battaglia, Palamone andò all'altare di Venere e pregò affinché potesse essere garantita la possessione di Emily. "se non potrò avere la mia preziosa Emily, potrò anche morire per mano di Arcite". Anche Emily andò a pregare, all'altare di Diana. La implorò di rimanere casta non per non volere nessun uomo, ma solo per correre selvaggia e libera nella foresta come un bambino innocente. "per favore prendi questo desiderio via da quei due uomini. Se no, dammi ad uno che mi ama di più". "tu sei destinata a sposare uno di loro" era la risposta di Diana. "ma non posso dirti quale". Arcite, invece, pregava Marte chiedendo la vittoria nella battaglia. Marte gli apparve e disse ciò che voleva veramente, essere vittorioso. Ora c'era molta confusione nel cielo fino a che Saturno, dio del destino, promise che Palamone avrebbe vinto il suo amore ed Arcite avrebbe vinto la battaglia. Ora lasciateci vedere come.
PART FOUR
Era un bel giorno di maggio, il giorno della grande contesa. La folla aumentava nello stadio per guardare. Il duca Teseo annunciò l'inizio della battaglia e dichiarò che quando un guerriero fosse serpeggiato male sarebbe stato immediatamente preso dal campo per evitare anche di essere ucciso. Infine, Palamone, era serpeggiato male e, benché tentasse di resistere, era caduto. Arcite fu dichiarato vincitore. Corse trionfalmente attorno allo stadio. Poi, una rabbia salì dal suolo (da Plutone per ordine di Saturno). Il cavallo di Arcite si impennò dal terrore, tirando via il cavallerizzo dalla sua sella. Fu una brutta caduta e Arcite giaceva senza muoversi in una pozza di sangue. Egli fu portato al palazzo e curato dal medico di corte ma nessuno pensava che potesse morire. Infatti, erano tutti così felici che là non ci fu stata nessuna perdita di vita che la baldoria durò per tre giorni e notti. Palamone recuperò velocemente ma le condizioni di Arcite diventavano peggiori e peggiori. Sapeva che stava per morire. Chiamò il suo vecchio amico e rivale e la sua adorata Emily e con il suo ultimo respiro disse: "addio, mio più dolce nemico e mia Emily! portate nelle vostre armi e nel cuore ciò che dico. In tutto il mondo non conosco nessuno così nobile da essere amato come Palamone". E poi chiuse i suoi occhi e il suo spirito se ne andò. Fu costruito un grande fuoco funebre e, dopo un lungo periodo di lutto, Teseo alla fine ordinò a Palamone di venire ad Atene. "io dichiaro pace tra Atene e Tebe" annunciò solennemente " e concedo la mano di mia sorella Emily al nobile Palamone". E così fu, Palamone ed Emily furono felici insieme nel matrimonio e vissero felicemente per sempre. E Dio salvi tutta questa felice comnia! Amen."
Quando il cavaliere ebbe finito di raccontare la sua storia, ognuno di era d'accordo che era una nobile storia. Il nostro ospite, ridendo, disse: "questo era un vero buon inizio per il nostro gioco. Ora, chi è il prossimo? avanti signor Monaco, il tuo turno..". "ho una nobile storia da raccontare disse il mugnaio, dopo essere caduto da cavallo (era davvero ubriaco!). "aggrappati, caro fratello" disse l'ospite. "è meglio se attendi un pò..". "non voglio! Devo raccontare altrimenti andrò per un'altra strada!". E così il mugnaio iniziò, ma devo avvertire i lettori che il suo linguaggio non è del tutto rifinito e nemmeno è sua la storia. Così avviso quelli che temono di essere offesi per saltare una ine o due. Ci sono tante storie di tutti i tipi, ma devo ripeterle le storie come loro hanno raccontato. E dopo tutto, è solo un gioco.
THE MILLER'S TALE
Un po' di tempo fa, ad Oxford, viveva un ricco carpentiere piuttosto
stupido chiamato John che era sposato con una
giovane, carina ragazza diciottenne chiamata Alison.
Lei era splendente e gaia e John era molto geloso e
preoccupato che gli potesse essere infed
Tutti erano divertiti dalla storia di Absalon, Nicholas, Alison e dello stupido vecchio John e tutti ridevano molto. Tutti eccetto Osvaldo, il proprietario terriero che era piuttosto arrabbiato essendo un carpentiere. "Pagherò per questo" disse al mugnaio. "Andiamo, allora" disse il nostro ospite "ora è il tuo turno per raccontarci una storia".
