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Cantico di Frate Sole - Francesco D'Assisi

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Cantico di Frate Sole

Francesco D'Assisi

Il "Cantico di Frate Sole" è stato scritto da Francesco D'Assisi nel 1224 dopo una notte travagliata in cui, si dice, abbia avuto una certificatio cioè una visione divina in cui Dio approvava ciò che stava facendo della sua vita.

Le interpretazioni sono molte.

Secondo alcuni è una lode a Dio per aver creato le cose e il mondo; secondo altri è una lode fatta per mezzo delle creature. Nel cantico, secondo gli ultimi studi, il frate vuole esaltare le cose in sé per sé; ne sono dimostrazione i numerosi aggettivi che usa: il Sole è luminoso e bello, la Luna e le stelle sono preziose, la Terra produce frutti colorati, il Fuoco è bello, giocoso e robusto.

Inoltre le esalta perché rispecchiano in qualche modo Dio, per esempio il Sole è strumento attraverso il quale il Signore ci illumina. E poi le esalta perché sono utili all'uomo: il Sole ci illumina, l'Acqua ci è utile, la Terra ci nutre e ci alleva. Questa visione è detta antropocentrica.

Il canto non è basato sul "contemptus mundi" che caratterizza la religiosità di quel tempo anzi ci invita ad essere gioiosi per la bellezza delle cose che Dio ci ha donato.

Secondo alcuni c'è prima una visione ottimista in cui il frate esalta tutto e poi una pessimista in cui è spaventato dalle bruttezze che capitano agli uomini e dalla giustizia divina che punirà i peccatori che sembra minacciare.

Inoltre si può dividere in tre parti:

una dedicata alla lode di tutte le cose

una a lodare gli uomini però solo quelli meritevoli cioè coloro che perdonano, soffrono e sopportano



la terza dedicata alla morte che l'autore scinde in corporale che spetta a tutti e seconda, cioè dell'anima, che spetta a coloro che in vita non hanno espiato i loro peccati.

Poi alla fine c'è una chiusa cioè una conclusione nella quale invita gli uomini con un imperativo a servire e ringraziare umilmente il Signore.

Nel cantico l'autore parla di nove elementi: i quattro elementi della natura, il Sole, la Luna e le Stelle, l'uomo e la Morte.

Si pensa che siano nove per riportare alla cabala, la stella ebraica che rappresenta la trinità.

Molti sono i riferimenti a i salmi biblici sia per quanto riguarda le cose dette sia per le strutture infatti usa la prosa ritmica divisa in due, tre o cinque versi come nei salmi.

Viene anche detta litania perché ripete costantemente "laudato si".

Usa i termini "frate" e "sora" per sottolineare il legame tra le creature del mondo e gli uomini che nascono dalla stessa madre.

E' scritto in volgare illustre infatti sono molte le note di umbro ma si vede la presenza del latino.

Sono poche le rime ma molte le assonanze che danno musicalità al canto infatti San Francesco aveva associato al canto una musica che lo accomnava.

A parer mio è gioioso ed ottimista.

Il frate vuole ringraziare Dio per averci donato tutto ciò non per mezzo delle creature.

Per lui è importante che deriviamo tutti dalla stessa madre e lo dimostrano gli aneddoti che ci raccontano che lui parlasse con gli animali e fosse molto rispettoso della natura.





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