Biografia di Kurt Cobain
Era l'8 aprile 1994 quando la
radio locale trasmise le prime, agghiaccianti indiscrezioni circa la tragica
fine di uno dei padri del grunge: 'Il cantante
dei Nirvana, Kurt
Cobain, si
è ucciso con un colpo di arma da fuoco nella sua abitazione',
così gracchiò la voce. Una notizia che gettò nella
disperazione un'intera schiera di fan, un numero imprecisato di ragazzi che si
riconoscevano nei testi amari e privi di speranza del sensibile Kurt.
Quel colpo di fucile in bocca arrivò proprio nel periodo di maggiore
successo della sua band, proprio dopo una registrazione 'umplugged' (ossia acustica) per MTV che è
rimasta nella storia e nel cuore di milioni di fan, divenne una specie di
icona della musica dei Nirvana. Solo una settimana prima aveva suonato a Milano
per la promozione dell'ultimo CD "In
utero". Migliaia di
ragazzi, un trionfo. Questo è stato il suo ultimo concerto in assoluto
(quanto avrei voluto esserci . ). Cronicamente
malinconico, perennemente triste, il leader dei Nirvana, nacque nel 1967 in una piccola
città nello stato di Washington, Aberdeen. I genitori, erano di umili
origini, così come si addice ad ogni rockstar
che si rispetti. Il padre meccanico era un uomo sensibile e dall'animo
generoso, mentre la madre, casalinga, rappresentava il carattere forte della
famiglia, colei che mandava avanti al casa a prendeva le decisioni più
importanti. Kurt, dimostra da subito di essere un bambino curioso e vivace,
e trascorre i suoi primi anni di vita in assoluta felicità. Quando arrivò
però, una feroce scossa: la famiglia divorzia, lui ha solo otto anni ed
è troppo piccolo per capire i drammi di una coppia. Kurt
diventa, nonostante le compresse di Ritalin
impostagli per calmarlo, sempre più aggressivo, incontrollabile, tanto
che manda in pezzi il rapporto con il padre. Il giovane Cobain
dovette combattere una battaglia personale contro l'essere americano del tempo,
classificato uomo forte e virile, con cui fu costretto a crescere nella sua provincialissima cittadina. Fu etichettato da tutti come
omosessuale per il suo apparire diverso, bizzarro, schivo e ogni tanto un po'
effeminato. Quando divenne famoso si prese a cuore la sorte dei gay. Una volta
ha anche dichiarato: «Ho anche pensato d'essere gay. Ho pensato che questo mio
stato omosessuale fosse la soluzione a tutti i miei problemi durante gli anni
scolastici. Lo pensavo solamente e mi confrontavo con i miei amici gay. Poi mia
madre mi emarginò perché odia i gay Ero distrutto: avevo
finalmente trovato delle amicizie maschili che mi apprezzassero per quello che
ero e avevo perduto mia madre per sempre». Acerrimo nemico degli inneggianti
all'intolleranza, finiva sempre per urlare al pubblico che se tra loro ci fosse
stato qualcuno che odiava gli omosessuali, la gente di diverso colore o le
donne non sarebbe più dovuto andare ai concerti dei Nirvana o comprare i
loro dischi. All'età di diciassette anni rompe
ogni legame con la famiglia e per qualche anno conduce una vita da nomade
arrivando a dormire sotto un ponte. Antisociale fin da bambino,
arrivò addirittura ad essere arrestato a diciotto anni per aver scritto
ovunque con le bombolette a vernice scritte tipo: «Dio è gay», «Il sesso
omosessuale è meglio». Tra la fine dell'85 e
gli inizi dell'86 nascono invece i Nirvana, con il bassista
Chris Novoscelic, Chad Channing e poi Dave Grohl alla batteria (ora Dave è il cantante dei Foo
hters, gruppo in circolazione da un po' di anni
riscuotendo grandi successi e che personalmente apprezzo molto). Sono gli anni
della musica punk-rock; ma sono anche gli anni in cui con la musica si esprime
disperazione, rabbia. Una nuova forma di protesta che non passa più
dalle piazze, ma si esprime attraverso i suoni. A Seattle, col suo
gruppo, creò un nuovo sound composto di sonorità prese a prestito
da rock, metal e punk che in seguito venne ribattezzato "grunge . Acclamato e
idolatrato, dopo il successo del disco Nevermind nel
1991, aveva finito per scandalizzare tutti baciando gli altri membri del suo
gruppo, in diretta TV, al "Saturday Night Live" e partecipando
alle numerose manifestazioni a favore dei gay. Tutto ciò non era mai
accaduto negli Usa. Rifacendosi ad un tradizionale atteggiamento del rocker che non ha paura, il rocker
"vero", che sa di poter giocare anche sull'ambiguità, per poter riscaldare
maggiormente l'animo dei fan, Kurt non esitava a
mettersi capi d'abbigliamento femminili e addirittura apparve in copertina
dell'inglese "The Face" con un vestito di cotonina a fiori. Sull'ultimo disco
appare il brano "All Apologies"
che finisce con la frase significativa: What can I say?
Everyone is gay (che posso
dire? Tutti sono gay.) Fu un iconoclasta fino in fondo. Brani
immortali scritti col cuore e cantati con tutta la rabbia che Kurt aveva in corpo.
Distrutto da un periodo di
tossicodipendenza che lo accomnò fino alla fine, afflitto dalla
difficile situazione del suo matrimonio con Curtney
Love, da cui ebbe anche una bimba, Frances, e
attanagliato da un persistente, quanto misterioso, dolore allo stomaco, alla
fine è crollato. Rileggendo le sue
interviste ci si accorge che i riferimenti al suicidio sono sempre stati
presenti. Inquietante è addirittura una celebre foto che lo vede
scherzare con una canna di fucile in bocca. Per allontanare lo spettro, di questo
desiderio di autodistruzione, decise di togliere dall'ultimo disco il brano "I hate myself and I want to die" (io odio me stesso e
voglio morire).
Kurt Cobain morì così a soli ventisette anni
lasciando una moglie che lo amava, una lia che non avrà mai la
fortuna di conoscerlo, e milioni di sconosciuti le cui vite sono state certamente
arricchite dalla sua presenza.
Personalmente non ho mai saputo nulla della
vita di questo ragazzo fino quando mio cugino me ne regalò la biografia
un paio di natali fa. Appassionante ed estremamente "reale"; Cobain non viene descritto e pensato come un essere
eccezionale, un predestinato, un semidio o al contrario un demonio; è
piuttosto la normalità costretta e sofferta dell'uomo ed è questa
la cosa più coinvolgente: sembra
uno "normale". Da li mi sono informata e ho iniziato ad ascoltare i Nirvana,
inizialmente solo per la musicalità delle canzoni, poi per la durezza e
verità dei testi. Mi piacciono molto i Nirvana e mi dispiace
immensamente che non potrò mai vederli in concerto ma soprattutto non
potrò godere dei brani che non verranno mai.