THE REEVE'S TALE
Questa è una storia vera che ha luogo a Trumpington, vicino a Cambridge. C'era un ponte che attraversava il fiume e dal fiume c'era un mulino. Il mugnaio era un grosso, pesante uomo calvo che spesso portava dei coltelli nella sua cintura e sapeva come usarli. Infatti tutti avevano paura di lui perché era davvero prepotente. Era anche un ladro. Quando qualcuno prendeva il suo grano per essere macinato, lui voleva prendere per sé una certa quantità invece di ritornare alla quantità totale. Questo mugnaio, il cui nome era Simpkin, aveva una moglie che era la lia di un sacerdote e considerata lei stessa di nobile nascita (benché fosse senza dubbio illegittima). Ella era stata allevata in un convento e Simpkin la sposò perché voleva una moglie raffinata che gli avesse dato una certa stabilità sociale. Avevano una lia ventenne e un bambino di sei mesi. Simpkin guadagnava molti soldi per i suoi soldi anche rubati, cosa che poteva. Una delle sue più remunerative risorse era il grande Cambridge college. Un giorno, il college economo era troppo ammalato per prendere il grano e un altro uomo andò in quel luogo. Prendendo il vantaggio della situazione, Simpkin fece are di più e rubò un'enorme quantità di farina. Quando il guardiano del college lo accusò, lui negò tutto e lo mandò al diavolo. Sapeva abbastanza bene che non potevano provare nulla. Tuttavia, la storia andò avanti e due studenti del college, di nome John e Alan, decisero di insegnare al mugnaio la lezione. Persuasero il guardiano di lasciarli prendere un sacco di farina da macinare. Invece di lasciarla al mulino, loro stettero li e guardarono e Simpkin non era in grado di abbandonare un singolo grano. "mostrerò loro" pensò tra se "che il più grande studente non è l'uomo più saggio. Non solo ruberò più del solito della loro preziosa farina, ma la sostituirò con della crusca". Così, appena ebbe una possibilità, corse fuori dal mulino e liberò il cavallo degli studenti, spedendolo nella palude. Poi ritornò al suo lavoro senza dire una parola. Infine la farina era pronta nel suo sacco e John uscì solo per assicurarsi che il cavallo non fosse troppo lontano da li. "Buon Signore! Aiuto! Aiuto! Vieni presto!" gridò. "Il nostro cavallo se ne è andato". Alan corse fuori, "sei uno sciocco!" piangeva. "non l'hai legato per bene! Ora cosa faremo?". "Andiamo e cerchiamolo, naturalmente". Ed entrambi andarono correndo nella palude e quando, infine, tornarono indietro, era quasi buio. Frattanto il mugnaio e sua moglie avevano versato una bella metà di quantità di farina dai loro sacchi. "Cuoceremo una graziosa notta di pane con questa!" le disse. Era molto soddisfatto di sé stesso. Esausti e bagnati, John e Alan lo trovarono seduto di fianco al fuoco. "Guarda!" dissero "forse non possiamo tornare al college stanotte. Lasciaci stare qui. Ti heremo bene!". "Non c'è molto spazio" rispose il mugnaio. "solo una stanza. Dovremo dormire tutti insieme!". "non ci badiamo, ma ci darai anche la cena?". Così la lia del mugnaio andò giù al villaggio e comprò un'oca e loro cenarono bene e bevvero molto di una buona birra e a mezzanotte andarono tutti a letto. (Simpkin sentì un rumore mentre era addormentato, un russare e anche sua moglie lo fece). John e Alan erano sdraiati e svegli brontolando per il rumore e preoccupati circa il modo stupido per vedere quando tornare al college. "Maledetto uomo disse Alan "tutto è andato storto oggi. Io merito qualcosa di buono. Avrò quella ragazza". "Guarda fuori" disse John " se il mugnaio ti prenderà userà i suoi coltelli con entrambi". Ma ben presto Alan fu occupato a giocare con la ragazza nel suo letto e John era coricato da solo nel buio sentendosi infelice. "Perché non posso divertirmi anche io?" pensò. Uscì