italiano |
ANALISI DEL TESTO: "A SE STESSO" DI GIACOMO LEOPARDI
Il brevissimo componimento a se stesso, fu scritto da leopardi nel maggio 1833. Il testo fa parte dei Canti e più precisamente del Ciclo di Aspasia, nella terza fase della poesia leopardiana(1831-37). Aspasia è lo pseudonimo che leopardi da a Fanny Targioni Tozzetti, donna di cui è innamorato ma che però non ricambia i suoi sentimenti.
Il tema trattato è quello della disillusione nei confronti dell'esistenza umana. Si capta dal testo un invito disperato da parte dell'io lirico a non illudersi più che esista sulla terra qualcosa(o qualcuno) che sia ancora degno di essere amato.
Il poeta si rivolge direttamente al suo cuore dicendogli di riposarsi per sempre, egli sente dentro di se che il desiderio di piacevoli illusioni e di speranze si è esaurito. Al genere umano la natura non ha concesso altro che la morte.
Il testo si presenta in un'unica strofa di endecasillabi e settenari liberamente alternati e rimati.
Può essere diviso in sequenze che vanno dal v. 1 al v. 5, dal v. 6 al v. 10 e dal v. 11 al v. 16. Ogni sequenza inizia con lo stesso motivo, il riposo del cuore del poeta.
I versi «Or poserai per sempre,/Stanco mio cor» (vv. 1-2), «Posa per sempre/assai palpitasti» (vv. 6-7), «T'acqueta omai. Dispera/l'ultima volta» hanno una struttura simile e, mostrano con sempre maggior forza il tema del riposo del cuore (si può notare chiaramente l'uso di verbi di forza crescente: Poserai, Posa e T'acqueta omai). Fitto è l'uso di termini con valore radicale: sempre (vv. 1-6), estremo (v ), eterno (v ), spento (v ), per sempre (v ), mai e nulla (v ), omai (vv. 11-l3), ultima volta (v ), morire (v ). Ci sono altre ure di allitterazione in posizioni chiave, come nel primo periodo ( or . cor).
Dal punto di vista della struttura sintattica prevale la paratassi che si articola in membri brevi, i periodi saltano da un verso ad un altro, lasciando nella sintassi molti buchi vuoti, numerosi sono gli enjambements ( «Assai palpitasti» vv. 6-7, «dispera l'ultima volta» vv.11-l2, «al gener nostro il fato non donò che il morire vv.12-l3).
Ai versi 9-l0 c'è l'ellissi del verbo e l'uso, quindi, del periodo nominale «Amaro e noia/La vita, altro mai nulla; e fango è il mondo». Il solo verbo del periodo è «è», che tra l'altro qui unisce il mondo al fango.
La sintassi e la metrica contribuiscono a definire uno stile nuovo, concentrato, e incisivo che fanno di questo componimento leopardiano una prova di audacia sperimentale che guarda molto da vicino al novecento.
Privacy
|
© ePerTutti.com : tutti i diritti riservati
:::::
Condizioni Generali - Invia - Contatta