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di Erik Mariah Remarque
Riassunto
Paul Borner è un soldato volontario che combatte al fronte durante la 1° Guerra Mondiale, un giovane tedesco a cui hanno insegnato che prima di tutto bisogna difendere la patria, anche a costo della propria vita.
Nel corso di un'operazione notturna egli rimane separato dai comni ed è costretto a rifugiarsi in una buca che si trova tra le due trincee (quella tedesca e quella francese).
Qui il protagonista se ne sta immerso per metà nell'acqua, assorto nei suoi terribili pensieri; proprio in quel momento un corpo cade nella fossa e Paul istintivamente lo colpisce, fino a quando questo si affloscia e si insacca.
Quando il soldato tedesco ritorna in sé, si accorge di aver ucciso un soldato francese, che rantola dolorante.
Il protagonista si raggomitola in un angolo lontano, non sopportando quel gemito straziante.
Quest'incontro con la morte a distanza ravvicinata, che egli stesso ha causato, lo induce a riflettere, ad esplorare il proprio animo.
Dopo un orribile cammino di tre metri nella trincea, il soldato tedesco decide di trascinarsi verso l'uomo, che è in fin di vita, e di prestargli soccorso, cercando di medicare le ferite e dandogli da bere dell'acqua fangosa per alleviare le sue sofferenze.
"Camarade, camarade" gli dice per rassicurare lo sguardo del ferito, pieno di terrore.
Il rantolare continuo del francese strappa il cuore di Paul, quasi come il morente avesse un pugnale invisibile col quale colpirlo.
Quando, alle tre del pomeriggio, il francese muore, il silenzio diventa per Paul quasi più insopportabile del gemere di prima.
Il protagonista inizia allora a parlare al cadavere, gli chiede scusa per averlo ucciso, gli confessa di essere addolorato per i suoi familiari e che, in cambio della sua vita, avrebbe rinunciato a vent'anni della propria, perché lui non sapeva più che farsene.
Gli dice che egli era per lui solo un'"idea", una formula di concetti e che lui lo ha pugnalato per obbedire a degli ordini ricevuti, ma che ora, guardandolo, vede in lui la sua donna, il volto di un altro uomo; gli dice che, senza quell'uniforme, avrebbe potuto essere suo fratello.
Decide allora di scrivere alla moglie, di inviarle del denaro; fruga indeciso tra le tasche del morto e trova, nel portafoglio, dei documenti e delle foto.
Leggendo i dati personali del morto, apprende che egli si chiamava Jèrard Duvalle e faceva il tipografo.
Tormentato dalla sua colpa, Paul decide di fargli una promessa solenne: gli promette di combattere contro ciò che ha rovinato entrambi, che a lui ha tolto la vita fisicamente e che a se stesso ha rovinato l'esistenza futura, che vede piena di sensi di colpa, di dubbi e di tormenti.
Paul promette al soldato francese: "Non dovrà accadere mai più".
Il brano è tratto da "Niente di nuovo sul fronte occidentale", un romanzo nel quale E.M. Remarque racconta la sua personale esperienza di soldato tedesco nella 1° Guerra Mondiale.
Egli, nel 1917, fu costretto ad interrompere gli studi per svolgere il servizio militare; fu destinato a Verdun, il fronte della Francia nord-occidentale, dove ebbe luogo la "Battaglia delle Fiandre", uno dei più sanguinosi scontri della 1° Guerra Mondiale.
Diversi anni dopo la fine della guerra Remarque dirà: "Soffrivo di continue depressioni . le ombre della guerra gravavano su tutti noi, sebbene non ne fossimo consapevoli".
Questo libro non vuole essere né un atto di accusa, né una confessione.
Esso non è che il tentativo di rafurare una generazione che, anche se sfuggì dalle granate, fu distrutta dalla guerra.
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