velocemente dal letto e si avvicinò alla culla, accanto alla moglie del mugnaio. Molto dolcemente la mosse fino ad essergli di fianco e la letto di Alan. Poi vi entrò e aspettò. Poco tempo dopo la donna si alzò e lasciò la stanza, quando tornò si mise,naturalmente, nel letto di fianco alla culla. Quale divertente sorpresa la stava aspettando. Come l'alba arrivò, Alan si alzò e ritornò nel suo letto, ma quando toccò la culla si spostò velocemente in un altro letto. "Bontà" pensò "sono quasi vicino al mugnaio e sua moglie". Si alzò nel letto, era sdraiato di fianco a Simpkin e sussurrava "tu, testa di maiale, alzati! Tre volte la lia del mugnaio mi ha aiutato a macinare il mio grano mentri tu eri coricato a dormire". "Tu canaglia!" gridò il mugnaio "cos'hai detto tu belva? Ti ucciderò!" i due uomini iniziarono a combattere rotolando fuori dal letto, sul pavimento. Allora la moglie del mugnaio si svegliò e pensando di essere nel letto con suo marito iniziò a colpirlo con un bastone. "oh Dio, morirò!" piangeva rotolando sul pavimento, tenendosi la testa, sangue - Componenti del sangue, Il plasma, I globuli rossi, I globuli bianchi, Le piastrine" class="text">il sangue usciva dal suo naso, dove Alan l'aveva forato. I due studenti afferrarono i loro vestiti e corsero via dalla stanza. Presero la loro farina, il pane che la moglie del mugnaio aveva cotto al forno e, senza lasciare qualche soldo per la cena e l'ospitalità, tornarono verso Cambridge.
"E questa è la mia risposta alla storia del mugnaio" finì il proprietario terriero. "Ho sentito questo proverbio quando ero un bambino: fai brutti pensieri e sarai trattato come devi!". "Vieni qui Signor John" disse l'ospite al prete di fianco alla monaca "e raccontaci la tua storia". "molto bene" rispose il gentile e affascinante prete e iniziò a racontare la sua storia mentre noi andavamo.
THE NUN'S PRIEST'S TALE
Una volta, tempo fa, c'era una povera vedova che viveva in una piccola villetta con un piccolo prato vicino ad un bosco. Aveva due lie, qualche maiale, una pecora di nome Molly, sette galline ed un bellissimo gallo chiamato Chanticleer. La sua gallina migliore, il cui nome era lady Pertilote, era la favorita di Chanticleer. Una primavera, all'alba, Chanticleer si svegliò gemendo e lamentandosi. " Cosa non va caro?" chiese Pertilote. "Ho fatto un sogno terribile" rispose il gallo. "C'era un tipo di bestia che vagava per il cortile cercando di prendermi. Osservando come una volpe. Se mi avesse preso mi avrebbe sicuramente ucciso. Potevo morire di paura". "Che codardo che sei!" esclamò Pertilote. "non posso amare qualcuno che ha paura dei sogni! Tutti sanno che non hanno significato anche Cato lo sa. No, mio caro, il tuo problema è che mangi troppo. Un buon lassativo è quello che ci vuole". "Grazie madam ma posso dirti che un altro uomo saggio, più letterato che Cato, sosterrebbe l'esatto contrario. È la storia dei due pellegrini che arrivarono in un'animata città e non trovarono alloggio. Il primo trovò un rifugio in un granaio con i buoi e un aratro mentre il secondo andò a cercare una stanza in una locanda. Durante la notte il secondo sognò che il suo amico lo stava chiamando."aiuto!" piangeva "sto dormendo in una stalla di buoi e stanotte sarò ucciso! Presto vieni!". Il pellegrino si svegliò e realizzò che era solo un sogno, si girò e tornò a dormire. Due volte fece quel sogno e due volte lo ignorò. Poi, nel terzo sogno il suo amico gli apparve piangendo "sono stato ucciso!quando al mattino ti alzerai, cerca un carro pieno di letame e troverai il mio corpo". Infatti, la mattina seguente, quando il pellegrino andò alla locanda il suo amico non era là. Ricordando il suo sogno, decise di controllare ed ecco, trovò il corpo in un carro pieno di letame". Chanticleer va avanti a raccontare un'altra storia dello stesso autore. Questa volta è su due uomini che sono pronti per preparare la vela il giorno dopo. Nella notte uno di loro fa un sogno in cui un uomo va a dirgli di non andare in viaggio perché la nave si sarebbe distrutta e tutte le persone a bordo sarebbero annegate. Alla mattina lo disse al suo amico ma il secondo iniziò a ridere e prendersi gioco di lui. "Non sono preoccupato per qualche visione" dice. Purtroppo,il sogno diventò realtà e lui annegò. "Così vedi, cara Pertilote, da questi esempi che uno non può essere mai noncurante dei sogni. Ricorda San Kenelm che vide il suo omicidio in un sogno e il sogno del giovane Scipione l'Africano, Daniel e Joseph nella Bibbia. Poi Croeso, re della Lidia che sognò di essere seduto su un albero dicendo che si sarebbe impiccato. E Andromaca, famosa moglie di Ettore, che sognò la morte di suo marito proprio la notte prima della battaglia dove incontrò Achille e fu ucciso. Così, niente lassativi per me. Ma lasciamo posto a pensieri più felici. Mulier est hominus confusio nella maetà "la donna è il desiderio dell'uomo e tutto il suo piacere". Allora Chanticleer corse via dal suo posatoio e incominciò a mangiare semi e così Pertilote e le altre galline fecero lo stesso. Frattanto una volpe che si era nascosta vicino all'aia, aspettò e guardò. Successivamente Chanti8cleer la vide e gridò dalla paura. "Non avere paura" disse la volpe "sono un amico. Sono venuto per ammirare il tuo canto. Molte volte ero solito ascoltare tuo padre che aveva una bellissima voce. Non c'era nessun gallo che sapeva cantare come lui. Sono certo che tu canti nello stesso modo. Per favore fammi sentire". Come tutti i galli Chanticleer era molto vanitoso e cadde immediatamente nella trappola. Invece di correre via, stava dritto in piedi, stiracchiò il suo collo, chiuse gli occhi e iniziò a cantare con tutta la sua forza. Ad un certo punto l'astuta volpe andò all'attacco, afferrandolo per la coda e precipitandosi nei boschi. Che commozione nell'aia! Mai dal tempo delle donne di Troia che si lamentavano della caduta di Ilio e Pirro che afferrò Priamo per la barba (come dice Enea), là c'era un rumore del genere, come quello fatto dalle galline. Così la vedova e le sue lie corsero fuori e iniziarono a correre verso il bosco, seguite dal loro cane, le mucche con i loro vitelli, la pecora, i maiali, le oche e le papere e tutti gli abitanti. "Ascoltali!" disse Chanticleer alla volpe. "ora tu sei salvo qui nella foresta, se io fossi in te griderei loro: 'tornate indietro idioti. Il gallo è mio e lo mangerò qui nonostante tutti'". "si" replicò la volpe "lo farò!". Ma non appena aprì la sua bocca per parlare, il vivace uccello si staccò dal suolo e volò alto sulla cima degli alberi. "Vieni giù" disse la volpe "mi dispiace se ti ho colpito. Non volevo tenerti così stretto. Per favore vieni giù e ti dirò le mie vere intenzioni". Ma Chanticleer aveva imparato la lezione "no" disse. "Maledetti entrambi noi. Primo io per esser un tale idiota ed essere stato ingannato dai tuoi falsi complimenti".
E attenzione alla morale di questa storia signori. Lo stesso San Paolo,
un santo dalle grandi percezioni dice che tutti pensano di essere scritti per
il loro apprendimento. E l'
THE WIFE OF BATH'S TALE
THE PROLOGUE
"Se una sola autorità era esperienza, allora potevo dire che la
mia esperienza di matrimonio è grande, siccome ho avuto cinque mariti.
Non vedo nulla di sbagliato in questo e non posso capire Gesù
Cristo quando criticava la donna al pozzo. Trovo il comando biblico "aumentare
e moltiplicare" molto più interessante. Allora noi tutti sappiamo la
storia del re Salomone e delle sue tante mogli. No, sono una donna fortunata.
Ho avuto cinque mariti e quando uno di questi muore, darò il benvenuto
al sesto. L'Apostolo San Paolo dice che una vedova è libera di sposarsi
ancora. Il matrimonio non è peccato. È meglio sposarsi che
logorarsi. Come per la verginità, dove è scritto che una donna
deve rimanere vergine? San Paolo lo consigliava ma quello non era un
comandamento. Se fossimo state tutte vergini quale uso dovrebbe avere il
matrimonio? Si, alcuni preferiscono scegliere la perfezione ma non per me. Io
preferisco dare il fiore della vita, il tesoro, per gli atti e il frutto del
matrimonio. Inoltre, i nostri organi riproduttivi sono fatti per nulla? O solo
per epurare l'urina o per permetterci di distinguere l'uomo dalla donna? No,
sono fatti per usarli ma anche per provare piacere. E io sono sempre pronta e
volenterosa a dare a mio marito ciò che vuole, notte e giorno. E fino a
quando io saarò sua moglie avrò il
potere sul suo corpo". "Madam" interruppe il Perdonatore "stavo pensando di sposarmi ma sentendo quello
che hai fatto cambio la mia opinione". "Ti dirò anche di più se
desideri". "Per favore fai". "Bene, devo confessare che tre dei miei mariti
erano buoni, gli altri due cattivi. I tre che chiamo buoni erano ricchi e
vecchi. Essi mi davano tutta la loro ricchezza e mi trattavano così
bene. Il minimo che potessi fare era dar loro il piacere alla notte. Qualche
volta era perfino troppo per loro, ma in questo senso li avevo completamente sotto
il mio controllo. In questa strada ero abile a trovare il mio piacere senza
aver problemi. Era tutto così semplice. Tutto quello che dovevo fare era
metterli dalla parte del torto, di accusarli di fare cose che probabilmente non
avevano mai pensato o che certamente non avevano la forza e l'energia di fare!
"perché la vicina di mia moglie è così
THE WIFE OF BATH'S TALE
Una volta, molto fa nel tempo del buon re Artù,
un cavaliere stava cavalcando lungo il fiume quando vide un'amorevole giovane
fanciulla camminare tutta sola. Il cavaliere la violentò. Tutta la gente
del regno era disgustata dall'azione del cavaliere e domandò che fosse
portato alla Giustizia e successivamente il Re avrebbe dato ordini affinché lo
decapitassero. A questo punto la Regina chiese se potesse passare giudizio sul
cavaliere e così fu. Fu portato pria da lei e gli chiese "che
cos'è quello che una donna desidera di più?". "Non lo so vostra
maestà" rispose il cavaliere. "Molto bene. Ti concederò un anno e
un giorno per trovarlo". Il cavaliere decise di lasciare la corte, vagò
la terra in cerca di una risposta. Bussò a tutte le porte di ogni
città e villaggio ma, dovunque andasse e a chiunque chiedesse, la
risposta era sempre differente. Alcuni dicevano che le donne volevano la
ricchezza, l'onore, altri il piacere. Alcuni risposero "bellissimi abiti" e altri
"felicità a letto". Altri dicevano che loro volevano diventare vedove e
risposarsi, altri che a loro piaceva essere lusingate (è vero a mio
parere. La miglior strada per vincere una donna è coprirla di attenzioni
e farle dei complimenti). Alcuni dicevano che quello che desideriamo di
più è la libertà di fare quello che ci piace, non essere
criticate- ci piace essere considerate senza vizi o difetti. Qualcun altro
afferma che ci piace essere pensate come discrete, affidabili, dolci e brave
nel mantenere i segreti. 8Che sbaglio! Ricordo la storia di Ovidio di Midas che aveva lunghi capelli con i quali copriva le sue
orecchie d'asino. Solo sua moglie le conosceva. La supplicò di non dirlo
a nessuno ed ella promise ma fu molto difficile per lei mantenere il segreto,
pensava che avrebbe fatto scoppiare il suo cuore così andò in una
palude e lo sussurrò all'acqua. Ah! Che sollievo! Ma Midas?
Beh, se vuoi conoscere la fine, vai e leggi Ovidio). Alla fine dell'anno il
cavaliere non aveva ancora trovato una risposta. Tristemente fece ritorno a
corte. Poi trovò una vecchia donna seduta su un lato della strada.
"Questo sentiero non porta da nessuna parte" chiamò "dimmi come posso
aiutarti. Noi vecchie donne sappiamo molte cose". Il cavaliere la guardò.
Era veramente brutta. "Cara madre" iniziò, e le disse il suo problema.
"Dammi la mano" disse "e promettimi di fare ciò che richiedo. Allora io
ti assicuro che avrai la tua risposta prima di notte". "Accetto" replicò
e lei sussurrò il suo vangelo poi partirono insieme per la corte di re Artù. La regina era seduta sul suo trono con tutte
le nobili matrone, anche giovani ragazze e vedove. Aspettavano che il cavaliere
parlasse. "vostra maestà" iniziò "una donna vuole la stessa sovranità sopra il marito. Come sopra
il suo amore. Vuole controllarlo. Non deve essere sopra di lei". Nessuna delle
donne mosse la testa "ha salvato la sua vita" piangevano. A questo punto la
brutta vecchia donna si alzò :"sono stata l'unica a dargli la risposta e
ora deve mantenere la sua promessa a me e fare ciò che io chiedo". Si
girò verso il cavaliere "prendimi come tua moglie". "Per amor del
cielo!" la pregò " prendi ciò che vuoi, tutti i miei beni, ma
lascia libero il mio corpo!". "Una maledizione su noi! Voglio essere tua
moglie! Si il tuo vero amore". "Mio amore? Oh, mia dannazione!". Ma non c'era
nulla da fare. Il matrimonio ebbe luogo il giorno seguente, in privato, senza
felicità o gioia e al momento di andare a letto il cavaliere si
riempì d'angoscia nel vedere quell'orribile
creatura sdraiata di fianco a lui. "Benedicici, caro" disse "è
così che i cavalieri e le mogli si comportano nella casa del buon re Artù? Che cosa hai fatto di sbagliato? Dimmi e ti
correggerò!". "Non può essere corretto niente! Guardati! Sei
vecchia, sei abominevolmente scialba, sei povera, non hai classe non mi
meraviglio se il mio cuore si sta rompendo!". "È questa la ragione?"
rispose "beh, posso correggerla in un giorno o due se ti mostrerai solo
più carino con me. Parli di una bella nascita ma certamente è
attraverso una bella morte che la vera bellezza viene rivelata non perché
c'erano gli antenati di qualcuno. Dante, il grande poeta fiorentino, scrisse
che Dio ci da la nostra bellezza, non i nostri parenti. Seneca
dice 'bello è colui che fa una bella morte'.
Come per essere povero, tutti sanno che la povertà porta uno a Dio. Lo
stesso Cristo era un uomo povero e così lo erano tutti i santi. Tu dici
anche che sono vecchia e brutta. Beh, non corri il rischio che ti sia infed
Il nobile frate parlò per primo."Hai menzionato molte regole difficili Madam" disse" e molto di quello che hai detto è eccellente. Ma mentre cavalchiamo la via per Canterbury siamo solo chiamati a parlare per gioco". "Tu signore, da Oxford!" disse l'ospite "non hai detto una parola da quando abbiamo lasciato lo stabile. Stai studiando, immagino. Beh, c'è un tempo per tutto, rallegrati! Raccontaci una storia di vita, senza troppa retorica. Parla in una lingua semplice così che tutti possano capire". "Signore, io sono obbediente" rispose l'impiegato. "Ho sentito questa storia da un uomo a Padova, Francesco Tetrarca, il poeta Laureato".
THE CLERK'S TALE
PART ONE
Nella regione di Saluzzo in Italia, viveva un
nobile e grazioso re chiamato Walter. Era molto amato dai suoi sudditi, dai
nobili ai poveri contadini. Era bello, giovane e forte. Amava la falconeria e
la caccia nella camna e non si preoccupava mai molto del futuro. Era solo
interessato a divertirsi e certamente non voleva sposarsi. Un giorno i suoi
signori organizzarono un incontro con lui "pensiamo che sia l'ora di prendere una
moglie Sire" dissero "deve esserci un erede al trono". Inizialmente era
orripilante all'idea ma, siccome si fidava dei suoi nobili,ascoltò cosa
avevano da dire ed era convinto della saggezza delle loro parole. "Molto bene"
sospirò infine" farò come mi avete detto ma ad una condizione-
che potrò scegliere chi voglio". I signori accettarono volentieri perché
si fidavano del loro re e lo tenevano molto in considerazione. In realtà
avrebbe fattto una scelta eccellente "per favore non
metterci troppo" era quello che dicevano "decido la data del matrimonio e mi
presenterò con la mia sposa così tutto i8l paese potrà c
PART TWO
Non lontano dal palazzo del re c'era un villaggio di camna. Walter
spesso vi cavalcava attraverso quando seguiva il suo passatempo preferito e
là aveva visto una bella ragazza. Il suo nome era Griselda. Era la
lia di un contadino chiamato Janicula, l'uomo
più povero nella zona. Griselda era amata da tutti oltre al suo bel
vedere e linee carine, era gentile, generosa, grande lavoratrice, umile, onesta
e sincera. Il giorno fissato per il matrimonio arrivò e l'intera
camna attendeva con entusiasmo di vedere chi il loro re aveva scelto per
diventare sua regina. Griselda, anche, era impaziente di vedere la sfilata
passare attraverso il villaggio e sperava di avere una buona visuale della
coppia reale. "Guarda! Il re viene qui!" esclamò ai suoi amici. "Non
è un bel vedere!" disse un altro "e che bei vestiti!" . mentre il re si
avvicinava al villaggio le ragazze indietreggiavano per lasciarlo passare ma,
con loro sorpresa, lui si faceva strada tra la folla e andò in piedi
davanti a Griselda che arrossì terribilmente "posso parlare a tuo
padre?" le chiese in tono cortese. "Il tuo desiderio è un mio ordine"
rispose ala giovane ragazza con cortesia prima di correre a prendere Janicula "cosa può volere dal mio povero vecchio
padre?" si domandava. Uscì fuori il vecchio uomo. Walter lo portò
da una parte e gli chiese il permesso di sposare sua lia. Janicula non poteva credere alle sue orecchie. Allora
andarono nella vllettta con Griselda e Walter le
chiese se sarebbe voluta diventare sua moglie "se è così" disse "
devi promettermi di ubbidirmi in tutto". "Non sono degna del grande onore che
mi stai offrendo, mi signore" replicò
"ma se questo è il tuo desiderio allora ti prometto che non ti
disubbidirò mai volentieri, né nell'atto né nel pensiero, fino a quando
vivrò". "Così tu sei mia Griselda" e chiamò le signore
della corte e ordinò loro di toglierle gli stracci, lavarla e pettinarle
i capelli e vestirla come una regina. Alla fine lei apparve in una abito
PART THREE
Griselda era molto amata da tutta la gente nella zona e le persone
venivano da lontano e molto solo per vederla. Presto partorì il suo
primo lio- una bambina. Entrambi i genitori amarono la bambina ma, poco dopo
la nascita, Walter iniziò ad essere ossessionato della fedeltà di
Griselda. Alla fine decise di metterla alla prova. "Mia cara moglie"
iniziò "tu non hai dimenticato le tue umili origini, l'hai fatto? Ti
ricordi che ti ho salvata dalla povertà e ti ho dato tutto ciò
che hai. E io sono felice di avertelo dato. Ma ci sono alcuni vicino ai miei
nobili che non sono contenti e io devo rispettare i loro desideri. Vogliono che
elimini nostra lia. È molto doloroso per me ma devi darmi il tuo
consenso". "Mia lia e io siamo in tuo possesso. Fai ciò che vuoi" e
Griselda non diede all'esterno nessun segno di emozione. Il re ordinò ad
un uomo di portare via la bambina. Era un uomo brutale e Griselda era sicura
che l'avrebbe uccisa ma non disse niente. Non ha mai domandato una volta di sua
lia e Walter non le aveva mai detto, infatti, che l'aveva mandata a Bologna
da sua sorella che l'aveva nascosta. Griselda continuò la sua virtuosa e
onorabile vita al palazzo e Walter non notò il minimo segno di
cambiamento nel suo atteggiamento verso di lui. Passarono quattro anni e
Griselda rimase incinta ancora una volta. Partorì un bellissimo piccolo
bambino e l'intera terra c
PART FOUR
Walter non era ancora felice. Sua lia aveva ora vent'anni e pensava ad un'altra terribile prova. Chiese al Papa di Roma di annullare il suo matrimonio con Griselda così che potesse sposare un'altra donna più degna di una posizione reale.
Quando fu concesso il permesso le disse che sarebbe tornata alle sue
umili origini, rinunciando a tutto quello che le aveva dato, ma prima di
lasciare, doveva aiutare a preparare la sua bellissima giovane futura sposa per
il suo nuovo ruolo come regina del reame. Poi mandò a Bologna la loro
lia. Inutile dire, Griselda ancora una volta accettò gli ordini di
suo marito e, avendo promesso lealtà, non protestò di più.
Le persone della zona, che l'avevano sempre amato caramente, piansero nel
vederla ritornare alla posizione di una povera contadina e, ancora di
più, quando tornò umilmente la giovane bella ragazza che
cavalcava nella città per avere posto. Senza fiatare, Griselda si tenne
occupata preparando la nuova sposa ed e essendo d'accordo con Walter che lei
era la ragazza più graziosa e giusta e molto più degna di sedere
di fianco al re. Walter sentì il suo cuore rompersi quando guardò
Griselda. Come poteva dubitare della lealtà di sua moglie? Solo uno
stupido avrebbe fatto una cosa simile. "Basta Griselda è mia!" disse
prendendola tra le sue braccia e baciandola. "Tu sei mia moglie e lo sarai per
sempre. E questa è tua lia portata a Bologna con suo fratello. Sono i
tuoi bambini che io ti riporto per sempre mia cara, fed
"questa storia non deve insegnare che si è buoni se tutte le mogli imitano Griselda" concluse l'impiegato. "quello sarebbe intollerabile. Ma ognuno potrebbe essere costante come era lei. Questo è il perché Tetrarca scelse di dirmi questa storia". Il mercante inizia dicendo che sua moglie non ha nulla come Griselda e che la sua storia avrà diversi tipi di mogli (il mercante è molto vecchio e ha recentemente sposato una giovane ragazza). " Questi due mesi di matrimonio sono stati puro inferno" si lamenta "mia moglie è intollerabile e mi sto rendendo un miserabile". "Dio ti benedica, sir!" replicò il nostro ospite "ma siccome conosci così bene l'arte del matrimonio, per favore dividi quella conoscenza con tutti noi. "Con piacere!".
THE MERCHANT'S TALE
In Lombardia, nella città di Pavia una volta c'era un cavaliere
chiamato January. Aveva sessanta anni ed era ancora
uno scapolo benché amasse le donne e non gli fosse mancata l'opportunità
di divertirsi in loro comnia. Se per ragioni religiose o perché voleva un
lio ed erede, decise che era tempo di prendere una moglie e adattarsi ad una
vita di felicità. Dopo tutto, quando un uomo diventa vecchio che cosa
è meglio che avere una moglie che si prende cura di te quando sei
malato, chi è obbediente e fed
"Grazie a Dio!" esclamò il nostro ospite "Dio deve preservarmi da una moglie come quella! Ho una moglie, ma lei ha altri vizi, molti di più. Infatti mi rammarico di essere legato a lei, ma questa è un'altra storia!". Il nostri ospite allora tornò al Gentiluomo "per favore Gentiluomo" disse "dicci qualcosa sull'amore". "Oh no sir!" replicò "ma ho un'altra storia da dire. Ascolta se vuoi!".
THE SQUIRE'S TALE
A Tzarev nella terra di Tartaria,
viveva un nobile re chiamato Cambuskan. Era
eccellente in tutto ed era molto gradito ai suoi sudditi. Era potente,
coraggioso ed onesto e se dava la sua parola la manteneva. Aveva due li, Algarsyf e Cambalo ed una lia,
una bella ragazza chiamata Canace. Per c
In questo specchio può diventare dannoso. Ti mostrerà chi
è amico e nemico. Riv
"Ammiro i tuoi poteri" interruppe il piccolo proprietario terriero. "per un uomo giovane racconti una bella storia. Desidero che mio lio sia come te. Tutto quello che vuole fare è giocare al dado e lasciare i suoi soldi, invece di tenere una conversazione seria o imparare ad essere un gentiluomo". "Proprietario!" disse il nostro ospite "sai bene quanto me che ciascuno deve raccontare una storia o due alla fine o rompe la sua parola e cerca la festa finale". "lo so bene e sono felice di obbedire. Se è quello che desideri qui c'è qualcosa che ho da dire". "Ti racconterò la mia storia dei pellegrini, ma devi perdonarmi se non riesco a parlare con parole eloquenti come ha fatto il gentiluomo. Non sono un uomo culturato. Non mi hanno mai insegnato la retorica. Così per favore scusa la mia parlata. Non posso dare colorazione alle mie parole eccetto per quei colori che ho visto nei prati. La avevo sentito molte storie su nobili Bretoni da un vecchio e ne ricordo una. Ascolta se vuoi".
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